Il volume raccoglie le omelie "pasquali" del vescovo di Trapani Pietro Maria Fragnelli dalla domenica delle palme fino alla domenica in albis 2020 nel tempo inedito dell'emergenza sanitaria per la pandemia del Covid-19. Alle riflessioni del vescovo, in un racconto che si fa corale, si uniscono piccoli frame condivisi da tutta la comunità con brevi pensieri e immagini, insieme a spunti per vivere in famiglia le celebrazioni pasquali riscoprendo il valore dei segni. Mons. Fragnelli non tralascia, con una sottile vena provocatoria, di farsi portavoce di alcune domande radicali della cultura del novecento siciliano con interessanti citazioni, attualizzate, di Pirandello, Bufalino e Tomasi di Lampedusa rilette nell'ottica pasquale.
Tarcisio era una ragazzino di dodici anni, dolce e coraggioso, che frequentava le catacombe di San Callisto a Roma. Nonostante la sua giovane età, aveva una fede da uomo adulto, infatti non esitò a dimostrare il suo amore per Gesù anche a costo della vita. Età di lettura: da 6 anni.
Descritto dalla BBC come «l'ultimo eretico vivente», Lloyd Geering ha passato gran parte della sua vita a lottare con le immagini tradizionali di Dio. Recentemente, tuttavia, si è trovato ad affrontare l'assenza di Dio. Il sorgere della cultura non-religiosa e secolare in tutto il mondo testimonia il fatto che non è solo, che il concetto di Dio è diventato problematico. In questa raccolta di saggi, Geering ripercorre gli sviluppi cruciali della comprensione occidentale di Dio. Offre una nuova visione della spiritualità che unisce la nostra relazione con il mondo naturale e la ricca eredità della cultura umana.
Questo libro propone la scoperta della tenerezza, una particolare sfumatura dell'amore. Un dono presente nel cuore di ognuno di noi, che va coltivato e custodito, imparando a conoscere il suo linguaggio, i suoi colori e allenando il cuore all'amore. Attraverso le riflessioni e i "pensieri da custodire" i bambini capiranno quanto questo sentimento sia prezioso e come possa essere manifestato in ogni momento della giornat a, perché vivere secondo la tenerezza è trovare la via della felicità. Età di lettura: da 6 anni.
Le graziose illustrazioni accompagneranno adulti e piccini alla scoperta delle più belle storie della Bibbia, ideali da leggere insieme.
Il 21 settembre 1990 un commando di killer mafiosi intercetta un giovane magistrato che sta per recarsi, come ogni mattina, al suo ufficio di Agrigento su una modesta utilitaria, senza scorta, e lo assassina. La sua unica "colpa": aver teorizzato, e praticato, la funzione di giudice come mite, ma inflessibile, custode della legalità democratica. La sua vicenda è stata raccontata più volte in articoli, libri, sceneggiati televisivi e anche in un film. Qui, per la prima volta, ne viene proposta una lettura teologica che inserisce la figura e l'opera del magistrato nel contesto storico-culturale del Concilio Vaticano II e, coerentemente, ne evidenzia i caratteri paradigmatici del battezzato, maturo spiritualmente, responsabile civicamente, impegnato sino al dono della propria vita nella testimonianza dei valori evangelici. L'Autore si basa sui documenti originari sia di Livatino sia di quanti lo hanno conosciuto e ne hanno narrato la personalità, lo stile, i gesti. La monografia, pur redatta con severi criteri scientifici, è impregnata da un sincero afflato di ammirazione e si direbbe di affetto nei confronti di Livatino, tanto più amabile in quanto rappresentato, senza retorica agiografica, anche nei suoi momenti di incertezza e di apprensione.
Questo libro propone una riflessione su Domenico Jervolino, pensatore e uomo politico, per molti anni docente di Filosofia del Linguaggio e di Filosofia Teoretica nell’Università degli Studi di Napoli Federico II. Gli interessi principali della sua ricerca filosofica sono stati: la rivisitazione critica di Marx con la ripresa della nozione gramsciana di egemonia, la riproposta dei paradigmi ricœriani del simbolo, del testo e della traduzione, il richiamo alle istanze della filosofia e della teologia della liberazione. Particolare attenzione è stata dedicata da Jervolino al paradigma della traduzione, intesa come riconoscimento e accoglienza dell’altro. Nel passaggio da una lingua all’altra il filosofo napoletano ha visto lo straniero diventare il prossimo, il soggetto riconosciuto e accettato.
