Il volume presenta le questioni della Didattica come scienza autonoma e il suo statuto epistemologico in quanto scienza rivolta ai contesti educativi in cui ha luogo l'agire didattico.
L’opera si presenta come cantiere aperto e sollecitazione per lavori futuri, condotti in modo inclusivo e comparato, perché le teologie possano arricchirsi reciprocamente. La fede oltre le religioni, la pluralità degli studi teologici con i suoi punti di arrivo, in continuo dinamismo, il decisivo lume dell’orizzonte verticale inclusivo nella rispettosa pluralità delle teologie in campo educativo, sono gli spazi di riflessione offerti dal volume. Giuseppina Battista richiama sovente l’opportunità di considerare i vari processi educativi e le teologie che li sostengono, come ‘processi educativi insieme’; insomma teologie delle confessioni cristiane e teologie che si rifanno all’esperienza di fede di Abramo, che possano essere ‘teologie insieme’ a servizio nel vasto campo dell’educazione. (Dalla presentazione di Sua Ecc.za Mons. Enrico dal Covolo)
Giuseppina Battista,
L’Autrice con lunghi anni di ricerca e di studio ha individuato nella pluralità delle antropologie e delle teologie uno spazio di straordinaria importanza per l’educazione che si apre alla trascendenza, colta nella pluralità delle riflessioni di teologia. Con l’attenzione alla ricchezza di questa pluralità, aperta allo scambio del dialogo e all’impegno della testimonianza di credenti, è nata l’idea e la realizzazione di questo volume. Un costante servizio educativo nella scuola statale e in varie Università Pontificie ha corredato il suo percorso di studiosa. Attualmente è docente invitata per il corso di Teologia dell’educazione presso la Università Pontificia Salesiana.
Questo nostro tempo è contrassegnato da numerose sfide e tutta la comunità ecclesiale è impegnata ad affrontarle, in una missione certamente non facile. La Teologia dell’educazione ha tra i suoi compiti quello di recensire i problemi che il mondo e le comunità cristiane pongono alle fede in campo educativo: in queste pagine si cercherà di analizzare alcune delle sfide educative, indagando la dimensione formativa della Teologia e riflettendo sui processi di crescita umana e cristiana, certamente senza la pretesa di risolvere tout court questioni così complesse. L’intento è quello di poter tracciare un possibile cammino in cui la parola d’ordine, per la comunità ecclesiale, è esserci: alla sequela di Gesù Cristo, stando accanto alle persone, imparando a leggere i segni di questa nostra epoca e affrontando insieme il difficile e bellissimo viaggio della vita.
"Il volume intende indagare il senso autentico dell'Università pontificia proponendo una riflessione tout court sulle istanze principali che la caratterizzano. Attraverso la formula della conversazione/intervista monsignor Enrico dal Covolo mette in campo la sua esperienza di pastore, studioso e Rettore della Pontificia Università Lateranense, per tracciare i contorni di un modello accademico proiettato verso il futuro e attento alla persona e alle sue necessità." (Dalla Presentazione)
Uno strumento istituzionale che si propone come accompagnamento degli studenti della PUL nella redazione degli elaborati accademici, guidandone i primi passi nella ricerca scientifica. Un'espressione di cura offerta agli studenti della PUL da parte di chi sa di essere prima di tutto un educatore.
Questo fascicolo di "Lanterne" ha un andamento speciale. Raccoglie testi utili anzitutto a coloro che compongono la Pontificia Università Lateranense l'Università della Diocesi di Roma e del suo Vescovo, che presiedono a tutte le Chiese nella carità. D'altra parte, però, le riflessioni qui raccolte possono essere di qualche utilità anche per tutti coloro che lavorano nelle università, siano esse ecclesiastiche o "laiche".
Il tema del disagio sociale è affrontato e declinato con un interesse particolare a quelle periferie esistenziali (e dunque non solo geografiche) su cui ha attirato più volte l'attenzione papa Francesco, quelle periferie "dove Dio non c'è" e dove non si cammina per "andare incontro all'altro" (discorso nella Cattedrale di San Rufino ad Assisi, 4 ottobre 2013). C'è una diffusa difficoltà a far fronte alla complessità esistenziale, riscontrabile anche nel disagio di molti giovani e adolescenti; ecco quindi l'importanza, soprattutto per la comunità cristiana, di mettere al centro la persona e la promozione di relazioni capaci di reciprocità e prossimità, interpretando la realtà e il mondo che cambia, nella prospettiva di un miglioramento esistenziale e di una nuova progettualità di vita.
