Il Socrate di Olof Gigon (1912-1998) rappresenta un testo fondamentale per lo sviluppo della storiografia socratica. Esso ci pone di fronte alla seguente questione: che cosa si può veramente sapere sul Socrate storico e che cosa, invece, è da considerare letteratura socratica? Per rispondere a questa domanda Gigon chiama in causa tutte le fonti - non soltanto Platone e Senofonte, ma anche i cosiddetti "socratici minori": Antistene, Eschine, Aristippo, Euclide e Fedone. Attraverso l'analisi delle loro testimonianze l'autore mostra non solo che, a parte pochissime informazioni biografiche, sul Socrate storico non possiamo sapere nulla, ma anche che le dottrine che i suoi discepoli gli hanno fatto pronunciare nei loro scritti non possono essere ricondotte senza contraddizione ad un unico maestro - infatti, se si eliminasse dalle loro opere l'elemento letterario, si perderebbe anche il nesso con Socrate. Allora chi è e chi può essere Socrate per noi? Gigon lo definisce come un limite: non si può, né si può pretendere di sapere perché proprio lui sia diventato l'immagine del vero filosofo. Si deve tuttavia riconoscere che è stato un individuo unico e straordinario, che è diventato il protagonista di un importante genere letterario e che ha segnato l'inizio di un nuovo modo di concepire la filosofia.
Dopo il primo volume, dedicato a Israele e a come prese forma in simboli la sua esperienza sullo sfondo degli imperi cosmologici del vicino Oriente Antico, il secondo volume di Ordine e storia, un grande classico della filosofia politica, si rivolge all'area greca. Anche qui si attuò una rottura con la prospettiva cosmologica, grazie a un "salto nell'essere" in cui il mito fu oltrepassato nell'ordine trascendente-divino. Si trattò di un passaggio graduale, scandito dalla transizione dal mito alla filosofia. Esso prese avvio nell'epica omerica, con la creazione del mito olimpico e il risveglio della coscienza di un comune ordine egeo che poggiava su un passato minoico-miceneo. Proseguì con la Teogonia esiodea, in cui il materiale mitico, soprattutto omerico, venne riplasmato secondo un'intenzione speculativa. Approdò infine mediante l'anello intermedio dei "filosofi mistici" Senofane, Parmenide ed Eraclito - alla metafisica di Platone e Aristotele. Il termine di questa transizione trova espressione nella formula "Dio misura invisibile dell'uomo". Questo lungo percorso viene scandito da Voegelin in due volumi: il primo dei quali (quello presente) inizia dal remoto passato minoico e termina con i rivolgimenti dell'età della Sofistica.
Il "nostro metodo consueto" è un'espressione che Aristotele utilizza in un passo della Politica (I.1, 1252a17-20), per indicare la strategia che consiste nel suddividere un oggetto di studio composito fino agli elementi incomposti, per studiarne poi le combinazioni possibili. Su quale teoria si basa l'adozione di questo metodo? Si tratta davvero di un metodo consueto per Aristotele? Enrico Rini cerca di rispondere a queste domande a partire dall'analisi di alcuni luoghi del corpus aristotelico in cui l'uso della coppia concettuale tutto-parte assume un peso più rilevante. Non si tratta di una semplice elencazione di passi, quanto del tentativo di estrapolare da questi passi una teoria solo a tratti delineata esplicitamente da Aristotele: una "mereologia". Così facendo l'autore getta una luce nuova su alcuni problemi classici per gli interpreti di Aristotele: la trattazione del continuo, quella dei contrari e degli opposti in generale, la teoria della definizione d'essenza, l'approccio alla classificazione degli animali. La mereologia che emerge da questo studio ha anche un interesse intrinseco: si tratta infatti di una teoria non formale, a differenza della mereologia logica oggi prevalente, e dunque di una teoria sensibile ai diversi tipi di tutto e parte, con un ambito elettivo di applicazione in biologia.
I saggi riuniti in questo volume presentano, attraverso l'approccio filologico caratteristico del loro autore, il volto di alcuni pensatori cristiani del Seicento maturo e del primo Settecento. Sullo sfondo di un'Europa orgogliosa dei frutti della rivoluzione scientifica e delle scoperte geografiche, ma ferita dalla frantumazione della cristianità e in cerca di un'identità culturale che la esprimesse meglio della recente sintesi hobbesiana, emerge la figura del saggio e modesto Locke, difensore delle possibilità e dei limiti della ragione - "humana facultas", "candle of the Lord" - individuata come fondamento di una convivenza civile e fraterna tra uomini di fedi diverse. Agli studi lockiani (dalla giovanile edizione di testi tratti da un manoscritto della Lovelace Collection ai lavori presentati nei Colloqui Internazionali dell'Istituto per il Lessico Intellettuale Europeo del CNR) si affiancano gli studi su Robert Boyle, William Law e Samuel Clarke, che operarono oltre Manica, gli studi su Jean Le Clerc e Pierre Bayle, attivi in territorio olandese, e quelli sul cartesiano Jean-Robert Chouet che insegnò a Saumur e a Ginevra e su personaggi quali Pajon e Papin, a lui in vario modo legati. Unitamente a questi studi, che illustrano dibattiti caratteristici dell'età cartesiana, spinoziana e lockiana, e che contribuiscono a una più adeguata conoscenza dei rapporti tra aristotelismo e cartesianesimo in età moderna, viene riproposta l'edizione italiana della voce Revealed religion...
