“Nei momenti di grande cambiamento, è difficilissimo trovare gli equilibri di pace, che diano una prospettiva di lungo periodo. Questo è uno dei più veloci e grandi momenti di cambiamento della storia dell’umanità” (Prodi).
“La pace è dunque sempre “fare la pace”. La pace non è una situazione ma un’azione. Se non continuiamo a “fare la pace” inevitabilmente diamo lo spazio al conflitto. L’inerzia di chi non è attivo fautore di pace fa di lui un provocatore del conflitto” (Nicolini).
“La coerenza lucida del ragionamento di Romano Prodi pone inevitabilmente la domanda: “C’è speranza?”. Don Giovanni Nicolini accoglie la sfida, riprendendo un grande e trascurato tema del Concilio, la “Chiesa dei poveri e di poveri”.
Gesù ci ha detto che siamo nel mondo ma non del mondo e non ci ha ordinato di costruire il regno di Dio in terra. Tuttavia, qualche isola, nella quale sentire in anticipo il sapore del Regno, la si può scoprire e mettere a disposizione di chi è alla ricerca di qualcosa di solido per la propria vita. La Lettera a Diogneto, il testo del secondo secolo così caro a Giuseppe Lazzati, parla di paràdoxos politèia, di una cittadinanza paradossale, che invita a cercare una patria più sicura, ma nello stesso tempo non trascura il pellegrinaggio presente.”
Giuseppe Dossetti jr
Un libro che alterna fotografie (molto belle e intense) di volti e squarci di vita africani a inserti narrativi dove le storie di Philip, Kevin, Jane, Jack rispondono alla domanda posta dal capitolo che le raccoglie: "Vite di scarto?" e a riflessioni inedite che accompagnano il lettore alla scoperta di pedagogie made in Africa. Pochi, pochissimi, al di fuor dall'Africa hanno studiato e riflettuto sulle pedagogie africane. È uno dei tanti segni della superficialità, a volte del disprezzo, con cui le culture e l'esperienza africana sono state avvicinate negli ultimi secoli. Il libro supera questa rimozione. Già il titolo indica l'oscillazione tra il senso etimologico della parola pedagogia, condurre il bambino così come avviene nelle forme tradizionali di cura ed educazione in Africa, e il senso più recente di sostegno alla vita con cui l occidente si approssima al vecchio continente. Su quali tracce è possibile ricostruire l'incontro tra i nostri mondi, allora? Gli autori ci indicano che per farlo bisognerà lasciare la pista, andare per fenditure e crepacci, andare per il terreno rugoso, muoversi sulla rima di una bolgia, sull'argine, per trovare quella linea che collega i margini, dove tutto è periferia. Dove l'incontro è più possibile se accompagnato dall'ascolto. Un libro da leggere e da vedere. Un viaggio nell'Africa che può condurre e sostenere, con le radici robuste della sua storia e della sua cultura, l'incontro tra identità e culture diverse.
Questo non è il solito manuale di giochi e strumenti per fare teatro in educazione. Al contrario, propone di fare dell'educazione un teatro, con le sue maschere, ruoli, materiali di scena, perché l'educazione non è la vita, ma la vita "rimemorata", inventata, giocata e recitata. Anzi, come il teatro, anche l'educazione è una struttura di finzione. Come l'arte e come il teatro, infatti, l'esperienza educativa modifica le cose per rendere possibile un'esperienza che altrimenti non sarebbe possibile.
"Questo libro racconta l'Africa. Mostra i tanti aspetti del suo volto, mette in luce una parte della sua anima. Non seguendo un percorso geografico, non ripercorrendo le date o i fatti uno dietro l'altro, così come si sono succeduti, ma disegnando un alfabeto di storie e di persone, di dolore ma anche di speranza. Perché l'Africa è povertà, è fame, malattie, guerre, regimi corrotti; ma è anche un continente straordinario, ricco di cultura e di un'umanità per molti versi unica, di potenzialità e di energie, con processi democratici che sono avviati e che chiedono di essere sostenuti. Il mondo è uno e uno solo. Ed è solo insieme, con l'integrazione e la cooperazione, che troveremo le risposte. (dalla Prefazione di Walter Veltroni)"
Lo Yoga e l'infanzia sono universi che combaciano con caratteristiche simili come la semplicità, l'apertura al cambiamento e all'apprendimento, la ricerca costante di verità sempre più profonde.. Prima è un pesce, poi un leone, una tigre, una farfalla... e da queste forme viventi trae le energie necessarie per affrontare la vita incessante che scorre nel sangue. Questo originale manuale si rivela, in definitiva, nella lettura ma soprattutto nell'applicazione, un utile strumento per aiutare educatori e genitori a inoltrarsi nel mondo interiore dei loro bambini. E quindi anche di se stessi.
Il Presidente della Repubblica direbbe: "questo è un libro dedicato agli italiani". E' infatti rivolto a chi crede che le regole e la legalità siano valori educativi da coltivare e far crescere con fiducia e continuità. Il libro è il primo manuale del genere in Italia e necessita di educatori "sufficientemente imperfetti", che vogliano sperimentare, con i ragazzi, che si cresce, anzi si diviene grandi davvero, quando si diventa capaci di accettare i limiti e le regole. Fino a concorrere, quando necessario, attivamente, da protagonisti, al loro cambiamento.
Cosa succede quando la memoria perde il suo valore formativo e si trasforma in sentimentalismo estemporaneo, o quando i bambini vengono investiti dalla violenza di adulti incapaci di rielaborare e dare un senso alle loro sofferenze del passato? E' possibile spezzare il meccanismo della rimozione e offrire alle nuove generazioni spazi di testimonianza e di riflessione sul passato o anche sul presente, soprattutto quando segnato dalla guerra? A questi interrogativi cercano di rispondere, in questo libro, psicologi, pedagogisti, sociologi e scrittori.
I massacri del Rwanda del 1994, così vicini nel tempo e così lontani dalla nostra consapevolezza, sono raccontati in questo libro, un'autobiografia, da chi li ha vissuti. Yolande, una donna medico tutsi, vede la sua vita completamente capovolta in poche ore, ma nonostante il massacro del marito, dei figli e di tutta la famiglia, sopravvive per testimoniare. E' la storia di un nuovo genocidio a cui il mondo ha dedicato poche pagine sui giornali.