Utile sussudio per l'animazione dei gruppi giovanili in prospettiva vocazionale. Adatto per la riflessione e la meditazione sulla Parola di Dio. Il libro e ripartito in tre parti, ciascuna delle quali comprende 8 capitoletti. Nella I parte: Chi sono?" si descrive il volto dell'uomo, seguendo in ogni capitolo un elemento del corpo, illustrato con la ricca simbologia biblica. Nella Parte II: "Come e con chi cammino?" si individuano 7 modelli per il cammino di maturazione umana e di fede. La Parte III: "Per chi sono?" coglie otto atteggiamenti eucaristici che evidenziano la prospettiva dell'esistenza vocazionale donata."
Un testo per capire la vita monastica, in particolare quella trappista, dentro la Chiesa e nello stesso tempo aperta al dialogo con ogni esperienza religiosa. Testi di: Andrè Barbeau (Vita monastica e vita della Chiesa), Anna Maria Caneva (Il monaco testimone felice: vita monastica e vita laicale), Enzo Bianchi (Monachesimo ed ecumenismo), Roberto Berveglieri (Monachesimo: Chiesa e società: contributo della vita monastica allo sviluppo della società).Il volume è molto ricco di spunti e certamente soddisferà il desiderio di conoscenza di ogni lettore, suscitando interesse per la vita monastica: realtà che non finisce di stupire dal punto di vista religioso, culturale, economico-sociale.
Edizione critica dei sermoni superstiti di Giordano di Sassonia (?-1237), ricostruiti attraverso l'analisi filologica di sette sermonari. Essi costituiscono una testimonianza essenziale della prima predicazione domenicana. Un indice finale chiude il volume.
Come percepire l’identità della vita religiosa, se questa non si distingue bene dalla vita cristiana e dalla vita umana? La paura di affermare una differenza conduce alcuni religiosi/e a giudicare inutili le proprie costituzioni e i propri statuti: essi sostengono che è sufficiente vivere semplicemente il Vangelo, quasi che il Vangelo debba essere attualizzato allo stesso modo da tutti i credenti e in tutti gli ambienti, o che i doni di Dio non richiedano modalità differenti nel seguire Cristo.
Il volumetto presenta quattro tratti costitutivi della vita religiosa: consacrazione, castità, povertà e obbedienza. Ognuno di essi è chiarito nella sua specificità a tre livelli: quello umano, quello cristiano e quello proprio della vita religiosa. Tale distinzione si rende particolarmente necessaria: se la vita religiosa perde la sua specificità, se assomiglia alla vita di tutti, non le resta che scomparire. E in tal caso, di fatto essa è già morta.
Sommario. Introduzione. La consacrazione. La castità. La povertà. L’obbedienza. Conclusione.
Note sull'autore
Laurent Boisvert ofm (1926), canadese, ordinato nel 1955, è dottore in teologia. Direttore della rivista La vie des communautés religieuses dal 1967 al 1995 e autore di numerosi articoli dedicati alla vita religiosa, insegna al noviziato intercomunitario del Québec (Canada). Tra le sue pubblicazioni segnaliamo: La pauvreté religieuse, Paris 1981; L’obéissance religieuse, Paris 1985; La consécration religieuse, Paris 1988; Le célibat religieux, Paris 1990; Thèmes de vie consacrée, Montréal-Paris 1998; Les charismes en vie consacrée, Montréal 2000; Laïcs associés à un institut religieux, Montréal 2001; Le charisme, un visage évangelique à incarner et à manifester, Montréal 2004.
Il volume intende illuminare il “vincolo” con cui alcune persone nella Chiesa si riferiscono a Dio con un legame di speciale amore: i voti. L’itinerario di ricerca e riflessione proposto ripercorre il pensiero della Scrittura – Antico e Nuovo Testamento – su obbedienza, castità e povertà e ne presenta i sicuri fondamenti biblici. Un testo che raccoglie in un unico tomo i tre volumetti già pubblicati singolarmente con grande successo, pensato per offrire un contributo all’incessante esigenza di rinnovamento della vita consacrata, alla formazione per la vita religiosa.
