"L'origine dei sentimenti morali", pubblicata nel 1877, è qui tradotta per la prima volta in italiano. Ebbe un ruolo fondamentale nel determinare la svolta che si verificò nel pensiero di nietzschiano a partire dal 1878 con la pubblicazione di "Umano, troppo umano". Fu lo stesso Nietszche ad interessarsi affinchè l'opera di Rée fosse pubblicata, raccomandando con una lettera al proprio editore lo scritto del giovane amico.
Quale situazione prefigura e cosa definisce propriamente il sublime? Lo si può ritenere una categoria puramente estetica? O esso suppone una particolare determinazione dell'uomo, la sua dignità e destinazione? Mossa da queste domande, la ricerca analizza le due versioni del sublime (matematico e dinamico), individuando in esse non solo alcuni passaggi essenziali che segnano la rapida evoluzione dal criticismo all'idealismo, ma due filoni di pensiero caratterizzati dal rilievo che assume l'infinità del compito morale o la compassione suscitata dall'arte tragica.
Il filosofo Alessandro di Licopoli, vissuto tra la fine del III secolo e l'inizio del IV secolo dopo Cristo, appartenne alla scuola neoplatonica di Alessandria d'Egitto. L'unica sua opera pervenutaci, il trattato "Contro i Manichei", costituisce il primo tentativo di critica sistematica al manicheismo, la grande religione tardoantica che proprio in quei secoli si stava diffondendo in tutto il vicino Oriente, grazie a una intensa attività missionaria. Venuto a contatto con i diretti discepoli di Mani, Alessandro ripercorre con lucidità le vicende del mito manicheo, che abbraccia l'intera storia universale, annunciando ad ogni uomo il proprio messaggio di salvezza attraverso la conoscenza.
Heinrich von Kleist (1777-1811) poeta e drammaturgo tra i più grandi della letteratura tedesca, condusse una vita inquieta ed errabonda negli anni in cui la Prussia crollava sotto le armate napoleoniche. Morì suicida, sulle rive del Wannsee, insieme a Henriette Vogel.
Dopo il rifiuto del giuramento al partito fascista, Piero Martinetti optò per un volontario esilio nella tenuta di Spineto di Castellamonte per dedicarsi interamente alla stesura della sua trilogia filosofico-religiosa (Ragione e fede, Il Vangelo, Gesù Cristo e il cristianesimo) e allo studio dei suoi filosofi preferiti. Tra questi Schopenhauer occupa un posto a sé, fertile ponte tra la saggezza antica e l'impegno etico quotidiano. In quest'opera, lucida introduzione storiografica accompagnata da un'oculata scelta antologica e dalla brillante prosa moralistica, l'autore testimonia le ultime propaggini della querelle sul pessimismo, scatenata da Eduard von Hartmann e destinata ad essere travolta anch'essa dall'imminente crisi bellica.
Nella seconda metà del Novecento la conoscenza dell'etica anglosassone in Italia è stata alquanto parziale. Si pensava che il mondo dell'etica di lingua inglese fosse stato dominato nel Novecento dallo scientismo neopositivista o pragmatista che non riusciva a concepire l'etica se non nella forma tecnicizzata dell'analisi del linguaggio o metaetica. In questo modo si è ignorata tutta una ripresa dell'etica normativa, in particolare di Kant e di Aristotele, o la ripresa del diritto naturale che ha tra i suoi principali riferimenti storici il pensiero di Tommaso d'Aquino intorno alla legge. Questo volume presenta un quadro della filosofia pratica anglosassone degli ultimi cinquant'anni.
"Ritorna tra gli amici" è una silloge di ventuno poesie tratte dal "Diario Postumo". In un ideale Simposio, il Poeta riunisce i suoi amici più fedeli per celebrare post mortem, in uno con l'ultima ispiratrice dei suoi versi, il dio Eros che presiede al culto della philia e le conferisce il sigillo dell'immortalità.
