Un'economia sommersa che secondo le stime Istat assorbe circa 250 miliardi di euro, ovvero il 17% della ricchezza nazionale, un fenomeno di massa legato anche alle disfunzioni dell'amministrazione pubblica e alla struttura del nostro sistema produttivo, nonché alla cultura e alla storia del nostro paese. Il volume espone tutto quello che si sa su un secolo di evasione fiscale in Italia: chi, come, quanto, perché, e indica i possibili rimedi a questo grave problema economico e sociale.
Alessandro Santoro insegna Scienza delle finanze e Politica economica nell'Università di Milano-Bicocca, ed è stato esperto tributario al ministero delle Finanze dal 1999 al 2004 e dal 2006 al 2008. Le sue pubblicazioni scientifiche riguardano in particolare i temi della tassazione, dell'evasione e della disuguaglianza.
«Un giorno o l’altro questa crisi si concluderà, come tutte le altre, lasciando dietro di sé innumerevoli vittime e qualche raro vincitore. Ma ciascuno di noi potrebbe anche uscirne in uno stato di gran lunga migliore di quello con cui ci siamo entrati. Questo a patto di comprenderne la logica e il percorso, di servirsi delle nuove conoscenze accumulate in vari settori, di contare soltanto su se stessi, di prendersi sul serio, di diventare attori del proprio destino e di adottare audaci strategie di sopravvivenza personale.
Il mio scopo non è pertanto quello di esporre un programma politico per risolvere questa crisi e tutte quelle che seguiranno, e neppure quello di offrire vaghe generalizzazioni moraleggianti, bensì di suggerire strategie precise e concrete che permettano a ognuno di “cercare uno spiraglio nella sventura” e di sapersi destreggiare tra gli ostacoli che si presenteranno, senza affidarsi ad altri per sopravvivere, per vivere meglio».
Dopo aver analizzato il crac del 2008 e le sue cause socioeconomiche nel precedente saggio La crisi, e poi?, Jacques Attali estende ora la sua riflessione alle fasi cruciali della vita personale e collettiva.
In una realtà complessa come quella di oggi, però, diventa sempre più arduo superare le difficoltà che incontriamo nel nostro cammino. Per questo l’autore individua sette principi
da applicare, di volta in volta, di fronte alle avversità, siano esse di natura macroeconomica e internazionale (la crisi finanziaria) o privata (la fine di un amore). E ci offre una sorta di “manuale d’uso” per ricominciare a vivere pienamente sotto ogni aspetto: come individui, come lavoratori, come cittadini.
Banca Etica. Una banca unica al mondo, nata dal basso su iniziativa di movimenti pacifisti e ambientalisti, botteghe del commercio equo e solidale e di migliaia di cittadini attivi. A dieci anni dalla partenza.il suo presidente e fondatore Fabio Salviato ne ripercorre la storia. Un racconto in prima persona che attraversa trent'anni di attivismo sociale, dagli scontri del '77 all'occupazione della base americana di Comiso, dal messaggio rivoluzionario del commercio equo agli anni novanta, con il boom del Terzo settore. Fino ai giorni nostri, quando il modello di Banca Etica è pronto per essere esportato in altri paesi europei. Il libro racconta anche una storia mai scritta: quella dei movimenti e delle reti cooperative che da decenni animano la coscienza critica dei cittadini europei. Lontani dai riflettori della politica-spettacolo e dai salotti buoni delle grandi famiglie dell'industria e della finanza, le cooperative, le associazioni e le organizzazioni non governative hanno saputo rispondere ai bisogni di milioni di persone, creando opportunità di lavoro e integrazione per giovani emarginati, disabili, disoccupati dalle regioni più isolate e depresse fino alle periferie infinite delle grandi città contemporanee. Il progetto di una nuova grande Banca Etica Europea viene accompagnato dalle voci di chi sta cercando di costruirla: gli steineriani francesi della finanziaria La Nef, i baschi del Mondragón, ma anche i palestinesi del Parc, che lottano per la difesa delle proprie terre.
Con "Il banchiere dei poveri" ha raccontato la storia straordinaria della fondazione della Grameen Bank e ha mostrato come il sistema del microcredito sia capace di sottrarre milioni di persone alla miseria e allo sfruttamento. Da allora ha esteso il raggio d'azione di Grameen dal campo strettamente finanziario a quelli dell'alimentazione, dell'educazione, dell'assistenza sanitaria, delle telecomunicazioni. Oggi il premio Nobel per la pace Muhammad Yunus è pronto per una nuova sfida: proporre quell'esperienza come un modello e un punto di riferimento per riuscire finalmente a estirpare la piaga della povertà mondiale. La sfida si può vincere, secondo Yunus, con lo sviluppo e la diffusione del "business sociale": un nuovo tipo di attività economica che ha di mira la realizzazione di obiettivi sociali anziché la massimizzazione del profitto. Una forma di iniziativa economica capace di attivare le dinamiche migliori del libero mercato, conciliandole però con l'aspirazione a un mondo più umano, più giusto, più pulito. Sembra un sogno a occhi aperti. Ma è un sogno che ha aiutato il Bangladesh quasi a dimezzare il suo tasso di povertà in poco più di trent'anni. E che comincia a coinvolgere multinazionali, fondazioni, banche, singoli imprenditori, organizzazioni no profit in ogni parte del mondo.
