Il rapporto fra Rivelazione, Tradizione e Scrittura è una questione complessa che ha attraversato i conflitti fra le varie confessioni cristiane riguardo l'interpretazione della Bibbia, dei simboli e delle pratiche della fede. All'interno del volume tre teologi dialogano intorno al tema in una sorta di scambio evangelico di doni. Dal punto di vista cattolico, Sergio Gaburro recupera la prospettiva di Dei Verbum del Concilio Vaticano II per affermare che fra Tradizione e Scrittura esiste un rapporto di mutua interdipendenza. Eric Noffke mette a fuoco il primato assoluto della Scrittura nella prospettiva evangelica, affidando alla Chiesa il ruolo di discepola in ascolto. Infine, l'ortodosso Petros Vassiliadis affronta l'unità viva di Scrittura e Tradizione, dove un ruolo speciale è svolto dall'azione dello Spirito Santo.
La Bibbia è al centro della cultura occidentale: per le due fedi che la considerano sacra è il fondamento della loro religione, l'autorità su cosa credere e come vivere la parola di Dio. Per i non credenti è invece una delle grandi opere della letteratura mondiale, intrecciata in modo decisivo alla nostra lingua e al nostro modo di pensare. Questo libro dimostra però che la Bibbia non è il testo fsso e monolitico che viene spesso percepito, ma il risultato di un lungo e avvincente processo evolutivo lungo secoli: dagli inizi remoti fno ad oggi, John Barton descrive come e quando sono stati scritti i racconti, le leggi, i proverbi, le profezie, le poesie e le lettere che la compongono, cosa sappiamo - e cosa non potremmo mai sapere - dei loro autori e di cosa avrebbero voluto dire, getta nuova luce sui passaggi anche più familiari, esponendo non solo le fonti tradizionali ma anche il modo con cui scribi e studiosi li hanno riuniti e rimodellati. E districandosi lungo il processo attraverso il quale alcuni testi considerati santi divennero canonici mentre altri non vennero inclusi, invita ad allontanarsi da una lettura letterale del testo, impossibile da ricostruire con certezza, per concentrarsi invece sul signifcato più profondo che lo rende, per eccellenza, il Libro dei libri.
Com'è nata l'ideologia transumanista? Come si è passati dall'intenzione di migliorare le condizioni della vita umana al fantasticare su una natura umana radicalmente potenziata? Quella rappresentata dal transumanesimo è un'utopia realizzabile? Quali sono le sue basi intellettuali? Quali i pericoli insiti nell'impresa? Come riabilitare l'umanesimo oggi? Tre specialisti - un medico, un filosofo e un teologo - affrontano il tema da diverse prospettive, per rispondere alle domande poste oggi da questa tendenza sociale e culturale tanto decisiva quanto affascinante. Dopo aver contestualizzato il transumanesimo e avere decrittato i suoi fondamenti intellettuali, Folscheid, Lécu e de Malherbe sviluppano una proposta critica, che non manca però di sottolineare gli spunti positivi. Un'opera accessibile per conoscere e comprendere finalmente il transumanesimo, tema scottante di indubbia attualità che esige un saggio discernimento. Il transumanesimo chiama in causa la ragione filosofica, la ragione politica e la ragione teologica. Riconquistare ognuno di questi livelli aiuta a distinguere tra un uso buono e uno cattivo del "desiderio dell'uomo di superare l'uomo".
Solo a torto Hans Küng (1928-2021) potrebbe essere ridotto a "teologo ribelle" oppure a "contestatore del papa". Perché è stato precursore e visionario, ottenendo ascolto in settori come l'economia e la politica. È stato prete e pastore, abituato a porgere orecchio alle preoccupazioni di chi gli si rivolgeva in cerca d'aiuto. È stato uno dei pochi teologi conosciuti e rispettati anche da un pubblico laico e da rappresentanti di altre fedi religiose, in tutto il mondo. La sua emozionante biografia intellettuale non solo è stata plasmata da temi diversissimi, ma ha anche mostrato tante sfaccettature differenti. Lo spettro di argomenti coperti dalla sua opera teologica è semplicemente impressionante, così come il suo impegno indefesso per un rinnovamento della teologia, per la riforma della chiesa, per l'ecumenismo, per il dialogo interreligioso e per un'etica globale. Nei contributi di questo libro, amici, teologhe e teologi rendono omaggio dalle più diverse prospettive all'opera multiforme di Küng e mostrano l'importanza duratura del pensiero di questo autore d'eccezione. «Ho ricevuto in dono una vita ricca sotto tutti i punti di vista. Non sono "stanco della vita", bensì "pago della vita": così come, secondo la Bibbia, sono morti "sazi di giorni" sia Abramo e il re Davide, sia Giobbe» Hans Küng.
