"Non sappiamo quando sia nato né come abbia vissuto gli anni della giovinezza. Lo incontriamo già adulto, lungo le rive del Lago di Genesaret mentre sistema, col fratello Andrea, la barca e le reti. È nato a Betsaida Simon Pietro, figlio di Giona, un pescatore come tanti, un uomo per nulla fuori dal comune, un padre di famiglia, sposato e, secondo la tradizione, con una figlia...". Così inizia la storia di Simone, figlio di Giona, l'uomo scelto da Gesù Cristo come primo capo della sua Chiesa. Questo bel libretto illustrato ne narra la vicenda sulla base delle fonti bibliche (Vangeli e Atti degli Apostoli), scavando nella mente e nel cuore di quest'uomo rude e generoso per metterne in risalto la fede incrollabile nel Figlio di Dio.
Fara, nata dall'infelice matrimonio tra Arnon, principessa araba, e Antipa, figlio di Erode, appena sedicenne parte per la Galilea per uccidere il padre che aveva abbandonato e tradito la madre. Nel suo viaggio si imbatte prima in Giovanni Battista, poi in Simone, proprietario di alcune barche da pesca, turbato e colpito dai racconti sul «figlio del falegname». Una vita tranquilla quella di Simone, figlio di Giona, tutta dedita al lavoro di pescatore fino al giorno in cui sente parlare di Gesù, che da qualche tempo percorreva le strade della Galilea richiamando folle sempre più numerose e compiendo guarigioni miracolose. Simone, che già da giovane si era allontanato dalla pratica religiosa, resta incredulo, ma una insolita inquietudine lo porta a mettersi sulle tracce del «figlio del falegname» per smascherarlo. Quando si trova di fronte a lui, però, deve riconoscere che «c'era proprio qualcosa di strano in quell'uomo». Da quel momento il centro del suo interesse non è più la pesca, ma proprio «quell'uomo» che inizia a seguire e a servire. Una mattina, mentre è sulla barca, si sente chiamare per nome: «Simone». Douglas cattura il lettore attraverso uno straordinario intreccio di personaggi e avvenimenti, alcuni dei quali si ritrovano nel grande romanzo La tunica, sulla figura di Cristo. Così facendo l'autore rende partecipi di ciò che ha portato i primi cristiani a credere in Gesù, l'esperienza di una umanità mai vista prima, che parlava a ciascuno singolarmente e faceva domandare: «Cos'è mai che rende quest'uomo diverso da tutti gli altri?».
Un nuovo libro su Pietro e Paolo? Non esattamente. È piuttosto un mettere faccia a faccia i due apostoli: l'uno, Simon Pietro il galileo, chiamato da Gesù Kefàs, Cefa, cioè "Pietra", "Roccia", e l'altro, l'ebreo di Tarso di nome Saul, diventato poi Paolo, dal latino Paulus, cioè "piccolo". Le domande che ci poniamo sono queste: Pietro e Paolo si sono conosciuti? Si sono mai incontrati? E dove? Che cosa dicono l'uno dell'altro? E come vengono presentati insieme nelle prime fonti letterarie? È attendibile la tradizione secondo la quale tutti e due avrebbero subìto il martirio a Roma? I luoghi di culto, dove si ritiene siano conservate le loro tombe, o ciò che resta delle loro reliquie, - sotto la Basilica di San Pietro in Vaticano e nella Basilica di San Paolo fuori le mura - hanno una qualche garanzia di veridicità storica? Che cosa dire di quella storiografia che ha presentato i due apostoli come contrapposti corifei di due visioni antitetiche del cristianesimo, una giudaizzante e legalista (Pietro), e l'altra libera dalla Legge e universalistica (Paolo)? Questo studio non intende affrontare questioni che sono tra le più complesse e impegnative della Chiesa antica, ma solo ripercorrere i testi letterari che ricoprono quell'arco di tempo abbastanza lungo che va dalla "conversione" di Saulo/Paolo (33 ca d.C.) fino a Ireneo di Lione (200 ca), l'ultimo che poteva ancora dire di aver conosciuto un testimone dell'epoca apostolica. In questo modo l'autore intende dare il suo contributo alla conoscenza, sempre affascinante, del primo cristianesimo.
La riflessione che Martini propone è un vero e proprio viaggio verso l’interiorità, un cammino tutt’altro che facile. Da un lato c’è quel che noi diciamo di noi stessi; dall’altro quello che gli altri capiscono e dicono di noi; su un versante ancora più impervio, infine, c’è tutto quello che né noi né gli altri sappiamo di noi stessi. La sfida di andare a fondo nell’esplorazione di questi tre fronti non deve trovarci impreparati. Occorre anzi affrontarla con coraggio. Del resto, ogni esplorazione dell’interiorità è una porta di accesso alla chiamata che Dio ci rivolge, ed è al contempo «l’altra faccia della nostra conoscenza di Dio». Dio ci chiama «per dirci il nostro nome, la nostra identità in un incontro personale, irripetibile, singolarissimo, che trasforma la nostra esistenza in maniera assolutamente insperata e imprevedibile». In questo, anche in questo, la via di Pietro è il simbolo di ogni cammino dell’umanità verso il Regno, di ogni pellegrinaggio verso la casa del Padre.
