La fede e la ragione sono un'opera di sintesi. Non si può trascurare la sintesi, cioè la riduzione all'essenziale. Cogliere l'essenza di una cosa o di un discorso non è male. Anzi è il bene più grande dell'intelligenza. E la sintesi è proprio questo bene. È efficacissima, perché è puntuale. È utilissima, perché porta con sé tutto. Il discorso di sintesi è un discorso minimo che contiene il massimo: dunque abbrevia la distanza. Dura poco e non pesa. Come il soffio. Infatti il soffio indica due effetti: la leggerezza e la velocità. La leggerezza è la fede e la velocità è la ragione. E questo minuscolo opuscolo di sintesi è leggerissimo, di veloce lettura e ti consente di portare nel taschino la Somma Teologica di Tommaso d'Aquino.
«La nostra parola iniziale si chiama bellezza». È con questa espressione che Hans Urs von Balthasar, unico nel suo secolo, ha dato inizio a una vera e propria rivoluzione teologica. In quella che può essere considerata la sua opera più significativa, Gloria, egli infatti ha ripercorso la via della bellezza come forma della rivelazione dell'amore trinitario. Riscoprire l'impronta profonda che ha lasciato nella teologia del XX secolo, potrebbe contribuire a un reale progresso del pensiero oltre ogni schema confessionale. È questo l'obiettivo del presente volume, in cui l'autore, "discepolo" di von Balthasar, propone delle interessanti chiavi di lettura dell'intera opera teologica di questo «grande figlio della Chiesa», come lo ha definito Giovanni Paolo II. Von Balthasar non ha fatto altro che ripristinare quella lunga e feconda tradizione patristica che si immergeva nel mistero attraverso la meditazione della sacra Scrittura. Le sue opere esprimono la ricchezza dei due Testamenti ritrovata nel commento dei Padri e dei grandi Maestri. Non solo la teologia, ma la cultura in genere può trovare in lui una pietra miliare per comprendere quanto un cattolico non lasci nulla di insperato nel dare voce alla propria intelligenza e nel saper comporre una sinfonia con gli strumenti più disparati.
Prepararsi al Natale è fondamentale, per non rendere questa festa ciò che non è: una giornata come tutte le altre. Si tratta di comprendere il senso profondo della nostra attesa di Dio, che è uno sguardo completamente nuovo sul mondo e su ciò che ogni giorno ci attende. Senza Gesù che nasce, noi siamo ancora nelle tenebre; con Gesù, la luce ci apre la strada in mezzo al buio che spesso ci circonda. Il Pontefice, negli anni, ha regalato una serie di riflessioni sull'Avvento e sul Natale sempre improntate alla gioia e alla speranza, di cui tutti, oggi più che mai, abbiamo bisogno. Attraverso le omelie, gli Angelus e i discorsi papa Francesco ci propone una catechesi semplice e fresca, ma profonda e profetica, sulle feste che stiamo per celebrare nelle nostre comunità, nelle nostre famiglie e anche con noi stessi.
La fede e la ragione sono un'opera di sintesi. Non si può trascurare la sintesi, cioè la riduzione all'essenziale. Cogliere l'essenza di una cosa o di un discorso non è male. Anzi è il bene più grande dell'intelligenza. E la sintesi è proprio questo bene. È efficacissima, perché è puntuale. È utilissima, perché porta con sé tutto. Il discorso di sintesi è un discorso minimo che contiene il massimo: dunque abbrevia la distanza. Dura poco e non pesa. Come il soffio. Infatti il soffio indica due effetti: la leggerezza e la velocità. La leggerezza è la fede e la velocità è la ragione. E questo minuscolo opuscolo di sintesi è leggerissimo, di veloce lettura e ti consente di portare nel taschino la Somma Teologica di Tommaso d'Aquino.
In questo libro vengono proposte le famose 95 tesi sulle indulgenze e altri due testi fondamentali, scritti in tempi e circostanze diversi: De libertate Christiana e De captivitate Babylonica Ecclesiae.
Una presentazione di Sergio Quinzio, un’ampia nota biografica e copiose note rendono il volume accessibile a un vasto pubblico.
Le 95 tesi sulle indulgenze sono l’opera di un severo monaco agostiniano che era anche professore di teologia nella piccola e recente – nel XVI secolo – università di Wittenberg.
Egli viveva una religiosità di tipo medioevale. Non condivideva la crisi della religiosità tradizionale, tipica di una cultura rinascimentale che non gli apparteneva: era un uomo del passato e viveva la fede come i suoi antenati.
Si può dire che egli si trovò a essere l’inconsapevole elemento catalizzatore di un enorme fenomeno storico.
Affermando la libertà della fede da ogni imposizione dogmatica, Lutero fu anche un uomo del mondo moderno, in quanto espresse la fede nella sua purezza come aveva appreso dalla Bibbia.
Vuole la tradizione che il 31 ottobre 1517 Lutero (o più probabilmente i suoi studenti, addirittura all’insaputa del maestro) abbia affisso sulla porta della chiesa di Wittenberg, le 95 tesi in latino riguardanti il valore e l’efficacia delle indulgenze.
Proporre pubblicamente tesi da discutere apparteneva al costume accademico dell’epoca e Lutero intendeva infatti rivolgersi al mondo dei dotti e alle autorità ecclesiastiche, non indirizzare un manifesto all’opinione pubblica.