Una raccolta di meditazioni teologico-spirituali per riscoprire una figura di per sé sfuggente come san Giuseppe, e tuttavia "santo", ossia uomo in cui Dio opera, e di sommo rilievo, specie se si pensa che, dopo Maria, è il santo più importante per la Chiesa. Una varietà di voci attorno alla figura del Patrono della Chiesa universale, tracciando un percorso a tre fuochi: una lettura attenta e appassionata della Lettera apostolica di papa Francesco, Patris corde; una rassegna degli Inni liturgici, che sono come il fiore poetico e musicale della meditazione cristiana sulla figura di Giuseppe; infine, la presentazione del Santuario giuseppino di Milano, ancora in gran parte sconosciuto, con l'illustrazione di tre grandi e pregevolissime tele, veri e propri gioielli d'arte e di cultura cristiana custoditi nel Santuario, raffiguranti alcuni "misteri" della vita di san Giuseppe. Chiude il volume un'Appendice con tre omelie tenute nel Santuario in occasione delle tre liturgie principali dell'anno dove si fa memoria del santo.
Il falegname di Nazaret occupa un posto marginale all'interno del discorso teologico, a differenza di Maria. Eppure, anche Giuseppe riflette importanti istanze del nostro tempo, collegate sia al dibattito su identità, relazioni e funzioni dello stare al mondo come uomini e donne, sia al tema dell'abitare una chiesa composta di uomini e donne. Liberato da stereotipi agiografici e da finalità strettamente apologetiche, Giuseppe diviene emblema di una maschilità oggi più che mai in questione: cosa significa per un maschio sentirsi soggetto, persona? Cosa significa per lui condividere un cammino di relazioni sostanziali e generare insieme la vita? Cosa significa prendersi cura del mondo, nella pluralità delle possibili espressioni (politica, professione, impegno civile)? Questo libro avvia un percorso inedito, espressione del fecondo intreccio che la teologia intende stabilire con altri approcci culturali. Dischiude un insieme di "sguardi" - storico, biblico, sociologico, teologico, pastorale... - rivolti a san Giuseppe, figura di una maschilità che ci interroga. E propone un dialogo ideale tra studiose e studiosi che hanno accolto l'invito del papa: Ite ad Ioseph, «Andate da Giuseppe». Le loro risposte possono essere sorprendenti.
Ne mondo globalizzato acquistano una rilevanza sempre maggiore le problematiche etico-economiche. Per questo motivo Wilhelms e Wulsdorf si propongono di delineare il profilo di un'etica dell'economia, rivolgendosi a tutti coloro che si confrontano, sul piano sia teorico che pratico, con questioni morali in campo economico. Questo libro intende offrire un orientamento nella gestione dei processi di cambiamento e ottimizzazione, valorizzando le categorie centrali di valutazione in campo economico. L'accento viene posto su comunicazione, partecipazione, cooperazione e trasparenza, intesi come criteri etici orientativi che mirano alla diffusione della responsabilità e del bene comune a tutti i livelli dell'agire economico: al microlivello (il soggetto economico individuale), al mesolivello (l'attore economico aziendale) e al macrolivello (il sistema economico nazionale e globale). Una panoramica sul mondo degli affari, perché anche questo settore sostenga la nostra realizzazione come esseri umani.
Nell’epoca moderna, e soprattutto a partire dall’Illuminismo, riscontriamo una serie di tentativi sistematici tesi a mettere in discussione l’esistenza del diavolo. Anche alcuni teologi, prima i protestanti e poi i cattolici, hanno contribuito alla negazione della sua esistenza.