Sommario
Introduzione. Obbedienza. I. Antico Testamento. 1. L’ascolto biblico come obbedienza.
2. Abramo: paradigma della nostra obbedienza. 3. Mosè: l’uomo che fece resistenza a Dio. 4. Samuele-Saul e il “luogo classico” sull’obbedienza (1Sam 15,22). 5. Giona o la parabola della disobbedienza. II. Nuovo Testamento. 1. Gesù: l’obbediente del Padre. 2. Il “sì” di Maria obbediente. 3. Giuseppe: tutto disponibilità e obbedienza. 4. Il centurione pagano: autorità e obbedienza (Lc 7,1-10). 5. La parabola dei due figli o dell’obbedienza fattiva (Mt 21,28-32). 6. I cristiani di Roma e l’obbedienza civile (Rm 13,1-7). Castità. I. Antico Testamento. 1. La trilogia: philìa, eros e agape. 2. Israele e il suo Credo: «Amerai…!» (Dt 6,4-5). 3. Il salmista prega: «fa’ uno il mio cuore» (Sal 86). 4. Anna: il dono della maternità (1Sam 1,1-28). 5. Giona e David: icone dell’amicizia (1Sam 18,1-16). 6. Il canto della vigna o la parabola dell’amore non corrisposto (Is 5,1-7).
7. L’amata del Cantico: «Il mio diletto è per me…» (Ct 2,16). II. Nuovo Testamento. 1. I consacrati: testimoni della totalità evangelica (Mt 5,8). 2. Discepoli di Cristo: «eunuchi per il Regno» (Mt 19,1-12). 3. Maria di Magdala: icona dell’amore ardente (Gv 20,1-2.11-18). 4. Vivere in castità e «vivere nella carne» (1Cor 6,12-20). 5. Quelli di Corinto: tra verginità e matrimonio (1Cor 7,25-35). 6. Gesù: modello di ogni vergine (Mt 19,12; 8,16-17; Lc 7,36-50). 7. La «piena di grazia»: Vergine (Mt 1,16.18.20; Lc 1,26-38). Povertà. Povertà e ricchezza oggi. I. Antico Testamento. 1. Il vocabolario biblico della povertà. 2. I patriarchi: la ricchezza come benedizione. 3. I profeti: la povertà causata dai ricchi. 4. Israele in esilio: la povertà come valore spirituale. 5. I saggi e i salmisti d’Israele: né povertà né ricchezza. II. Nuovo Testamento. 1. «Cristo si è fatto povero per noi» (2Cor 8,9). 2. I poveri di spirito: i beati del vangelo (Mt 5,3). 3. Il ricco stolto: parodia della felicità (Lc 12,13-21). 4. Un notabile ricco e il suo fallimento (Lc 18,18-30). 5. Anania e Saffira: la frode alla comunità (At 5,1-11).
Note sull'autore
Ubaldo Terrinoni, cappuccino di Viterbo, laureato in teologia dogmatica e licenziato al Pontificio Istituto Biblico, insegna Nuovo Testamento all’Istituto filosofico-teologico di Viterbo, all’Istituto di scienze religiose del vicariato di Roma e presso il Centro nazionale USMI. È stato ministro provinciale dei cappuccini del Lazio e presidente della Conferenza dei superiori provinciali cappuccini d’Italia. È consultore della Congregazione per le cause dei santi. Con le EDB ha pubblicato: Sui sentieri evangelici della vita fraterna (1995); Il Vangelo dell’ncontro. Riflessioni su Luca (22000); Parola di Dio e voti religiosi. Icone bibliche. 1. Obbedienza (2002); Parola di Dio e voti religiosi. Icone bibliche. 2. Castità (2003); Parola di Dio e voti religiosi. Icone bibliche.
3. Povertà (2003). Collabora con riviste dell’Ordine (Laurentianum e Italia Francescana) e con riviste scientifiche nazionali (Rivista Biblica e Parole di Vita).
