Tra la nascita a Firenze nel 1773 e la morte a Verona nel 1834, sullo sfondo di un'Europa segnata da rivolgimenti epocali, si dipana il denso percorso umano e spirituale di Leopoldina Naudet, fondatrice delle Sorelle della Sacra Famiglia. Nelle pagine delle Memorie secrete, il "giornale dell'anima" che accompagna gli anni più intensi della sua vita, è possibile rintracciare il filo sottile ma costante e solido che rende questo percorso esemplarmente coerente nella sua avventurosa complessità. Con questa edizione rinnovata del diario, che si inserisce nel più ampio e già avviato progetto di rilettura della figura di Leopoldina Naudet e del suo contesto, si desidera offrire a lettori vecchi e nuovi la possibilità di riascoltare la voce più intima di un'anima costantemente in dialogo con Dio, ritrovandone al tempo stesso il fascino antico del linguaggio e l'attualità profonda del messaggio, nutrito dall'ascolto quotidiano della Parola.
È la storia di due liceali, Greta e David, e del loro gruppo di amici, la cui tranquilla e spensierata esistenza sarà sconvolta da una realtà nuova. Sullo sfondo la città di Verona, con le sue belle vestigia e al contempo con le sue diverse anime. Una storia d'amore e d'ingiustizie, d'amicizia e di speranze. Greta frequenta l'ultimo anni del liceo Messadaglia. La sua vita scorre tra lo studio con le amiche e un rapporto non sempre facile con la sua famiglia. Fino a quando non incontra David, nigeriano d'origine e musulmano di religione. Dovrà allora fare i conti con una Verona dai tanti volti con profonde spaccature e pericolosi conflitti.
"È un libro di favole per bambini e per adulti. È la storia delle incredibili avventure di Zanna Blu, un cucciolo di lupo abbandonato da mamma lupa perché non ce la faceva ad allattare tutti e quattro i suoi piccoli: fu costretta a scegliere se farli morire tutti di fame o sacrificarne uno. Ma Zanna Blu, spaventato, solo e affamato, è salvato da un lupo mannaro, uomo o animale, non si sa bene. Alla sua morte, di nuovo solo, Zanna Blu incontra l'amore della sua vita, Lupa Bella. Catturato dagli uomini, legato a una slitta, frustato a sangue, Zanna Blu fugge, viene ripreso, ferito, ma sempre risorge, quasi immortale. Nella serie di favole che narrano le sue peripezie, Carmelo Musumeci narra in realtà la sua vita, il suo anelito alla libertà. È lui Zanna Blu, che vive dei ricordi dei suoi cari, delle persone che ha incontrato nella sua vita da libero e poi da ergastolano, dei buoni che sono cattivi e dei cattivi che sono buoni, la storia dei lupi traditori e della solidarietà fra compagni di sventura. Sono racconti che insegnano il coraggio, l'amore per la libertà, l'amore disperato per la compagna, scritti in maniera semplice, senza retorica. Grazie a questa sua capacità di esprimere i suoi sentimenti, Carmelo Musumeci si ricostruisce una vita spirituale libera, che vale la pena di essere vissuta e che trasmette al lettore, bambino o adulto che sia, una profonda umanità. Sono favole, ma favole che fanno riflettere." (Dalla Presentazione di Margherita Hack).
Il poliziotto Trevisi si mette "a nudo" e svela i suoi pensieri, coriandoli li chiama, alle volte colorati e alle volte in bianco e nero, coriandoli che piccoli e leggeri si lanciano per aria e poi si fanno trasportare dal vento sino ad arrivare giù a terra, a coprire il grigio delle nostre esistenze. Le sue "quasi poesie" le chiama coriandoli perché spera possano far sorridere, quando sono colorati, e far piangere, quando sono in bianco e nero, o possano far semplicemente emozionare. È una raccolta iniziata in gioventù e che ha registrato i passaggi esistenziali, molti legati ai rapporti professionali, tanti ai momenti cruciali e più personali. Gianpaolo Trevisi, nato a Roma 41 anni fa, è attualmente vicequestore aggiunto e capo della Squadra mobile di Verona. Dopo gli studi liceali e la laurea in giurisprudenza conseguita all'Accademia di Polizia, viene nominato vice commissario ed assegnato alla Questura scaligera.
Riprendendo non a caso il titolo dell'opera proustiana, l'autore offre l'opportunità di addentrarsi in una particolare ricerca che appare come una necessità dell'epoca in cui viviamo. La ricerca di questo senso-significato esige un atto volontario, una spinta che solo la salvezza della solitudine ci può donare... È proprio nel nostro pensiero che si trova il nocciolo della questione: è qui la sede infinita del desiderio ed la sede del Dio desiderato con cui si dialoga in una "corrispondenza di amorosi sensi".
