Raccogliere, come fa questo libro, alcuni saggi su Dio, l'anima, la morte, vuol dire, per un verso, accogliere l'eredità della tradizione classica, per un altro accettare la sfida che si fa sempre più cogente soprattutto per le nuove generazioni. Se la morte è il caso serio della vita, la si può guardare in faccia solo se si riconosce che gli umani non sono da essa radicalmente sconfitti; ma ciò comporta mettere in conto che in essi vi è la traccia di un'origine altra rispetto al dato biologico, e quindi aprirsi alla trascendenza, principio e fine della nativa protensione umana verso la pienezza della vita.
Che cos'è l'amore? E cosa significa innamorarsi? Pauline ama le parole, ama inventare e raccontare storie, ma le sembra di non parlare più la stessa lingua quando la sua migliore amica si innamora. E poi anche sua madre ora è innamorata. D'improvviso la vita dell'undicenne Pauline, divisa ordinatamente tra i giorni a casa del papà, di Jette e del piccolo Jonathan e i giorni con la mamma, ha un forte sconvolgimento e questi maledetti affari di cuore ne mettono a repentaglio il fragile equilibrio. Poi però un sorriso inaspettato, una passione comune, una lettera spiritosa, un angelo di neve... è forse questo l'amore? Tamara Bach dice e non dice e con grande sensibilità riesce a raccontare quella crepa sottile, quella soglia invisibile tra infanzia e adolescenza. Età di lettura: da 10 anni.
La biografia di Carlo Caretto (1910-1988) presenta due fasi distinte: la prima, relativa agli anni della militanza nell'Azione Cattolica, con l'incarico di Presidente centrale della Gioventù Maschile dal 1946 al 1952; la seconda, dal 1954 in poi, concernente la scelta di vita religiosa fra i Petits Frères de Jésus e in seguito fra i Petits Frères de l'Evangile, comunità di vita religiosa legate alla spiritualità di Charles de Foucauld.
Nella raccolta antologica qui presentata di è mantenuta questa distinzione.
Nella Parte prima si coglie la passione apostolico-educativa di Carretto, orientata alla formazione di giovani credenti tutti d'un pezzo, militanti in favore di un ideale, quello cattolico, che avrebbe dovuto non solo plasmare la coscienza personale, ma anche incidere di costumi, ambienti, istituzioni dell'intero Paese.
I testi nella Parte seconda rivelano un considerevole cambio di registro. Dopo l'ingresso nella comunità dei Petits Frères, Carretto si scosta decisamente dalla visione troppo "attivistica" che l'aveva ispirata e opta per un'adesione "disarmata" al Vangelo: Parola di vita da accogliere e testimoniare senza interpolazioni umane sulle strade del mondo, specialmente in mezzo ai più poveri e bisognosi.
Ne scaturiscono pagine d'intensa spiritualità, in grado d'illuminare ancora oggi convincenti percorsi di educazione cristiana
Il dialogo e la comunicazione si qualificano come eventi legati all'universo vitale dell'essere e dell'agire umano. Soprattutto in educazione, comunicare significa attingere alla ricchezza espressiva della retorica, intesa come teoria dell'argomentazione persuasiva. Seguendo la partizione classica di Aristotele, sono qui esaminate alcune categorie fondative della riflessione teorico-educativa, accostando all'inventivo e all'eloquio il discorso collaborativo. Emerge così la duplice possibilità di un'educazione retorica eticamente sostenuta e di una retorica educativa orientata all'intesa, entrambe consapevoli della complessità comunicativa. In gioco è l'educazione come dialogo comunicativo
Charles de Foucauld (1858-1916) è tra le più nobili figure del Novecento. Dopo un'avventurosa carriera militare e viaggi di esplorazione in Marocco, si converte e diventa testimone mite del Vangelo tra i tuareg del Sahara. I testi qui raccolti consentono di ripercorrere la vita umana e spirituale di frère Charles nei suoi snodi salienti, e di ravvivare così la memoria di un personaggio che offre agli uomini del nostro tremo profonde intuizioni spirituali
La specificità dell'insegnamento della Religione Cattolica (IRC) nella scuola italiana non è sempre avvertita con chiarezza. Sperimentano incomprensioni e difficoltà i genitori degli alunni, i Dirigenti scolastici e gli stessi Uffici scolastici provinciali.
La nostra è sempre più una società dei media. Lo si può affermare pensando alla diffusione dei dispositivi mobili e al loro ruolo nel nostro modo di costruire conoscenza e comunicazione, ma più in generale perché ai media si deve gran parte delle nostre rappresentazioni del mondo, presente e passato. I media sono documento, luogo di relazione, spazio di condivisione del sapere. Sui loro schermi opachi passa la nostra vita, si organizza la nostra cultura. Questo scenario chiede all'educazione un nuovo tipo di approccio, in grado di articolare saperi tradizionalmente molto diversi come la pedagogia e la ricerca storica proprio grazie alla centralità dei media. Nella misura in cui essi divengono luogo di costruzione della memoria e di esercizio dei propri diritti e doveri, quel che viene sollecitato è un paradigma di ricerca e intervento capace di saldare l'approccio classico della Media Education con la ricerca storica per costruire un modello innovativo di educazione alla cittadinanza.