Il concetto di persona ha attraversato la storia culturale dell'Occidente, trovando espressione in una serie di termini (sia nelle lingue classiche, sia in quelle moderne) il cui significato si è venuto progressivamente chiarendo in un processo storico-ermeneutico di sempre maggiore approfondimento. In confronto alla notevole mole di studi già dedicati alla tematica, il presente lavoro, da una parte, si inserisce tra le opere che affrontano la questione della persona considerando il percorso del suo sviluppo semantico, segnato dal passaggio dal referente antropologico - in età classico-ellenistica - a quello trinitario - nei primi secoli del cristianesimo - per poi tornare - attraverso la mediazione cristologica - a esprimere una rinnovata concezione dell'uomo, in una continua e inesauribile circolarità. Dall'altra parte, privilegiando l'ambito trinitario, lo studio intende cogliere e sviluppare il nesso tra persona e relazione, indagando la connotazione sempre più relazionale assunta dai termini indicanti la nozione di persona, nonché il parallelo ripensamento della categoria di relazione che, a partire da una dimensione esclusivamente accidentale, giunge ad avere una valenza "dialogica" e infine "trialogica". Il percorso è compiuto soffermandosi solo su quegli snodi ritenuti più significativi (dall'Antichità al Concilio di Nicea, dai Padri della Chiesa ai Dottori medievali, fino agli esiti contemporanei), in un dialogo tra istanze filosofiche e istanze teologiche, senza il quale l'idea di persona sarebbe difficilmente immaginabile.
Ormai è convinzione diffusamente condivisa che Giuseppe Capograssi sia stato uno dei più gradi filosofi italiani del Novecento. La sua filosofia cerca di cogliere la profonda connessione tra pensiero e prassi, con lo scopo di indagare la concretezza dell'esistenza umana. Dare voce alla vita, alle opere e al pensiero di Giuseppe Capograssi, in questo particolare frangente storico, sociale, culturale e politico, significa prendere coscienza del pensare di un autore che, pur non sostando nelle piazze e sulle barricate, anzi dimorando molto spesso nella solitudine esistenziale e accademica, può diventare chiave indispensabile per comprendere il significato del filosofare nel tempo presente e per il futuro dell'umanità.
Dal fenomeno al fondamento indica un percorso ermeneutico utilizzando alcuni tratti della via pulcritudinis e della sapientia cordis come sentiero di accesso al verum e al bonum. L’itinerario traccia un accostamento alla bellezza intelligibile a partire dall’esperienza sensibile, come tentativo di rinvenire il rapporto uomo-mistero. Un luogo emblematico in cui l’eredità della stretta relazione pulchrumpistis-verum è rimasta intatta e genuina dalle sue origini, è rappresentato dalla tradizione benedettina cassinese, ricca di monaci-scienziati che hanno scrutato la realtà nella sua essenza preservando nella storia e nel tempo l’armonioso rapporto tra la fede e la ragione.
Fabio Miele si è laureato in Filosofia presso l’Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale nel novembre 2001. Ha conseguito il Magistero in Scienze Religiose presso l’Istituto Superiore di Scienze Religiose “Ecclesia Mater” della Pontificia Università Lateranense. Nel 2017 ha conseguito il Dottorato in Filosofia presso La Pontificia Università Lateranense. Ha pubblicato La realtà della Chiesa. Il risveglio e la visibilità nel pensiero di Romano Guardini (Gruppo Edicom 2001).
