Il cappuccino fra Francesco Neri, nella serie Creature, ci parla del Creatore. Lo fa da teologo, ma con la grazia e l'agilità di chi, per la profonda consonanza col mondo cappuccino, sa che parlare di cura del Creato senza parlare di Colui che tutto può non ha alcun senso. Neri ci mostra che Dio è "padre", è "nostro", è "pace", è "cortesia", è "luce", è "bellezza", è "gioia", è "letizia, è "un onnipotente che sorride". Gli attributi del Creatore consueti nel cristianesimo qui assumono una tonalità eminentemente francescana.
Il libro di don Guido e suor Tosca vuole introdurre alla somma arte della preghiera partendo dalle basi e senza sofisticate complicazioni. Un testo per tutti, dunque, strutturato con gradualità e cadenzato sulla progressione dell’intimità col mistero della Trinità e della comunione dei santi. Per leggerlo con profitto basta farsi portare passo passo nel luogo ove quest’arte si apprende, sostando sui singoli capitoli e tappe almeno qualche giorno, senza la cupidigia che vuol fare consumare tutto d’un fiato. Gli Autori ci fanno entrare in punta di piedi – ospiti desiderati e non intrusi – nella “bottega” dell’orazione ove c’è un solo Maestro, lo Spirito Santo, e molti compagni più avanzati che ci aiutano a progredire. Tra questi si è scelto di far conoscere al lettore il Beato Giacomo Alberione, un credente del XX secolo che ha fatto dell’orazione quotidiana la priorità esistenziale e temporale della vita apostolica: le sue preghiere – che uniscono mirabilmente il contenuto della retta fede a un affetto profondo e senza pietismi – forniscono lo spartito di base per personalizzare il proprio intimo e personale colloquio con Dio. Insegnare a pregare equivale a insegnare a stare al mondo. Significa aiutare a comprendere e amare in profondità questa nostra vita terrena; è pertanto un atto di carità smisurato.
Gesù è vitale come il respiro, inseparabile e vicino. Il tempo di Avvento è un invito a "respirare Cristo", tra visibile e invisibile, tra terra e cielo.
La vita spirituale coincide con il vivere come chiesa perché consiste nel vivere nell'unità dello Spirito dell'unico Signore
Come sempre con Antonietta Potente, le sue riflessioni non sono il frutto di introspezioni psicoanalitiche: nascono dall'esperienza esistenziale. Partendo da una conditio sine qua non: la capacità di stare soli, è una sollecitazione quasi «urgente» a guardarsi come si è, uscendo dal proprio io per poterlo fare adeguatamente. È quasi scrivere una sincera autobiografia, andando «oltre» la nostra stessa intimità. È questa la nostra rivelazione, il nostro contributo più vero all'umanità. Queste pagine aprono i nostri occhi su noi stessi, sulla nostra realtà perché possiamo così essere veri con noi stessi, con Dio e con la realtà in cui siamo immersi.
All'inizio di tutto, quando non c'era nulla se non quell'Inizio, c'erano l'amore, la gratuità, la comunione Tutti ci chiediamo: possiamo vivere assieme in questa epoca di individualismo assoluto? Quali relazioni stabilire? Da dove può nascere la speranza di una vita in comune? Quali sono le forze che possono purificare l'amore e renderlo costruttivo? L'autore di questo breve ma profondo libro ci aiuta a ricercare, in una visione antropologica e biblica, le radici della nostra convivenza su questa terra.
Qual è il misterioso ostacolo che rende impossibile ai cristiani essere cristiani? E perché, nonostante l'enorme profusione di sforzi, di impegni, di energie spesi per l'evangelizzazione, non succede niente? Perché i cristiani non sono interessanti per il mondo? A quasi 50 anni dalla prima uscita del libro, l'originalità e la freschezza della risposta offerta da Schmemann rimangono intatte. Schmemann afferma con decisione che proprio questo è il peccato originale: pensare a Dio in termini di religione, cioè opponendolo alla vita. Da qui nasce una mentalità che dà origine ad una doppia riduzione della fede cristiana. Da una parte ci sono coloro che credono che la nostra esistenza concreta non abbia niente a che vedere con la vita che Dio ci promette, se non come esercizio e prova per l'aldilà. Dall'altra ci sono coloro che credono che questa vita sia l'unica vita e che quindi tocchi a noi riempirla di significato e di felicità quanto più è possibile. Nell'uno e nell'altro caso, i cristiani rendono opaco il mondo, invece di trasformarlo in "vita in Dio". Con questa chiave di lettura, Schmemann ci offre una visione dei sacramenti radicata nella tradizione e allo stesso tempo profondamente nuova e attraente per l'uomo di oggi.
