Perché un villaggio chiede di avere una chiesa, un prete stabile, la celebrazione delle feste e dei sacramenti? Cosa succede quando tutto questo è prerogativa del paese vicino, e non del proprio? Quali dinamiche si scatenano, attraverso quali mezzi si agisce? Un percorso che affonda le radici nel medioevo e che arriva fino al XX secolo. Nelle vicende di Caldonazzo e Calceranica, paesi della Valsugana, si riflettono questioni di ben più ampio respiro: il rapporto tra la comunità civile e quella ecclesiale, tra lo Stato e la Chiesa, tra il diritto canonico e la prassi pastorale, tra l'ambizione personale e il senso di responsabilità, tra l'orgoglio di campanile e le diverse possibilità di definire la propria identità. Vicende che ci appaiono lontane solo perché non ci riflettiamo abbastanza.
A Trento via Prepositura è vicina alla Basilica di Santa Maria Maggiore, quella del Concilio della controriforma: lì è nata, nel 1920, col nome di Silvia Lubich, quella che sarebbe diventata l'amatissima Chiara, fondatrice del movimento dei Focolari diffuso in tutto il mondo. La giovane Chiara non abitava più lì quando, nel settembre 1943, caddero le bombe alleate che miravano alla ferrovia e massacrarono trecento persone inermi. Ma proprio quelle bombe, quell'assurdo scenario di morte spinsero la giovane maestra trentina a diventare una rivoluzionaria dell'amore. Tre mesi dopo quel bombardamento, il 7 dicembre 1943, Chiara sarebbe salita al seminario dei fratini Cappuccini, alla Cervara, per consacrarsi a Dio. Nel ritorno a casa avrebbe comprato in piazza Fiera tre garofani rossi, rari a trovarsi in un inverno di guerra.Un giornalista di razza, Franco de Battaglia, ricostruisce la mappa geografica e l'itinerario esistenziale e spirituale di una delle figure più importanti del mondo cattolico del Novecento, e del primo nucleo del suo straordinario movimento.
Raccolta di alcuni dei più significativi contributi di mons. Giancarlo Bregantini, trentino di origine, vescovo prima di Locri-Gerace e attualmente di Campobasso.
I testi presenti nel libro sono organizzati attorno ad alcuni temi chiave: il mestiere di vescovo, testimoni della fede, società e politica, nella Locride, in Calabria, i giovani, chiesa bibbia e spiritualità, la nuova comunità. Ne emerge il profilo di un vescovo la cui profonda spiritualità sostiene il costante impegno per l'affermazione della legalità e della giustizia e per la difesa dell'uomo.
"La speranza è fame di nascere del tutto, di portare a compimento ciò che portiamo dentro di noi solo in modo abbozzato. La speranza è la sostanza della nostra vita". In questo splendido pensiero della grande filosofa spagnola Maria Zambrano sta il messaggio di questa avvincente raccolta di riflessioni sui grandi temi della vita che Marcello Farina, dedica a tutti coloro che cercano "pienezza di umanità". Perché "questa è la nostra fortuna, questo è il nostro tormento: inadattabili e mai nati interamente, siamo chiamati a crearci il nostro mondo, il nostro posto, a partorire incessantemente noi stessi e la realtà che ci ospita". Da Kierkegaard a Levinas, da Nietzsche a Bauman, il pensiero filosofico diventa in questo libro ben di più di un'avventura intellettuale: una chiave che apre le porte della vita. Un libro per tutti, profondo e semplice, che aiuta a vivere, come dovrebbe fare la buona filosofia.
Con il golpe militare del settembre 1973, che mette fine al governo e alla vita di Salvador Allende, il Cile imbocca la strada terribile della dittatura. E per migliaia di democratici cileni comincia la strada obbligata e dolorosa dell'esilio. Tra questi esuli cileni, i più famosi diventano i componenti del gruppo musicale degli Inti Illimani, che portano in Europa e in Italia la sonorità, la magia e la malinconia della musica andina, insieme al messaggio della loro resistenza irriducibile al fascismo e all'autoritarismo, della loro instancabile lotta per la democrazia e per i diritti umani. Uno che li conosce bene, anzi benissimo - Eduardo Mono Carrasco, un altro esule - racconta in questo libro per la prima volta la lunga avventura degli Inti Illimani, visti da vicino. Carrasco è infatti l'artista di murales che illustra i concerti degli "Inti Illimani Histórico" con le sue opere realizzate in diretta, create mentre loro suonano e cantano. Come succederà dal prossimo luglio 2010, con la nuova tourneé italiana dello storico gruppo. Come quando, il 6 settembre 1975, due anni dopo il colpo di Stato a Santiago, insieme a Pilar, Cucho e Fernando, componenti della "Brigada Muralista Pablo Neruda", Carrasco realizzò il suo murale nell'imponente scenario dell'Arena di Verona: "Le bandiere cilene apparivano ovunque, gruppi di persone arrivate dai luoghi più lontani gridavano e cantavano El pueblo unido jamas será vencido, altri applaudivano e cantavano canzoni di libertà e della resistenza italiana. Poi, nel buio dell'Arena, una luce, una sola luce, illumina Joan, la vedova di Victor Jara. Il poeta cantautore, l'undici settembre del 1973, era stato catturato e rinchiuso nello stadio Chile di Santiago. Rinchiuso e poi ucciso non prima di avergli tagliato le mani (mani con cui suonava la chitarra), in segno di spregio".