Questo libro, dedicato "in modo particolare alle persone che non hanno sistemi e sono fuori dai partiti", e che dunque "sono ancora libere di avere dubbi su ciò che è dubbio", parla di un "mondo attuale" negli anni fra le due guerre, ma ciò che di quel mondo esso coglie appare ancora più evidente nel 1994. Elaborato nei dintorni di una catastrofe, il libro registra molti di quegli spostamenti epocali nelle nozioni di "Europa", "civiltà", "storia", "tecnica", "politica", "libertà", "progresso", che oggi più che mai ci assillano; eppure lo fa ogni volta con leggerezza e con micidiale nonchalance. Il libro apparve in versioni diverse fra il 1931 e il 1945 e include pagine che risalgono al 1895.
La caducità di tutte le cose che abitano la terra, l'imperscrutabilità della vita e della morte, la creazione artistica come via di salvezza. Sono questi alcuni dei temi al centro delle "Elegie duinesi", iniziate da Rilke nel 1912 a Duino e poi scritte fra intervalli e slanci creativi nel corso di dieci anni, fino alla pubblicazione nel 1923. Profondamente innovative nelle scelte linguistiche, le "Elegie" rappresentano il punto più alto dell'opera di Rilke: in esse il poeta dona nuova profondità alle figure chiave che accompagnano la sua scrittura gli angeli, l'eroe, gli amanti e arriva a cogliere il valore della poesia come riscatto dell'uomo davanti alla fragilità dell'esistenza. Perché, come spiegato da Franco Rella nell'introduzione, "lo spazio ulteriore che Rilke disegna con la sua opera è lo spazio che non è né vita né morte, ma 'una nuova terza cosa'. È la scoperta di un mondo intermedio, il mondo propriamente umano".
Un umbratile viaggiatore di commercio, Emile Gallet, è assassinato in un alberghetto a Sancerre. La caratteristica di quel caso era la mediocrità. Ma questa coltre di mediocrità sembra lacerarsi non appena il commissario comincia a indagare: si viene a scoprire che Gallet aveva da diciotto anni lasciato la ditta per la quale diceva di lavorare e che frequentava Sancerre sotto il nome di Clément. Nell'afa malsana di una precoce estate di provincia Maigret si imbatterà nei segreti, torbidi quanto inaspettati, di un piccolo borghese dalla doppia vita e dall'incerta stabilità.
Nel febbraio del 1991 Paolo Mieli, allora direttore della Stampa, affidò a Ceronetti uno spazio quotidiano sulla prima pagina del suo giornale. Ora, ripresi e ampliati, questi pensieri di altri (da Confucio a Campanile, da Heidegger a Salamov a Yeats, chiamati a rappresentare in sintesi, le passioni, gli sdegni, le idiosincrasie del compilatore di questa singolare antologia) vengono dallo stesso Ceronetti raccolti in un volume, preceduti da una sua nota in forma di viatico per un viaggio, o vagabondaggio, appunto, tra pensieri.
Due giovani e patetici viveurs indebitati fino al collo si nascondono una sera nella cantina di un losco night-club di Liegi con l'intenzione di attendere l'ora di chiusura e di svuotare la cassa. Ma un cadavere, intravisto nell'oscurità alla luce fioca di un fiammifero, viene a turbare i loro piani: è il facoltoso greco cui poco prima rivolgeva le sue sapienti e professionali attenzioni Adèle, l'entraineuse del Gai-Moulin. E' una notte degli inganni, dove nessuno è ciò che sembra. Ma provvederà Maigret, ancora una volta, a capire di che si tratta.
Susan, americana, cerca il riscatto da una vita anonima; Suha, libanese, scappa da Beirut in fiamme; Nur, beduina ricca e corrotta; Tamar, turca, volendo lavorare affronta l'intera comunità.