"Una delle ultime volte che ho ammirato un falco pellegrino sfrecciare nel cielo di Roma è stato a Casal Bruciato, sulla Tiburtina. Assistevo alla partita di calcio di mio figlio quando mi sono distratto per osservare i gruppi di storni che a frotte ritornavano ai dormitori. Quando uno di questi si è prima chiuso a pugno e poi si è aperto in forme geometriche sempre più veloci, ho scorto la sagoma a falce del falco. Ho dimenticato la partita e ho seguito il volo del rapace, rapido e pulito, senza però che raggiungesse le vertiginose velocità di cui è capace." Un diario naturalistico urbano dove protagonisti sono animali e piante, la loro storia, il loro arrivo, la loro scoperta, i luoghi inaspettati e vicini che abitano.
Nascosta come è tra i fasti delle rovine antiche e lo splendore dei palazzi rinascimentali e delle piazze e chiese barocche, la Roma medievale pare volersi sottrarre allo sguardo dell'osservatore. Eppure nei secoli che vanno da Gregorio Magno al cosiddetto esilio di Avignone dei papi, Roma conosce vicende di enorme importanza sia in campo politico-istituzionale sia a livello economico e urbanistico. Questo libro, che vede tra i suoi autori i migliori medievisti italiani e stranieri, illustra l'alternarsi di momenti di crisi e momenti di espansione: lo sviluppo delle grandi famiglie romane che si impossesseranno del papato e lo sforzo di contenerle ad opera, per esempio, di Cola di Rienzo, la crescita demografica e urbanistica, la celebrazione del primo giubileo della storia della cristianità nel 1300 e la decadenza culminata nel trasferimento della sede pontificia ad Avignone, fino al ritorno del papato sulla sponda del Tevere e alla rinascita della città.
Le cronache di quartiere e i cliché sul carattere dei romani. La costante oscillazione tra lo stupore 'dell'anvedi' e il ruvido disincanto del 'che tte frega'. L'indolenza contagiosa e l'ironia su ogni pretesa di grandezza, il quieto disincanto e la dolce sbracatezza. I ricordi, dalla scuola con Carlo Verdone al concerto del '68 di Jimi Hendrix, dalla inflessibile 'militanza' politica in periferia a un'istantanea del centro storico nell'ultimo momento in cui è stato bello. Da Fellini a Nanni Moretti e a Sorrentino, da Carlo Levi a Pasolini e ai nuovi narratori della città. Tutto questo è Roma, raccontata da Filippo La Porta: un'ambigua, barocca miscela di disfacimento e di vitalità.
La situazione archeologica di Roma ha in sé qualcosa di sbalorditivo, per l'abbondanza e la ricchezza dei reperti. Nessuna città è stata scavata con altrettanto successo, da nessun altro insediamento antico è emersa una mole paragonabile di tracce della sua esistenza passata. Il volume, nuova edizione di un classico del settore aggiornato nei testi e nell'impianto grafico, illustra il panorama completo e aggiornato dei siti archeologici e delle raccolte museali, in una trattazione organica e sistematica. Sulla base di fonti storiche autorevoli e degli esiti più aggiornati della ricerca, questa guida racconta l'antica Roma fornendo una serie di notizie utili per la visita ai principali siti archeologici: una carta generale con le diverse zone che corrispondono ad altrettante sezioni del testo; una serie di carte di zona a inizio di ogni sezione con i nomi di tutte le località e gli itinerari da seguire; notizie storiche per inquadrare gli aspetti religioso, sociale e politico; itinerari con tutti i consigli per visitare anche i luoghi di più difficile accesso; piante di città, quartieri, edifici e zone di scavo; brevi introduzioni a temi e problemi di storia dell'arte antica.
"Chi parla di una tipica 'città romana' intende, di norma, una città a pianta ortogonale, come quelle che si incontrano nelle regioni che una volta formavano la parte occidentale dell'Impero". È quasi un paradosso: rispetto a questa struttura, Roma non si presenta affatto come una tipica 'città romana'. Ma è Roma che ha fatto da modello per intere generazioni, in particolare per le più importanti tipologie di edifici pubblici.
