Questo volume continua una ricerca sul pluralismo in bioetica, plasmata inizialmente nella pubblicazione di un’opera con il titolo Modelli di bioetica (Roma 2007). La ricerca ha continuato nel tempo e ha dato origine a diversi articoli che adesso vengono raccolti e ripubblicati. Gli autori studiati in questa nuova pubblicazione sono i seguenti: Aristotele, san Tommaso d’Aquino, Peter Singer, Hans Jonas, Edward Osborne Wilson e Hugo Tristram Engelhardt. Il volume include anche un capitolo che serve come esempio concreto di applicazione dei diversi modelli a un argomento molto concreto, l'aborto. La ricerca sui modelli in bioetica si orienta a uno scopo di grande importanza per il nostro tempo: promuovere un dialogo orientato alla ricerca della verità su tematiche che toccano intimamente la vita degli uomini e dei popoli, e che, studiate in modo adeguato, permettono di promuovere una autentica cultura della vita, nel solco degli insegnamenti e delle proposte di papa Giovanni Paolo II.
Il presente lavoro è una ampia e circostanziata riflessione sulla proposta della bioetica globale di papa Francesco. L'autore, richiamando le sottolineature della visione morale di Francesco, considera possibile individuare gli ambiti che delineano il tratto olistico della vita di cui si occupa la bioetica: considerare la vita umana nella sua più vera e completa realtà. La vita che è in gioco è quella della persona, la quale è chiamata a compiere il bene affinché la sua esistenza sia realmente bella e buona. Secondo l'autore, la prospettiva morale di papa Francesco e la sua proposta di una "bioetica globale" sono lo spazio vitale perché rispetto e cura siano i due verbi che ogni uomo e ogni donna devono coniugare perché si possa realmente vedere nella realtà vivente umano-ambientale lo splendore del Creatore. Se la bioetica possiede il tratto della globalità è perché in gioco non è solo ogni persona ma tutta la vita della stessa nella sua totalità. E in questo itinerario di pensiero e di azione tutti siamo coinvolti.
La metodologia della decisione morale in bioetica è un aspetto cruciale che percorre trasversalmente i vari modelli in questo campo. Tradizionalmente, un approccio alla verità e al valore come quello kantiano, uno dei più percorsi dalla riflessione etica, si concentra sull'inconoscibilità della metafisica e sull'universalità della legge morale, risultando spesso poco spendibile nell'ambito bioetico. In questo volume, l'autrice intende rispondere al problema esplorando gli spazi di applicabilità del giudizio riflettente di ispirazione kantiana. Scopre così la fecondità che il giudizio estetico e il giudizio teleologico possono avere nell'identificare sia il requisito di concretezza delle situazioni bioeticamente rilevanti, sia l'esigenza oggettiva di tutela della vita umana nelle condizioni più disparate.
La metodologia della decisione morale in bioetica è un aspetto cruciale che percorre trasversalmente i vari modelli in questo campo. Tradizionalmente, un approccio alla verità e al valore come quello kantiano, uno dei più percorsi dalla riflessione etica, si concentra sull'inconoscibilità della metafisica e sull'universalità della legge morale, risultando spesso poco spendibile nell'ambito bioetico. In questo volume, l'autrice intende rispondere al problema esplorando gli spazi di applicabilità del giudizio riflettente di ispirazione kantiana. Scopre così la fecondità che il giudizio estetico e il giudizio teleologico possono avere nell'identificare sia il requisito di concretezza delle situazioni bioeticamente rilevanti, sia l'esigenza oggettiva di tutela della vita umana nelle condizioni più disparate.
Il testo ripercorre la storia della disciplina bioetica a partire dagli studi di Paul Max Fritz Jahr (1927) e di Van Rensselaer Potter (1970). Particolare attenzione è posta ai motivi che hanno portato a ridurre in area anglosassone ed europea la riflessione bioetica al campo bio-medico. Si considerano infine gli interrogativi bioetici derivati dalle correnti post-umaniste e i nuovi possibili sviluppi offerti dall'ecologia integrale indicata dalla Laudato si' (2015) e dall'approccio globale di Henk Ten Have (2016).
Il presente volume muove da un interrogativo di fondo: può la scienza bioetica – ed in particolare l’ecologia nella sua dimensione non solo ambientale ma umana – essere il punto di incontro che annulla il rischio della contrapposizione tra essere ed avere? Secondo l’autore, la logica del dono può essere espressa realmente e a pieno titolo in una concezione onesta dell’economia perché permetta alla persona stessa non solo di vivere bene grazie all’essere ma anche, grazie all’avere, di compiere il bene. Il denaro, infatti, se rimane dentro il suo spazio e non cattura il cuore e la mente dell’uomo, può essere un valido strumento di aiuto e di solidarietà perché il mondo sia per ogni essere umano una casa abitabile. L’economia e l’ecologia in tal modo si accordano abbattendo ogni barriera o muro che li possa porre uno contro l’altro costruendo realmente quella casa comune in cui è possibile convivere in uno stile di comunione, condivisione e gratuità.
Don Andrea Mariani è attualmente docente presso l’Università Cattolica “Nostra Signora del Buon Consiglio” in Tirana (Albania) nel Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia, di Farmacia ed Odontoiatria. È docente di Etica nella stessa Università di Tirana nel Corso di Laurea di Infermieristica. Tra le numerose pubblicazioni ricordiamo le recenti: La morale è molto bella, ma… in pratica si fa come si può! (2015); Papa Francesco canta il creato. Dalla lettera Enciclica “Laudato si’” (2015); Anno della Misericordia e… poi? Il volto misericordioso dell’esperienza morale (2016); Vivere per amare. La bioetica in dialogo con la famiglia (2016); Mente Cuore Mani. Il rapporto medico paziente: l’arte di una presenza (2017); “Ti amo da morire”! Nell’amore il “perché” del “finire” (2018); “Magnifico prestito!”. Il figlio a chi appartiene? (2018); “Non ho tempo!”. Prova a non guardare l’orologio (2018).
