La crisi ecologica è una delle emergenze del nostro tempo. Per affrontarla adeguatamente bisogna dare vita a un complessivo rinnovamento culturale, che chiama in causa con forza anche i processi educativi. È quanto mai urgente diffondere una pedagogia e una filosofia dell'educazione che aiutino i cittadini di domani ad affrontare questioni non più prorogabili. Se la scienza è stata al servizio di una tecnologia che ha prodotto - oltre a numerosi benefici - esiti negativi sugli ecosistemi, quali presupposti vanno cambiati? Una cultura che ha elevato il consumo a paradigma del vivere, a quali valori alternativi deve attingere? Disponiamo di un'etica capace di orientare correttamente la relazione con il mondo naturale? Questo manuale è uno strumento indispensabile per una filosofia della formazione che disegni stili autenticamente ecologici di abitare il mondo.
Perché ci muoviamo
Perché si muovono loro
Perché arrivano in questo modo
Perché proprio qui? E per fare cosa?
Perché la diversità ci fa paura. E ci attrae
Una cosa da fare (da cui discendono tutte le altre)
La storia del paesaggio agrario italiano dall'epoca della colonizzazione greca ed etrusca fino ai tempi nostri, condotta con stretti riferimenti alla letteratura e all'arte, e con gli strumenti dello storico, dell'economista, del sociologo, dell'agronomo. Numerose riproduzioni di opere d'arte delle varie epoche (mosaici, tele, affreschi, dipinti e disegni sino a Renato Guttuso) permettono un continuo riscontro visivo con il racconto storico.
Nuove e profonde contrapposizioni lacerano il tessuto sociale delle società occidentali: grandi città contro province povere, élite altamente specializzate contro masse di lavoratori poco qualificati, paesi ricchi contro paesi poveri. Queste lacerazioni generano nuove ansie, nuova rabbia e nuove passioni politiche, come testimonia l'ondata di consensi ricevuti dai populisti di tutto il mondo, da Trump al partito della Brexit, sino all'estrema destra italiana. In questo libro appassionato e polemico, Paul Collier, uno dei maggiori esperti mondiali su povertà e migrazioni, prova a delineare i percorsi attraverso i quali superare queste nuove fratture economiche, sociali e culturali. Solo se il capitalismo riesce a darsi un fondamento etico tale da rendersi equo e compassionevole, e non solo efficiente ed economicamente fiorente, potrà garantire una vita degna. Un capitalismo in cui la dignità e la reciprocità prevalgano sull'aggressività, sulla paura e sull'umiliazione, caratteri tipici della nostra 'società dei rottweiler'.
Voltaire è stato il primo intellettuale impegnato del nostro mondo, il più letto, criticato, discusso ed emulato del suo secolo. Grande ammiratore degli Inglesi, della loro libertà di pensiero e delle loro istituzioni, giovane esule, tra il 1724 e 1728, nei teatri di Londra scoprì Shakespeare, allora in Francia del tutto sconosciuto, e lo utilizzò per rinnovare la tragedia francese. Solo pochi decenni dopo però, intorno al 1760, la fama del poeta inglese in Europa crebbe a dismisura, mettendo in crisi la tragedia, il ruolo della Francia nel mondo e quindi lo stesso Voltaire, la cui cultura significava regole, norme, principi e, soprattutto, buon gusto. Shakespeare, invece, che trascendeva i limiti aristocratici, metteva in scena non eroi ma uomini moderni, con un linguaggio ora ricercato ora triviale, unendo tragico e comico, alto e basso. Pur contro l’oscurantismo, Voltaire vide vacillare il suo mondo e attaccò il poeta inglese, il cui sorprendente successo gli parve, a un secolo e mezzo dalla morte, uno scandalo intollerabile. Ma sapeva, dal punto di vista letterario e teatrale, di essere ormai uno sconfitto. Il libro ricostruisce il modo in cui la scoperta quasi improvvisa dell’eredità di William Shakespeare aprì in Europa uno scontro culturale senza precedenti e sconvolse irreversibilmente l’assetto della civiltà classica. È la storia della riscoperta del poeta che, con il suo genio, pose fine alla tradizione del mondo neolatino e all’egemonia culturale francese, annunciò il Romanticismo e aprì alla modernità
Nell'ultimo decennio dell'Ottocento l'Italia inizia la rincorsa dei paesi più avanzati e alla fine del ventesimo secolo raggiunge un reddito per abitante non dissimile da quello di Germania, Francia e Regno Unito. È un percorso di successo, che crea un'economia moderna. Da un quarto di secolo, tuttavia, l'economia italiana cresce assai meno della media europea. I fattori di sviluppo che avevano funzionato nel dopoguerra si sono rivelati inadatti all'economia globale. Pesano mali antichi mai curati: bassi livelli di istruzione, prassi burocratiche e giudiziarie obsolete, gestioni aziendali poco trasparenti. Il reddito perduto con la crisi del 2008-2013 non è stato ancora recuperato. La differenza tra il benessere economico degli italiani e quello degli altri europei e dei nordamericani è tornata ai livelli degli anni Sessanta. Il clima di incertezza politica, finanziaria e istituzionale scoraggia gli investimenti, crea un ambiente ostile alla crescita e rischia di provocare un awitamento dell'economia. Eppure ci sono stati momenti recenti nei quali l'Italia sembrava potesse riprendersi, segno che non è condannata a un perenne ristagno. Con questo libro, Carlo Bastasin e Gianni Toniolo ripercorrono la strada di un robusto sviluppo e indagano i motivi che l'hanno fatta smarrire per capire come fare a ritrovarla.
