Prendendo le mosse dalla classificazione delle competenze emotive di Daniel Goleman, l'autore propone una nuova classificazione delle competenze trasversali, che, oltre ad essere solidamente giustificata sul piano teorico, risulta facilmente comprensibile ed utilmente applicabile. La sua analisi è corredata da uno strumento per l'autovalutazione di tali competenze. L'autore illustra quindi i principi fondamentali del coaching, mostrando come tale disciplina sia più adatta, rispetto al training, per favorire lo sviluppo delle soft skills nelle dimensioni di base, che hanno radice nel carattere. Riporta stralci di sessioni di coaching che consentono di capire come i principi descritti vengono applicati alle situazioni concrete. Il libro si rivolge: a chi vuole sapere di più sulle soft skills e sul coaching; ai formatori; ai genitori e agli insegnanti che desiderano impostare la relazione educativa secondo lo stile del coaching. A questi ultimi viene fornito uno strumento diagnostico che consente loro di individuare le proprie aree di miglioramento e proporsi cambiamenti.
Una riflessione sul significato della virtù della saggezza, o prudenza, in età giovanile e una serie di proposte didattiche e metodologiche per aiutare gli adolescenti ad acquisirla, alla luce degli apporti più recenti di tipo teorico-filosofico e psicologico-pedagogico. «Di fronte alle scelte valoriali, alle dimensioni progettuali della vita, alle definizioni del senso delle azioni umane, una buona parte degli adulti oggi si è ritirata, lasciando gli adolescenti soli. Così si è creato un considerevole gap generazionale, che le nuove tecnologie accrescono continuamente; infatti le comunità dei bambini, dei ragazzi e degli adolescenti, attraverso la tecnologia digitale, hanno dato vita a meccanismi autoreferenziali con i quali governano se stesse, indifferenti al mondo lontano e poco affascinante degli adulti».
Tanti giovani italiani vanno all'estero per lavorare, spesso proprio quelli che più hanno meritato negli studi e dovrebbero guardare con fiducia al futuro. Solo alcuni (pochi) ritornano. Questo libro, nato all'interno del Collegio Universitario "Lamaro Pozzani", racconta sette storie di studiosi ed esplora le vere ragioni del declino italiano - risorse inadeguate, persecuzioni burocratiche, ma anche allergia alla cultura della valutazione e della sfida -, che non è un destino ineluttabile ma una condizione da cambiare, anche per l'Università e la ricerca.
«Il paradosso dell'educatore è quello di chi si pone sulle spalle l'opera difficile di far apparire il significato e la portata etica delle decisioni e delle azioni, incorporando quelle individuali e collettive. [...] All'educatore si domanda la difficile opera di mantenere l'essere umano tra direzione di senso e fisiologico disorientamento». Sono le parole con cui Ricoeur richiama il senso della sua ricerca, nei testi qui pubblicati sul lavoro e la parola, la sessualità e il matrimonio, la formazione e l'università. Tre snodi cruciali dell'emergenza antropologica della modernità, visitati con lungimiranza profetica e sorprendente attualità pedagogica. Nell'invito a dare forma all'umano, rendendo testimonianza alla vita, Ricoeur continua a sorprenderci.
Il bambino che entra nella scuola primaria si misura da subito con l'apprendimento della lettoscrittura, non raramente difficoltoso, perché non è naturale a questa età cogliere le regole che disciplinano la corrispondenza tra grafema e fonema. L'esperienza della Scuola Audiofonetica di Mompiano suggerisce di partire dal principio alfabetico, ossia dall'idea che vi siano dei rapporti sistematici e regolari tra simboli grafici e suoni: l'approccio laboratoriale utilizzato in questi anni, nel quale, partendo dal fare, i bambini possono acquisire anche le nozioni più complesse ed astratte, utilizza tale intuizione per modellare le attività del laboratorio linguistico-operazionale. Negli anni recenti, durante i quali si è adottata questa impostazione, si è verificato, soprattutto negli alunni con difficoltà d'apprendimento, che il lavoro pratico in laboratorio ha facilitato le acquisizioni legate al sapere linguistico e ha consentito di affrontare la lettura, e successivamente l'analisi sintattica e grammaticale, con maggiori strumenti e possibilità. Il libro dà conto di questo percorso, proponendosi ai docenti come guida pratica, corredata di schede operative riproducibili, soluzioni mirate ad individuare gli errori ricorrenti e contenuti digitali di supporto - disponibili sul sito www.lascuola.it (catalogo Saggistica) - per facilitare e accompagnare passo passo la progressione dall'apprendimento dei suoni alla loro conversione in grafemi, fino all'acquisizione fluida e sicura della lettura e della competenza ortografica.
