Il rapporto tra liturgia e pietà popolare è venuto alla ribalta della riflessione teologico-liturgica e pastorale in seguito alla riforma liturgica, che nella sua attuazione ha ridimensionato le varie espressioni di pietà popolare. La problematica è stata esasperata dal fenomeno della secolarizzazione che in nome della scienza e della tecnica ha fatto piazza pulita di tutte le forme della pietà popolare. Negli ultimi decenni si è fatta strada una riflessione che studia la pietà popolare in se stessa come universale e ineliminabile dato antropologico che rivendica la sua autonomia e il suo valore catechetico, spirituale, teologico e missionario e si interroga sulle legittime istanze che essa pone alla liturgia.
Nei mesi immediatamente precedenti la morte della giovane carmelitana di Lisieux, Madre Agnese di Gesù (sua sorella Paolina) e le altre sorelle che vivevano nel medesimo monastero raccolsero quotidianamente le parole che Teresa lasciava cadere nei colloqui con loro. Si tratta di parole che, naturalmente, sono in parte rielaborate dalle stesse sorelle, ma che lasciano intendere come la mistica di Lisieux visse gli ultimi giorni e le ultime ore della sua vita, offerta all'Amore misericordioso e conclusa in una sofferenza che rende Teresa ancora oggi la santa più vicina a coloro che faticano a trovare la propria strada nella fragilità, nel dolore e nelle tenebre della ricerca di Dio. La santa che, per sua stessa volontà, decise di sedere "alla mensa dei peccatori", ci ricorda che tutti possiamo salvarci, perché ciò che ci salva è l'amore.
I sermoni tedeschi sono testimonianza d'un intento: rinnovare il modo d'esser cristiani. In primo luogo aborrendo ogni pratica mercantilistica che veda il rapporto tra uomo e Dio basato sulla trattativa del do ut des: mi comporto in un certo modo per ottenere un qualche ausilio/conforto dalla divinità. Semplificando alquanto, la tematica basilare affrontata in questi sermoni sta nel proporre una condotta all'insegna dell’abnegazione e del "distacco" (abegescheidenheit) da ogni attaccamento mondano quali prerequisiti indispensabili a un approccio esperienziale di tipo mistico; ciò onde ottenere la generazione del Logos nell'anima. Presentazione di Marco Vannini.
Il volume raccoglie le meditazioni tenute dall'autore durante ritiri per adulti. In un tempo in cui è forte la tentazione della distrazione, diventa fondamentale lo stare dentro la realtà con la domanda di senso, poiché solo un "io" impegnato rispetto al suo cuore riesce a percepire esistenzialmente l'irruzione del mistero nella vita. Non si tratta di ridurre Dio alla risposta alle nostre domande ma riconoscere che il fascino che proviene dall'incontro con Cristo fa sì che Egli sia confessato come l'essenziale. Solo appartenendo e seguendo Cristo, si realizza la vittoria sul nichilismo che oggi sembra il senso ultimo dell'uomo e il suo destino.
In questo classico che unisce spiritualità e psicologia, Fulton Sheen analizza la vita interiore dell'uomo moderno evidenziando le sue false pretese e diagnosticando tutti quei mali che gli hanno impedito di realizzare il suo destino - un destino che è al di là del dato semplicemente umano. Quando mettiamo il nostro ego davanti a tutto, viviamo in modo egoistico e pieghiamo gli altri in funzione nostra, finendo preda di preoccupazione, sensi di colpa e frustrazioni. Sheen ci svela una miniera inesauribile di suggerimenti su come trovare il vero scopo della vita e raggiungere la felicità: solo scoprendo la nostra dimensione celeste e recitando la frase "Sia fatta la tua volontà" sarà possibile santificare ogni momento delle nostre giornate.
Molti sono i motivi per riscoprire oggi, a cinque secoli dalla sua composizione, la Via spirituale di Mariano da Firenze. Anzitutto la personalità sfaccettata del suo prolifico anello di congiunzione tra i cronisti e agiografi: medievali e l'erudizione moderna, di cui qui possiamo comprendere le tecniche di lavoro quasi spiando il suo scrittoio.