Le intelligenze artificiali costituiscono già una realtà di fatto in cui ci scopriamo immersi nel nostro quotidiano. In un prossimo futuro promettono di divenire un orizzonte pratico in cui ci muoveremo con sempre maggiore familiarità. Non rappresentano soltanto un mero progresso scientifico, né tantomeno una tecnologia tra le altre. Esse contengono una visione, una filosofia, una narrazione sull'uomo e sul mondo che oscilla tra la promessa di un compimento e l'inquietante scenario di un'egemonia programmata. Nell'imitare l'intelligenza dell'uomo, le macchine sapienti ne sfidano le competenze, ne superano le prestazioni, ne occupano il posto nei più disparati ambiti della vita sociale, mettendo in discussione i presupposti su cui si fonda la nostra idea di individuo: libertà, autonomia, responsabilità. La digitalizzazione in atto è un processo meramente collaborativo tra uomo e macchine oppure si pone come uno sviluppo trasfigurativo? E che ne sarà dell'uomo nella misura in cui le Intelligenze artificiali saranno in grado di auto-programmarsi, di affrancarsi dalla sua tutela, guadagnandosi uno spazio di autonomia propria? Il presente saggio, in cui sono raccolti i contributi di numerosi specialisti – che affrontano il tema da angolature differenti e con l'intento di dare luogo ad un'interconnessione di saperi – espone lo stato delle ricerche, il progresso in corso e i grandi cantieri di domani. Invita a riflettere sui vantaggi e sui rischi, sugli interrogativi di senso necessari a non appiattire il dibattito in corso, ma anche sulla necessità di un'etica che recuperi le grandi questioni di fondo.
I principi costitutivi della sociologia di Luigi Sturzo, proprio nello spinoso campo dei rapporti tra Chiesa e Stato, raggiungono un approdo felice, inquadrando gli elementi peculiari della socialità politica e religiosa quali parti vitali e interdipendenti di un unico e armonioso sistema. Per il prete siciliano, Chiesa e Stato sono una diarchia sociologica che, dall'apparizione del cristianesimo a oggi, pur con una straordinaria variazione di fasi e possibilità di adattamenti, si è dimostrata costante. Il confronto tra i due poteri, nella visione sturziana, non è altro che uno sviluppo del dualismo cristiano che sulla base del «rendete a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio», ha reso possibile una nuova storia della civiltà umana. È merito dell'autore aver investigato per primo, nel testo che qui riproponiamo, l'esatta inquadratura della teoria sociologica di Sturzo, «con una trattazione rigorosa e ampia, tutta riscaldata da un ardore devoto per il Maestro, senza sacrificare i criteri della ricerca scientifica, ma vivificandola e potenziandola con efficacia tutta particolare e costruttiva». Un volume che, come è stato riconosciuto, è stato utilizzato per approfondire lo studio della sociologia sturziana e che, di sicuro, anche oggi, potrà essere di riferimento per valutare e riconsiderare i rapporti tra Chiesa e Stato.
In che termini e con quali iniziative può avviarsi oggi un reale cammino di dialogo tra i popoli del Mediterraneo? Occorre puntare con “fraternità inclusiva” ad un’autentica azione umanistica, oltre che politica e sociale, agendo, ha affermato Papa Francesco, come "etnografi spirituali dell'anima dei popoli per poter dialogare in profondità”. È in questo quadro che l’arte può giocare un ruolo significativo, riflettendo nella sua stessa natura la complessità della vita, interpretata nel segno della libertà, della creatività, della verità umana. Il volume raccoglie i contributi degli studiosi partecipanti al convegno di studi “Arte e dialogo nel Mediterraneo”, tenutosi nel marzo del 2019, a Napoli, presso la Pontificia facoltà Teologica dell'Italia Meridionale, sez. San Luigi. Il volume è stato realizzato con la collaborazione di Giuliana Albano e Francesco Raucci.
Placido, figlio del patrizio romano Tertullo, fu tra i primi discepoli di san Benedetto. La sua è una delle figure più complesse e, allo stesso tempo, più affascinanti dell'agiografia cristiana. La vicenda del giovane monaco prende forma nel secolo XII, grazie al dotto archivista cassinese Pietro Diacono. Il lavoro è strutturato in tre capitoli. L'obiettivo del primo capitolo è quello di ripercorrere, in linea generale, gli studi più autorevoli sul discepolo di Benedetto. Il secondo presenta la traduzione italiana delle tre redazioni composte dall'archivista cassinese, riguardanti la vita di Placido. Il terzo capitolo propone un excursus sulle fonti liturgiche.
Saremo ancora città? Che ne sarà del Sud? Avrà riscontri l’invito di papa Francesco a ritrovarsi più giusti e fraterni partendo dalle periferie? Il racconto e la rilettura di un’esperienza concreta e polifonica – Crisci ranni – permette di cogliere la possibilità di una luce, umile ma decisa, dentro molteplici segni di oscurità. Si tratta della ripresa di un antico rito pasquale (lanciare in alto i bambini al suono delle campane e augurare loro di diventare grandi) con forte valenza educativa, che è diventato il nome di un cantiere educativo, il centro propulsivo di un processo educativo e civico che ogni anno coinvolge migliaia di bambini delle scuole e di famiglie, un’idea di città e di Chiesa coltivata con passione da un numero crescente di giovani animatori e di cittadini. Un’esperienza che in sette anni si è consolidata e, per gemmazione, si è replicata in altri sette città del territorio del Val di Noto (con tanti elementi che permettono creative riprese in atri territori). Un anticipo di speranza per il Sud, una pietra di incastro per una cittadinanza e un welfare generativo e comunitario, una testimonianza di Vangelo vissuta nella cordiale compagnia degli uomini e delle diverse fedi religiose.