Questa Via Crucis, don Tonino Bello l'ha offerta al Signore e alla Madre di Cristo nell'aprile 1993, a pochi giorni dalla sua morte. È la sua Via Crucis, proposta semplicemente a braccio nel momento supremo come preghiera spontanea. Un inedito, elargito dal fratello Marcello Bello, perché non vada smarrito e ritorni efficace
La conoscenza e la collaborazione fra Padre Diego Pedone recentemente scomparso, biblista e Padre provinciale dei Frati minori di Puglia, e l'autrice, sfociano nell'inteso dialogo spirituale, - fatto di riflessioni, brevi meditazioni e citazioni bibliche - che gli interlocutori si scambiano a conclusione di ogni giorno, come fossero luci a rischiarare e verificare l'esistenza nel volgere della notte, e gocce di rugiada per tonificare il cammino del dì seguente. Un modo semplice ed efficace per improntare la vita cristiana alla Parola e confrontarla con le parole che l'attualizzano.
Il Creada si qualifica come Centro pedagogico di riferimento per le famiglie, gli adulti e le istituzioni che siano in relazione educativa con gli adolescenti. La pubblicazione segna l'avvio delle attività nel territorio pugliese su sollecitazione del mondo della scuola, particolarmente dell'Istituto Vito Fornari in Molfetta, liceo sociopsicopedagogico, linguistico e delle scienze sociali. L'itinerario di ricerca-intervento, svoltosi in un biennio con la partecipazione di studenti, genitori e docenti, lascia emergere in modo esemplare i bisogni educativi di cui la realtà è portatrice, e le risorse di cui dispone, secondo un percorso di educazione lifelong, cioè improntato al principio del costante coinvolgimento riflessivo, critico e creativo - dei protagonisti. Metodologia, relazioni e documentazione finale costituiscono il nocciolo della pubblicazione.
Questa è una storia di mal'aria, cioè d'inquinamento ambientale come quello dell'Ilva a Taranto anche se siamo a Terlizzi. Rinvia ai veleni scaricati in atmosfera da un'azienda di laterizi, e alle omissioni della classe politica locale a cui non dice nulla la salvaguardia del creato. L'anelito è valoriale: la crisi non passi a rullo compressore sull'incolumità dei lavoratori e dei cittadini, ma ne rispetti la salute e non decurti la dignità umana.
Quella alla santità è una vocazione universale: Dio chiama ogni uomo di ogni tempo a essere santo. E la santità è un fine raggiungibile da tutti i cristiani, nella vita di ogni giorno. Non è un fatto eccezionale, bensì la notizia straordinaria della possibilità offerta a tutti di realizzare in pienezza e autenticità la propria esistenza. Una santità che si gioca dentro le pieghe della vita quotidiana, vivendo intensamente le relazioni, gli impegni in famiglia, a scuola, al lavoro, nella comunità cristiana... sempre orientando a Dio i propri passi. Una santità che si realizza nella gioia e nell’impegno, che non mortifica l'umanità, che richiede radicalità senza intristire la vita, che indica la Croce ma sempre in vista della Risurrezione e della gioia, che apre alla carità e al servizio generoso. Sulla base di queste premesse, le pagine del volume racchiudono un percorso di santità proposto ai giovani in blue jeans e t-shirt.
"Grazie don Tonino, uomo innamorato di Cristo e dell'uomo, per il messaggio che ci hai lasciato con le parole e con la vita. Grazie perché il tuo messaggio più vivo che mai, in tempi tristi come i nostri, dove sembra diffondersi il tradimento di tutto ciò che è umano, ci ridona speranza e la forza di lottare contro la tentazione di volersi "dimettere da uomo". Grazie perché la tua vita continua ad essere una provocazione che riconduce alla nostra verità: "Figli di un Dio conviviale", in cammino verso "una tavola promessa alla quale un giorno avremo la sorte di sederci, all'unica condizione che anche sulla terra ci si alleni a stare insieme con gli altri, attorno alla stessa mensa della vita"."
Lo scritto è il diario di un camionista. Andrebbe letto con l'accompagnamento in sottofondo della famosa e struggente "La vie en rose", che l'autore tante volte ha ascoltato, con il cuore gonfio di commozione, nello svolgimento del suo lavoro, lontano dalla propria terra, lungo gli itinerari stradali italiani ed europei. Ora, terminata l'attività di lavoro, narra con scrittura semplice e immediata gli aspetti seri e faceti del suo lungo viaggio. Egli è un camionista puro, semplice, coscienzioso, dotato di senso umano e della spontaneità tipica dei cuori generosi, capaci di prodigarsi in ogni circostanza. Ma c'è un assillo morale che l'autore vuole ad ogni costo proporre, affermare e instaurare nell'animo e nella mente del lettore: l'"equilibrio". Un magico ago della bilancia che contrasta il male con il bene, che somma e livella le esperienze, che riconduce a misura le passioni umane. L'equilibrio è lo specchio più chiaro e luminoso della sua personalità, la regola aurea che lo ha guidato nei frangenti più lieti come in quelli più difficili e perfino drammatici. Il senso e il significato della scrittura è in fondo alle pagine, e ha il contenuto di un importante insegnamento umano.
Al culmine dell'intensa vicenda sacerdotale e pastorale, Michele Cipriani propone l'epifania del suo personale incontro con il proprio centro sacro; sgrana il rosario a puntate della sua sete d'infinito, della sua ricerca di dio, raccontando i chiaroscuri dell'affascinante e misteriosa sua leggenda. La silloge è divisa in tre parti: la prima scorre lungo i nastri d'asfalto e gli itinerari pietrosi dell'uomo d'oggi, messi in rapporto con i suoi luoghi dell'anima; la seconda segue l'itinerario liturgico che va dalla contemplazione della croce alla Risurrezione; l'ultima attraversa la navata del mondo, la storia globale, le sue disperazioni, i suoi sogni... Ma il tema di fondo è la fede come dono e conquista, spazio di lotta interiore nel ritmo dell'andare. La fede è matura quando è capace di sperimentare il silenzio di dio e la sua costante, fedele presenza.