Perché nelle diverse azioni liturgiche si usano specifiche vesti liturgiche? Qual è il senso? Cosa richiamano, a cosa rimandano? Perché vestirle secondo determinate norme non è opzionale? Perché indossare o meno la stola sotto la casula non è una scelta a discrezione del singolo celebrante? Ci possono sembrare banali queste domande eppure frullano nelle mente di molti, se non di tutti coloro che vedono un celebrante sovraccarico di determinate vesti liturgiche o di chi sorride, chiedendosi se anche con 50° è proprio necessario indossare tutto. In fondo, se hai la stola è sufficiente; oppure: «La casula copre tutto, a che serve mettere la stola?». Eppure ogni veste liturgica ha un suo senso proprio, ed è segno di un Oltre, segno e senso che - se conosciuto - arricchirebbe la partecipazione al Mistero celebrato, personale e comunitaria. Questa la funzione del testo.
Uno sguardo profondo e concreto per capire il significato e i fondamenti della liturgia e dei sacramenti. "Perché si deve celebrare per credere?", "Che cosa implica il fatto che la fede cristiana sia intessuta di riti?". La risposta a questi interrogativi necessita di uno sguardo insieme profondo e concreto sulla realtà della liturgia e dei sacramenti, per coglierne i fondamenti e i fondamentali. La prospettiva di questa introduzione al mondo della liturgia e dei sacramenti è quella di una teologia "mistagogica", che parte dall'esperienza concreta della celebrazione per cogliere il Mistero della fede, il Mistero di una vita portata alla sorgente.
Se il consolidarsi delle strutture ecclesiastiche e il definirsi della dottrina rappresentano spesso le angolature privilegiate negli studi sul cristianesimo antico, l'opera di McGowan riconsidera sotto una nuova luce la centralità degli aspetti celebrativi e rituali per la genesi della stessa identità cristiana. L'autore esamina il pasto, la parola, la musica (canto e danza), l'iniziazione e la purificazione, la preghiera, l'organizzazione del calendario e la nascita delle principali festività come gli ambiti in cui le prime comunità cristiane seppero celebrare e trasmettere la loro fede. Lo stile scorrevole e accattivante dell'esposizione non va a scapito della vasta documentazione, esaminata e presentata secondo un approccio rigoroso. Questa edizione del volume è stata ulteriormente arricchita nelle fonti patristiche e nella bibliografia; nuova è l'Appendice iconografica. L'opera è corredata da numerosi indici.
La Chiesa cammina nel tempo celebrando i misteri di Cristo, «che è lo stesso ieri e oggi e per sempre!» (Eb 13,8). Questo inedito modo di scandire giorni, mesi e anni ha dato vita alla formazione dell'anno liturgico. In nove capitoli, gli autori ne ripercorrono gli elementi portanti per farne cogliere la bellezza e il valore: la Domenica, festa primordiale, l'Avvento, tempo della veglia, il mistero del Natale di Cristo, la Quaresima, il Triduo Pasquale, il Tempo di Pasqua, il Tempo Ordinario, le feste della Beata Vergine Maria e il culto dei Santi. Un approccio con una forte attenzione all'attualità e alle implicazioni pastorali.
In poche parole: Il recupero e la riscoperta della dimensione mistico-allegorica della liturgia tradizionale come teologia della della vittoria e storia della salvezza.
Un testo che recupera il senso allegorico e mistico della Messa, perduto in seguito all’abbandono dell’adorazione del Santissimo Sacramento, alla creatività liturgica in voga oggi e alla povertà della catechesi contemporanea. Sempre più si avverte la necessità di riscoprire la Santa Messa così come la tradizione della Chiesa l’ha trasmessa, una vera e propria “foresta di simboli”, a partire da una spiegazione mistica o allegorica. L’Autore attinge a una lunga tradizione interpretativa che, a partire dai Padri della Chiesa, si è sviluppata sino alla fine del XVII secolo, epoca in cui è andato in disuso il commento mistico della Santa Messa. Due sono le chiavi di lettura di questa tradizione: la Messa come teologia della vittoria, con il sacrificio dell’Agnello che trionfa sul peccato e sulla morte, e il corso della liturgia come storia della salvezza, dall’ingresso di Cristo nel mondo (l’introito) all’Ascensione (il congedo).