Poi un testo ricchissimo di storie, che congiunge un'ampia tradizione memoriale con informazioni inedite, di prima e di seconda mano, sui tempi più recenti e che, con un interessante esperimento letterario, incanala i contenuti agiografici nel reticolo della trattatistica spirituale. Infine la sua copista, la volterrana suor Dorotea Broccardi, esempio di quella scrittura femminile claustrale di cui abbiamo imparato a riconoscere la ricchezza. Lasciata inedita e forse incompiuta per la prematura morte dell’autore, l' opera viene ora pubblicata per la prima volta, in edizione critica, a cura del Laboratorio di agiografia tenutosi presso la Scuola superiore di Studi Medievali e Francescani della Pontificia Università Antonianum, con un'introduzione, che ne illustra gli aspetti letterari e la genesi compositiva e con la prefazione di Carlo Delcorno.
Non perdiamo la Parola: vuol dire chiedersi che posto prende la Parola nelle parole della propria vita; se diventa reale, se diventa vita. Non perdiamo la Parola: occorre fermarsi per chiedersi se ci si ricorda che ogni giorno c'è una Parola che merita di essere ascoltata. Non perdiamo la Parola: una parola interiore, che risuoni dentro, nella serenità, nella pace. Urgente per ogni cristiano è "Non perdere la Parola", per ritrovare originalità e freschezza spirituale. Per guardare dentro la Parola di Dio e ritrovare il proprio volto più autentico.
«Padre Massimiliano Noviello nel suo lavoro di Postulatore della Causa di beatificazione e canonizzazione della Venerabile Serva di Dio Enrica Beltrame Quattrocchi si propone, con la presente biografia, di farne conoscere quanto più possibile il vissuto umano e il profilo spirituale. Queste pagine non solo raccontano con immediatezza i fatti così come sono avvenuti, ma fanno anche luce sugli stati d'animo e le disposizioni interiori che hanno guidato la Venerabile Serva di Dio fra gli avvenimenti della sua lunga vita, soffermandosi in particolare sul suo itinerario vocazionale. In Enrica Beltrame Quattrocchi prende fisionomia, infatti, una vocazione "nuova", quasi non catalogabile negli schemi tradizionali della vita consacrata o della testimonianza laicale. Il suo è uno stato di vita scelto come "vocazione e consacrazione espressa attraverso il quarto comandamento". La testimonianza di Enrica Beltrame Quattrocchi non lascia indifferenti. Aiuta a riconoscersi, come lei, tanto preziosi agli occhi di Dio e strumenti semplici dell'opera della Trinità. Conduce a vivere "con cuore dilatato, nella continua ricerca di Te e nella sollecita attenzione di carità verso tutti gli uomini".» (Dalla Prefazione di Marcello Semeraro). Introduzione di Domenico Battaglia.
Se la legge era scritta con il dito di Dio su tavole di pietra, Gesù scrive con il suo dito sulla terra, la casa di tutti gli uomini, il suolo di cui ogni essere umano è impastato. L'opera di Gesù è di liberare dalla pietra tanto la donna, che ne sarebbe rimasta schiacciata e uccisa, quanto scribi e farisei, che mostravano di avere un cuore di pietra. L'autore presenta un commento breve e intenso del brano evangelico di Gesù e la donna adultera (Gv 7,53-8,11).
"Sono forse io il custode di mio fratello?" È la domanda che riecheggia nella Bibbia e nella storia dell'uomo. E che ancora oggi risuona attuale di fronte al drammatico incedere di epidemie, cambiamenti climatici e guerre. Ma cosa significa esattamente custodire? Ne siamo davvero capaci? E come si fa? Nel terzo libro della sua fortunata trilogia (dopo Salto nella luce, Edizioni Tau, 2018 e Salto nella gioia, Edizioni Tau, 2020), don Francesco Buono accompagna il lettore alla scoperta dell'arte e del vero senso del custodire ripercorrendo, tra una lettera e la risposta a una mail di amici e parrocchiani, le vicissitudini di Giuseppe e Ruth che, come raccontato nella Bibbia, hanno imparato non solo a prendersi cura degli altri, ma anche a lasciarsi a loro volta custodire. Una pagina dopo l'altra, ci aiuteranno a comprendere che si custodisce a partire da una relazione, riconoscendo che ciò che ci viene affidato (il Creato e il fratello) non ci appartiene totalmente, ma va protetto e conservato perché unico e prezioso. Prefazione di Costanza Miriano. Introduzione di Card. Gualtiero Bassetti.
P. Gilbert ci offre un'interpretazione fondata esegeticamente e spirituale dei principali temi del Libro della Sapienza.