I modelli prescrittivi che nelle varie confessioni religiose hanno regolato morale e comportamenti femminili non riguardano solo l'ambito religioso, ma hanno capillarmente invaso e molto condizionato la vita delle donne. I contributi raccolti in questo libro, pur avvalendosi del dibattito contemporaneo sul rapporto tra donne e sacerdozio, in qualche misura lo travalicano, in una prospettiva storica che aiuta a intravedere continuità, mutamenti e fratture, norme e disciplinamento, non conformismo e scelte di libertà. L'attenzione è stata rivolta alle pratiche delle donne piuttosto che alle narrazioni degli uomini, una scelta che ha voluto far entrare in scena, e valorizzare, le esperienze religiose femminili e i loro discorsi.
Una raccolta fotografica unica nel suo genere, scatti d’autore che fermano le immagini quotidiane della vita nei monasteri italiani, prevalentemente lombardi, ma anche dei maggiori di Roma, Siena, Bologna.
Volti, mani, sguardi di donne e uomini che pregano, lavorano, vivono secondo un ritmo diverso, segnato dal costante rapporto con un Altro. La testimonianza di una “preghiera incarnata” emerge prepotentemente da queste immagini che l’autrice, fotografa affermata, ha voluto raccogliere anche in una mostra allestita nelle sale della biblioteca Ambrosiana di Milano dal prossimo 18 ottobre.
Descrizione dell’opera
Il volume inaugura la collana «Quaderni di formazione permanente», di carattere interdisciplinare, che propone strumenti volti a fornire un aiuto teorico-pratico per la riflessione e il discernimento comunitario sulle problematiche della vita religiosa.
Con l’espressione “progetto personale” non si intende qui il tracciare un sistema di comportamento, tuttavia una persona senza progetto è un’esistenza alla deriva. Il progetto personale, da un punto di vista antropologico, è volontà di autenticità con sé stessi: è autoconoscenza e discernimento per potersi aprire a ciò che uno sceglie di essere: è un invito a prendere con fermezza il timone della propria libertà e a spiegare il cuore al vento dello Spirito che attrae verso la sua pienezza.
Le riflessioni del quaderno offrono un aiuto per costruire un itinerario che porti a definire un progetto personale. Concretamente il quaderno presenta: un’idea interdisciplinare del progetto personale; una descrizione delle diverse dimensioni della persona che devono essere contemplate nel progetto personale; alcuni questionari per orientare il discernimento; una semplice tecnica per dar forma definitiva al progetto.
Note sull’autore
JUAN MARI ILARDUIA è professore di antropologia e di filosofia della religione alla Facoltà di teologia di Vitoria-Gasteiz (Paesi Baschi) e di teologia della vita consacrata all’Istituto di vita religiosa di Vitoria. Da alcuni anni accompagna le comunità religiose nell’elaborazione dei progetti personale e comunitario. Frutto di questo lavoro è la collana «Quaderni di formazione permanente», che in Spagna ha riscosso notevole successo per l’impostazione concreta e il linguaggio diretto. Il progetto personale è tradotto sulla 4a edizione spagnola (titolo originale: El proyecto personal. Como voluntad de autenticidad).
Il volume è il secondo della collana «Quaderni di formazione permanente», di carattere interdisciplinare, che propone strumenti volti a fornire un aiuto teorico-pratico per la riflessione e il discernimento comunitario sulle problematiche della vita religiosa.
Una fraternità è in grado di migliorare i rapporti al proprio interno solo se riesce a suscitare dinamiche di crescita e di appartenenza, a partire da un progetto condiviso. Il progetto comunitario diviene uno strumento per aiutare a costruire la fraternità e giungere all’incontro di comunione, in cui i fratelli si accolgono l’un l’altro ai livelli più profondi. Ma, nella pratica, cosa accade? I progetti non si riducono spesso a semplici programmazioni dei compiti e degli orari comunitari? Il volume invita a una revisione dei progetti, svela le deviazioni più frequenti osservate nell’elaborazione di essi, offre criteri e tracce metodologiche pratiche per renderli strumenti efficienti di animazione comunitaria.