"Il 18 luglio del 386, al primo assalto dei Galli, l'esercito romano si sbandò. L'ala sinistra venne respinta nel fiume. In preda al panico, in una gigantesca rotta, molti affogarono, altri caddero schiacciati dai compagni in fuga. Metus Gallicus: il terrore per le orde galliche penetrò nella coscienza più profonda dei Romani, senza mai dissolversi, e riemerse nei momenti di maggiore emergenza". Dal nero giorno dell'Allia, i barbari evocano antichi incubi e sopite angosce. Funesti fantasmi che tornano realtà nell'agosto 410. Roma rivive la violenza terribile di un Sacco che umilia la città per secoli signora sulle genti. È solo l'inizio: nel 455 i Vandali entrano a Roma e la devastano indisturbati; passano meno di vent'anni e nel 472 di nuovo un Sacco dopo un lungo assedio. Infine la guerra greco-gotica, che annienta lo splendore della città antica: tra il 535 e il 552 Roma è per cinque volte sotto assedio. Dal racconto dei fatti, al mito, alla memoria: il libro segue le trasformazioni che la sequenza dei Sacchi per oltre un secolo provocò nell'immagine della città, nei comportamenti e nei pensieri dei suoi cittadini. Alla fine del mondo antico, il travaglio di una civiltà si esprime nella tormentata rovina della sua capitale. E il disastro riecheggia spaventoso nei secoli; fino al Sacco del 1527, quando il mito della Roma che rinasce si rovescia nel più drammatico epilogo: di nuovo eserciti che calano sulla città per devastarla, di nuovo distruzioni.
Il libro costituisce un vero e proprio percorso attraverso l'architettura della Roma contemporanea organizzato secondo un repertorio in cui si succedono più di 260 schede, disposte in rigoroso ordine cronologico, per classificare la complessità e l'eterogeneità dei fenomeni urbani. Le singole schede, rivedute e ampliate in questa quarta edizione, illustrano quanto concretamente è stato costruito o modificato a Roma dagli inizi del Novecento a oggi. Una struttura che, escludendo schemi interpretativi giustapposti, costituisce il vero punto di forza dell'opera perché riesce a collocare le singole architetture nel complesso e tormentato sviluppo della città. Questa nuova edizione fa seguito a quelle del 1984, del 1991 e del 2000 e si arricchisce della presenza di più di 50 nuove schede che riguardano edifici realizzati nell'ultimo decennio o che sono in via di realizzazione. Tra questi, l'auditorium Parco della Musica, la chiesa di Dio Padre Misericordioso, il Museo dell'Ara Pacis, la sala d'esposizione nel giardino romano dei Musei Capitolini, la biblioteca dell'università Lateranense, il MAXXI, l'ampliamento del MACRO e la nuova biblioteca Hertziana. Si tratta di progetti spesso firmati da architetti stranieri di fama internazionale che da alcuni anni sono sempre più coinvolti nella realizzazione di opere pubbliche di grande importanza per la città. Tra le schede spicca quella dedicata al nuovo Piano Regolatore di Roma approvato nel 2008.
Dal re di Svezia che acquista tutta la raccolta di antichità di Piranesi a chi si accontentava di molto meno: un mosaico minuto, una statuetta in biscuit, un piccolo Colosseo in sughero.
L'arte e l'ingegno al servizio dell'industria del ricordo.
Il Grand Tour è una sorta di pellegrinaggio laico, un irrinunciabile battesimo culturale delle élites europee del Settecento, con Roma meta indiscussa. Come in ogni pellegrinaggio che si rispetti, come non desiderare di riportare in patria souvenir del proprio viaggio? Senza toccare i vertici di Caterina II di Russia che per l'Ermitage ordina una copia a scala naturale delle Logge Vaticane di Raffaello per la quale è necessario predisporre un'armata di copisti, anche chi non può permettersi acquisti così imponenti si adopera per procurarsi originali o copie di opere d'arte antica.
Per soddisfare la domanda di questo agguerrito stuolo di compratori, Roma appresta un esercito altrettanto formidabile di produttori: artisti e artigiani di ineguagliabile talento, che con inventiva, scaltrezza e spirito imprenditoriale sanno incrementare e diversificare la propria offerta, ricorrendo a tecniche artistiche ben collaudate, inventandone di nuove o recuperandone di già sperimentate, per creare inedite tipologie di prodotti e suscitare nuove, irresistibili mode. È la nascita dell'industria dell'antico e del bello, un curioso fenomeno di domanda e offerta di ricordi della città eterna.
Antonio Pinelli guida il lettore nell'esplorazione di questa galassia di eccellenze e raffinati virtuosismi, che preannuncia l'era dell'industria culturale di massa.
