Questo terzo volume di Saggi teologici si aggira attorno al tema «Spirito Santo». Il primo era costruito, come attorno al suo centro, attorno al Verbo di Dio fatto uomo; il secondo, attorno alla Chiesa conformata a Lui, e le due opere si completavano a vicenda. Lo Spirito Santo, da una parte, è certo lo Spirito che è attivo tra Cristo e la Chiesa, cosicché molti argomenti dei primi due volumi in questo si trovano svolti ulteriormente con sviluppo organico; ma d’altra parte Esso è lo Spirito Santo che promana dall’unità Cristo-Chiesa (come dall’eterna unità del Padre col Figlio) e quindi apertura che l’unione d’amore tra Sposa e Sposo sperimenta verso il nuovo, verso il Figlio, verso il mondo della creazione, oggi anche e appunto verso il mondo ‘mondano’, non cristiano. Il Vaticano ii ha orientato in modo distintivo la sua riflessione verso questa apertura, e ha stimolato i cristiani a fare altrettanto; proprio in questo, il periodo post-conciliare è un tempo all’insegna dello Spirito Santo. Che quest’apertura possa costituire pure un pericolo per gli uomini custoditi al sicuro entro la Chiesa, quando vengano spinti repentinamente, senza adeguata preparazione, ad affrontare tutta la secolarità del mondo, che irrompe nella Chiesa in ampi flutti attraverso le dighe disserrate, noi lo esperiamo nella vita quotidiana, e senz’altro non in misura decrescente. Perciò alcuni saggi del presente volume hanno un nuovo carattere: cercano di concentrare il messaggio cristiano, di indirizzare verso il centro inalienabile, di metterlo al sicuro, di coltivarne lo studio partendo da tutti i lati e da tutte le periferie, alla scuola dello Spirito, il quale adempie il suo compito nell’economia trinitaria non altrimenti che impegnandosi a spiegare il messaggio del Verbo incarnato, crocifisso e risorto, in forma creativamente nuova a sempre nuove generazioni, e ad esercitarle in esso. (da Parole di accompagnamento)
Hans Urs von Balthasar nasce a Lucerna il 12 agosto 1905. Nel 1929 entra nella Compagnia di Gesù. Decisivi per la sua formazione teologica sono gli incontri con Erich Przywara, Henri de Lubac e Karl Barth. La collaborazione con Adrienne von Speyr porta alla fondazione dell’Istituto San Giovanni, della Johannes Verlag, e all’elaborazione di un pensiero teologico dominato dall’idea secondo cui solo l’amore è credibile. Nominato cardinale per il suo contributo alla teologia cattolica, non fece in tempo a indossare la porpora. Morì il 26 giugno 1988. Jaca Book ha in corso di pubblicazione la sua Opera secondo il piano redatto dallo stesso von Balthasar, e numerosi altri titoli che vengono periodicamente riproposti.
"Stili laicali" è il terzo volume di "Gloria. Una estetica teologia", prima parte della grande esposizione balthasariana della fede cattolica nella trilogia Gloria, TeoDrammatica, TeoLogica. L'autore sceglie in questa sezione di approcciare la dimensione religiosa dell'uomo muovendo dalla percezione della bellezza. Se, come sostiene l'antropologia religiosa, una delle prime percezioni di cui facciamo esperienza è la meraviglia di fronte al creato, la medesima meraviglia compare e approfondisce il nostro vissuto della dimensione estetica di fronte alle opere dell'ingegno umano e in specie, fra queste, i capolavori della letteratura. "Stili laicali" è un libro dedicato a un'analisi profonda di opere e autori cui è possibile avvicinarsi con animo laico, affascinanti in virtù della loro stessa forza letteraria. È proprio questo attento esame di testi e immagini letterarie a disvelare percorsi complessi, inattesi, conducendoci sino ai vertici della poesia, della musica, della profezia, dell'abbraccio amoroso, delle domande esistenziali e dell'apocalittica.
Composta nel 1899, "I tre dialoghi e il racconto dell'Anticristo" rappresenta l'opera ultima ma non conclusiva del pensiero di Vladimir Solov'ëv. Lo sterile razionalismo della filosofia europea, la desacralizzazione mascherata da "nuova" religione e la dominante etica tolstojana ispirano in Solov'év la riflessione sul problema della realtà del male e sulla falsificazione del bene. Scegliendo la forma di un dialogo polemico e ironico, Vladimir Solov'év profetizza «l'epilogo del nostro processo storico» attraverso la parabola dell'Anticristo. Chi è l'Anticristo di cui parla Solov'ëv? Uno spiritualista convinto e un sapiente illuminato, un uomo generoso e geniale. Nel deserto di valori del XX secolo e sotto la minaccia del panmongolismo, ovvero la dominazione delle potenze asiatiche (Cina e Giappone), l'Anticristo ammalia religiosi e intellettuali, cittadini e governanti d'Europa. Guidato da un solido amor proprio e con i suoi manifesti di pace universale, uguaglianza e progresso, questo «uomo del futuro» diviene imperatore del mondo. Per Solov'év il grande pacificatore svela però, con il suo progetto ecumenico tanto fiacco quanto audace, che "in sostanza" non è buono. «Questo bene contraffatto un po' di lucentezza ce l'ha, se però gliela togli, non gli rimane alcuna forza essenziale». L'Anticristo verrà infatti sconfìtto da un romano che parla nel nome della Verità.