«L’ermeneutica ha scelto come piste preferenziali, sin dalle sue stesse origini, la ricerca della verita?, la sua interpretazione e comprensione nel corso della storia umana, la sua possibile comunicabilita?, la sua portata umanizzante prismata in un universo che non si e? solamente declinato e risolto in un ambito prettamente teoretico, ma e? restato anche indissolubilmente legato a quella sfera di certo ardua della ricerca sapienziale, che e? l’operazione morale tipica della speculazione della filosofia pratica. Il lavoro imponente che dunque l’ermeneutica ha governato nel corso del tempo, e? stato quello di tentare di coniugare l’orizzonte teoretico-speculativo con quello schiettamente incarnato dell’ortoprassi, senza perdere mai di vista il fondamento che rende la scienza ermeneutica della tradizione gia? antica coincidentemente scienza filosofica, vale a dire amore e conoscenza della verita?. Questo filo che vede avvitati insieme la dimensione teoretica con quella pratica, e che ha sin dalla sua genesi caratterizzato la storia dell’ermeneutica veritativa, e? rinvenibile stabilmente nella pluridecennale ricerca aggiornata di Gaspare Mura, la cui opera rappresenta uno dei casi piu? significativamente approdati di sintesi del fondamento della scienza ermeneutica veritativamente impostata, nella declinazione drammatica, per usare un termine caro a Platone, della speculazione stessa, con le analisi delle implicazioni pratiche tipiche dell’azione e della scelta umana.» Dalla Introduzione di Cristiana Freni.
Biografia
Gaspare Mura è Professore Ordinario Emerito di filosofia della Pontificia Università Urbaniana, dove ha ricoperto le cattedre di Storia della filosofia antica, Filosofia della religione, Ermeneutica filosofica, ed è stato Direttore dell’Istituto Superiore per lo Studio dell’Ateismo, dell’Urbaniana University Press e della rivista di Filosofia e Teologia “Euntes Docete”. È stato docente di Ermeneutica filosofica presso le Pontificie Università Lateranense e della S. Croce e dal 1993 al 2013 Consultore del Pontificio Consiglio della Cultura. Ha al suo attivo oltre 100 pubblicazioni dedicate alla filosofia ermeneutica, alla filosofia della religione ed allo studio del fenomeno religioso. I 4 volumi degli Scripta Hermeneutica, ordinati per tematiche: ermeneutica veritativa, filosofia pratica, religione e teologia, interpretazioni storiche, si articoleranno in modo da comporre un quadro organico del pensiero dell’Autore, suggerendo le ricche potenzialità dell’«ermeneutica veritativa».
Cristiana Freni è docente stabilizzata nella cattedra di Filosofia del Linguaggio della Facoltà di Filosofia, e nella cattedra di Estetica presso l’Università Pontificia Salesiana (UPS). Visiting Professor per le cattedre di Antropologia Sistematica e Antropologia Empirica presso l’Accademia Alfonsiana, Istituto Superiore di Teologia morale, della Pontificia Università Lateranense. Visiting Professor di Antropologia filosofica presso la Scuola Internazionale di Medicina Omeopatica Hanemanniana. Membro direttivo di diverse riviste scientifiche, fa parte di molte associazioni culturali con cui collabora per la programmazione e la realizzazione di iniziative a sfondo nazionale ed internazionale. Ha al suo attivo svariati studi.
Proponiamo un manuale di Logica formale concepito all’interno del più ampio progetto di Filosofia formale. Ciò significa non solo attenzione alla disciplina della logica, sviluppatasi in senso rigoroso (formalizzato) a partire dalla fine del XIX secolo, ma alla lunga tradizione speculativa occidentale sia continentale che analitica la quale, nel XXI sec. può convergere “costruttivamente”, rispetto a questi due rami, in un percorso unitario che abbiamo appena cominciato a scrivere. Seguendo una terminologia che ormai è diffusa nel mondo accademico internazionale, chiamiamo Filosofia Formale (Ontologia Formale, Epistemologia Formale, Etica Formale) questo programma di ricerca in campo speculativo.