Notevole per la dottrina cristiana sulla demonologia è stato l’intervento di Paolo VI nel suo discorso del 15 novembre 1972: «Esce dal quadro dell’insegnamento biblico ed ecclesiastico chi si rifiuta di riconoscerla [la terribile, misteriosa e paurosa realtà del demonio] esistente, ovvero chi ne fa un principio a sé stante, non avente essa pure, come ogni creatura, origine da Dio; oppure la spiega come una pseudo-realtà, una personificazione concettuale e fantastica delle cause ignote dei nostri malanni».
Nella Bibbia non si parla del diavolo se non per annunciare la vittoria di Gesù su di lui a favore dell’intera umanità. Con ciò si rivela che il discorso su Satana non è e non deve essere una sorta di informazione, in sé inutile e dannosa, sul diavolo medesimo, bensì un approfondimento, riguardante il mistero dell’uomo e di Gesù.
In questo testo, don Marcello Stanzione, angelologo di fama internazionale, ci offre i profili di 30 mistici che nella loro esperienza cristiana hanno incontrato il demoniaco e lo hanno descritto nei particolari, a volte superando l’abisso delle più tormentose possessioni.
"Il profondo bisogno del magico spiega il successo di opere letterarie e cinematografiche come la saga di Harry Potter, che il giovane e promettente studioso di teologia Gianluca Bracalante ha voluto leggere e studiare con passione e competenza". (dalla Prefazione di Giuseppe Lorizio)"È un'originale, serio e affascinante tentativo di poter cogliere nel "fantasy" della saga di Harry Potter il "logos" dell'amore per il prossimo e della fede nel Dio che è Amore".(dalla Postfazione di Bruno Forte)
Questo volume raccoglie gli interventi degli specialisti intervenuti nel convegno tenutosi a Barcellona (novembre di 2019), presso l'«Ateneu sant Pacià» (AUSP). Rappresenta una buona opportunità per avvicinarsi nuovamente alla proposta missionaria di papa Francesco e per capire meglio come papa Francesco sia visto dai diversi continenti e da zone culturali diverse. L'obiettivo perseguito da queste pagine è stato quello di dare risposte alle domande più urgenti sul cristianesimo di oggi e, soprattutto, effettuare in modo definitivo una buona correlazione tra pastorale e teologia, nella convinzione che parlare di pastoralità della teologia, nel senso di una proposta della missione, ha bisogno di complementarietà tra queste due dimensioni. La vita e la fede, la riflessione e il discernimento, la pastorale e la teologia sono giunti a un punto di convergenza stimolante e necessario, che dona forza e credibilità alla missione di un popolo mosso dallo Spirito, un popolo che vive e manifesta la misericordia di Dio, un popolo che è presenza incarnata di Cristo nelle periferie della vita. La lettura di queste pagine aiuterà ad entrare nel mondo di un pensiero che non dimentica mai le persone con un desiderio centrato su Dio.
Il tema del vanto in Paolo è un tema generalmente disatteso dagli studi recenti. Esso ha goduto di singolare interesse fino al secolo scorso quale cifra sintetica dell'atteggiamento caratteristico del Giudeo ma anche di chiunque ostenti le proprie opere davanti a Dio per guadagnarne merito. A partire dall'indagine delle strategie intratestuali di Rm 1-5, la ricerca individua la funzionalità del lessico del vanto nel quale Paolo inscrive il profilo fondativo dell'identità credente. Il vanto giudaico è criticato non perché automeritorio o etnico, ma perché la giustizia di Dio rivelata nell'evento-Cristo implica uno statuto soteriologico dell'identità equiparato tra Giudei e Gentili, unicamente fondato sulla partecipazione alla fede di Gesù Cristo che nel vanto il credente dichiara.
Il volume indaga sul contributo che la narratività può offrire alla teologia morale. Le domande che accompagnano la riflessione sono le seguenti: quale relazione intercorre tra narratività e discernimento morale? Qual è la ricaduta della pratica narrativa sul discernimento morale? La prospettiva da cui sono considerate tali questioni è quella del pensiero filosofico di P. Ricoeur. Punto di approdo dell'intero percorso è l'individuazione di un metodo narrativo di discernimento.