L'autore di questo volume ha voluto tentare di tracciare il profilo di una figura così ricca di sfumature: a tratti misteriose, a tratti sorprendenti. Proveniente da una terra drammaticamente lacerata, eppur al tempo stesso straordinariamente fecondata, dall'incrociarsi e dallo scontrarsi di culture e tradizioni diverse, Gioacchino da Fiore si rivelerà agli occhi del lettore quale inquieto "monaco errante", capace di attraversare regioni remote, ottenendo sempre udienza e fiducia da parte dei papi, dei monarchi e degli imperatori del tempo. Una voce profetica, che sfidando le ortodossie teologiche del tempo, eppur mai tradendo l'ortodossia vera del depositum fidei, può essere riscoperto e rivalutato oggi, nel tempo in cui la clamorosa sconfitta della sua profezia più grande può forse insegnarci a guardare con occhi diversi la crisi ormai secolare che ha segnato la fine (o il fallimento) della modernità.
A partire dalla "scoperta" della Terrasanta, con i viaggi di pellegrini e crociati alla volta dell'Oriente, il cristianesimo comincia a fare i conti con le numerose reliquie collegate a Gesù: reliquie della lancia, della spugna, del flagello, della veste, della colonna, dei chiodi e della croce. Strumenti e oggetti degli ultimi giorni della vita terrena del Cristo, che vengono divisi e distribuiti, per arricchire le collezioni di papi, re e imperatori, chiese e monasteri. Una lunga tradizione, variamente elaborata nel corso di diversi secoli, ha, in particolare, indicato nell'ombelico di Gesù e nel suo prepuzio, conservato da Maria dopo la rescissione dovuta alla circoncisione, le uniche reliquie dell'infanzia rimaste sulla terra. Deriso, dissacrato, reso oggetto di scherno da riformatori e illuministi, il prepuzio di Gesù ha conosciuto una profonda devozione. Analizzarne le vicende significa fare appello a un discorso che coinvolge l'antropologia e la storia, la teologia e la cristologia.
Questa indagine ha lo scopo di inquadrare in una prospettiva storica quella che è stata chiamata la Ostpolitik vaticana, impersonata, come negoziatore, da monsignor Agostino Casaroli. Egli stesso ce ne ha lasciato un compiuto resoconto e ora è stato anche pubblicato un volume documentario tratto dalle carte del suo archivio personale. È questa certamente una fase importante della politica della Santa Sede in difesa del principio della libertà di religione, e nel caso specifico di quella cattolica, nel periodo seguente la Seconda guerra mondiale, quando essa è stata più direttamente minacciata e soffocata in quasi tutti i paesi della cosiddetta fascia cattolica dell'Europa centro-orientale (Lituania, Polonia, Slovacchia, Austria, Ungheria, Croazia e Slovenia), che merita un'attenta considerazione da parte della storiografia.
Nella Grande guerra 1914-1918 vennero per la prima volta creati grandi campi di concentramento di prigionieri e di internamento di civili, nei quali vennero rinchiusi milioni di persone che vi rimasero spesso per anni, sino alla fine delle ostilità e oltre, tra notevoli sofferenze per l'isolamento, la fame, le malattie e il rigore del trattamento, quando non vi trovarono la morte a seguito di ferite o di epidemie. L'azione di controllo e di soccorso della Croce Rossa Internazionale venne affiancata da organizzazioni umanitarie ma al contrasto della sindrome delle barriere di filo spinato, alla cura morale e spirituale e alla valorizzazione delle persone, insieme con la tessitura di legami con le famiglie e con concreti aiuti materiali, provvidero soprattutto le Chiese cristiane, la Santa Sede e gli episcopati, che si avvalsero di visitatori religiosi svizzeri cattolici e riformati, delegati ufficialmente dal loro Governo. Questi operarono in stretta solidarietà e spirito ecumenico, visitarono i campi di prigionia e di internamento delle due parti combattenti in tutta l'Europa e provvidero alla cura morale e spirituale e all'aiuto materiale dei prigionieri e degli internati civili, gettando così anche un seme di pace e di fratellanza.
