Chi è l'"uomo"? Nonostante gli straordinari risultati ottenuti dalle scienze biologiche, mediche e psicologiche, Max Scheler (1874-1928) osservava che mai come nella nostra epoca l'uomo è risultato tanto tragicamente enigmatico a se stesso, eppure mai come ora gli è sorto quel "coraggio della verità" necessario a tentare una nuova risposta oltre i consumati confini dell'antropocentrismo, del soggettivismo e del riduzionismo. Ne La posizione dell'uomo nel cosmo - opera che Maria Zambrano ebbe a definire "immortale" Max Scheler non deduce l'uomo da un'essenza astratta o da un sistema chiuso, ma lo scopre come un interrogativo, una direzione aperta. L'uomo diventa l'atto con cui la vita trascende se stessa, l'essere capace di dare una nuova forma alla propria esistenza negli spazi ex-centrici che si aprono oltre la chiusura ambientale, che caratterizza invece l'animale. "La posizione dell'uomo nel cosmo" è una delle maggiori opere filosofiche del Novecento. Viene proposta qui la versione pubblicata da Max Scheler nel 1928. Il testo che finora abbiamo conosciuto (e che è stato accolto anche nell'edizione delle opere di Scheler in tedesco) è invece il frutto di un ampio rimaneggiamento compiuto dalla moglie di Scheler nel 1947. Il testo è preceduto da una "Guida alla lettura" e correlato da un ampio commento e "Glossario".
Nelle otto edizioni della Biennale di Venezia curate dallo scultore Antonio Maraini, tra il 1928 e il 1942, venne perseguito un progetto complessivo che mirava a costruire attraverso il sapiente utilizzo dell'allestimento, il controllo organizzativo su tutta l'esposizione e il tentativo di neutralizzare, tra tutte, la forza della cultura figurativa francese un linguaggio artistico nazionale che sovrastasse quello degli altri Stati. Il volume indaga la forte connotazione politico-diplomatica assunta dalla mostra veneziana nel corso del secondo decennio della dittatura fascista e le modalità attraverso le quali Maraini cercò di raggiungere gli obiettivi prefissati, favorendo il recupero delle varie tradizioni nazionali e rispondendo alle necessità di rappresentanza del regime
In un’intervista rilasciata verso la fine della sua vita, Carlo Bo annoverava esplicitamente Clemente Rebora tra le tre o quattro figure letterarie del XX secolo che egli auspicava potessero essere traghettate nel III millennio. Maestro di un sapere che intreccia ardore poetico e passione religiosa, Rebora merita certamente di essere reso meglio accessibile al pubblico degli studiosi anche attraverso un’accurata edizione del suo epistolario.
Il volume, primo di una trilogia, è frutto di una ricerca avviata dall’ITC-isr Centro per le scienze religiose di Trento nel 1995, nell’ambito del «Progetto Rosmini», tesa a creare un’edizione di grande rigore critico e completezza esaustiva dell’epistolario di Rebora. Accoglie le lettere degli anni 1893-1928.
La vita di Clemente Rebora è segnata dal talento poetico e dall’appassionata ricerca di identità: la sua produzione epistolare intreccia il disegno della vita quotidiana, come anche l’architettura progettuale delle scelte determinanti, rivela lo spessore del suo essere e il travaglio del suo divenire, in un efficace alternarsi di toni e di colori.
Profondo inoltre è il legame Rosmini-Rebora: illuminare l’universo rosminiano anche nella originale angolazione di un discepolo del Roveretano aggiunge un tassello di grande significato.
Sommario
Prefazione (A. Autiero). Epistolario 1893-1928.
Note sul curatore
Carmelo Giovannini, padre rosminiano, ha frequentato da giovane chierico Clemente Rebora nelle comunità rosminiane di Rovereto e di Stresa. Dopo il conseguimento della laurea in lettere moderne presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore a Milano con una tesi su “L’ultimo Rebora”, ha proseguito la ricerca di lettere, testimonianze e manoscritti inediti del poeta lombardo, curando numerose pubblicazioni.
il libro e`una biografia-studio della vita del servo di dio ivan merz, redatto in vista della stesura della positio super vita virtutibus et fama sanctitatis da colui che e`stato designato dal papa, ad casum"." il libro e`il frutto dello studio della causa di ivan merz, in vista della stesura della positio super vita virtutibus et fama sanctitatis, fatto dall'autore nominato dal papa ad casum". Ivan merz e`un giovane laico, vissuto in un periodo storico di grandi cambiamenti politici che maturano la faccia dell'europ a e che incisero anche nella sua breve vita (1896-1928). Una figura affascinante di studente, soldato, intellettuale cattolico che mette tutte le sue energie al servizio del prossimo. Non un "santo nato" ma un giovane che combatte per il bene ed esce vincente, percir col suo esempio trascina chiunque si sforzi di realizzare l'i deale cristiano della perfezione. Si fa promotore - lui laico - del movimento liturgico in croazia e pioniere dell'azio ne cattolica secondo le direttive di pio xi, con lo scopo di formare una elite di apostoli che lavoreranno al "rinnovamento di tutte le cose in cristo". Muore giovane, lasciando dietro di sh un autentica fama di santita. "