Note sull'autore
Juan Mari Ilarduia è professore di antropologia e di filosofia della religione alla Facoltà di teologia di Vitoria-Gasteiz (Paesi Baschi) e di teologia della vita consacrata all’Istituto di vita religiosa di Vitoria. Da alcuni anni accompagna le comunità religiose nell’elaborazione dei progetti personali e comunitari. Frutto di questo lavoro è la collana «Quaderni di formazione permanente», che in Spagna ha riscosso notevole successo per l’impostazione concreta e il linguaggio diretto. Il progetto comunitario è tradotto sulla 2a edizione spagnola. Le EDB hanno già pubblicato Il progetto personale. Ricerca di autenticità (2003).
«L’esperienza religiosa non è anzitutto “dottrina”, ma la profonda esperienza emotiva e affettiva del sentirsi amati, accolti, giustificati e perdonati. È la profonda fiducia di sentirsi accettati incondizionatamente. [...]. In definitiva, la “lieta novella” contenuta nel Vangelo cristiano è tutta qui: il lieto e liberante annuncio che individui – ciechi, sordi, prigionieri, zoppi, perché non liberi di essere quello che sono e di ascoltare il loro cuore – possono finalmente esistere per quello che sono, perché amati e voluti proprio così come sono da un Padre Assoluto e buono». Ma, sotto il profilo psicologico, in quale momento della propria esistenza l’individuo matura questa capacità di fiducia? Si tratta di una esperienza possibile per tutti?
È ormai convinzione diffusa che la dimensione religiosa di un soggetto affondi le proprie radici nelle sue relazioni cosiddette “primarie”, cioè nei momenti della relazione del bambino con i propri genitori. Ed è compito della psicologia della religione indagare l’intreccio che si genera tra esperienza religiosa e vissuto psichico di una persona, senza la pretesa di dare spiegazioni sulla religione in sé, ma nello sforzo di aiutare a comprendere come nasce, si sviluppa e si consolida, in senso distonico o sintonico, la rappresentazione di Dio in un individuo, a partire dai suoi primi anni di vita, e come sia eventualmente possibile modificarla se questa ha assunto forme patologiche o nevrotiche.
A tale proposito il volume raccoglie e discute criticamente buona parte di quanto è stato detto da parte sia della psicologia in generale, sia delle più diverse correnti psicodinamiche in merito all’esperienza religiosa, tentando di porre nuove connessioni in un organico quadro di insieme. Le cinque sezioni che lo compongono si collocano dentro la cornice/struttura di una visione evolutiva dell’esistenza umana e sintetizzano le fondamentali tappe del ciclo di vita di un individuo.
Sommario
Introduzione. I. Gli inizi. L’esperienza madre-bambino. II. La crisi edipica e l’infanzia.
III. L’adolescenza, tra trasgressione e fedeltà. IV. L’età adulta dopo la crisi di mezza età. V. Il compimento: la vecchiaia e la morte. Bibliografia.
Note sull'autore
Massimo Diana, laureato in filosofia e scienze dell’educazione, è cultore di psicologia della religione presso l’Università Cattolica di Milano e Brescia. Ha pubblicato diversi contributi sul tema dei rapporti tra la psicologia, la filosofia e la teologia in riviste specializzate e, nel 2002, il volume Angoscia e libertà. Psicologia del profondo e religione nell’opera di Eugen Drewermann, Torino, Centro Scientifico Editore. È segretario della Società italiana di psicologia della religione.
Conoscere se stessi è una necessità e un dovere cui nessuno può sottrarsi. L'uomo ha bisogno di sapere chi è; non può vivere se non scopre che senso ha il suo vivere: rischia l'infelicita se non riconosce la sua dignità. Per questo possiamo dire d'essere ogni giorno alla ricerca del nostro io: una ricerca continua anche se a volte inconscia, spesso faticosa e apparentemente contraddittoria, ma in ogni caso mai terminata...
L'uomo cerca se stesso, innanzitutto, e se ha il coraggio di scoprire la propria identità avverte immediatamente il bisogno di spingere più in alto la sua ricerca... Verso quell'Essere che è la fonte della sua stessa identità.