Il tema del Dio misericordioso non appartiene solo al cristianesimo. Il volumetto presenta alcuni testi tratti dalla tradizione delle religioni monoteiste e orientali, che, con prospettive diverse, raccontano della misericordia di Dio. L'approccio risulta particolarmente interessante in vista di un Giubileo della misericordia in chiave anche interreligiosa, che ambisce a convocare i credenti e gli uomini di buona volontà da ogni angolo della terra.
Alle radici delle religioni più diffuse per scoprirne il messaggio originario, un'antologia di brani e citazioni dei maggiori testi sacri, le preghiere, i riti, le festività. Per capire le religioni degli altri al di là dei semplici luoghi comuni e dei pregiudizi culturali. Un libro per capire che cosa c'è di comune nelle grandi religioni monoteiste che affondano le loro radici nel Libro, le continuità e le differenze teologiche, le somiglianze rituali e le ragioni della contrapposizione.
Quanti passi bisogna fare per riuscire a vedere la primavera al di là del gelo? Quando il ghiaccio si chiama violenza domestica e assenza di libertà, quando i piedi sprofondano per la fatica di andare avanti, è normale chiedersi se l'inverno finirà mai di invadere il paesaggio. Quando le forze abbandonano, sapere cosa ci aspetta al di là del freddo dà la motivazione per continuare a vivere. Il volume descrive la storia di una rinascita. Al di là dell'inverno, la libertà dalle gabbie imposte da una confessione religiosa le cui regole sono rigide e condizionanti. La possibilità di dimostrare che "diverso" non vuol dire "sbagliato". La scoperta che Dio non è un giudice impietoso, ma un Padre pieno di amore. Al di là dell'inverno, nella storia narrata, ci sono la forza di una donna, le sue battaglie e gli occhi puliti di una bambina. Quanti passi bisogna fare per riuscire a vedere al di là del gelo? La storia di Marta, redatta in forma di Diario alternando i ricordi di bambina alla riflessione di oggi come donna, dimostra che vale la pena andare avanti, perché l'Amore vince sempre e la primavera ritorna. Il racconto, vivo e trascinante, apre uno scorcio sul mondo dei Testimoni di Geova, tanto noto quanto sconosciuto.
Ekhnaton e Mosè: due figure a cui si ricollegano l'abolizione del politeismo e l'introduzione del monoteismo - una svolta non solo nel credo religioso ma nel generale orientamento intellettuale dell'umanità, che cambiò il mondo antico e diede origine al mondo in cui ancora viviamo. Ne reca testimonianza la storia dell'Esodo. Il mito fondativo di Israele, attraverso il lavoro della memoria culturale, è divenuto un archetipo, evocato da ogni fondatore di movimento religioso, da ogni utopista o rivoluzionario, persino nell'Illuminismo, sempre in nome di un ricominciamento catartico che giustificherà anche l'uso della violenza. Ma il passaggio dal credere in molti dèi al credere in un unico dio non sarà netto, e del politeismo sopravviveranno a lungo tracce nella cultura, nella letteratura e nella musica, specialmente là dove esprimono attrazione per l'esoterico.
Richard Dawkins è uno dei più famosi scienziati di oggi e uno dei più strenui difensori della teoria darwiniana della selezione naturale. La tesi di questo suo libro, che ha suscitato un enorme clamore nel mondo anglosassone e ha generato un dibattito accesissimo, è molto semplice: Dio non esiste e la fede in un essere superiore è illogica, sbagliata e potenzialmente mortale, come millenni di guerre di religione e la recente minaccia globale del terrorismo fondamentalista islamico dimostrano ampiamente. Agli occhi di Dawkins, ogni religione condivide lo stesso errore fondamentale, vale a dire l'illusoria credenza nell'esistenza di Dio, e, con essa, la pericolosa sicurezza di conoscere una verità indiscutibile perché sacra.
Muovendosi nell'ambito della teologia spirituale, il saggio indaga su come i tre grandi monoteismi (ebraismo, cristianesimo e islam) rispondono all'arduo interrogativo sul silenzio di Dio. Senza livellare le singole tradizioni religiose a un confuso indistinto, la ricerca, utilizzando il metodo dell'opposizione polare, presenta i cammini interiori di tre grandi autori: Jalâl âl Dîn Rûmî, André Neher e Teresa di Lisieux. Dai loro scritti tale assenza/vuoto emerge come paradossale via alla fede; mentre la logica polare sembra offrirsi quale opportuna grammatologia per un fruttuoso dialogo interreligioso.