Comunicare vuol dire essere in relazione con gli altri, istaurare con loro un rapporto di comprensione, di condivisione, di impegno e responsabilità. L'essere umano comunica con le parole, con il corpo e finanche con il silenzio. Senza la comunicazione sarebbe impossibile divenire uomini e donne. Un contenuto trasmesso adeguatamente può modificare un atteggiamento, un modo d'essere. Una buona comunicazione evita conflitti, consente il riconoscimento reciproco e la possibilità di una convivenza umana. Da queste considerazioni nasce "La comunicazione interattiva". Soggetti in relazione si lasciano interrogare e vivificare dalla parola altrui.
La ricerca si inserisce nel vasto panorama di studi riguardanti i Disturbi del Comportamento Alimentare in adolescenza, all'interno del quale vuole apportare uno specifico contributo di tipo etico-teologico e pedagogico, a partire da una concezione antropologica fondata sul personalismo. La chiave ermeneutica di fondo viene individuata nel desiderio, quale componente strutturante la natura umana, che guida le considerazioni sul senso del limite, sulla corporeità, nella sua precipua connotazione relazionale, e sull'universale apertura alla trascendenza. La proposta educativa che ne scaturisce, inserendosi nell'alveo di una Teologia Morale in costante ricerca della verità e in fruttuoso dialogo con il mondo odierno, risulta finalizzata a promuovere nelle giovani generazioni la capacità di introspezione e di scoperta della dimensione spirituale, lo sviluppo del senso morale e l'assunzione di responsabilità nel segno della progettualità futura.
L'esistenza di ciascuno di noi è segnata da alcuni distacchi, perdite, crisi, abbandoni a volte violenti e improvvisi, altre volte meno cruenti; comunque, il più delle volte, difficili da accettare, da elaborare e da superare. Nonostante la sofferenza che si portano dietro, questi eventi sono inevitabili nella nostra vita e dobbiamo essere in grado di affrontarli: i distacchi sono necessari all'esperienza di ognuno di noi. Ciascuno, prima o poi, si troverà a fare i conti con i propri personali distacchi: distacchi che contengono e raccontano il bene e il male, la rottura e il legame, la voglia di fuggire e quella di restare. A volte è proprio dal dolore, dalla sofferenza, dal vuoto, che sembra incolmabile, che può nascere la voglia di riscatto, di cambiamento, di crescita, di sperimentare nuove opportunità creative, di andare avanti.
Descrizione
«L’avventura […] riguarda ciò che deve ancora venire, perciò concerne l’atteggiamento di chi si proietta nella dimensione del futuro e opera in vista di qualcosa che vuole conquistare» (dalla Prefazione). Il cammino educativo è esso stesso un’avventura con molti imprevisti che va affrontato con mezzi adeguati. La complessità della persona, la relazione, l’approccio empatico, il ruolo dell’educatore e della sfera affettiva sono conoscenze necessarie, così come lo sono il rapporto tra apprendimento e strutture nervose, le ricadute psicologiche e sociologiche delle istanze educative, nonché le modalità per il recupero umano, sociale e culturale. I contributi qui presentati si sono mossi proprio nelle prospettiva di essere strumento per la comprensione dell’agire educativo.
Biografia
A. Ales Bello
Professore Emerito di Storia della Filosofia Contemporanea presso la PUL, è Presidente
del Centro Italiano di Ricerche Fenomenologiche e dell’Associazione Italiana Edith Stein.
È co-curatrice dell’edizione italiana delle opere di Edith Stein. Molteplici le pubblicazioni
sia nazionali sia internazionali.
G. Basti
Decano della Facoltà di Filosofia presso la PUL, è Professore Ordinario di Filosofia della
Natura e delle Scienze. Numerose le pubblicazioni di argomento scientifico-filosofico.
S’interessa di sistemi cognitivi oltre che dei fondamenti della logica e della matematica.
A.M. Pezzella
è Docente di Filosofia dell’Educazione e di Istituzioni di Pedagogia presso la PUL.
Studiosa di Edith Stein di cui ha tradotto numerose opere, s’interessa anche di educazione
e del pensiero femminile del ‘900.
La riflessione sulla comunità e sulle comunità non è fine a se stessa, ma si presenta come guida sicura per la realizzazione di un progetto esistenziale che sia costruttivo dal punto di vista personale. Ciò può avvenire, infatti, soltanto in un contesto interpersonale, attraverso la cura reciproca e la reciproca assunzione di responsabilità. Il messaggio che si ricava dai testi qui presentati, permeati dal pensiero e dalla testimonianza di Edith Stein, può rappresentare un'ulteriore sollecitazione ideale nella situazione contemporanea che presenta, come d'altra parte accade sempre per la condizione umana, aspetti di luce e di ombra.