John Shelby Spong, uno dei pensatori e autori religiosi più popolari e controversi degli USA, ci presenta un nuovo e penetrante studio sulla vita dopo la morte, un notevole viaggio spirituale - coniugato con la scienza e la tecnologia - circa la sua lotta di tutta una vita con le domande su Dio e sulla morte. Spong esamina il percorso umano di 3,7 miliardi di anni, a partire dalla vita di un organismo unicellulare sino al complesso dell'autocoscienza umana. Ci riferisce il suo cammino personale e vitale dallo stato di cellula fecondata fino ai suoi ottant'anni di età. Secondo l'autore non vivremo dopo la morte come bambini che sono stati premiati con il cielo o puniti con l'inferno, ma come parte della vita e dell'essere di Dio, condividendo l'eternità di Dio, che è al di là delle barriere del tempo e dello spazio. Spong sostiene che la scoperta dell'eterno può essere fatta all'interno di ognuno di noi se andiamo in profondità in noi stessi, trascendiamo i nostri limiti e diventiamo pienamente umani. Per l'autore la fine del teismo ci apre la porta a vivere un'esperienza mistica senza misura, per sentirci un tutt'uno con la presenza divina.
Prefazione di Giuseppe Abbà.
In questo quarto volume si tratta di un'«azione» lungamente preparata. Nel primo è stata anzitutto elaborata una precomprensione della categoria del drammatico come introduzione alla comprensione della rivelazione (o «teologia»). Poi occorreva presentare i personaggi del dramma. Ma nella tensione tra la libertà riconosciuta della creatura davanti a Dio (vol. due) e l'inclusione di questa libertà in Cristo, a partire dal quale soltanto si danno personaggi teodrammatici (vol. tre), c'era già l'esca di accensione per qualcosa di così esplosivo che non si poteva cominciare altrimenti che nel «segno dell'Apocalisse». Essa già indica che l'agire della libertà umana non può essere aggirato o sorvolato dal più vasto agire dell'«Agnello come immolato» e ridotto a fattore inoffensivo. Qui il discorso non è quello di una apocatastasi che inserisce l'impegno cristiano tra Dio e l'uomo in un panorama filosofico (alla maniera di Plotino o di Hegel) circa un'emersione e un rientro del mondo nella divinità. Giacché si dà un'insurrezione titanica degli uomini contro la loro inclusione nel mistero della croce. Fin dal tempo di Cristo esiste una passione anticristica: «Se io non fossi venuto e non avessi parlato loro, essi sarebbero senza peccato». Solo là dove si apre il cielo si spalanca anche l'inferno.
Tre percorsi – prospettive bibliche, riflessioni teologiche, argomentazioni politiche – a firma di 24 studiose/i, così noti da renderne superflua la presentazione. Le letture bibliche hanno un taglio inedito anche nell’affrontare temi tradizionali. Nella sezione teologica, temi ecclesiologici di rilievo (la metafora materna, l’esclusione delle donne dai ministeri ordinati) e affondi sui confini della disciplina (neuroscienze, femminismo, la teologia fra i saperi contemporanei). Infine una riflessione sulla filosofia politica del dialogo, l’ora di religione, e poi lavoro, scuola, letteratura femminile di immigrazione e fine vita.
Il volume, omaggio a Marinella Perroni, dipinge al vivo un Chiesa di donne e di uomini e il progetto di una polis inclusiva.
CRISTINA SIMONELLI è Presidente del Coordinamento Teologhe Italiane. Docente di Antichità cristiane a Milano e Verona, ha pubblicato per Paoline: Vincenzo di Lérins, Commonitorio. Fra i contributi in prospettiva di genere, insieme a Marinella Perroni, Maria di Magdala. Una genealogia apostolica (2016), tradotto già in spagnolo e portoghese. PIUS-RAMON TRAGAN, professore emerito di Nuovo Testamento nel Pontificio Ateneo S. Anselmo di cui è stato anche Rettore, ha perfezionato i suoi studi a Monaco di Baviera, a Gerusalemme e a Strasburgo. Ha insegnato anche a Milano e Barcellona. Tra le molte pubblicazioni ricordiamo La preistoria dei vangeli (1999) e Los evangelios apócrifos. Origen - Carácter - Valor (2008).