L'autore
Padre FRANCO STANO, CMF, sacerdote claretiano, attualmente lavora in Sicilia, a Palermo, dove, oltre che collaborare nella parrocchia cittadina Regina Pacis, è impegnato nel servizio della parola, parlata e scritta. Convinto della sua fede e dei valori che da essa conseguono, ha pubblicato piccole opere tese a favorire la rimotivazione e l'approfondimento delle sue ragioni. Per le Edizioni Borla: Lettere ingenue e sovversive (1984) e Monologhi della speranza (2001).
Il libro
«Questo libro presentando e brevemente commentando ogni giorno la poesia d'ogni giorno, sollecitando a leggerla e a lasciarsi impressionare giorno dopo giorno, vuole porsi come occasione di dialogo con se stessi, con le cose, con gli altri, con Dio: e vuole concorrere così a restituire sé a se stessi, sé alla propria verità, sé al proprio compito. È vero: la poesia ha un che di tragicamente statico. Nel suo contenuto essenziale, essa ripropone, puntualmente, l'umana radicale malattia, lo scacco, cioè, tra il desiderio e la realtà; tra la fame e la pasta, per così dire. Ma proprio qui, in questa sua stessa tragica e solenne staticità, è, anche, la sua incomparabile grandezza, perché qui, la poesia, mentre stringe in non equivoca contemporaneità con la presente le generazioni passate e quelle future, creando comunione e superando distanze altrimenti impossibili da sanare, si dichiara ineliminabile domanda di senso, invocazione di salvezza universale e metastorica, domanda che, appunto, fu, è, sarà: ogni giorno nuova e ogni giorno la stessa... Il libro raccoglie duemila anni di poesia essenziale, e lascia immaginare, mentre si stempera e si fa proposta quotidiana, una selva di lingue e di culture, di secoli e di paesi, di mode e di conquiste, processi e mutamenti, per suggerire giorno per giorno l'essenziale, immutata ed immutabile verità dell'uomo, una promessa che aspira a realizzarsi pienamente e per sempre, tuttavia ogni volta indotta a constatare la deludente insufficienza delle cose...»
In occasione del cinquantesimo anniversario della sua ordinazione sacerdotale (18 aprile 1973-2023) monsignor Bruno Forte fa un dono a tutta la Chiesa dedicando questo piccolo libro a una riflessione sul sacerdozio. I capitoli: Preti perché? - Un messaggio per il nostro tempo - Le sfide della vita sacerdotale - La santità del sacerdote - La fraternità presbiterale - Maria, Madre dei sacerdoti - Preghiera per le vocazioni sacerdotali - fanno risaltare la bellezza della vocazione sacerdotale permettendo di riflettere su un dono inestimabile fatto da Dio a tutta l'umanità.
Questo piccolo libro è dedicato a tutti coloro che, a diversi livelli e nei modi più differenti operano nel campo della "carità". Con agili capitoletti e in un linguaggio immediato ma non superficiale, vengono poste in luce le principali dimensioni della carità cristiana e gli atteggiamenti più opportuni per attuarla. Un piccolo "manuale della carità" che, senza pretesa di completezza, intende guidare e stimolare l'opera di chi si impegna in questo campo. Uno scritto breve ma stimolante e ricco di spunti, guidato dall'intento di suscitare nel lettore la convinzione che «agire è bene, pregare è meglio, ma amare è tutto».
I padri della chiesa, profondamente radicati nella Scrittura, ci hanno lasciato in eredità un ricco tesoro non solo di testi ma anche di modi, forme, gesti di preghiera . Oggi, soprattutto il cristianesimo occidentale, ha bisogno di riscoprire l'intima unione che deve esistere - nella preghiera come in ogni aspetto della vita cristiana - tra teoria e prassi, tra contemplazione e esercizio pratico. A pregare si impara pregando, e tutto il nostro essere è chiamato a partecipare a quest'opera: la mente, il cuore, ma anche il corpo, lo sguardo, i sensi. L'autore - eremita di grande discernimento spirituale, profondo conoscitore di Evagrio e dei padri del deserto, ma soprattutto uomo di intensa preghiera - ripercorre con sapiente coerenza questa compenetrazione tra ciò che si crede e ciò che si esprime nella pratica della preghiera: una riscoperta affascinante del tesoro prezioso contenuto nei vasi di argilla dei nostri corpi.
Dodici brevi frasi sulla gratitudine - dire grazie - di autori famosi, classici e contemporanei, di papa Francesco e dalla Bibbia. Testi e foto sono scelti con cura e sempre in armonia tra loro.