Un pianeta più caldo significa ghiacciai che si sciolgono, piogge meno prevedibili, alluvioni più frequenti, deserti che avanzano. Nell'acqua vediamo gli effetti del riscaldamento globale e la probabile causa di guerre future. Oro blu, in nove storie da tutto il mondo, dalla Sicilia al Bangladesh, dall'Olanda al Brasile, ci fa scoprire come l'acqua si intrecci all'economia, alla storia, alla cultura e alla vita di ciascuno di noi.
Il Corano è il libro sacro dell'Islam, anzi nella cultura islamica è, per antonomasia, "il Libro". Testo religioso, spirituale pratico a un tempo, di Dio, inimitabile per suo stesso assunto, libro dai molti nomi e dai molteplici modi di lettura, "mare profondo" che non può essere esaurito: accostarsi a esso rappresenta per noi occidentali un'impresa irta di difficoltà. In queste pagine, un percorso di conoscenza e comprensione del Corano: le vicende della composizione, la struttura, i temi portanti e, soprattutto, l'interpretazione, indispensabile chiave d'accesso al messaggio divino.
«Sono Giulia Agrippina Augusta e ho raggiunto il quarantesimo anno di età. Ho imparato molto da mia madre, ma disgrazie innumerevoli mi hanno indotto ad agire con meno testardaggine, imitando la diplomazia in cui mio padre eccelleva. L’arte più importante è quella che insegna a vivere. Si ottiene una vita di potere solo imparando a usare gli uomini come mezzi. Il fuoco che nel cuore arde, fatto di pulsioni e debolezze, va nascosto nel ghiaccio. Una passione genuflessa al rigore delle regole di corte mi ha recato ormai un dominio indiscusso, nonostante le resistenze di chi a me tutto deve: mio figlio Nerone.» Una biografia scritta come l’autobiografia di una donna che fu nobildonna e imperatrice.
Che cos'è il Mediterraneo? Un 'mare tra le terre'. Un mare interno, come altri nel mondo. Eppure questo spazio, compreso tra lo stretto di Gibilterra e le coste del Medio Oriente, tra Venezia e Alessandria d'Egitto, ha qualcosa di speciale. Non soltanto perché è il 'nostro' mare. Le acque del Mediterraneo sono una barriera tra i tre continenti che vi si affacciano, l'Europa, l'Asia e l'Africa, ma sono soprattutto un luogo di incontro e di passaggio. Quante civiltà, quanta gente, religioni, vite, amori, terrori, passioni e paure si sono incontrati su questo mare. Per secoli. Per millenni. Oggi proviamo a ripercorrerne la storia. E lo facciamo sulle tracce di semplici oggetti, quotidiani e strani, ordinari o curiosi. Che ci parlano. Forte, tanto. Venti oggetti, venti storie che, come una stella polare, ci fanno da guida nella navigazione attraverso fatti, episodi, avvenimenti. E si intrecciano, si mescolano fino a creare una grande trama che ci racconta cosa è stato questo mare, lungo i secoli.
Per secoli dalla terra e dal mare i nemici sono arrivati in Italia: Cartaginesi, Vandali, Unni, Arabi, Normanni, Turchi, Spagnoli, Austriaci... un elenco che sembra infinito. Ogni epoca ha avuto il suo, di nemico. Pronto a invadere il nostro Paese, a conquistarlo, a saccheggiarlo, a tiranneggiarlo per poi insediarcisi e sfruttare le sue ricchezze e le sue bellezze. E in effetti quando arriva il barbaro, il nemico di turno, un mondo finisce e un altro inizia, senza soluzione di continuità. Poi, bisogna aspettare: che i barbari diventino meno barbari, si amalgamino con gli altri e comincino, anche loro, a temere nuovi stranieri. Insomma, ci sono nemici che vanno e altri che vengono, in un susseguirsi secolare dove, ogni volta, il tempo passa e la storia si sedimenta, la paura diventa oblio e ciascuno degli antichi nemici si ritrova a temere nuovi invasori, nuove minacce alle proprie tradizioni e alla propria identità.
In un’epoca che ha visto la progressiva erosione del giornalismo basato sui fatti e ha risentito la mancanza di intellettuali pubblici indipendenti, Tony Judt ha svolto un ruolo raro e prezioso, mettendo insieme storia e attualità, Europa e America, e raccontando il mondo com’era un tempo e com’è oggi. In Quando i fatti (ci) cambiano, la storica Jennifer Homans, vedova di Tony Judt, ha raccolto gli articoli più importanti scritti dal marito durante gli ultimi quindici anni della sua vita. La sua voce nella sfera pubblica amplifica le sue ricerche storiche: l’idea e la realtà dell’Europa; Israele, l’Olocausto e gli ebrei; la superpotenza americana e il mondo dopo l’11 settembre; l’inclusione e la giustizia sociale nel nostro tempo di crescenti disuguaglianze. Judt era convinto che il suo vero compito non fosse dire ciò che qualcosa non è bensì ciò che è: raccontare una storia convincente e ben scritta sulla base dei dati disponibili e farlo tenendo presente ciò che è giusto. Per Judt questo non era solo il suo dovere di storico, ma una responsabilità morale. Quando i fatti (ci) cambiano è una testimonianza della sua eredità.