Le ricerche cristologiche di Marcello Bordoni, nel solco della Tradizione ecclesiale, si sviluppano intorno alla centralità della storia di Gesù di Nazaret: nella relazione unica tra l'uomo Gesù e il Padre, quale esperienza nello Spirito-Amore, si scorge la sua identità di Figlio di Dio incarnato. Mediante questa interpretazione relazionale-trinitaria dell'unione ipostatica e la corretta lettura della metafisica tommasiana, Bordoni consegna all'odierna cristologia sistematica importanti prospettive. Come nella persona del Verbo incarnato è possibile rifondare metafisicamente il rapporto tra essere e amore, così il Verbo incarnato, nella sua identità di persona filiale, rivela all'uomo la sua vocazione di persona.
Giuseppe Rizzi (1986) presbitero dell'Arcidiocesi di Trani-Barletta-Bisceglie, ha conseguito la Licenza in Teologia, con specializzazione in Cristologia, alla Pontificia Università Lateranense (2014). Nel 2021 ha conseguito il Dottorato in Teologia presso la medesima Università Pontificia. Attualmente svolge il suo ministero come parroco.
Prima edizione a livello mondiale con testo critico latino e traduzione a fronte. "Il cielo e il mondo" è un'opera cosmologica di Aristotele. Tommaso redige il suo Commento nel 1272-1273. Chissà come cadeva il mondo negli occhi di Aristotele? La domanda potrebbe risultare una curiosità oziosa. Ma, in realtà, chiedersi come appare il mondo agli occhi di una intelligenza raffinatissima, che tuttavia non ha strumenti raffinatissimi come il telescopio, il microscopio, il sonar ecc., non è del tutto inutile. L'uomo comune, come ciascuno di noi, non possiede altro che i propri sensi e la propria intelligenza per conoscere ciò che accade in natura: come si fa a districarsi tra i fenomeni, per così dire, "a mani nude"? Certo, il più delle volete, le "ipotesi" che Aristotele formula sono per noi delle fantasie. Ma anche il "Big Bang" è una fantasia... chi l'ha mai visto? Lo si ipotizza e lo si richiama con un nome di fantasia. Quello che cambia è la possibilità di controllo delle ipotesi. Per questo occorre mettersi alla scuola di un grande commentatore di Aristotele, come Tommaso d'Aquino. Anche Tommaso non aveva certo gli strumenti più adatti, ma sapeva come affrontare con il rigore dovuto il caso considerato. «Non è necessario che siano vere quelle ipotesi che hanno elaborato [gli antichi astronomi]: infatti benché fatte queste supposizioni si salvino i fenomeni che appaiono, tuttavia non bisogna dire che tali supposizioni siano vere, perché forse con un altro sistema non ancora intuito dagli uomini, si salva ciò che appare riguardo alle stelle». Insomma, la lettura del Commento di Tommaso al "De Caelo et mundo" non è per imparare come va il mondo, ma per imparare a considerare il nostro modo di considerare. Il testo critico latino è della Commissione Leonina. quello consolidato dalla tradizione manoscritta. Introduzione di Alberto Strumia.
Ogni domenica a messa noi professiamo la nostra fede e affermiamo che Gesù Cristo è «asceso al cielo e siede alla destra del Padre». Queste pagine si propongono di condurre per mano il lettore per scoprire cosa significhi l'ascensione di Gesù e il suo sedersi alla destra del padre. E anche cosa significhi per noi. Perché noi siamo membra del Corpo di cui Cristo è il capo, formando un unico Corpo. Nell'indagare tutto ciò è stata scelta come guida Tommaso d'Aquino, sapiente teologo domenicano, che ha scrutato questi misteri e ci ha lasciato profonde riflessioni. Per poter apprezzare il suo pensiero, sono anche state analizzate e presentate le fonti su cui esso si fonda e le riprese che esso ha avuto nei secoli successivi. Il quadro che ne risulta è completo e interessante per chiunque voglia approfondire la conoscenza di questi misteri di Cristo e dell'uomo.