Il contributo di una quarantina di autori di fama internazionale confluito in questo volume in onore di Giovanni Reale, ciascuno con il suo tema e il suo punto di vista, dimostra quanto fosse efficace l'esempio di libertà di ricerca che Reale offriva alla comunità scientifica. Il fatto che i vari interventi siano per lo più concentrati su argomenti aristotelici e platonici riflette il medesimo percorso che ha seguito il Maestro, che tanto impegno ha profuso su questi temi fondamentali. I contributi sul pensiero cristiano, caratterizzanti le sue ultime opere, vedono proprio in esso e nello spirito della patristica l'esito del pensiero classico per effetto di una costante, ma sempre discreta, ispirazione apologetica. Infine la circostanza che tutti i contributori siano riuniti proprio in queste pagine dipende dalla inconfondibile e coinvolgente passione per la ricerca di Giovanni Reale, irresistibile dispensatore di entusiasmo.
Gli atti del convegno che sono presentati in questo volume restituiscono l'articolata indagine sul declinarsi nella società odierna del secolare rapporto tra le religioni, la libertà e il potere. Il tema della libertà religiosa, messo a tema in occasione del diciassettesimo centenario dell'Editto di Milano, si occupa di comprendere gli spazi d'espressione delle religioni nell'oggi, in relazione alle istituzioni pubbliche e alla cultura civile. In particolare il testo riflette sullo snodo del rapporto tra cristianesimo e libertà di credere, tra la ricerca personale e l'espressione della fede comunitaria, nell'ambito di una società plurale in cui la tematica è diventata cruciale non solo per le religioni ma per l'intera società.
Dopo più di due millenni, può la filosofia di Platone dire ancora una parola nuova al pensiero contemporaneo? Quale è il suo insegnamento oggi? Hans-Georg Gadamer (1900-2002), studiando per tutta la sua lunga vita il pensiero dell'Ateniese, ha tentato di coglierne, nei suoi numerosi studi, i tratti peculiari, muovendo dal neokantismo, passando attraverso le interpretazioni fenomenologiche heideggeriane, sino a entrare a contatto con la nuova interpretazione di Platone delle Scuole di Tubinga e di Milano. In questi molti stimoli, recepiti variamente, pare essere colta la stessa forza del pensiero platonico: il dialogo, l'apertura verso l'altro, la potenza del comprendere. Questo libro ricostruisce il pensiero di Platone nell'interpretazione di Gadamer, nell'intento di restituirne alla storia della filosofia una lettura organica. Attraverso una specifica esegesi della teoria delle idee e dell'Idea di Bene, dei dialoghi e delle 'dottrine non scritte', della metamatematica platonica e dei concetti di numero, eidos, idea, logos, methexis, si ripercorre, da un lato, la storia dell'interpretazione di Platone del Novecento, dall'altro, si mette in moto quel circolo ermeneutico per il quale, contro ogni sofistica, non si confonde l'essere con il mezzo e il mezzo con l'essere, ma si scorge nel logos l'accadere dell'essere.
Questo libro presenta un itinerario di riflessione in cui il tema della cura diventa l'occasione per ripensare la condizione umana che fa da sfondo e anche da fondamento dell'agire medico contemporaneo. Dalla raffigurazione della morte di Socrate, con cui Platone ci consegna la relazione di cura come philia, passando attraverso il mito heideggeriano di cura, la foucaultiana 'cura di sé', ma anche, più in filigrana, la pecora malaticcia e il mito della 'grande salute' nietzscheani, il testo di Alessandra Papa pone a tema il corpo vulnerabile come paradigma delle relazioni e primo valore della persona, sempre esposta al fraintendimento, all'abbandono o all'incomprensione. Nel dialogo con i temi dell'ethics of care e con le sollecitazioni sviluppate nei Disability Studies, il testo propone una rilettura dei limiti procedurali e formali con cui la medicina oggi guarda alla figura del paziente, e cioè, in ultima analisi, dell'uomo, di cui dovrebbe essere la custode. Grazie a una comprensione filosofica dell'azione di cura, descritta anzitutto come impegno nei suoi aspetti etico-sociali, ma anche politici, si auspica che la medicina, rifondata ontologicamente, e con gli strumenti che la filosofia le mette a disposizione, possa finalmente giungere alla costruzione teoretica di modelli relazionali efficaci che non sacrifichino la persona umana di volta in volta al principio normativo, o a un modello di comprensione empirico-naturalista, o matematico.