L'opera analizza l'impresa non tanto come sistema impresa quanto alla luce dell'importanza dell'utilizzo degli strumenti di gestione adeguati alle esigenze di efficienza, rapidità con riferimento ai modelli di analisi e risoluzione dei problemi di gestione delle attività aziendali.
Si intende dunque fotografare lo stato dell'impresa e dunque la configurazione da quest'ultima assunta o assumibile in un futuro prossimo dal complesso intrecciarsi di relazioni interne ed esterne ai confini aziendali.
Si approda pertanto ad una visione -contrapposta alla suddivisione classica dell'impresa in aree funzionali- intesa come un insieme di processi trasversali che attraversano i confini organizzativi e che perseguono il conseguimento del vantaggio competitivo. Il testo è corredato di un utile glossario.
Il volume affronta il pay-per-click o keyword advertising fin dalle sue origini, svelandone le dinamiche complesse e affermandone la dignità all'interno del marketing mix. Si rivolge ai professionisti del marketing e della comunicazione, agli imprenditori e a tutti coloro che vogliono comprendere uno strumento che ha letteralmente capovolto le regole della pubblicità, facendo di Google la concessionaria più importante al mondo. Il testo contiene su come pianificare, realizzare e monitorare campagne di keyword advertising, guidando i lettori a promuovere prodotti, servizi e brand, e aiutandoli a scoprire i vantaggi legati al controllo totale sul target, sulla spesa, sul rendimento degli annunci pubblicitari e sul ROI. Internet oggi sta rubando tempo alla televisione. Sempre più persone cercano conferme sul web e, in particolare, sui motori di ricerca. La chiave è capire che l'annuncio che appare sui motori di ricerca non rappresenta il messaggio completo, ma costituisce l'inizio dell'esperienza di ricerca, tappa fondamentale nel ciclo di acquisto di qualsiasi prodotto o servizio.
"Quanto conta la finanza? A che cosa serve e davvero? La risposta di Keynes e chiara: la finanza non è questione di soldi. I soldi possono mancare a un singolo soggetto. E allora la questione è quella di farseli prestare. Ma i soldi non possono mai mancare a una comunità nel suo complesso. Per una comunità il problema finanziario è quello di far incontrare i bisogni insoddisfatti con le risorse disponibili, i progetti per il futuro con le ricchezze ereditale dal passato: in definitiva, gli investimenti con i risparmi". (Dall'introduzione di Luca Fantacci)
In questo contributo dedicato alla nascita della Cassa di Risparmio di Firenze,l'Autore ci offre un chiaro saggio della sua profonda conoscenza della storia della Toscana medicea e lorenese.
In Italia esiste una questione urbana che si dovrebbe affrontare con urgenza, in quanto è una delle principali ragioni del declino economico del paese. Negli anni cinquanta è iniziato un profondo cambiamento - una rivoluzione dell'organizzazione territoriale della società italiana. Lo straordinario processo di concentrazione delle attività antropiche che lo ha accompagnato ha condotto alla formazione di sistemi urbani nei quali le città storiche si sono dissolte. Si tratta di nuove forme territoriali - intercomunali e disperse che della città hanno sia la dimensione spaziale sia quella relazionale ma non il carattere costitutivo, ovvero l'identità politica. Il libro discute questa tesi, sottolineando l'attuale incompletezza dei nuovi sistemi urbani (città in nuce), la direzione della loro transizione strutturale e il fatto che abbiamo ancora il tempo, le risorse, la possibilità e il desiderio sociale di un progetto per la città. Da molti anni si sarebbe dovuto adeguare il processo politico alla nuova organizzazione spaziale e relazionale emersa con la rivoluzione territoriale; si sarebbe dovuta favorire la trasformazione dei nuovi sistemi urbani formatisi per coalescenza territoriale in unità di auto-regolazione; si sarebbe dovuta istituzionalizzare la nuova organizzazione spaziale e relazionale. Ora, l'internazionalizzazione dell'economia europea, con i suoi cambiamenti tecnologici e culturali, fa della questione urbana un tema decisivo per lo sviluppo economico del paese.
Non occorre essere anticapitalisti o baciapile per cogliere l'attualità del dibattito sul rapporto tra etica ed economia, spesso viziato dalla confusione su tre ambiti che devono rimanere distinti, perché sono ciascuno cosa diversa: globalizzazione, mercato e capitalismo.Perché ci possono essere un capitalismo che non è liberale e una globalizzazione che non rispetta le regole; mentre non è mercato quello che rifiuta le regole e non si riconosce in un corpus di principi. Tale dibattito ha finito con l'arenarsi sulle secche del risentimento popolare verso le crescenti diseguaglianze, alimentato dalle iperboliche retribuzioni di manager, trascurando invece di approfondire gli aspetti fisiologici che dovrebbero contribuire a definire il sistema di mercato. In questo non si è sfruttata appieno l'occasioneofferta dalla crisi, che qualcuno ha auspicato possa trasformarsi, per la sua dimensione e il suo significato, in una sorta di "correttivo morale" dei comportamenti tenuti finora. Naturalmente, il punto è: come?