Come si chiamano, quali sono i loro compiti, chi sono gli angeli speciali che vivono tra noi? Si possono avvertire le presenze dei custodi del nostro quotidiano vivere?
Note sull'autore
Marcello Stanzione è nato a Salerno il 20 marzo 1963 ed è stato ordinato sacerdote nel 1990. Nel 2002 ha rifondato l’Associazione Cattolica Milizia di San Michele Arcangelo (www.miliziadisanmichelearcangelo.org) per la retta diffusione della devozione cattolica ai santi angeli. Ha scritto oltre 300 libri sugli angeli e su tematiche affini di spiritualità cattolica per 30 diverse case editrici europee e americane, sia cattoliche sia laiche. I suoi libri sono stati tradotti in polacco, tedesco, sloveno, portoghese, francese, spagnolo e inglese. Don Stanzione è disponibile a tenere conferenze su temi di angelologia, mariologia e agiografia.
Il lavoro inedito di Michael Johannes Marmann (1937-2019), dal titolo Praeambula ad gratiam. Ideengeschichtliche Untersuchung über die Entstehung des Axioms gratia praesupponit naturam del 1974, viene scoperto da Simone Billeci durante gli anni del dottorato. Su suggerimento di Joseph Ratzinger, di cui Billeci è studioso, egli viene a conoscenza del suddetto lavoro. Si tratta, in sostanza, di una tesi dottorale di cui Marmann fu l'autore e Ratzinger il direttore di tesi, negli anni in cui esercitò la docenza presso l'Università di Regensburg. Pubblicato già nella sua versione originale in lingua tedesca nel 2018, con la Prefazione del Card. Gerhard Ludwig Müller, se ne offre oggi la traduzione in lingua italiana.
È la prima edizione a livello mondiale che riporta il testo latino critico e la traduzione in una lingua moderna. È anche la prima traduzione italiana. Finora esisteva solo la traduzione francese senza però il testo latino. Super Isaiam è il primo commento di san Tommaso alla Scrittura da noi conosciuto. Ma più che un commento è una spiegazione letterale del testo: ad litteram. È una esegesi del senso letterale del testo, ma costellata da note o collationes ricchissime per l'approfondimento del senso spirituale o mistico. E forse è proprio questa la cosa che maggiormente impressiona il lettore. Si tratta di note "marginali" quanto alla redazione, ma "essenziali" quanto alla possibilità che offrono di interpretare l'animo speculativo e contemplativo del loro autore. L'abilità speculativa consiste nel saper cogliere il riflesso che le immagini bibliche offrono per approfondire o esprimere la profondità delle verità rivelate. L'intensità contemplativa consiste nella passione del predicatore che sa sfruttare la densità delle immagini perché la memoria s'arricchisca di preziosi richiami meditativi. Introduzione, Traduzione e Note di Giuseppe Barzaghi. Testo latino critico dell'Edizione Leonina.
La biografia della più importante e imponente opera teologica della cristianità medievale: la 'Summa theologiae' di Tommaso d'Aquino.
Nella sua Ystoria sancti Thomae de Aquino, Guglielmo di Tocco riferisce che in un momento della propria vita, l'Angelico Dottore ha definito palea (paglia) ciò che aveva scritto... Eppure, ciò che Tommaso ha definito 'paglia' ha nutrito in modo abbondante, esemplare ed efficace generazioni e generazioni di teologi, di filosofi, di ricercatori della verità; e può continuare a svolgere questo compito importante anche per la Chiesa e l'umanità del xii secolo... Questo libro è destinato a studiosi e studenti desiderosi di fare esperienza di alcuni aspetti dello straordinario spessore, nonché della bellezza del poliedrico pensiero di questo frate domenicano, innamorato del suo Signore, umile suo servitore, per il cui amore, come riferisce Guglielmo di Tocco, ha «studiato, vegliato, lavorato, predicato, insegnato».