52° Convegno settembre 2013. Relazioni introduttive di: Mariano Crociata, Giovanni Santambrogio, Ruggero Eugeni, Pier Cesare Rivoltella, Alessandro Antonietti. Interventi di: Gabriella Armenise, Antonio Bellingreri, Giuseppe Bertagna, Luciano Caimi, Hervé A. Cavallera, Chiara Gemma, Cosimo Laneve, Sira Serenella Macchietti, Giuseppe Mari, Marco Milella, Diega Orlando Cian, Loredana Perla, Marco Piccinno, Bruno Rossi, Giuseppe Serafini, Pierpaolo Triani, Piero Viotto.
«L'atteggiamento fenomenologico è in primo luogo una disponibilità dell'attenzione per l'avvenire di una verità che, già sempre, si annuncia. Anziché ricercare freneticamente l'opzione, occorre sforzarsi verso la radice necessariamente una di ogni dilemma.» (J. Derrida, Introduzione a E. Husserl, "L'origine della geometria")
«Gli oggetti fisici sono introdotti dal punto di vista concettuale come utili intermediari - non mediante una definizione in termini di esperienza, ma semplicemente come postulati irriducibili, simili dal punto di vista epistemologico agli dei di Omero. Da parte mia, in quanto fisicalista laico, credo negli oggetti fisici e non negli dei di Omero; e ritengo che sia un errore scientifico fare altrimenti. Ma dal punto di vista del fondamento epistemologico, gli oggetti fisici e gli dei di Omero differiscono solo quanto al grado e non quanto al genere. Entrambi i tipi di entità entrano nella nostra concezione soltanto come postulati culturali.» (Da un punto di vista logico. Saggi logico?filosofici)
L'orientamento è diventato da anni, in Italia e all'estero, un'attività istituzionale di ogni scuola. Esso non si può ridurre a qualche informazione nei momenti di passaggio da un ciclo di studi all'altro ma deve costituire una modalità educativa permanente della quotidiana attività didattica. Le scuole cattoliche hanno una lunga e importante tradizione in materia di orientamento e per esse è naturale e doveroso dedicarvi grande attenzione, perché in tal modo si manifesta concretamente la cura educativa di ogni alunno, accompagnato nelle scelte grandi e piccole della sua vita personale e di studio. Il volume raccoglie una ricca serie di contributi di specialisti del settore che esaminano le diverse dimensioni teoriche, storiche, pedagogiche, sociali, giuridiche, metodologiche dell'orientamento in relazione all'intero sistema di istruzione e di formazione. Sono inoltre documentate alcune buone pratiche messe in atto da scuole cattoliche, centri di formazione professionale di ispirazione cristiana e istituzioni accademiche cattoliche. In appendice, il consueto aggiornamento statistico sulle condizioni della scuola cattolica in Italia.
Il liceo delle scienze umane costituisce la vera novità del panorama scolastico italiano per quanto concerne la secondaria superiore. Il volume, dopo averne messo a fuoco l'origine e il profilo istituzionali, elabora una ipotesi pedagogico-didattica su questa scuola, anche alla luce di un'analisi del concetto di scienze umane e della storia di questo ambito culturale. Un'attenzione specifica è riservata alla disciplina Scienze umane, una materia di studio la cui didattica è tutta da inventare. Infatti, sotto questa identificazione si raccolgono quattro saperi (Antropologia culturale, Pedagogia, Psicologia e Sociologia nel Liceo delle Scienze Umane; Antropologia culturale, Metodologia della ricerca, Psicologia e Sociologia nell'Opzione Economico-sociale) che hanno storie, profili epistemici e indirizzi di ricerca molto diversi. Ecco perché la sfida è costruire una didattica integrata: infatti, solo a questa condizione, il Liceo delle Scienze Umane potrà mostrare compiutamente la sua originalità.