Quella di Ruskin è solo una delle immagini che Valerio Magrelli, poeta e scrittore, ha scelto per seguire gli itinerari di artisti, scrittori e bohémiens che hanno visitato la Città Eterna dal Settecento a oggi. Le reazioni a quel viaggio sono le più diverse e contrastanti. C'è chi pensa che "il profumo del mandorlo in fiore è più forte del rumore" (Hermann Kesten, 1900-1996), chi invece descrive Roma come "la città dei morti, anzi di coloro che non possono morire, dei sopravvissuti" (Percy Bysshe Shelley, 1818), chi è assordato dal rumore come Thomas Bernhard ("una città chiassosa, terribilmente chiassosa") e chi afferma che a Roma nel 1970 "ha imparato a vivere" (Ingeborg Bachmann). D'altronde, come insegna Flaiano, passata la sorpresa anche un marziano diventa uno qualunque: la capitale digerisce tutto... Furti, Amori, Rovine, Società, Cultura, Natura, Politica: sono i sette capitoli di questa piccola perla letteraria, accompagnata da immagini.
In breve
È necessario innamorarsi profondamente di Roma per ricordarsi del Tevere, per riconoscerlo come il sangue nelle sue vene.
«Rispetto alla città il Tevere va al contrario della Senna. La Senna si butta nella Manica, il Tevere nel mar Tirreno, e dunque l’una si volge al nord, l’altro procede da nord a sud. Per questo la rive gauche di Roma è geograficamente la rive droite. E Trastevere, che incarna il quartiere intellettuale, artistico e bohémien della capitale si trova sulla sponda destra.» Su e giù per i ponti, in compagnia di artisti e clochards, Sandra Petrignani ascolta i racconti intimi portati dal fiume e si fa pellegrina della bellezza maestosa o discreta di Roma.
Indice
1. Sul Tevere – 2. «Rive droite» - 3. Piccolo cuore – 4. «Rive gauche» - 5. Rive e derive – 6. Trastevere downtown – 7. Simmetrie – 8. Personaggi e interpreti (nel ruolo di se stessi)
Un saggio accattivante che documenta la creazione di Roma barocca. Corrado Augias
È difficile catalogare quest’opera, che è dettagliata come un saggio di architettura e avvincente come un romanzo storico. Morrissey racconta la storia di due uomini, le loro eccezionali carriere e la grande rivalità che si sviluppò tra loro. La storia del loro antagonismo e della superba architettura che ne nacque. “Il Foglio”
«Bernini ebbe successo superando le aspettative; Borromini sbalordì tutti, sfidandole. Insieme e separatamente, lavorarono al meglio delle proprie capacità per produrre un’arte che il tempo non potesse intaccare. Ci riuscirono. E divennero immortali lasciandoci in eredità una città che, grazie a loro, è infinitamente più bella.» La vita di due geni, un racconto di ambizione e desiderio, competizione e speranza.
Indice
Capitolo 1 L’inizio e la fine – Capitolo 2 Talento e ambizione – Capitolo 3 «Perpetuità et bellezza» – Capitolo 4 Una collaborazione nel bronzo – Capitolo 5 Il cerchio e il triangolo – Capitolo 6 «Ignoranti e copisti» – Capitolo 7 Un bue e un cervo – Capitolo 8 Estasi e saggezza – Capitolo 9 Le ristrutturazioni di un papa – Capitolo 10 Acqua e delusione – Capitolo 11 Affetto e capricci – Capitolo 12 Addestrare l’occhio a vedere – Capitolo 13 Nessun maggior favore, nessuna fine più triste – Capitolo 14 Un’eredità di pietra – Note – Riferimenti bibliografici – Ringraziamenti – Referenze iconografiche – Indice analitico
Dalla seconda metà del Cinquecento e per oltre due secoli, la pratica del viaggio in Europa acquisì un valore centrale nella formazione della classe dirigente inglese e dei rampolli dell'aristocrazia del Continente. Il Grand Tour allora iniziò a essere considerato un'esperienza cruciale con cui si confrontarono scrittori, pittori, uomini di cultura, di vario orientamento e di diversa provenienza. Nel corso di lunghe, faticose, e talvolta rischiose, peregrinazioni, il momento più decisivo restava comunque l'incontro con Roma, ritenuta il centro d'irradiazione di tutta la civiltà occidentale. Oggetti, cimeli, reperti, immagini costituirono il tramite con cui centinaia di viaggiatori tentarono di portarne in patria miti e atmosfere. Ma il ricordo, oltre ai monumenti e alle chiese, alle rovine e ai palazzi di Roma, riproponeva spesso sensazioni e immagini anche della Campagna romana, da cui la Capitale traeva, da sempre, alimento e vita. Fu dunque da questa commistione originale che derivarono i modi e le forme con cui i grands touristes ripensarono se stessi e la propria storia, riflettendo sulle proprie radici; in una parola, sull'identità stessa europea.