In questo Atlante storico si presenta una storia antropologica della Chiesa, che chiama in causa architettura, arte, musica, letteratura, storia della cultura, oltre all'analisi delle politiche pastorali ed ecclesiastiche considerate nelle proprie connessioni con il potere civile e l'organizzazione della società. Con un solido fondamento storico-teologico, il volume esplora il ruolo della liturgia dalle origini delle comunità cristiane alla Chiesa postconciliare nel suo contesto ecumenico, e in un mondo postmoderno sempre più globalizzato e multiculturale. «Da sempre, la liturgia accoglie dentro di sé, pur nelle forme più semplici ed elementari, l'arte, l'ordine, la luce, intese non a disperdere la mente o a dissipare l'attenzione, ma a raccoglierla e ad elevarla. Vale per gli arredi e le suppellettili, per le vesti e gli apparati, per gli spazi e gli edifici, per la musica e per il canto: tutto quanto concerne la celebrazione richiede di essere in certo modo "trasfigurato", secondo la varia sensibilità e il gusto delle epoche».
Tutta l’esperienza religiosa nasce dal tentativo dell’uomo di inserirsi nel reale, nel sacro, per mezzo di atti fisiologici fondamentali, da lui trasformati in cerimonie e riti. Scrive Eliade: “Siccome il rito consiste sempre nella ripetizione di un gesto archetipico, compiuto in illo tempore (ai primordi della “storia”) dagli antenati o dagli dèi, si tenta di “onticizzare”, per mezzo della ierofania, gli atti più banali e insignificanti. Il rito coincide, per la ripetizione, col suo “archetipo”, il tempo profano è abolito. Trasformando tutti gli atti fisiologici in cerimonie, l’uomo arcaico si sforza di “passare oltre”, di proiettarsi oltre il tempo (del divenire), nell’eternità”. “Attraverso i simboli il mondo si rivela e tramite il mito e il rito “il mondo ‘parla’ all’uomo”.
In questo libro traspaiono la pregnanza e la centralità del ricco patrimonio mitico, simbolico e religioso delle culture popolari dell'Europa balcanica (e in particolare di quella romena, quale «ponte» tra Oriente e Occidente), frutto dell'attività di ricerca e di docenza di Eliade in Romania prima dell'esilio. Tra i modelli simbolici trasmessi dalla spiritualità arcaica al Cristianesimo, e da questo assimilati e trasfigurati, viene qui illustrato il tema iniziatico del sacrificio creatore nei suoi molteplici rapporti e connessioni con i miti cosmogonici e antropogonici e con le leggende popolari relative ai rituali di costruzione, alle piante della vita, alla valorizzazione della morte, alla reintegrazione armoniosa nel Cosmo.
Il volume presenta contributi di: Armogathe, Bernardi, Bux, Cassingena, Crncevic, Icard, Girardi, Giustiniani, Söding.
Un "florilegio" di feste proposto come un'umile e minuta guida, quasi un "breviario", per l'Anno della Fede. E il senso di queste brevi pagine che, ripassando le festività cristiane, espongono i misteri principali del Credo, che ne sono il contenuto e la sostanza. Tali festività, infatti, sono un'esposizione chiara e multiforme della fede della Chiesa, non solo dottrinalmente, ma concretamente, in particolare con l'ausilio del ricorrere e dell'alternarsi del tempo, con l'attrattiva e lo spessore dei segni, con gli accenti della preghiera. Il credente, però, non si limita a imparare dalle feste: egli è chiamato a condividerle, così che divengano il vissuto della sua fede, e quindi il luogo e il tempo in cui egli fa esperienza dei misteri celebrati. Potremmo, allora, parlare dell' "affezione" delle feste, che si iscrivono nella mente, nei sentimenti e nella vita di chi vi prende parte. Ognuna di esse si presenta con la sua grazia, perché venga accolta e cosi renda conformi al Figlio di Dio fatto carne, crocifisso e risuscitato, ossia al Crocifisso glorioso che di tutte le celebrazioni è il Festeggiato. La liturgia senza dubbio parla ai credenti. E, tuttavia, anche chi non ha mai creduto, o non crede più, potrebbe restare impressionato dinanzi alle celebrazioni.