Gilles Deleuze (1925-1995) è un pensatore che ha fortemente inciso sul rinnovamento della filosofia nella Francia della seconda metà del secolo scorso. Le sue idee conoscono oggi una ripresa di interesse in vaste aree della filosofia mondiale. Tra le tematiche che destano attenzione spicca il rapporto tra l'estetica e l'etica, attraverso il quale Deleuze propone il ripensamento critico della struttura originariamente pratica della soggettività e una diversa tematizzazione dell'ontologia.
Il tema del bene comune è oggi tanto presente in una società che, a rischio di frammentazione, ne percepisce pur confusamente la necessità, quanto teoricamente indicibile da parte della filosofia politica, influenzata da eredità socialiste e da prospettive individualiste liberali. Di qui la necessità, per una riproposizione del tema, di una approfondita calibratura che tenga conto delle istanze presenti nel pensiero moderno e contemporaneo e delle ragioni ereditate dalla tradizione classica. È nato con questi interrogativi un lavoro seminariale fra docenti di diverse università italiane che, in questo volume, affrontano il tema del bene comune da diverse prospettive e con diverse sensibilità e competenze. In particolare, tre prospettive complementari offrono una gamma interessante di significati del bene comune: i fondamenti teorici dell'idea nello sfondo della sua lunga storia e della sua crisi; l'esperienza che del bene comune si ha in modo anche atematico nel vivere associato; gli ambiti della cultura civile in cui la questione del bene comune ha un forte rilievo, quali sono l'ambito economico, quello religioso pubblico, quello dei diritti umani, quello delle utopie tecnologiche.
Il secolo scorso ha variamente proclamato la fine della filosofia in quanto metafisica. Nel nuovo millennio si indovinano, a livello istituzionale, sintomi di una sempre più conclamata obsolescenza degli studi umanistici, e quindi della filosofia intesa come disciplina accademica ed esercizio puramente intellettuale. Eppure, nel gesto ampio di questo transito epocale, trovarsi di fronte ai testi antichi può essere occasione di esperienze sorprendenti. Vale a dire, avvicinarsi al testo nella sua materialità impervia, nell'effetto straniante della sua opacità, nella sua refrattarietà alla risoluzione interpretativa o manualistica, può liberare risorse inattese per il pensiero, mettere a fuoco domande che non hanno cessato di riguardarci - che interrogano l'umano, le sue vicende e possibili configurazioni, le scelte, i percorsi, l'ipotesi della felicità. Incontrare l'antico (Aristotele, per esempio) in questo modo implica coltivare l'intimità con ciò che ancora ci elude. Allora diagnosticare la fine, intravedere altri inizi, non significa superare, passare oltre, né ancora andare altrove. L'origine ci scruta enigmatica. Il suo mistero inconsumato ci sta davanti. Lungi dal comportare una deposizione o un ritorno, lo sguardo volto al passato si espone a ciò che nel passato resta impensato, inaudito. Forse è proprio cogliendo l'antico nel suo carattere insondabile che si vi può intravedere la possibilità inespressa: nella fine, in seme, il compito del pensiero a venire.
Il volume presenta al lettore italiano il pensiero del teologo anglicano John Milbank (Londra, 1952), fondatore del movimento teologico Radical Orthodoxy. Critico del pensiero secolare 'inventato' nel corso della modernità occidentale e sviluppato in senso nichilistico dall'attuale pensiero postmoderno, Milbank mostra come la fecondità dell'intelligenza della fede cristiana possa chiarire molti dei nodi determinanti l'attuale decadenza culturale e sociale. Egli propone di pensare la condizione attuale come un tempo opportuno per rilanciare il Cristianesimo come risposta alle conseguenze disgregatrici e violente prodotte dalla modernità sorta da alcune premesse infelici originate dalla stessa teologia tardo-medievale. Un esempio adatto a illustrare quest'analisi del decorso del pensiero occidentale è costituito dall'interpretazione del tema della donazione, sia rispetto all'odierno dominio dello scambio mercantile, sia quanto alle più significative teorie filosofiche sul dono. Dalla brillante e profonda analisi milbankiana emerge un'alternativa ecclesiale e sociale all'attuale plesso liberal-capitalistico che, sotto il nome di socialismo per grazia, apre la riflessione al di là degli steccati imposti dal pensiero unico. Prefazione di PierAngelo Sequeri.