Scientismo, interdisciplinarietà, umanizzazione della salute, denaro, antropologia, deontologia
“Chi sa solo la medicina, non conosce la medicina” “Il bravo medico filosofa e rende medico il suo paziente” “I medici sono oggi una minaccia per la salute” Una riflessione sui fondamenti metodologici della medicina e della psicologia, sui limiti della scienza e sulle trappole delle industrie farmaceutiche. Una critica a ogni terapia poco umana, a ogni relazione di cura preoccupata più di affari che di salute e diritti del paziente (senso dell’esistenza compreso). Una lettura interdisciplinare basata sulla concezione dell’uomo nella sua unità psicosomatica e integralità ambientale e spirituale, senza di cui ogni caregiver fallisce il suo compito (medicina olistica). Rivolto a studenti e operatori delle relazioni di aiuto/assistenza, il volume insegna a vedere in chi ha bisogno un nostro prossimo, anche perché siamo tutti un po’ malati e abbiamo bisogno tutti di comprensione e carità.
Giovanni Chimirri (1959), ha studiato filosofia della scienza, etica teologica e psicologia in varie università italiane e straniere conseguendo cinque lauree. Membro di società scientifiche, direttore di collane, redattore di riviste, coautore di miscellanee ed enciclopedie. Fra i suoi libri: Ragione e azione morale (1997), Psicologia del corpo (2004), Trattato filosofico sulla libertà (2007), Psicologia della nudità (2010), Siamo tutti filosofi (2011), Teologia del nichilismo (2012), Psicologia del piacere e mistica dell’eros (2015), Persona al centro (2016), Psicopatologia della personalità (2019), Filosofia del corpo e psicologia del benessere (2019).
Il libro disegna efficacemente i contorni delle problematiche più scottanti connesse al fine vita, come l'eutanasia, l'accanimento terapeutico, il rifiuto della terapia, la proporzionalità delle cure, l'autonomia del paziente e il testamento biologico, che interrogano con insistenza le coscienze ed esigono risposte autentiche. Le cure palliative come risposta al dramma della sofferenza divengono dunque per l'autrice una risposta non scontata ad ogni atteggiamento, fisico e morale, di abbandono della vita umana, e per converso una risorsa preziosa per comprendere il profondo nesso antropologico fra conoscenza e amore.
Il testo evidenzia che nelle successive epoche della storia si è avuta una differente percezione dell'uomo e del suo essere nel mondo che ha influito anche sul cammino dell'etica medica sviluppatasi dagli albori della civiltà. Nello scorso secolo, sollecitata dalla maggiore complessità del reale, è nata la bioetica. Fin dal suo sorgere, la disciplina ha dovuto affrontare il problema della sua "aggettivazione" a causa dei diversi presupposti etici e antropologici utilizzati per impostare il discorso morale applicato alla vita umana e al bioregno. Oggi deve affrontare nuove emergenze dettate dal pluriforme pensiero postumanista che promuove, nelle sue forme estreme, il dissolvimento dell'identità del soggetto ed esalta l'indeterminato e il costantemente mutevole sconvolgendo le frontiere fra naturale e artificiale.
L'amore che l'uomo e la donna si promettono nel matrimonio implica una condivisione totale di tutte le dimensioni della vita umana: fisica e sessuale, affettiva ed emozionale. In riferimento alla bioetica, risulta impellente un serio discernimento là dove l'applicazione delle tecniche procreative mettono a repentaglio la concezione unitaria della stessa vita umana. Vita ed amore sono un unico mistero da vivere con sapienza e responsabilità. L'autore con il presente lavoro intende mostrare come l'impegno per favorire una maggiore e più corretta attenzione ai temi della vita umana, dell'amore e della famiglia è oggi responsabilità di tutti.
"Il più povero dei poveri": così Madre Teresa di Calcutta che conosceva la povertà più di ogni altro definiva il concepito. L'affettuosa e riconoscente presentazione di analisi e proposte da parte di un laico a coloro che nella Chiesa hanno una particolare responsabilità pastorale supera il timore ricordando Colei che Giovanni Paolo II ha dichiarato presidente spirituale di tutti i Movimenti per la vita del mondo e che Papa Francesco verso la fine dell'anno della misericordia proclamerà santa. Di lei non parlano le pagine di questo libro ma la sua immagine traspare dietro di esse, con il suo coraggio, la sua fermezza, la sua tenacia nel proclamare la piena umanità del concepito anche di fronte ai potenti del mondo e contemporaneamente con la sua eroica condivisione di ogni ultimità umana. Sono due indicazioni pastorali di una misericordia che da un lato incessantemente guarda, riconosce, parla, prega e dall'altro senza sosta e teneramente accoglie, condivide, conforta.
"Consegno con semplicità un consiglio: leggere, rileggere, gustare la profondità di quanto contenuto nelle pagine che seguono. In tal modo sarà possibile riscoprire con questo testo, che credere non solo è possibile, ma è la via per accogliere, custodire ed amare la vita. Non abbiate paura a raccontare quello di cui leggendo siete divenuti ancor più consapevoli, non temete di parlare di Gesù Cristo che ha vinto la morte, non soffocate il grido d'amore per questa generazione che sentirete crescere pagina dopo pagina dentro di voi. Coraggio!" (dalla Prefazione di Daniele Torri)