Ma la sua critica dilagò in tutta Europa e giunse fino a Roma, con le conseguenze epocali che tutti conosciamo.
Il Nuovo Dizionario Teologico Interdisciplinare (NDTI) si propone come un dizionario non solo da consultare, ma anche da leggere, uno strumento al tempo stesso riflessivo e operativo. Erede del Dizionario teologico interdisciplinare edito da Marietti nel 1977, riprende e rinnova quella formula in un contesto ecclesiale e culturale profondamente mutato. Esiste, dunque, una continuità ideale tra le due opere, modulata in realizzazioni diverse. Il NDTI è organizzato in 95 voci, delle quali una quarantina hanno una valenza ampiamente interdisciplinare. Propone in maniera ordinata e strutturata gli elementi fondamentali della fede cristiana, ma è al tempo stesso selettivo, poiché mira all'enucleazione dei temi nevralgici per la ricerca e la discussione, con uno sguardo di preferenza alla contemporaneità. Si articola in tre sezioni. La prima mira a porre in rapporto la perenne attualità del Vangelo, l'evento e la Parola, con le coordinate culturali, antropologiche e teologiche del tempo presente. La seconda raccoglie nella forma classica del dizionario una sessantina di «voci nodali», scelte sia per la loro valenza intrinseca sia per la loro attualità. La terza è soprattutto prospettica. Presenta un bilancio della storia del cristianesimo e delle Chiese a partire dalla metà del Novecento sino a oggi e si apre alle loro prospettive con uno sguardo rivolto al futuro. Entro questa cornice sono individuati alcuni temi ritenuti particolarmente importanti per l'oggi. Le voci diventano perciò «questioni disputate», più urgenti e controverse di altre sia sul piano teorico sia su quello pratico.
La Pontificia Accademia di San Tommaso d'Aquino propone un percorso selettivo nel tomismo novecentesco a partire da alcune opere maggiori che ne hanno segnato la storia. In conformità con lo spirito dell'Accademia, la cui missione è di unire gli sforzi degli studiosi per promuovere la conoscenza di san Tommaso e della tradizione tomista, diversi membri dell'Accademia presentano ciascuno un'opera che ha segnato la storia del tomismo e che conserva un autentico valore per la filosofia o la teologia contemporanee. Attraverso ventidue note, che si succedono secondo l'ordine cronologico della pubblicazione delle opere, questa raccolta permette di farsi una giusta idea dei temi e delle tesi caratteristiche del tomismo contemporaneo, di identificare le "scuole" dentro la Scuola e di riscoprire opere che non hanno perso nulla della loro attualità.
Il "Dialogo della Divina Provvidenza" è uno dei capolavori della letteratura mistica. È il frutto dei colloqui che santa Caterina aveva con l'Eterno Padre durante le sue estasi. Nonostante fosse illetterata, anzi analfabeta, dettò il Dialogo ai suoi discepoli. Molteplici sono i temi trattati: il peccato, i vizi e le virtù, il desiderio e l'amore, la discrezione e la misericordia, la preghiera, la meditazione interiore e la ricerca della verità. Centrali e appassionanti sono le pagine dedicate alla misericordia del Padre che si manifesta nell'incarnazione di Gesù Cristo, il quale è chiamato da Caterina «ponte» tra Dio e l'umanità intera. Caterina da Siena è stata proclamata da papa Paolo VI «Dottore della Chiesa» proprio in ragione del Dialogo. Presentazione di Raimondo Spiazzi.
Il volume prende di mira il dato estetico e quello religioso, nel punto dove uno interseca l’altro, mostrando il loro stretto rapporto, che non si può risolvere in una semplice identità, ma neppure sono reciprocamente estranei. La riflessione deve fare i conti con situazioni critiche e con una estrema diversità ermeneutica, che poi apre in realtà una straordinaria molteplicità di percorsi. In ambito teologico la prospettiva estetica ha offerto già in tempi recenti studi di alta qualità. Sovente tali proposte si sono fermate ad un livello per lo più di carattere epistemologico, non hanno avuto un grande riflesso nella formazione teologica, e hanno conosciuto sviluppi differenziati. Il nostro libro con i suoi otto contributi non potrebbe avere la pretesa di chiudere la questione e neppure di dare una visione esaustiva della prospettiva estetica in teologia, ma vuole attirare l’attenzione ad un ambito di produzione che nei tempi recenti si dimostra molto vivace, e tuttavia può rimanere lontano dai nostri pensieri.
Chi è stato Gesù di Nazareth? Quale fu la sua pretesa e come prese forma il suo ministero? Fu un maestro, un sapiente o un carismatico guaritore? Sono domande attuali che richiedono risposte aggiornate e non blande ricostruzioni ripetitive. Partendo dall'esigenza di fondare la fede sulla ricerca del Gesù storico, l'analisi di Francesco Testaferri si concentra sul binario profeta e messia, mostrando che il compito di Gesù è stato concepito come un ministero profetico sul cui sfondo si coglie la chiara pretesa messianica, per la quale il salvatore è stato condannato in ragione della quale i credenti lo confessano nella fede come Cristo.
Il volume è pensato per gli studi istituzionali e in genere per quanti, interessati a cogliere il nesso tra storia e fede e a sondare gli sviluppi successivi della riflessione teologica, intendono immergersi per gradi e ordinatamente nella conoscenza di Gesù di Nazareth.