Chi è il dio Vertumno? Semplicemente il mutare, l'incontenibile impulso delle cose a divenire altro da quel che erano. Nella sua giurisdizione, infatti, ricadono il cambiamento delle stagioni e la maturazione dei frutti, la pratica dell'innesto (vera e propria «trasformazione» di una specie vegetale in un'altra) e quella dello «scambiare» merci, il mutamento degli eventi e l'atto del cambiare idea. Soprattutto, però, Vertumno si distingue per una sua ineguagliabile virtú: la metamorfosi. Il dio può infatti assumere ogni e qualsiasi identità sociale, bella fanciulla o cittadino togato, soldato o mietitore, pescatore o acrobata, e lo fa salvaguardando sempre una qualità che di necessità vien meno a trasformisti e incostanti: l'eleganza. Esplorare le province in cui si esercitano i poteri di Vertumno - una cui statua «metamorfica» si ergeva a Roma nel Vicus Tuscus fino dalla piú remota antichità - offre a Maurizio Bettini l'opportunità di affrontare insieme alcuni temi cruciali nella definizione della divinità, non solo antica: prima di tutto la sua natura non personale, tanto che il suo nome può essere sia singolare che plurale, sia maschile che femminile; il carattere plurimo e distribuito della sua «identità», simile a una figura frattale, in cui la forma dei dettagli si riflette in quella dell'insieme; infine la natura e lo statuto delle immagini che la raffigurano.
Maurizio Bettini (1947), saggista e scrittore, insegna Filologia classica all'Università di Siena. Tra i suoi libri: Il ritratto dell'amante (1992; 2008); Nascere. Storie di donne, donnole, madri ed eroi (1998), Le orecchie di Hermés (2000), Voci. Antropologia sonora del mondo antico (2008); Affari di Famiglia. La parentela nella cultura e nella letteratura antica (2009), Contro le radici (2011) e Vertere. Un'antropologia della traduzione nella cultura antica (2012). Nella collana «Mythologica», che dirige presso Einaudi, ha pubblicato: Il mito di Elena (con C. Brillante, 2002), Il mito di Narciso (con E. Pellizer, 2003), Il mito di Edipo (con G. Guidorizzi, 2004), Il mito delle Sirene (con L. Spina, 2007), Il mito di Circe (con C. Franco, 2010); Il mito di Enea (con M. Lentano, 2013). Collabora con la pagina culturale de «la Repubblica».
Proclamarsi atei oggi non è più uno scandalo, e sempre più spesso le risposte alle grandi domande della vita sono cercate senza ricorrere a Dio. Questo libro argomenta come e perché una forma di ateismo non dogmatico possa essere la migliore concezione complessiva per condurre una vita sensata ed eticamente apprezzabile. Anche senza Dio si possono dunque trovare criteri per costruire società aperte al pluralismo religioso e culturale, e per immaginare istituzioni o regole pubbliche che facciano leva su una comune tendenza degli esseri umani a venire coinvolti dai piaceri e dalle sofferenze dei loro simili.
Il maggior specialista americano di sètte offre una rigorosa ricostruzione storica di uno dei movimenti religiosi più controversi degli ultimi anni.
Quarant'anni fa Karol Wojtyla sfidò il comunismo, la cristiana conservatrice Margaret Thatcher abbracciò il liberismo, Deng Xiaoping alleò confucianesimo e ateismo per una Cina di mercato e Khomeini intestò all'islam la più spettacolare rivoluzione degli ultimi cento anni. Sono molto cambiate, da allora, le religioni. Oggi si identifica in esse l'85% della popolazione globale e le interpella un mondo debole e diviso. I credenti possono rispondere solo se uniscono le forze: che ne siano consapevoli o meno, che piaccia loro o no, le fedi sono spinte le une verso le altre. Si profila all'orizzonte una super-religione che ingloba e aumenta le singole confessioni per sprigionare la super-potenza necessaria allo sviluppo sostenibile. Dall'avvento di una religione più grande e più potente dipende il nostro futuro.
Al furore iconoclasta del cosiddetto Nuovo Ateismo, che vede nella scienza la sua più potente alleata in una moderna crociata contro Dio, Amir Aczel ribatte che una sobria disamina delle più prestigiose teorie, dal Big Bang ai quanti, dalla relatività alla sintesi tra evoluzione e genetica, per non dire delle escursioni della matematica nel campo dell'infinito, porta a conclusioni di tutt'altro segno: il pensiero scientifico né dimostra l'esistenza di una qualche divinità né la confuta. Il che lascia aperta la questione della complessa relazione tra fede religiosa e ragione scientifica, in un clima di mutuo rispetto e tolleranza. C'è ancora spazio, dunque, per l'interrogazione a un tempo filosofica e teologica sul creatore del mondo. Quella che invece appare desueta e dannosa è ogni pretesa neo-fondamentalistica, compresa quella di un ateismo non meno perentorio e dogmatico dell'interpretazione letterale di qualsiasi rivelazione.
Se da sempre, nella vita, nella cultura, nella storia e nella Costituzione, in America Stato e Chiesa sono rigorosamente separati, viceversa, religione e politica non lo sono. Tra le due vi è sempre stata una tensione-attrazione che ha segnato in modo diverso, a volte traumatico e sempre profondo, la vita pubblica del paese e dei cittadini. Alcuni episodi esemplari segnano il percorso della vita americana e il senso del libro, in primis l'aspro dibattito intorno a John Fitzgerald Kennedy, primo candidato - e poi presidente - di religione cattolica. Pubblicato originariamente negli Usa, nell'attuale edizione il volume tiene conto del significativo espandersi dello scontro-incontro tra politica e religione nell'America di oggi.