Il volume riunisce gli interventi di nove autori sul tema dell'amore come elemento centrale del rapporto con Dio (e quindi anche con gli uomini), oggetto dei Dialoghi di Quaresima 2007, realizzati dalla Chiesa ambrosiana. I relatori esplorano la vicenda di alcune figure bibliche il cui rapporto con Dio è stato intenso e a volte anche drammatico: sono i sedotti da Dio. Tra loro ci sono Mosè, Geremia, Maria di Nazaret e Paolo di Tarso, ma anche profeti e salmisti il cui nome non ci è stato tramandato. Per molti di loro Dio si è fatto riconoscere e poi è sparito, divenendo con ancora più forza l'Atteso. Queste storie bibliche cercano di rispondere alla domanda su quale sia il rapporto tra fede e dato sensibile, assicurando che ogni evento d'amore, anche il più umano, è decretato dal cielo. All'attenzione per il testo biblico si accosta quella per la realtà odierna attraverso l'individuazione di percorsi e significati attuali dei concetti di amore, coppia, famiglia nell'esperienza vissuta degli sposi, dei genitori e dei figli.
Agile e breve testo di 8 capitoli distribuiti in tre parti: Parte prima, La preghiera come fonte di conoscenza di sé. Parte seconda, La preghiera e la compunzione del cuore. Parte terza, Preghiera e guarigione. A. Grün recupera l'esperienza dei primi monaci (III-VI secolo) per sottolineare come l'esperienza della preghiera implichi quella della conoscenza di sé, per arrivare all'incontro con Dio, e nell'Introduzione ribadisce: "Nell'ideale della realizzazione di sé perseguito oggi, l'uomo è al centro. Tutto ruota intorno a lui. Perfino Dio è finalizzato alla sua realizzazione. Le pratiche meditative e religiose hanno lo scopo di sviluppare tutte le facoltà umane. Si è riconosciuto che anche l'inclinazione religiosa fa parte dell'interezza umana e quindi va sviluppata. In ciò, Dio è soltanto un mezzo per raggiungere un fine. Non m'interessa in quanto Dio, bensì soltanto come aiuto per la realizzazione di me stesso. I monaci non volevano realizzare se stessi, ma cercare Dio. Tentavano di eliminare dentro di sé tutto ciò che precludeva loro Dio. In questo processo hanno scoperto che non si può trovare Dio se ci si ignora, se non ci si conosce. Alla conoscenza di Dio si giunge soltanto attraverso la conoscenza di sé."
Si tratta di quattordici meditazioni tenute da padre G. Vannucci alle monache benedettine del monastero di Pontasserchio (Pisa) durante l'Avvento del 1973. Quello che l'autore propone in queste meditazioni è un itinerario che porti il Logos, il Verbo eterno di Dio, a nascere nella nostra anima, nascita che, sottolinea padre Vannucci, avviene nella notte, nel silenzio, quando sono scomparsi o tacciono i moti più esteriori dell'anima, i sentimenti, le passioni, i legami contingenti. Presentazione di Marco Tannini.
Ancora molto attuale, B. Pascal, appare una sorta di emblema dell'uomo di tutti i tempi. Egli si interroga e si mette a nudo, scende dentro di sé per capire chi è, dove sta andando, qual è l'origine del mondo nuovo che cerca con ansia. In quest'antologia curata da G. Vigini, le tappe essenziali di questa sua esplorazione, che proiettano il lettore nell'intimo di un pensiero e di un'esperienza davvero esaltante.
I disegni da colorare di S. Bersanetti e i brevi testi di A. Luci presentano ai bambini la figura dell'angelo custode.
A. de Mello in questo libro, frutto della sua esperienza di guida spirituale e di direttore del centro pastorale “Sàdhana” in India, cerca di concretizzare, attraverso una serie di esercizi, due tesi caratteristiche della sua metodologia per un’ascesa verso Dio.
La prima tesi è che la preghiera è un esercizio che genera pienezza e soddisfazione ed è assolutamente legittimo cercare queste cose dalla preghiera. La seconda tesi è che la preghiera deve essere fatta meno con la testa e più con il cuore. Il cammino che propone De Mello è accessibile a tutti. Unica prerogativa: essere sensibili e aperti spiritualmente, consapevoli che Dio trascende ogni nostra possibilità di espressione e concretizzazione.
Ripensare il modo con cui - in un contesto rinnovato e dai contorni fragili - si possono individuare modalità proprie per comunicare la fede: è il tema centrale della riflessione dell’Autore.
Poiché trasmettere la parola di Dio nella società di oggi è un’enorme sfida, coloro che sono chiamati a questo devono «formarsi», per essere persone di relazione e di comunicazione, capaci di incarnarsi nelle situazioni che vivono, competenti nell’utilizzo del linguaggio il più espressivo possibile che traduca la complessità del messaggio in tutte le sue sfumature. «Formarsi» ai differenti livelli con una formazione propriamente catechetica, una formazione comunicativa e una formazione spirituale.
L’ultimo capitolo del libro affronta l’attività catechetica rivolta all’universo giovanile contemporaneo, ai cosiddetti nativi digitali, attivi sui social network e sui blog, abituati a chattare e a interagire via webcam. Nello specifico, l’Autore richiama due consolidate esperienze catechetiche e formative: l’Azione Cattolica dei Ragazzi (ACR) e lo scautismo.
«... È necessario conoscere bene che cosa Gesù ha annunciato; con che stile personale ha incontrato i suoi interlocutori; e con quali mezzi espressivi ha tradotto il contenuto del suo messaggio in un linguaggio adeguato agli ascoltatori». (dall’Introduzione)
Autori
Luciano Paolucci Bedini, sacerdote dell’arcidiocesi di Ancona-Osimo, licenziato in Teologia pastorale e Catechetica all’Università Salesiana di Roma. Per lunghi anni è stato direttore dell’Ufficio catechistico diocesano, regionale e anche assistente ecclesiastico regionale dell’Agesci Marche. Attualmente è Rettore del Pontificio Seminario regionale marchigiano «Pio XI», direttore del Centro regionale Vocazioni delle Marche e docente di Teologia pastorale e catechetica presso l’Istituto Teologico Marchigiano e l’ISSR di Ancona.