La fede e la ragione sono un'opera di sintesi. Non si può trascurare la sintesi, cioè la riduzione all'essenziale. Cogliere l'essenza di una cosa o di un discorso non è male. Anzi è il bene più grande dell'intelligenza. E la sintesi è proprio questo bene. È efficacissima, perché è puntuale. È utilissima, perché porta con sé tutto. Il discorso di sintesi è un discorso minimo che contiene il massimo: dunque abbrevia la distanza. Dura poco e non pesa. Come il soffio. Infatti il soffio indica due effetti: la leggerezza e la velocità. La leggerezza è la fede e la velocità è la ragione. E questo minuscolo opuscolo di sintesi è leggerissimo, di veloce lettura e ti consente di portare nel taschino la Somma Teologica di Tommaso d'Aquino.
La Pontificia Accademia di San Tommaso d'Aquino propone un percorso selettivo nel tomismo novecentesco a partire da alcune opere maggiori che ne hanno segnato la storia. In conformità con lo spirito dell'Accademia, la cui missione è di unire gli sforzi degli studiosi per promuovere la conoscenza di san Tommaso e della tradizione tomista, diversi membri dell'Accademia presentano ciascuno un'opera che ha segnato la storia del tomismo e che conserva un autentico valore per la filosofia o la teologia contemporanee. Attraverso ventidue note, che si succedono secondo l'ordine cronologico della pubblicazione delle opere, questa raccolta permette di farsi una giusta idea dei temi e delle tesi caratteristiche del tomismo contemporaneo, di identificare le "scuole" dentro la Scuola e di riscoprire opere che non hanno perso nulla della loro attualità.
«Cosa ha scritto san Tommaso sul bello? La risposta a questa domanda sono i tre capitoli di questo libro. Infatti una prima risposta si ricava da tutti i lemmi che usa Tommaso per indicare il bello e che Tomagra fa girare attorno all’integrità, la proporzione e la chiarezza che a sua volta sottostanno alla Species, appunto come sinonimo di pulchrum; è necessario quindi partire dalle parole cardine che diventano la struttura del bello in san Tommaso.
AUTORE
Tomagra don Gaetano Sebastiano è nato a Scordia (CT) il 14/05/1974, dove vive ed opera. È stato ordinato Presbitero il 23/10/1999 nella Cattedrale di Caltagirone e, dopo diverse esperienze pastorali (fra le quali:Direttore dell’Ufficio Catechistico Diocesano e Segretario del Centro Regionale per la Catechesi), attualmente svolge il suo ministero come Parroco della parrocchia San Giuseppe di Scordia. Ha conseguito la “Licenza in Teologia”, con specializzazione in Catechetica, presso la Pontificia Studiorum Universitas Salesiana – Istituto Teologico “San Tommaso” di Messina, e la Laurea Magistrale in “Scienze Filosofiche” all’Università degli Studi di Catania. È anche docente di I.R.C. nella scuola secondaria di primo e secondo grado.
“Scrivere di San Tommaso d’Aquino è già una sfida da far tremare i polsi, figurarsi, poi, farlo rivolgendosi ad un pubblico di bambini. Eppure noi abbiamo osato intraprendere questa avventura pensando che, sfruttando una serie di passaggi quanto meno pittoreschi della vita di San Tommaso, avremmo potuto tentare di introdurre qualche piccolo lettore alla conoscenza di questo gigante della Chiesa e del pensiero occidentale. Alcuni episodi necessiteranno una qualche ricerca per essere compresi, ma non mancherà al bambino lettore l’aiuto di un papà o una mamma, un nonno o una nonna, uno zio o una zia, un fratello o una sorella maggiore, un catechista, un adulto, insomma, di buona volontà, per capire cosa volevamo raccontare. In definitiva questo è proprio uno degli scopi che ci siamo date nel realizzare questi libri: offrire uno strumento per catturare la reciproca attenzione dei bambini e degli adulti”.