Questo libro racconta la storia di Gianluca Brusatore e, in particolare, del suo primo viaggio a Medjugorje, divenuto l'esperienza più incredibile della sua vita. Don Gianluca riflette sulle dinamiche della conversione e racconta gli ostacoli sulla strada, accompagnando il lettore in un cammino di approfondimento della propria vita spirituale. Partendo dal suo vissuto personale, l'autore riflette con parole semplici su questioni importanti come la vita eterna, il peccato, la bellezza della preghiera e le difficoltà che si incontrano nel perdonare e nel perdonarsi.
Armida Barelli (1882-1952), figura cruciale del cattolicesimo italiano contemporaneo, è stata fondamentale nel proporre una nuova visione della donna, nella Chiesa e nella società. Da giovane prende sul serio la chiamata del Signore e si pone in ricerca. In un tempo in cui per le donne l'opzione era tra matrimonio e vita religiosa, matura una scelta nuova: l'apostolato laicale in forma associata. Da qui anche la sua vocazione alla consacrazione nel mondo con l'Istituto delle Missionarie. Si inserisce nel solco dell'Azione Cattolica portando una decisiva novità nell'organizzare le giovani in un apostolato popolare. Da Milano il suo impegno si irradia nel Paese, dove dà vita alla più numerosa e capillare associazione femminile. È spesso in viaggio tra mille disagi, tanto da sentirsi come "una zingara del buon Dio-. Protagonista della nascita dell'Università Cattolica, affianca Gemelli in un progetto di ampio respiro che unisce l'alta formazione all'apostolato popolare. Con l'Opera della Regalità contribuisce a rinnovare la partecipazione liturgica. Attenta alla storia del suo tempo, la Barelli forma una generazione di donne che si spendono nel campo sociale, sindacale e politico, nella fase fondativa della democrazia in Italia. Favorisce un'emancipazione radicata nella scelta vocazionale e volta a rendere le donne protagoniste della propria esistenza, nella vita familiare e sociale. Le pagine di Ernesto Preziosi, oltre a essere un'accuratissima ricostruzione storica della biografia e di tutta un'epoca, collocano l'opera della Barelli nel quadro della maturazione registrata dal movimento cattolico italiano nella prima metà del Novecento. Una collocazione che evidenzia il rapporto, per lei inscindibile, tra fede in Dio e impegno del cristiano nel mondo, offrendoci una biografia di grande attualità. Prefazione Papa Francesco.
Caterina è una giovane donna di poco più di trent'anni, con una vita ricca e piena. È laureata in medicina e innamorata del suo Jonata, con la quale ha una figlia. Pochi giorni dopo il matrimonio scopre di essere nuovamente incinta, ma giunge anche come un macigno il risultato delle analisi sul nodulo al seno: una forma tumorale estesa e molto aggressiva. Le viene proposto di interrompere la gravidanza per sottoporsi a cicli di chemio e radio terapia, ma Cate rifiuta, non vuole perdere il suo bambino e si affida alle cure e ad una prima operazione dello IEO (Istituto Europeo Oncologico) di Milano. Il 12 Febbraio 2013 nasce Giacomo e poco dopo Cate viene dichiarata guarita. Dopo qualche anno il tumore si ripresenta in forma più aggressiva. Jonata e Cate organizzano molti pellegrinaggi a Lourdes e a Medjugorje coinvolgendo altri ammalati e le loro famiglie. La sua forza diviene per tutti un esempio su come affrontare la malattia, con letizia e certezza di un bene grande: l'Amore di Dio. L'8 febbraio 2019 Caterina abbandona questa terra. Il giorno del suo funerale, la Basilica della Santissima Annunziata di Firenze è gremita di familiari, amici, conoscenti. La sua figura, continua a vivere nell'associazione nata suo nome ed è un punto di riferimento per migliaia di persone in tutta Italia e non solo.
Dieci esperienze, tutte differenti fra loro; quattro interviste a esperti con studi e competenze diversificati; una riflessione sul rapporto fra la Chiesa e una parte della comunità LGBTQ+. Ecco gli elementi chiave di questo libro, che non si limita a fare il punto della situazione, riportandone gli snodi giuridici, scientifici e teologici, ma indaga le problematiche e le incertezze dell'accoglienza pastorale verso le persone transessuali; invita a interrogarsi - come credenti, comunità e semplici cittadini - sulla necessità di approfondire esperienze e conoscenze senza pregiudizi, di mettere a fuoco prospettive altre, di rifiutare ricette preconfezionate a proposito di temi decisivi come la sessualità, l'orientamento sessuale, l'identità sessuale e quella di genere.