GIANFRANCO BASTI (1954)
È professore ordinario di Filosofia della natura e della scienza presso la Pontificia Università Lateranense. È membro associato della Pontifica Accademia di S. Tommaso, membro della APA-American Philosophical Association, dello IEEE-Institute for Electric and Electronic Engineering, Computer and Neural Network Society, e della AAAS-American Society for the Advancement of Science, Editrice della prestigiosa rivista Science. Dal 1997 è direttore e co-fondatore del progetto IRAFS-International Research Area on Foundations of the Sciences e dal 2003 coordinatore del progetto STOQ-Science, Theology and the Ontological Quest presso la PUL. È autore di oltre 120 pubblicazioni in campo filosofico e scientifico.
FRANCESCO PANIZZOLI (1982)
È assistente del professor G. Basti presso la cattedra di Filosofia della natura e della scienza della Pontificia Università Lateranense. Ha pubblicato il libro Ontologia della partecipazione. Verso una formalizzazione della metafisica di Tommaso d’Aquino (2014) e diversi articoli di filosofia della scienza e ontologia formale.
La presente monografia attraversa l'intero percorso teoretico del pensiero di Sofia Vanni Rovighi, a partire dalla fenomenologia della conoscenza, attraverso la logica e la metafisica, l'antropologia e l'etica. La scelta di pubblicare questa monografia, pertanto, nasce dall'esigenza di rendere ragione di un pensiero che non si ferma solo ed esclusivamente sulle indagini storiografiche, che sono molteplici e hanno fatto scuola, ma s'incammina lungo i sentieri della speculazione filosofica, la quale, confrontandosi con diversi sistemi di significato, tra cui la fenomenologia, cerca di cogliere l'intero come prospettiva di orizzonte intrascendibile per l'umano indagare.
"La nascita segna l'inizio di una nuova storia, di nuove storie che, intrecciandosi, ne producono altre che, a loro volta, confluiscono, facendola avanzare, nella storia dell'umanità. [...] La nascita è un momento di grazia, un dono per tutti. Il dono di un nuovo essere che inizia il suo cammino nel mondo e che, comunque andrà, contribuirà a renderlo diverso. In quanto dono la nascita sfugge ad ogni presunzione di diritto. Non c'è diritto che tenga di fronte alla gratuità ed al mistero della vita. È dono dell'amore. È la vita stessa che irrompe, che impone la sua legge. È l'avvento di una nuova storia, pregna di un tempo futuro che non è dato conoscere nell'oggi." (Dalla Prefazione)
Bloch ha definito la musica il sognato castello, il brivido interiore, il razionale dell'irrazionale, le ardenti braccia del desiderarsi a casa, l'humanum utopico del mondo, quell'appello lanciato verso ciò che manca. L'originalità del suo pensiero è nell'aver individuato il profondo legame tra musica, filosofia e speranza, all'unisono con quanto affermato da Nietzsche, Cioran, Marcel, García Morente e Claudel.
L’opera Ermeneutica e verità, in questa terza edizione riveduta e corretta, e bibliograficamente aggiornata, si presenta come una completa storia dell’ermeneutica filosofica. Nessun autore e nessuna “forma storica” dell’ermeneutica vengono dimenticati, in un progetto che si propone di valorizzare pienamente anche ciò che sovente viene dimenticato, come l’ermeneutica patristica, l’ermeneutica medievale e in genere il contributo del pensiero cristiano alla questione ermeneutica. Attraverso un percorso storico che evidenzia sia la componente gnoseologica che quella teologica della questione ermeneutica, viene dato ampio risalto ai problemi relativi al fondamento veritativo dell’“interpretazione”. La presentazione delle principali “forme storiche” dell’ermeneutica si propone di adempiere ad un compito non semplicemente storiografico quanto principalmente teoretico: quello di poter discriminare, nella filosofia contemporanea, le forme del “nichilismo ermeneutico”, che esalta la hybris interpretativa a scapito della “verità dell’interpretazione”, dalle forme dell’“ermeneutica veritativa” al cui interno è possibile recuperare istanze autenticamente metafisiche, riannodando il dialogo tra ermeneutica e metafisica, e offrendo il contributo dell’ermeneutica al rapporto tra filosofia e teologia. Quest’opera inaugura la serie dei 4 volumi degli Scripta Hermeneutica, e si presenta arricchita dal resoconto del colloquio personale dell’Autore con Hans-Georg Gadamer: Ermeneutica e verità in Hans-Georg Gadamer. Incontro con un Maestro, dalla Presentazione di Francesca Brezzi e dall’Introduzione di Claudio Guerrieri.