Insieme al simbolo e al mito, il rito è una delle costanti del sacro (Julien Ries). Nell'ambito della cristianità, il rito è ciò che conduce nel cuore dell'antropologia religiosa. Per questi motivi, un "Atlante storico della liturgia" è una vera e propria geografia della cristianità, analizzata periodo per periodo. In questo "Atlante storico" si presenta una storia antropologica della Chiesa, che chiama in causa architettura, arte, letteratura, storia della cultura, oltre che l'analisi delle politiche pastorali ed ecclesiastiche considerate nelle proprie connessioni con il potere civile e l'organizzazione della società. Un'opera come questa è uno strumento tuttora inedito, che permette di collocare lo sviluppo del cristianesimo in diversi contesti, ma anche di sottolineare la forza creativa della cristianità medesima e della comunità cristiana nella loro ricerca di sempre nuove modalità espressive della fede. Da un solido fondamento storico-teologico, questo "Atlante" arriva a esplorare il ruolo della liturgia nella Chiesa postconciliare nel suo contesto ecumenico, e in un mondo postmoderno sempre più globalizzato e multiculturale. Postfazione di Inos Biffi.
Una critica serrata ed acuta allo star system del mercato culturale globale
I personaggi della vita pubblica modellano la loro figura sociale per attirare le luci dei riflettori proiettando un’immagine attraente. Gli esperti di public relations vendono segreti per diventare famosi e trovare un posto nello star system. Ciononostante, il segreto ultimo della fama sta nel ridursi a oggetto. Un oggetto di richiamo, identificabile e universalmente conosciuto. Le stelle del cinema creano con il loro corpo i personaggi che interpretano, e a loro volta sono creati come personaggi pubblici dai loro registi e dai loro agenti. Si trasformano in oggetti, sculture viventi. Curiosamente, anche uno scultore famoso può finir trasformato in statua. «La fama è un accumulo di malintesi» che poco a poco cesella il monumento pubblico - come diceva Rilke di Rodin. Le prime opere letterarie (i detti, le canzoni) furono anonime perché l’attenzione si concentrava sul segreto delle parole memorabili. Circolavano di bocca in bocca e l’autore si perdeva di vista. Oggi abbiamo raggiunto l’estremo opposto: i nomi degli autori e gli aneddoti delle loro vite coagulano l’attenzione, mentre l’opera e i suoi miracoli si perdono di vista. Parlare degli autori è più interessante che leggerli.
II Sacro Monte di Varallo è un luogo straordinario, nato nel 1500 su progetto di Bernardino Caimi per riprodurre e rendere visibili ai pellegrini quei Luoghi Santi della Cristianità che le vicende storiche rendevano sempre più distanti e pericolosi da raggiungere. L'attuale Sacro Monte segue certamente l'impronta di quel progetto originario ma reca anche i segni di numerose trasformazioni occorse nel tempo, soprattutto sotto l'impulso del Concilio di Trento. Accanto all'originaria funzione di replica dei Loca Sancta esso divenne anche teatro della vita di Gesù, rappresentazione degli episodi salienti del Vangelo. Questo libro si rivolge a coloro che, salendo al Sacro Monte di Varallo, intendono accostarsi non solo alla sua storia o al suo dispiegarsi artistico ma, partendo da questi, coglierne un più profondo significato e senso.
Il pellegrinaggio Ë un gesto comune a diverse culture ed Ë la manifestazione dellíandare verso un centro, verso uno spazio sacro. Nel cristianesimo ci si Ë recati in pellegrinaggio prima ai luoghi consacrati dalla vita di Ges˘ Cristo, poi a quelli dove erano custodite le reliquie dei primi martiri, poi ancora, nei secoli successivi, l‡ dove apparizioni o miracoli hanno sottolineato la vicenda e le caratteristiche, differenti nel tempo, del dialogo ininterrotto tra il Creatore e le creature.
Il volume raccoglie 58 pellegrinaggi cristiani, dallíEuropa alla Americhe, dallíAfrica allíAsia. Si tratta dei pi˘ importanti eventi per partecipazione popolare e per il significato che loro Ë dato nelle diverse culture nazionali. I pellegrinaggi sono descritti in ordine cronologico dalla loro origine: la loro storia Ë raccontata fino alla devozione popolare di oggi. La cartografia, che lo rende quasi un atlante, permette di cogliere gli itinerari dei pellegrini per raggiungere il santuario e quanto avviene nel luogo stesso.
Il volume Ë corredato da un ricco apparato di immagini di luoghi, di gesti, di opere díarte, di religiosit‡ popolare, di oggetti legati al cammino.
C'è una valenza simbolica universale che può essere riconosciuta nel pellegrinare da parte degli uomini mossi da un desiderio. Il viaggio è normale sia per il lavoro che per lo svago. Intraprendere un cammino, avere una meta, percorrere una strada fa parte della storia degli uomini e di ciascun uomo o donna. Il popolamento della Terra, l'individuare luoghi e ambiti del sacro è una costante dell'esperienza dei popoli fin dalle origini. C'è un simbolismo e c'è una relativa iconografia, c'è la circolazione delle persone e delle idee, esiste una correlazione organica con alcuni percorsi privilegiati. E tutto ciò ha un ulteriore effetto che può essere riconosciuto nei grandi percorsi storici.