Don Valentino Gambi (1913-2002), direttore delle Edizioni Paoline – le attuali Edizioni San Paolo – per oltre un trentennio (1952-1983), emerge dai suoi scritti come un vero e proprio editore di Dio, esperto in fatto di editoria cattolica e laica, nell’insieme e nei dettagli: nel suo discorso si presenta molto competente nel campo, per quanto riguarda la gestione in genere, i compiti, la tecnica, le scelte, le dinamiche di mercato, le attese del pubblico, la produzione, gli strumenti di diffusione. In questo ultimo ambito è particolarmente dettagliato e puntuale. L’“arte” del libraio, per esempio – egli sostiene –, richiede «particolari doti, non acquisibili scolasticamente se madre natura e un sincero spirito apostolico non le abbiano provvedute; doti mnemoniche, di fantasia associativa, di intuito psicologico, di suadenza, di discrezione, di misura, di umiltà, di aristocratica gentilezza, di pazienza, tanto difficili a trovarsi in una stessa persona!…».
Valentino Gambi, nato a Lozzo Veddasca (VA) nel 1913, entrato nella Pia Società San Paolo di Alba all’età di 12 anni, ordinato sacerdote nel 1937, dottore in Letteratura italiana nel 1942, fu direttore dal 1952 al 1983 delle Edizioni Paoline, le attuali Edizioni San Paolo. Morì a Roma il 25 gennaio del 2002.
Angelo De Simone è membro della Società San Paolo dal 1955, sacerdote dal 1970 e dottore in teologia dal 1977 (tesi: “La pastorale catechetica nel pensiero e nell’azione di don Giacomo Alberione”). Viceparroco negli anni 1972-1975, assistente scout per oltre un decennio, scrittore su tematiche che riguardano la catechesi e la spiritualità dei ragazzi, dei giovani, della famiglia, dei mass media, attualmente è redattore delle Edizioni San Paolo e collaboratore della rivista catechistica “Via Verità e Vita”. Ha pubblicato tra le altre opere: Come Francesco (1982), Gli uccellini sono fatti per volare (1988), Guida alla Liturgia delle Ore (1997), Bella la vita in tutte le stagioni (2002).
Dal primo capitolo del libro della Genesi agli ultimi versetti del libro dell'Apocalisse, la Bibbia è piena di immagini di donna. Poiché le donne ai tempi biblici erano subordinate agli uomini, i ritratti delle donne che emergono con più forza sono quelli di chi mostra un coraggio inusuale nell'andare oltre i ruoli convenzionali. Basti solo menzionare l'eroismo delle donne nei racconti della passione: le donne hanno seguito Gesù fin presso la croce e sofferto al suo fianco, hanno accompagnato il suo cadavere alla tomba e preparato gli unguenti per imbalsamarlo, sono state discepole e testimoni della crocifissione e prime testimoni della risurrezione. Da Sara a Rebecca, da Rut a Betsabea, senza dimenticare naturalmente Maria, Anna e Maria di Magdala, un ritratto - firmato da due donne - delle più importanti figure femminili presenti nelle Scritture.
Il 5 febbraio 2006 don Andrea Santoro era raccolto in preghiera nella sua chiesa a Trabzon, in Turchia, quando un uomo, alle spalle, gli puntò una pistola sparandogli due colpi. Come era finito in quel luogo uno stimato parroco romano? Cosa aveva spinto un sacerdote preparato e amato dalla sua gente a trasferirsi in Anatolia per svolgere un ministero di frontiera? Quale messaggio voleva dare o cosa intendeva costruire? A tutte queste e ad altre domande risponde il presente volume, che racconta la storia di don Andrea avvalendosi per la prima volta del carteggio personale, delle fonti pastorali, del diario privato, della preziosa testimonianza dei familiari e di coloro che gli sono stati vicino. Per tanti aspetti, come ben evidenzia l'autore, quella di don Andrea è la storia di un uomo e di un sacerdote alle prese con una personalità ricca, ma a tratti insoddisfatta, che dopo un lungo itinerario, geografico e interiore, incontra il Dio inerme, quel Dio che, come Gesù a Nazareth, vive accanto a ciascuno degli uomini prima di svelare la sua presenza. Di questo Dio don Andrea ha voluto essere testimone fino al dono della sua vita.
Dobbiamo al vostro Fondatore, al caro e venerato Don Giacomo Alberione, la costruzione del vostro monumentale Istituto.
Nel nome di Cristo, noi lo ringraziamo e lo benediciamo. Eccolo: umile, silenzioso, instancabile, sempre raccolto nei suoi pensieri, che corrono dalla preghiera all’opera (secondo la formula tradizionale: “ora et labora”), sempre intento a scrutare i “segni dei tempi”, cioé le più geniali forme di arrivare alle anime, il nostro Don Alberione ha dato alla Chiesa nuovi strumenti per esprimersi, nuovi mezzi per dare vigore e ampiezza al suo apostolato, nuova capacità e nuova coscienza della validità e della possibilità della sua missione nel mondo moderno e con mezzi moderni.