Leon Pinsker (1821-1891) è stato il fondatore del Sionismo politico. La sua opera edita nel 1882, molti anni prima de "Lo Stato ebraico" di Theodor Herzl (1896), ha contribuito a porre fra gli ebrei dell'Europa orientale, vittime designate di un'ondata di pogrom zaristi, il problema della loro identità culturale e politica. La sua proposta, come risulta dal titolo stesso del pamphlet, intende contrapporre al processo di assimilazione individuale che si veniva compiendo nelle società dell'Occidente, un processo di emancipazione collettiva, di cui dovevano essere protagoniste le comunità che vivevano nei ghetti e negli Shtetl dell'Impero russo, avente come fine la creazione di uno stato indipendente di ebrei, per gli ebrei e governato dagli ebrei.
Da qualche parte nella ex-Iugoslavia. Il vecchio Kazik e sua moglie ricordano Auschwitz. Quando, nel marzo del 1944, scoprono che la barbarie ha assunto forma umana: quella del boia nazista. Primo racconto realistico a fumetti sulla Shoah, questa storia sconvolgente, direttamente ispirata alle testimonianze dei sopravvissuti del campo di Auschwitz-Birkenau, descrive la vita quotidiana nel campo di sterminio. L'autore non cerca di riassumere la storia della "Soluzione finale", né di prospettare una qualche tesi storiografica, ma solo di sensibilizzare le nuove generazioni al dovere della memoria. Per non dimenticare mai i milioni di vittime del nazismo.
«La tesi sovversiva di Terminio è che grazie alla psicoanalisi possiamo imparare a pregare in un modo nuovo. Non si tratta in questa nuova forma della preghiera di invocare un Altro magico e protettore, ma, innanzitutto, di "affidarsi al silenzio". In fondo a chi ci rivolgiamo quando preghiamo, si chiede, senza sconti, Terminio, se come psicoanalisti crediamo nell'inesistenza dell'Altro? Nella preghiera il primo passo non è quello - diversamente da quello che pensava Freud - di consolidare l'Altro della fede come prolungamento dell'imago paterna idealizzata, ma di operare il suo radicale svuotamento; "anziché riempire la mancanza dell'Altro si tratta di acconsentire che l'Altro faccia emergere la nostra mancanza". Il capovolgimento è risoluto: non si prega per essere perdonati o amati dall'onnipotenza dell'Altro, ma si prega, se si vuole pregare, per incontrare la nostra mancanza, per scorgere come questa mancanza possa trasfigurarsi in un atto di donazione verso l'Altro. E questa la sovversione profonda che sconcerta il paradigma freudiano: non si prega affinché l'Altro esaudisca le nostre richieste, ma per amare l'Altro». (Massimo Recalcati)
Il volume, frutto della collaborazione di studiosi di Università italiane e straniere, intende documentare la persistenza e lo sviluppo all'interno della tradizione filosofica e religiosa occidentale da Platone ai nostri giorni, attraverso il Cristianesimo e la modernità, di alcune verità o - per usare la terminologia di John Henry Newman - di alcuni principi che sono variamente ripresi dalle diverse dottrine filosofiche che si succedono lungo la storia. Così, accanto all'assenso nozionistico che si rivolge alle dottrine e alle argomentazioni, vi è un assenso realistico che si rivolge a ciò che è presente o tale appare, coinvolgendo maggiormente la dimensione affettiva.
Come racconta la Bibbia, la storia dell'uomo inizia con un delitto, con un fratricidio; lo stesso dicasi per la storia di Roma; l'omicidio di un singolo così come l'assassinio di massa rappresentano la più evidente manifestazione del male nel mondo, della sua dura, ma non evitabile realtà. Nei secoli teologia, filosofia, storiografia hanno cercato di comprenderne l'origine e il senso, ma così facendo, hanno cercato di giustificarlo, divenendo in tal modo complici del male stesso. Di fronte al più noto genocidio che l'umanità ha perpetrato, la Shoah, l'autrice cerca di chiarire le radici del male, riconducendole a tre principii: scissione, comprensione, contagio; ma indica anche gli antidoti possibili nella politica, nella giustizia e nell'arte.