Da mille anni, collocata al centro della foresta del casentino, in provincia di Arezzo, la comunità monastica di Camaldoli è luogo di incontro tra uomini assetati di Dio e un Dio che in Cristo si è messo sui passi dell'umana avventura. Luogo di preghiera. Luogo di ricerca. Luogo di dialogo. Ed è un ininterrotto dialogo quello che alimenta la vita dei camaldolesi: il dialogo tra la vita eremitica di monaci che vivono in celle separate e si ritrovano insieme solo per la preghiera e quella cenobitica di monaci che vivono nel medesimo spazio conventuale.
Tra le due esperienze che costituiscono la vita dei camaldolesi - l'eremo e il monastero - vi è lo spazio di una natura incontaminata e splendida in ogni stagione dell'anno, che a sufficienza ricorda che Dio si lascia incontrare soprattutto nel silenzio.
Ma Camaldoli è soprattutto un luogo che, nel passare dei tempi e dei costumi, continua a celebrare il sacramento dell'ospitalità, di quell'ospitalità autentica che sa toccare e aprire il cuore anche dell'ultimo arrivato. Qui sono riuniti i grandi del Rinascimento fiorentino, qui dai primi del Novecento si incontrano gli Universitari della Fuci, qui provano da trent'anni a meglio conoscersi Ebrei e Cristiani.
Qui - da mille anni - si danno appuntamento anime pensose del mistero di Dio e del mistero dell'uomo. Da oggi, lo spirito di Camaldoli rivive nelle pagine di questo straordinario volume, il primo interamente dedicato a Camaldoli che sia mai stato pubblicato. Il libro di grande formato, accuratamente rilegato, di circa 300 pagine, tutte a colori, è arricchito dalle immagini del celebre fotografo spagnolo Fernando Moleres che aiuteranno il lettore a percorrere un itinerario di intensa spiritualità ma anche di grande bellezza e forza espressiva. I testi, alcuni dei quali scritti dagli stessi monaci camaldolesi, ricostruiscono la storia di Camaldoli e del suo insediamento monastico. Un'intera sezione verrà riservata ai tesori d'arte e librari custoditi all'interno del monastero, molti dei quali finora assolutamente inediti. Ampio spazio è dedicato infine alla spiritualità camaldolese e alla sua specificità.
«Il monaco può essere paragonato al mozzo che si arrampicava sulla cima dell’albero maestro per scrutare l’orizzonte nella speranza di vedere profilarsi una riva sconosciuta. Il mozzo non è colui che guida la nave, il suo compito è solo di vegliare al suo posto di vedetta. Quando la terra appare in lontananza, grida la scoperta a tutti i membri dell’equipaggio. Come il mozzo, il monaco scruta i segni del mondo nuovo. Deve essere un uomo vigilante, totalmente teso verso il futuro a cui anela e che vorrebbe affrettare. In definitiva potrebbe essere definito l’uomo del desiderio».
Il messaggio cristiano libera l'uomo dall'idolatria: il cristiano non può attribuire assolutezza e perfezione a nessuna umana istituzione, a nessun evento storico. È, dunque, per decreto religioso che lo Stato non è tutto, non è l'Assoluto. Per il cristiano solo Dio è il Signore: Kàysar non è Kyrios. E sia con la dissacrazione e relativizzazione del potere politico sia con il valore dato alla libera e responsabile coscienza di ogni persona, il cristianesimo ha creato, a livello politico, una pressione a volte travolgente sull'elemento mondano antitetico. Ed esattamente su di un breve tratto di questa storia - del periodo che dagli anni del nostro Risorgimento giunge ai nostri giorni - il presente libro intende richiamare l'attenzione, delineando le idee di fondo di figure quali: Taparelli d'Azeglio, Gioacchino Ventura, Raffaello Lambruschini, Vincenzo Gioberti, Antonio Rosmini, Alessandro Manzoni, Luigi Sturzo, Luigi Einaudi, Angelo Tosato. Pensatori italiani, spesso ignorati anche dal mondo cattolico, i quali costituiscono anelli preziosi della più ampia e grande tradizione del cattolicesimo liberale.