Lasci, caro Don Alberione, che il Papa goda di cotesta lunga, fedele e indefessa fatica e dei frutti da essa prodotti a gloria di Dio e al bene della Chiesa; lasci che i suoi figli godano con Noi e che oggi le esprimano la loro affezione e la loro promessa di perseverare nell’opera intrapresa. (Paolo VI)
Domenico Agasso vive a San Bernardo di Carmagnola (Torino) dove è nato il 13 febbraio 1921, giornalista dal 1950. È stato redattore capo di Famiglia Cristiana e direttore del settimanale Epoca e del Nostro Tempo. Ha seguito tutti i viaggi di Paolo VI pellegrino per il mondo. Come storico ha curato in 8 volumi la Storia d’Italia (Mondadori, 1978) e Mi chiamerò Giovanni (Mondadori, 1978). Per le Edizioni Paoline: Le chiavi pesanti (1979); L’ultimo Papa santo: Pio X (1985); Don Bosco (1988); Michele Pellegrino (1989); Tecla: antenna della “buona notizia” (1993). Da oltre trent’anni collabora a Famiglia Cristiana, il Giornalino, Jesus, Vita Pastorale.
È la narrazione di un dolore che provoca, che non lascia in pace, che mette in discussione certezze e convinzioni, che chiede di abbandonare ogni comoda neutralità; è il dolore degli innocenti, ma anche di chi si è reso responsabile di morti e violenza e vive tormentato da sensi di colpa. Marcello Cozzi racconta anni di percorsi, incontri e colloqui con chi si porta sulla pelle le cicatrici e le ferite ancora aperte della violenza subita ma anche di quella di cui si è stati artefici: dal caso Elisa Claps, la ragazza sedicenne ritrovata cadavere nel sottotetto di una chiesa a Potenza, alle confidenze di Giovanni Brusca, l'autore della strage di Capaci; da Andrea, Sara e Angelina, vittime della criminalità mafiosa, a Rahama, Becky e tanti e tante che come loro sono vittime della tratta degli esseri umani. Un racconto fatto "con il vangelo in mano" che permette di comprendere meglio che il Dio dell'umanità sofferente è fragile e inerme, ma che non teme di lasciare la sacralità dei propri spazi pur di sporcarsi le mani con il dolore e la fatica degli uomini.
"Il segreto di suor Maria Raffaella mi sembra espresso in modo chiaro da lei stessa: 'Mi sento profondamente felice perché mi sono resa disponibile per sempre. In questo consiste la mia felicità, che poi è fatta di spine e di pene, ma sono disponibile'. Il suo ingresso nel monastero della Visitazione a Genova-Quinto con altre sue sorelle, la successiva uscita per ragioni di salute, le cure pazienti, l'accoglienza tra le suore di Maria Santissima Consolatrice, i diversi servizi ai quali l'obbedienza la destinava, la dolorosa malattia, tutto era accolto e vissuto con la disponibilità del cuore. Si parla del sorriso di quest'anima in ogni circostanza, tanto da essere indicata come 'suor Sorriso'. Può sembrare poetico e oleografico. In realtà era un sorriso tutt'altro che evanescente e facile: era frutto di una lotta ardua contro i morsi impietosi della malattia o delle difficoltà". (Card. Angelo Bagnasco). La vita di Suor Maria Raffaella Marconcini, suora nella Congregazione di Maria Consolatrice.
La sua era una vita tranquilla: lo studio, la ragazza, gli amici, e la tesi di laurea da scrivere senza troppa fatica. Poi la prof. pronuncia un nome strano, mai sentito prima: Padre Michele Piccirillo, un nome che dà il via a un'incredibile avventura sulle tracce di un cercatore di pietre antiche. Un viaggio sorprendente tra figure misteriose, nuovi amici e fantasmi che emergono dal passato. Luca si ritrova a fare i conti con storie millenarie, dubbi, depistaggi, colpi di scena, e con un uomo che ha saputo unire scienza, passione e mistero.
Suor Michelina Renda (1909–1971), delle Ancelle Parrocchiali dello Spirito Santo, fondate da madre Giuditta Martelli, ha vissuto gli ultimi 28 anni della sua vita immobile in un letto tra indicibili sofferenze, di cui mai si è lamentata.
Quando la si sentiva cantare: «Morir d’amore o qual martirio santo», oppure: «Il mio penare è una chiavina d’oro, piccola sì, ma che apre un gran tesoro – è una croce, ma è la croce di Gesù – quando si fa la volontà di Dio», si sapeva bene che era il momento in cui i dolori si facevano per lei più atroci. Questa la realtà della sua vita. Ma lei cantava il suo FIAT a tutti, indicato nella frase che volle scritta perfino sulla porta della sua stanza: «Qui si fa la volontà di Dio». Quando si entrava nella sua stanza e le si chiedeva: «Madre Michelina, cosa dice?», la risposta, data con allegria, era: «Chi ama Dio è sempre felice».