Biografia
Gaspare Mura è Professore Ordinario Emerito di filosofia della Pontificia Università Urbaniana, dove ha ricoperto le cattedre di Storia della filosofia antica, Filosofia della religione, Ermeneutica filosofica, ed è stato Direttore dell’Istituto Superiore per lo Studio dell’Ateismo, dell’Urbaniana University Press e della rivista di Filosofia e Teologia “Euntes Docete”. È stato docente di Ermeneutica filosofica presso le Pontificie Università Lateranense e della S. Croce e dal 1993 al 2013 Consultore del Pontificio Consiglio della Cultura. Ha al suo attivo oltre 100 pubblicazioni dedicate alla filosofia ermeneutica, alla filosofia della religione ed allo studio del fenomeno religioso. I 4 volumi degli Scripta Hermeneutica, ordinati per tematiche: ermeneutica veritativa, filosofia pratica, religione e teologia, interpretazioni storiche, si articoleranno in modo da comporre un quadro organico del pensiero dell’Autore, suggerendo le ricche potenzialità dell’«ermeneutica veritativa».
Francesca Brezzi è Prof.ssa Ordinaria di Filosofia Morale presso l’Università di Roma Tre, già Direttrice del Dipartimento di Filosofia della Facoltà di Lettere (1998-2006), Vice Presidente della Società Italiana di Filosofia.
Claudio Guerrieri è docente di Storia e Filosofia presso i licei, e dal 1987 al 2000 è stato titolare della cattedra di Antropologia filosofica presso l’Istituto Superiore “E.Caymari” di Roma.
Comunicare vuol dire essere in relazione con gli altri, istaurare con loro un rapporto di comprensione, di condivisione, di impegno e responsabilità. L'essere umano comunica con le parole, con il corpo e finanche con il silenzio. Senza la comunicazione sarebbe impossibile divenire uomini e donne. Un contenuto trasmesso adeguatamente può modificare un atteggiamento, un modo d'essere. Una buona comunicazione evita conflitti, consente il riconoscimento reciproco e la possibilità di una convivenza umana. Da queste considerazioni nasce "La comunicazione interattiva". Soggetti in relazione si lasciano interrogare e vivificare dalla parola altrui.
Una lettura del personalismo di Edith Stein come relazione all'essere ed etica della testimonianza, per la formazione integrale dell'umano, nel progetto di una sintesi filosofico-teologica. L'idea di persona-logos è articolata in un'inedita mappa concettuale, nel contesto degli anni che videro la drammatica ascesa del nazismo al potere, in una puntuale ricognizione storico-teorica delle fonti, che qualifica il pensiero come vocazione per la vita e apertura alla trascendenza.
La filosofia di Emanuele Severino, pur con tutte le problematicità, rappresenta un momento speculativo tra i più significativi dell'attuale filosofia italiana. La scelta di pubblicare una monografia su un filosofo ancora vivente testimonia della vitalità del fare filosofia in Italia, non solo per il panorama nazionale ma anche per quello internazionale. L'analisi di Giulio Goggi percorre l'intero sviluppo del discorso filosofico severiano, fino agli scritti più recenti. Emanuele Severino, nel confermare la specificità della lettura scrive, che "constatando come anche illustri studiosi e pensatori non colgano a volte il senso di quel discorso, tanto più spicca la capacità di Goggi di muoversi con estrema competenza nelle complesse articolazioni che conducono da "La struttura originaria" (1958).