La raccolta qui presentata, che intende essere completamento e approfondimento a distanza di Chiesa e potere, include studi di vario spessore sul diritto della Chiesa e sulle lotte estenuanti del postconcilio per riformarlo (o, almeno, per impedirne ulteriori involuzioni) nel trentennio che agli inizi degli anni '90 si concluse. Tali studi, integrati da documenti essenziali del dibattito intracattolico coevo - un dibattito, che vide purtroppo le ragioni della forza prevalere troppo spesso sulla forza della ragione - sono a loro volta riportati a coerente unità storiografica da un ipertesto, che del tutto ritesse criticamente l'intimo dinamismo evolutivo.
Per iniziativa delle Cattedre riunite di Diritto ecclesiastico, Diritto canonico e Storia del diritto canonico dell'Università degli studi di Cassino, il Ministero per i Beni e le Attività Culturali ha istituito il Comitato Nazionale per lo studio del principio di sussidiartela, fraternità, solidarietà ed uguaglianza da Leone XIII alla Costituzione Europea. Il Ministero ha esteso l'indagine anche ai principi sociali di solidarietà, uguaglianza e fraternità. Principi che non costituiscono altro che diritti sociali e, come tali, innati e aventi un valore assoluto. Diritti quindi essenziali che appartengono, iure proprio, all'essere umano in quanto uomo e che ineriscono alla sua natura e alla sua dignità di persona e, in quanto tali, preesistenti rispetto allo Stato che, se non li ha creati, non potrà né ridurli, né sopprimerli. Diritti non legati a una specifica epoca né ad un singolo Paese, ma comuni a tutti i tempi e Paesi. Questo volume raccoglie alcuni dei contributi che hanno formato oggetto dei quattro convegni - di cui uno a carattere internazionale - svolti, rispettivamente, a Cassino, l'11 dicembre 2007; Bucarest, 27-28 maggio 2008; Roma, il 19 giugno 2008 e, infine, Barga (Lu), 16-18 ottobre 2008.
La lunga e articolata vicenda dell'Azione Cattolica viene ripercorsa al fine di offrire un'aggiornata lettura storica sul ruolo avuto da quest'associazione nella Chiesa e nella società italiana. Il volume coglie, da differenti prospettive, la graduale maturazione del laicato cattolico come movimento organizzato nel nostro Paese. Vengono prese in considerazione alcune tematiche connesse: la dimensione religiosa, che costituisce una natura costante periodicamente "riscelta", la cultura sociale, sindacale e politica, ma anche la questione femminile, la questione nazionale, le relazioni fra storia del laicato e pratiche di spiritualità. Si arriva infine all'analisi di due modalità di radicamento territoriale, geograficamente agli antipodi della penisola: il caso veneto e il modello meridionale. In un panorama sociale e politico oggi radicalmente mutato, l'approccio storico può assumere un valore inedito. È opportuno, infatti, recuperare il cammino di questa lunga tradizione con uno sguardo complessivo, per constatare come la centralità della Parola, della liturgia, della cultura sia stata vissuta dall'Ac in tutta la sua valenza educativa e culturale.
"Sa Santo Padre, che cos'è un Papa?" Chiese un monsignore in un giorno di nuvole a Pio X. "È un cardinale che ha finito di desiderare la morte del Papa". Papa Sarto scosse la testa, sorrise, poi si ribellò. "Che Dio ti perdoni questa cattiveria". Un attimo dopo, ripensandoci, rideva... Amico di piccoli e grandi personaggi, spettatore di avvenimenti trascurabili e sconvolgenti, l'autore in questo diario annota vicende vissute, a volte come testimone, a volte come partecipe privilegiato. Capitato per una serie di coincidenze in Vaticano si accorge di aver messo piede in un mondo iridescente e affascinante, dietro una facciata lucida e levigata. Un mondo che può essere penetrato se ci si presta al gioco sottile delle mezze parole, delle mezze confidenze, di un dialogo sovente interrotto dai puntini sospensivi. La forma da lui usata, quella delle rapide annotazioni, gli consente di mantenere discrezione e riserbo, limitandosi a provocare i giudizi di quanto osserva. Ne viene fuori il racconto della vita di oltre un quarto di secolo scivolata fra stanze, logge, cortili di questo piccolo grande universo che esercita la sovranità spirituale su più di un miliardo di cattolici. Un quarto di secolo che ha inciso profondamente all'interno sia della Chiesa (si pensi al Concilio Vaticano II e al postconcilio), sia sul resto del mondo.