È la disciplina dell'antropologia, in particolare con Durkheim, Rappaport e Csordas, a guidare l'intuizione sulla centralità svolta dal rito nella dinamica di esodo dei fedeli dal credo cattolico a quello pentecostale. Se la vera risposta a cui si è giunti è la capacità del rito pentecostale di mediare il Sacro ai fedeli, è dall'adeguamento del rito latino-romano che il mondo cattolico può ripartire, per contenere il rischio di rendere inaccessibile alla comprensione dei devoti il mistero che il rito stesso significa e per manifestare l'essenza stessa della liturgia in quanto azione teandrica.
Giuseppe Midili
La Riforma Liturgica nella Diocesi di Roma.
Studio in prospettiva storica e pastorale.
Il volume presenta la riforma liturgica a Roma nella sua dimensione storica e teologica, concentrandosi specificamente sul periodo più intenso del movimento liturgico e del Concilio, dal Congresso di Assisi (1956) alla visita di Paolo VI alla Diocesi (1975). Nel testo sono illustrate le scelte pastorali di quegli anni, attraverso un'analisi dei documenti d'archivio della Diocesi ed è proposta una rilettura organica del percorso che ha segnato la preparazione prossima e la pri- ma applicazione dei principi teologici e del modus celebrandi espressi dal Vaticano II.
La sfida che il Convegno APL di Verona ha voluto accettare, e che la pubblicazione degli atti attesta con bella evidenza, può essere così formulata: nella articolazione della “ministerialità liturgica” si manifesta, simbolicamente, il percorso di riconsiderazione ministeriale ed ecclesiale, maturato nel cammino della cultura comune e della coscienza cristiana, durante gli ultimi 100 anni.
Il volume offre un’ampia riflessione sul tema della ministerialità, da molteplici e diversi punti di vista, ponendo la teologia e prassi liturgica in un dialogo deciso e aperto con cultura contemporanea. Gli autori evidenziano alcune delle mete raggiunte, ma soprattutto le vie non ancora percorse. Ci auguriamo che il testo possa rappresentare un punto di partenza per continuare ad elaborare risposte alle numerose istanze che la questione della ministerialità pone alla Chiesa di oggi.
Il volume intende mettere a fuoco il metodo pastorale proprio della liturgia, nel contesto della svolta pastorale promossa dal Concilio Vaticano II. Riconoscere la forma specifica della pragmatica rituale è essenziale non solo per evitare riduzionismi, ma anche per scoprire il grande contributo che essa può dare oggi alla vita di fede, nel quadro di una pastorale organica.
La croce è un segno di salvezza? È segno di vita? O, semplicemente, è segno-ricordo vivo della passione-morte di Cristo?
A queste domande risponde l’Autore percorrendo tre vie possibili:
— la via della verità (attraverso le Sacre Scritture e i Padri),
— la via della bellezza (attraverso l’arte),
— la via della liturgia (attraverso gli usi della comunità credente).
Il tutto per comprendere l’eloquenza della presenza silente della croce nella celebrazione liturgica della Chiesa.
Alcune immagini a colori corredano il testo.
"Il volume è suddiviso in tre parti: la prima, di carattere introduttivo, evidenzia alcuni temi ed espressioni che costituiscono lo scenario complessivo e costitutivo attraverso il quale si può fare una lettura più puntuale delle tradizioni di questa Settimana. La seconda è di carattere descrittivo/analitico e riguarda lo studio strutturale dei singoli giorni della Settimana. Nella terza, di carattere conclusivo, viene fatta una rilettura complessiva utilizzando due “orizzonti”: quello storico, in cui si rintracciano le origini e le varie fasi di sviluppo delle tradizioni nel contesto della storia dell’espressione religiosa popolare nell’ambito del Cristianesimo occidentale; e quello teologico, in cui si individuano quelle che sono le tematiche e le peculiarità complessive e specifiche dei singoli giorni che sottostanno alla Settimana Santa in Sicilia."