Questo volume, e il progetto dell'intera collana I nostri antenati, nasce dalla volontà del grande paleoantropologo Yves Coppens di raccontare a proprio figlio l'affascinante storia dei primi passi dell'umanità. Con la collaborazione dell'illustratore Sacha Gepner, il primo volume racconta come il piccolo primate Purgatorius, vicino dei dinosauri, sopravvisse alla grande estinzione e iniziò ad abitare la terra con altre scimmie 70 milioni di anni fa. Da lì parte la grande epopea delle scimmie arrivando sino agli attuali gorilla e scimpanzé. La loro storia è affascinante e ci riguarda da vicino: la somiglianza con lo Scimpanzé, senza contare l'Australopiteco, è infatti inseparabile dalle nostre origini.
La guerra, lo sbarco degli alleati in Sicilia, la caduta di Musslini, l'armistizio di Badoglio reivivono attraverso le parole di Nonno Aurelio, che con la sua cadenza veneta e il racconto breve ma incisivo, incanta il nipotino che lo ascolta e tutti i bambini che lo leggono.
La cattedrale, simbolo della grandezza artistica del Medioevo occidentale e del ruolo svolto dai vescovi nelle città, è il monumento che meglio definisce l'arte gotica con il passaggio dall'arco ogivale alle volte a crociera costolonate, sistematicamente organizzate in una struttura profondamente razionale e articolata. La scultura copre le facciate e segna la divisione in piani degli alzati, dominati dalle gallerie dei sovrani coronati. All'entrata della chiesa, le statue-colonna accolgono i fedeli. Nel definire il gotico privilegiamo di solito gli elementi culturali e formali, mentre l'architettura gotica è fatta di novità tecniche, di progressi nel trasporto della pietra, di miglioramenti degli strumenti di sollevamento e di forza, e soprattutto di perfezionamento dell'organizzazione del cantiere attraverso la standardizzazione del lavoro, l'organizzazione degli elementi prefabbricati e una maggiore razionalizzazione della produzione. La novità più spettacolare dell'architettura gotica consiste nella capacità di rendere trasparente l'edificio grazie all'immissione della luce, che attraversa le vetrate piene di immagini soddisfacendo la sete d'assoluto e di trascendenza degli uomini del tempo. Questo libro invita a fare un viaggio alla scoperta semplice e diretta delle chiavi che possono aiutare a comprendere lo spirito dell'arte gotica, la sua bellezza e le ragioni che hanno ispirato i grandi committenti, laici ed ecclesiastici, del Medioevo.
L’impero romano, che rappresenta sia il punto di arrivo della civiltà antica, sia la base del mondo moderno, si è manifestato anche nell’arte. La quale era - ed è restata - presente nel grande e nel minuscolo: negli impianti urbani, nei monumenti, sulle pareti delle case, negli oggetti del vivere quotidiano. L’arte di Roma è nel contempo un amalgama di tradizioni differenti e strumento di potere, ma anche espressione dei valori condivisi di una società stratificata e multiforme. Nel corso delle generazioni che vedono la città sul Tevere, una come molte altre, trasformarsi in un impero universale va modificandosi anche il quadro dell’arte e il modo di utilizzarla. Il fascino dell’arte di Roma sta nella sua varietà e nella dinamica del suo percorso: questo libro si propone di trasmetterlo.
La ricchezza culturale del Medioevo nelle pagine di uno fra i massimi studiosi viventi
Qualsiasi via si percorra per studiare il medioevo, termine per altro infelice, ci si accorge dell’incomparabile ricchezza culturale che segna i suoi secoli e di quanto sia stato e continui a essere insulso il pregiudizio che lo annovera tra le epoche oscure. In realtà, esso è segnato da una ricchezza multiforme sorprendente, anche se con diversa intensità e sviluppo. Ecco la ragione del titolo Mirabile Medioevo dato a questa nuova raccolta di studi medievali di Inos Biffi, che forma il sesto volume della sua Opera Omnia.
Si tratta di saggi diversi, tra i quali risalta come primo "Al cuore della cultura medievale. Profilo di storia della teologia", nato dalle lezioni per vari anni tenute presso la Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale. Seguono vari altri contributi, con differente materia, ma tutti espressione della figura della teologia nel medioevo: i carismi, la croce, la figura di Maria, la forma estetica e l’iconografia nel medioevo.
Fondamentale in queste pagine è il particolare risalto dato alla forma o modalità estetica della teologia medievale, nella condivisa persuasione di Étienne Gilson che: «Le cattedrali di pietra sono francesi, ma le cattedrali di idee sono italiane». Proseguendo il pensiero di Gilson, si formò la persuasione che in quelle cattedrali erano le stesse idee ad assumere la forma delle pietre, o che quelle pietre avevano il senso e la chiarezza delle idee, che traducevano un disegno: esattamente il disegno che il progettista, l’architetto, come lo scultore e il pittore e l’autore di vetrate, leggevano nella storia della salvezza e quindi nella teologia, non discompagnata dalla filosofia.
Accanto agli studi, il volume contiene la sezione dei profili, una galleria di figure che hanno popolato e impreziosito il medioevo: dall’abile e geniale Sugero di Saint- Denis; al potente e ambizioso, prima, e convertito poi fino all’effusione del sangue, Thomas Becket, assassinato nella cattedrale; alla saggia madre Dhuoda, con il suo illuminato manuale o «specchio» per l’educazione regale del figlio; al martire Arialdo, con la sua passione per la purezza e la dignità dei ministri della Chiesa; a Maria di Francia con i suoi lais.
