Raffaele de Vico (1881-1969) progetta opere di architettura e di giardini per Roma almeno dal 1926-27 fino al 1962, lungo un periodo storico che attraversa il Regno d'Italia, il fascismo e la Repubblica. Il verde pubblico di Roma ha ricevuto da lui un'impronta decisiva. Per la continuità dei suoi interventi può essere paragonato all'architetto Marcello Piacentini, e la sua visione urbanistica coincide con il concetto di «ambientismo» che fu formulato da Gustavo Giovannoni.
Il libro ricostruisce il dibattito critico del Seicento sul tema della pala a rilievo, con particolare riferimento alla rivalità tra Bernini e Algardi. Gian Lorenzo si formò in un momento in cui il dibattito sul tema del rilievo, stimolato proprio dall'opera del padre Pietro, era di grande attualità; il successo del Leone e Attila di Algardi poi radicalizzò la posizione di Gian Lorenzo, e alcune opere chiave di Bernini furono pensate prima di tutto in chiave anti-algardiana.
Fra Basso Medioevo e prima età moderna le leggende del Prete Gianni e delle dieci tribù perdute d'Israele sono giunte a intrecciarsi reciprocamente in maniera inestricabile, alimentando l'immaginazione e le aspettative escatologiche di ebrei e cristiani. Il presente volume intende ripercorrere le principali vicende storiche richiamate in filigrana dai testi che hanno veicolato le due leggende, nonché a evidenziare le sorprendenti affinità che esse contengono sul piano dottrinale e simbolico.
Questo primo volume contiene 784 lettere indirizzate da Giacomo Puccini a più destinatari negli anni dal 1877 (quando era ancora studente di musica nella natia Lucca) al 1896 (quando era ormai un compositore di opere di livello internazionale). Più di 150 lettere sono pubblicate per la prima volta; la gran parte delle altre sono presentate in nuove trascrizioni, emendate sulle fonti, o con datazioni più coerenti nei casi frequenti in cui gli autografi ne sono privi.
La "Tempesta" di Giorgione ha rappresentato il più discussso emigma nella storia dell'arte, con oltre cinquanta differenti interpretazioni principalmente basate su antiche fonti letterarie che sono state confrontate in modo poco convincente - con pochissimi elementi del dipinto. La Teogonia di Esiodo, ben conosciuta Venezia quando fu fatto il dipinto, li spiega più o meno tutti - animati e inanimati - avendo l'artista tradotto alla lettera le parole del poeta in immagini visuali.
Il tema della rinuncia al papato, tra i più dibattuti della storia della Chiesa latina medievale, ha di recente attratto nuovamente l'interesse della storiografia italiana e straniera. Il saggio affronta, in forma sistematica, l'analisi storica dell'istituto della renuntiatio papae attraverso un'interpretazione nuova delle fonti giuridiche, teologiche e letterarie: dai primi secoli, alla più celebre vicenda di papa Celestino V, per giungere, dopo le ultime rinunce del sec. XV, all'attuale caso di Benedetto XVI.
Il libro propone un'opera poco conosciuta e un contributo allo studio del pensiero di Spinoza. Nel volume si pubblica infatti la prima edizione italiana del Compendium grammatices linguae Hebraeae di Spinoza condotta direttamente sul testo originale latino ed ebraico. Nell'Introduzione e nelle Note di commento vengono ricostruiti, esposti e discussi alcuni temi cruciali della filosofia spinoziana in relazione all'analisi del linguaggio, all'epistemologia, all'impostazione metodologica e storico-critica, all'esegesi biblica e alla storia della lingua.
Il volume raccoglie il corpus epistolare e autobiografico, inedito, della carmelitana scalza Maria degli Angeli (1661-1717). Restituisce - unico nel panorama italiano dei documenti e degli studi di spiritualità e di mistica il dialogo epistolare fra la Religiosa e i Direttori di coscienza, mostrando la risonanza europea, universale di un'esperienza che matura all'interno di un ordine - il Carmelo teresiano - al centro dell'Europa moderna, fra i suoi poteri, le sue istituzioni.
Un celebre ricettario per colori tardo medievale in latino e volgare, trascritto, tradotto e commentato dal punto di vista codicologico, storiografico, fisico-chimico e del lessico. Le ricette relative agli smalti vennero pubblicate da Giovambattista Passeri nel 1758 e la curatrice del volume, sulla scorta dell'interpretazione di documenti pubblicati e l'ampliamento del glossario medievale, giunge a indicare una stretta relazione tra il manoscritto e la bottega di illustri ceramisti pesaresi del XV secolo.
In questo libro si presenta una storia della storiografia italiana sul problema delle insorgenze controrivoluzionarie (1790-1814). L'autore ripercorre l'intero iter storiografico, con precipua attenzione al grande e anche polemico dibattito avutosi in occasione del bicentenario della Rivoluzione Francese e dell'invasione napoleonica della Penisola.
I contributi raccolti nel volume sono dedicati alle riscritture di quel mito di Ponzio Pilato che, dalle origini del Cristianesimo al nostro tempo, attraversa - come ha mostrato Arturo Graf - i secoli e la geografia d'Europa. Nel nesso fecondo di storia e letteratura religiosa, tra libri canonici e libri apocrifi, appare la necessità di una leggenda associata a un versetto, a una domanda: "Quid est veritas?", cui nei secoli risponde l'evidenza: "Ecce homo".
Dell'opera di Eraclito, già nell'antichità denominato l'Oscuro per la natura oracolare di molti suoi detti e la sottigliezza del suo pensiero, si è perso il testo completo; la scommessa del curatore è recuperare il suo pensiero riprendendo su nuove basi il dialogo tra filologia e filosofia, nel contesto arcaico e sacrale da cui le sue idee provengono. La novità del saggio è la ricostruzione dell'opera eraclitea ipotizzata da Serge Mouraviev, qui presentata in traduzione italiana.