NIl volume ripercorre i 150 anni di vita e di attività della Provincia Lombardo-veneta dei Camillinai (1862-2012). Periodo immerso nelle vicende che hanno segnato la storia dei secoli XIX e XX e abitato da persone che, individualmente e comunitariamente, hanno lasciato tracce significative nella cura dei malati e nella promozione della salute, in Italia e in numerosi Paesi dei quattro continenti. A guidare il cammino percorso, durante questo secolo e mezzo, dai Religiosi camilliani - unitamente ai loro collaboratori laici - è stata la fedeltà al dono dell'amore misericordioso verso i sofferenti nel corpo e nello spirito, che san Camillo ha ricevuto da Dio e di cui padre Camillo Cesare Bresciani è stato mirabile interprete.
Con una mossa a sorpesa rispetto alla sua abituale produzione narrativa, nonna Maria fa qui un salto nella foresta tropicale americana per presentarci la controfigura faunistica più adeguata al suo scopo: trattare il tema del "cocco di mamma" che tale resta fino all'età della piena maturità (in gergo attuale un "bamboccione"). È una mossa azzeccata perché il bradipo è proprio un "posapiano" di una lentezza insopportabile, ma anche un ottimo candidato alla dipendenza a vita. Del resto, il messaggio vuole che oltre alla madre Pizia (= pigrizia) dovrà lasciare il natio albero di Cecropia per andare alla ricerca del suo, quello dell'indipendenza ed autonomia da conquistare attraversando il "mondo" che pullula a terra, fatto di qualche amico, ma più spesso di contendenti o nemici. Età di lettura: da 6 anni.
Non è il cuore inquieto che inventa la Risurrezione, ma è la Risurrezione di Cristo che rende inquieto il cuore: questa espressione del teologo Bruno Forte ben si adatta al dire poetico di Monica Cornali, che attinge ai pozzi profondi dell'animo umano, alle storie di vita, spesso assai tribolate, che ella raccoglie nella sua pratica psicologica, ma non solo. Cuori agostinianamente inquieti, alla ricerca di un senso profondo anche nelle derive del male; tale senso spirituale non può che essere implorato, supplicato a Dio, fino a coincidere, nella fede, con Dio stesso. Mentre il linguaggio comune è frustrato dall'eternità, che è al di là di ogni immaginazione e ragionamento, il linguaggio poetico, vibrante di sentire mistico e fortemente simbolico, osa volare alto, verso la casa del paradosso: il Cielo è il silenzio che canta, è il compimento della Promessa di Dio. La poesia per Monica è un canto d'amore, una sete che implora la Fonte, quasi un dovere di sperare per tutti, specie per chi vive nella disperazione.
Come il più bello degli amori che accompagna l'uomo distogliendolo dal sonno e strappandolo al lavoro, come il più fedele amico che ascolta silenzioso gli sfoghi densi di speranza e delusione, così è la raccolta di poesie di Luigi Natale Patuzzo... Riflessione e impulso con cui tingere analisi dei costumi dove i più pungenti aforismi fermano, con la loro precisa descrizione, l'istante del presente in cui la storia di un singolo individuo non prescinde mai dalle vicende nazionali e internazionali. Esperienza di vita in cui si condensa la storia di una società che cambia soltanto in apparenza perché rimane sempre in vigore la legge del più ricco e potente, del debole schiacciato dal più forte... Un velo di speranza traspare nell'auspicare una società equa e solidale dove il valore degli affetti più profondi permea ogni azione del cittadino onesto che esprime coerenza nel rispetto di leggi e istituzioni, coltivando e trasmettendo cultura del senso civico e amore per il proprio paese.
In quella che ormai può considerarsi una "selva di predicabili", come erano definiti un tempo i sussidi offerti a quanti salivano il pulpito per sminuzzare la parola di Dio, la presente pubblicazione di commento alle letture bibliche domenicali vanta alcune peculiarità. Gli autori non intendono offrirci commenti esaustivi dell'insieme delle letture che accompagnano la messa, ma enucleare il tema portante della liturgia festiva: in tal modo l'espressione evangelica diventa anche il leit motiv della preghiera personale, quasi una giaculatoria che trasferisca nella vita il culto celebrato nella chiesa.
In occasione del 50° anniversario dall'inizio del concilio Vaticano II e nella consapevolezza che le resistenze al concilio non hanno fatto che accrescersi nel corso degli ultimi anni, lasciando in ombra quell'invito alla riforma della chiesa e alla conversione del cuore di cui parla il decreto sull'ecumenismo ai paragrafi 6 e 7, l'Autore e l'Editore ritengono opportuno ripubblicare una ricerca apparsa alcuni anni or sono, in quanto conserva tutta la sua attualità, pur essendo da lungo tempo esaurita. Si è ritenuto utile, inoltre, ripubblicare in appendice la postfazione preparata per la seconda edizione di "Divorzio Nuove Nozze e Penitenza nella chiesa primitiva". La chiesa cattolica potrebbe tornare a prendere coscienza del potere ricevuto da Cristo di assolvere tutti i peccati, anche quelli più gravi, come il peccato di avere infranto il proprio patto coniugale e di essere entrato in una seconda unione. Si tratta dell'esempio concreto di una riforma che può essere già oggi realizzata e che appare sempre più urgente sia per motivi pastorali che ecumenici.