Il gioco è, per Goffman, la metafora di tutti i piccoli incontri che avvengono fra le persone, negli anfratti di realtà lasciati ingovernati dalla pervasiva organizzazione della vita sociale: una sorta di terra di nessuno in cui si può esprimere la propria identità, soprattutto quella più vivida e ricca in presa diretta con le nostre emozioni.
L'istituto dell'adozione ha subito profonde modifiche negli ultimi trent'anni spostando l'attenzione sul soggetto più debole e quindi privilegiando i diritti e le garanzie del minore rispetto ai desideri delle coppie senza figli. In questo quadro la legge 149, approvata due mesi prima della fine della legislatura, ha segnato una preoccupante inversione di tendenza. Le nuove regole sono assai più elastiche sui requisiti per adottare, mentre sono assai più rigide per dichiarare l'adottabilità di un bambino. La presente edizione fa il punto della situazione in tutti i suoi aspetti e protagonisti, senza sottacere i nodi e le contraddizioni che si sono venuti a creare.
Il libro è una sintesi lucida ed esaustiva delle conoscenze maturate in materia nell'ambito della psicologia scientifica. Dopo una panoramica sulle varie tipologie di menzogne e dopo uno sguardo anche a quanto accade nel mondo animale, l'autore esplora i modi con cui si fabbrica e si comunica la menzogna, ma anche quelli con cui la si smaschera e la si scopre. Chiudono il libro alcune considerazioni sulle menzogne nei campi della scienza, della pubblicità e del potere politico.
L'articolazione dei capitoli rispecchia un'ormai consolidata suddivisione della disciplina in aree costitutive: dalla percezione sociale alle relazioni intergruppi, al problema del conflitto. Ciascuno di questi temi viene illustrato attraverso le questioni che sono al centro del dibattito scientifico attuale, mentre i contributi classici sono proposti nella misura in cui costituiscono ancora oggi una fonte di stimolo per nuove ricerche o rappresentano un nodo concettuale fondamentale. Sempre in funzione didattica, le prospettive delle diverse scuole di pensiero sono presentate senza sbilanciarsi aprioristicamente a favore dell'una o dell'altra.
Il volume tratta della storia, della società e della cultura dell'antica Persia: mille anni di sviluppo storico e culturale dalla sua ascesa a grande potenza fino all'avvento dell'Islam. La particolarità della pubblicazione è data dallo studio diretto delle fonti persiane. Fino a poco tempo fa, la storia della Persia veniva raccontata da una prospettiva europea. Dopo un capitolo introduttivo, il volume tratta le quattro grandi fasi della storia persiana, fra il 550 a.C. e il 650 d.C.: l'impero della dinastia degli Achemenidi, l'epoca di Alessandro Magno e dei Seleucidi, la dinastia dei Parti e quella dei Sassanidi.
Il volume è centrato sulle trattative che portarono alla firma dell'armistizio tra l'Italia e gli angloamericani nel settembre 1943, alla fuga del re, del governo e delle alte gerarchie militari da Roma, all'evaporazione dello stato e al drammatico sbando cui il paese andò incontro. L'autrice ricostruisce l'evoluzione della politica alleata nei confronti dell'Italia durante la guerra, i diversi e inconcludenti sondaggi italiani per uscire dal conflitto tra la conferenze di Casablanca e lo sbarco in Sicilia, l'avviarsi faticoso dopo il 25 luglio e poi il concludersi ai primi di settembre delle trattative per l'armistizio.
Nelle società europee, in particolare occidentali, i cristiani ereditano un cristianesimo che si trova come conteso tra due istanze: quella di esercitare la funzione etica della religione, spesso di una religione civile, e quella di offfrire la testimonianza della fede nell'evangelo del regno. L'esigenza di tenere insieme nella distinzione queste due istanze suscita l'interrogativo fondamentale: quale cristianesimo nella storia? Il volume intende sollevare esattamente questa domanda. Intende farlo raccogliendo alcuni dati interpretativi della storia e focalizzando alcuni nodi problematici della coscienza credente, con l'obiettivo non di trovare risposte alle domande che solleva, ma di contribuire a porle in termini di consapevolezza critica.
Zargani ripercorre le traversie della sua famiglia nei sette anni di persecuzione antiebraica: la perdita del lavoro del padre violinista, l'esclusione dalle scuole, il fallito tentativo di espatrio e, dopo l'otto settembre, la fuga vera e propria da Torino e infine gli ultimi mesi in una valle di montagna controllata dai partigiani.
Un volume che ricostruisce il destino dei soldati italiani fatti prigionieri dai sovietici durante la Seconda guerra mondiale. L'analisi si basa sul materiale inedito proveniente dagli archivi del Ministero degli Interni sovietico, che ha consentito di ricostruire le rete dei campi di prigionia, le disposizioni per il trattamento dei prigionieri, le condizioni di vita, la contabilità degli internati e dei morti, l'attività di propaganda rivolta ai prigionieri. L'incrocio di queste fonti con quelle italiane e con le testimonianze rese all'autrice, permette di raccontare il calvario dei soldati italiani dalla cattura, ai campi di concentramento fino al difficile ritorno. Un capitolo è dedicato alle "scuole antifasciste" organizzate nei Lager.