Su Simone "lo Zelota", uno dei Dodici, i testi sacri tramandano un assoluto silenzio. La tradizione più accreditata riferisce che Simone annunciò il Vangelo in Persia e in Armenia (insieme a Giuda Taddeo, un altro apostolo), dove subì il martirio. Partendo da questi pochi dati, il libretto offre un racconto che si incastona armonicamente nella narrazione evangelica.
Chi non subisce il fascino di una sequela totale di Cristo? È il fascino dei santi che la Chiesa non si stanca mai di guardare, né di mostrare come testimonianza, come prova, che è possibile seguire Gesù Cristo con tutto noi stessi. Questo volume ripercorre la vita del Principe degli apostoli e fondatore della Chiesa Simone chiamato Pietro. L'autore si immedesima nella Vita di Pietro raccontandone i passaggi salienti come se fosse lui a viverli in prima persona. Un approfondimento e uno strumento per cogliere appieno la figura di Pietro.
IL MIO NOME È PIETRO è una pièce teatrale scritta da Giampiero Pizzol, che Mimep-Docete pubblica in versione integrale. In un magistrale monologo teatrale l’apostolo Pietro rivive la sua eccezionale amicizia con Gesù, dal cambiamento del nome ai miracoli nella vita quotidiana fino al tradimento e al pentimento.
L’attore Pietro Sarubbi descrive il suo percorso di ripresa di coscienza di fede dalla partecipazione al film di Mel Gibson “La passione di Cristo”, impersonando Barabba. Quando per la prima volta, i suoi occhi incontrano quelli dell’attore che interpreta Gesù, questo sguardo lo tocco profondamente invitandolo a cambiare la propria vita:
“... guardo questo sconosciuto che muore al posto mio, guardo Gesù come probabilmente lo ha guardato Barabba. Lo guardo con sprezzo e distacco, lo guardo come un assassino appena liberato guarderebbe il poveraccio sconosciuto che va a morire a causa sua. Negli occhi dell’Uomo che sta morendo per me non ci sono odio né rancore. Sono colpito dalla profondità del suo sguardo. Non è uno sguardo feroce ma dolce e misericordioso, quasi di preoccupazione per me e per la mia condizione, ed accade un cosa unica nel suo genere e nella sua imprevedibilità: mi perdo in quello sguardo, nello sguardo di Gesù, rimango forse un minuto con gli occhi dentro quello sguardo.”
Dopo l’interpretazione del personaggio di Barabba, Pietro Sarubbi è continuamente invitato a serate sia di recitazione che di testimonianza.
Biografia semplice di Pietro, universalmente riconosciuto come il capo degli Apostoli e il primo vescovo di Roma e con Paolo, il grande diffusore del cristianesimo nel mondo.
Uno studio puntuale e completo sul primo discepolo di Gesù Cristo: una ricostruzione rispettosa delle fonti e fedele al metodo storico-critico, una vera e propria monografia su Simon Pietro.
L’Autore, notissimo biblista, ricostruisce la storia personale dell’apostolo, illustrandone il significato per la chiesa di ieri e per quella di oggi.
Dalla quarta di copertina:
L’opera di Rudolf Pesch è una vera monografia di Simon Pietro, ne ricostruisce la storia personale di apostolo e guida di comunità cristiane e il significato per l’intera chiesa. La stessa scelta di unire, nel titolo, i due nomi indica la svolta avvenuta nella sua persona, sottolineando allo stesso tempo la dimensione storica e la funzione nell’orizzonte della fede.
In analogia con la ricerca esegetica e teologica sul Gesù della storia e il Cristo della fede, anche a proposito di Pietro la ricostruzione del suo percorso è fondata su una minuziosa analisi dei pochi dati storici disponibili e di tutti i passi che lo riguardano nelle fonti antiche, per mostrare come le due dimensioni, storia e fede, per quanto distinte non possono però essere separate. Una ricostruzione rispettosa delle fonti e fedele al metodo storico-critico, che si pone come obiettivo non la discussione teologica dell’ufficio petrino, ma una ‘biografia di Pietro’, in grado di fare luce anche sulle molte ‘immagini di Pietro’ che hanno influito sulla storia della chiesa e continuano a influire nelle discussioni attuali. Uno studio puntuale e completo sul primo discepolo di Gesù Cristo.
È una "storia" di Simone, figlio di Giovanni (bar Iona, in aramaico), come l'autore l'ha immaginata, al margine dei Vangeli: un racconto sereno, quasi contemplativo, dell'avventura umana di Pietro accanto al Maestro di Nazareth, dalla curiosità e noia della prima conoscenza, del primo approccio, allo sgomento e alla pavida fuga dopo l'arresto e la condanna di lui. Via via, nel corso della narrazione, si incontrano i dubbi, il travaglio interiore, gli entusiasmi, le speranze e le delusioni del pescatore, sedotto dall'inquietante amicizia che lo rende partecipe e dalla tentazione ricorrente di mollare, di tornare "a quell'amore modesto e tormentato di tutti i giorni" che provava per la moglie Anna e per la figlia Sara, gravemente handicappata, e al suo povero e deludente lavoro. "Quanti giorni sono passati, quanti momenti di gioia, di speranza e di sgomento. Quanti bastano perché un uomo ritorni ad essere un uomo, preda dell'esaltazione e del dubbio, perché la paura, che credeva per sempre sconfitta, lo riafferri e lo torca e gli ricordi che nessuno può guarirlo se egli stesso non crederà di poterlo fare."
Una lettura assai illuminante dei testi evangelici sulla persona di Pietro, l'apostolo tipo e il primo dei discepoli.