Conclude il tutto il copioso manipolo delle recensioni di testi e di studi di argomento medievale, alle quali l’autore ha dedicato per anni tanto tempo.
Presentiamo il primo volume di AMATECA, la collana di manuali teologici pubblicata in dieci lingue sotto il coordinamento internazionale di Jaca Book e ispirata all'opera e alla teologia di Henri de Lubac e Hans Urs von Balthasar. È oltremodo significativo che l'intera collana, con le sue sette sezioni e i suoi 22 volumi (15 ad oggi pubblicati), si apra con un volume del maggiore storico delle religioni vivente, Julien Ries, che sulle tracce di Mircea Eliade ha contribuito in maniera determinante a definire un nuovo ambito disciplinare fondato sul senso del sacro nell'uomo, l'antropologia religiosa. Questo volume infatti presenta l'uomo "Alla ricerca di Dio" nel quadro e alla luce dell'antropologia religiosa, una disciplina che si distingue dall'etnologia religiosa, dalla stessa storia delle religioni e dalla sociologia religiosa. Essa studia l'uomo sia come creatore e utilizzatore dell'insieme simbolico del sacro, sia come portatore delle credenze religiose che dirigono la sua vita e il suo comportamento. Si tratta dell'uomo considerato nella sua unità e nella sua totalità, l'uomo corpo e anima, cuore e coscienza, pensiero e volontà. Questa antropologia è basata sull'homo religiosus e sul suo comportamento attraverso l'esperienza del sacro.
A partire dalla fine del XVIII secolo, lo storicismo assume un ruolo politico di primo piano in Europa. Mettendo in discussione le pretese illuministiche e quelle della Rivoluzione francese, di potere riorganizzare l'ordine sociopolitico per mezzo di una ragione astratta da applicare indifferentemente a tutta la nazione, lo storicismo nascente, in particolare a partire da Johann Gottfried Herder, aspira a legittimare una pluralità di criteri di verità in base al contesto della loro elaborazione linguistica e nazionale. Nella prima parte del volume, l'analisi di autori del XVIII e XIX secolo mostra l'importanza del presupposto storicista nella definizione, in Germania, di diverse ideologie politiche moderne, riguardo sia al liberalismo di Wilhelm von Humboldt che al conservatorismo di Friedrich von Gentz e in seguito di Leopold von Ranke. Al di là di questa costellazione di ideologie politiche tradizionali, è forse da imputare allo storicismo una parte di responsabilità nella deriva politica della Germania? Rifacendosi a studi che si interrogano sul nazionalismo di Heinrich von Treitschke alla fine del XIX secolo, poi sul decisionismo politico di Cari Schmitt all'inizio del XX secolo, l'autore riconosce nello spostamento della riflessione sulla storia i segni di grandi mutazioni ideologiche che rendono possibile il totalitarismo. La seconda parte del volume è consacrata a Hermann Heller, Karl Lowith, Leo Strauss, Ernst Cassirer e Hannah Arendt.
Il libro prende il titolo da un breve poema, "Gita Meridiana", ispirato alla scoperta della tomba del Giovane Principe ad opera del paleontologo Giacomo Giacobini, avvenuta a metà degli anni Ottanta, vicino alla Grotta delle Fate. L'opera è ambientata negli anni Ottanta, in cui è scritta, in Liguria: prima dall'autostrada corrente lungo il mare, col sottofondo delle automobili che attraversano il buio delle gallerie, poi, in una sorta di rapimento meridiano, l'incanto di una sosta in cui l'unico suono è il gracidìo dell'autoradio, e l'improvvisa visione della grotta e del principe sepolto. Con Gita Meridiana la preistoria entra nella mitologia della poesia occidentale. Un altro breve poema costituisce l'asse portante del libro, "II Cimitero dei Partigiani", viaggio metafisico che è anche considerato uno dei capolavori letterari sul mito della Resistenza. Il viaggio all'Ade del poeta, la discesa agli Inferi, il dialogo con le ombre dei giovani partigiani morti per la nostra libertà rappresentano al massimo grado di pietas il percorso di "Gita Meridiana" alle fonti dell'esperienza poetica come sintesi bruciante di visione e compassione.
Tadao Ando è uno dei più grandi architetti viventi. La sua opera e i suoi progetti rispondono ai problemi della società moderna con idee essenziali sugli edifici e sul loro utilizzo attraverso l'esplorazione della forma e dello spazio, in un dialogo ininterrotto tra l'architettura tradizionale giapponese e l'architettura occidentale contemporanea. Questo libro si propone di indagare lo sviluppo del pensiero di Ando e di offrirne una nuova lettura alla luce dei molti riferimenti giapponesi, al fine di comprenderli non solo attraverso la città di Osaka e la regione del Kansai dove Ando è cresciuto, o attraverso la cultura giapponese, il paesaggio urbano degli anni Settanta e tutto ciò che ha potuto influenzare l'approccio di Ando, ma anche attraverso gli orientamenti architettonici che ne hanno preceduto il lavoro e perfino l'influenza sulla generazione successiva. Quali sono i meccanismi che influenzano la 'scatola nera' dell'architetto? Quali sono i differenti stadi di sviluppo, dai suoi primi schizzi all'opera compiuta? Quali sono i suoi punti di riferimento? La risposta a questi interrogativi getterà una nuova luce sull'origine e il fondamento dell'architettura di Ando, ma anche sulla comprensione e l'uso della sua opera fuori dal Giappone.