Lateranum, di periodicità quadrimestrale, è la rivista della Facoltà di S. Teologia della Pontificia Università Lateranense. In essa i docenti della Facoltà propongono i frutti della loro attività di ricerca e di insegnamento nell’ottica del sapere interdisciplinare. Negli ultimi decenni la rivista ha contribuito in modo determinante al profilarsi delle linee di pensiero di quella che può a buon diritto definirsi “scuola lateranense”. I destinatari sono gli specialisti in teologia e in discipline affini, ma anche i formatori, gli studenti e tutti coloro che desiderano entrare in dialogo sui temi appartenenti all’ampio universo del credere cristiano e della sua attuazione storica.
Il libro cerca di mettere dialogicamente a confronto le due parti dell'unica e duplice Bibbia cristiana dal punto di vista della teologia della creazione.
Il significato di una provocante tradizione biblica.
Interessante saggio sul cristianesimo orientale e sul suo concepire la vita cristiana e la teologia in genere come un'esperienza di liberta. La liberta, nel senso proprio della parola, e liberta dello Spirito. L'uomo quindi e libero nella misura in cui partecipa allo Spirito di Cristo. Questa tradizione della liberta spirituale" ritorna spesso e in maniera approfondita nel pensiero dei Padri della Chiesa orientali, il presente studio cerca di raccoglierne le tracce nelle applicazioni concrete che toccano direttamente la vita sppirituale vissuta nell'Oriente cristiano. "
L'opera raccoglie una serie di studi sul sacramento del sacerdozio, illuminando i tratti più caratteristici dell'episcopato, del presbiterato e del diaconato. Il ministero ordinato è analizzato tenendo conto del suo ruolo nella chiesa e dell'imprescindibile legame con Cristo e lo Spirito Santo. L'autore dedica particolare attenzione al contesto teologico creato sull'argomento del Concilio Vaticano II.
Una occasione per riflettere sulla necessita dell'istituzione ecclesiale e la grandezza del Regno annunciato.
Un testo-base nell'attuale panorama della teologia, che ha suscitato un vivace dibattito non solo in ambito teologico ma anche nella filosofia e nella scienza esegetica.
Dalla quarta di copertina:
Di fronte alla relativizzazione di tutte le idee in fatto di valori, idee che finora sembravano offrire un punto d’appoggio alla nostra società, è ancora possibile sostenere l’“una volta per sempre” di Gesù Cristo come se si trattasse della parola di un vivente? Già nella prima stesura di questo libro, Verweyen rispondeva di sì in modo deciso a questa domanda: se non esiste alcuna terza via razionalmente legittimabile tra un pluralismo illimitato e un fondamentalismo che ad esso radicalmente si oppone, allora a svigorirsi non è solo la forza persuasiva della grandi religioni monoteistiche. Anche il dialogo elevato a principio-guida si ridurrebbe alla fine ad un semplice scambio di idee, che smarrisce, assieme alla questione della verità, la serietà degli incontri interumani.
La prima edizione nel 1991 suscitò un vivace dibattito, che diede la spinta decisiva per una terza edizione completamente rielaborata dell’opera, qui presentata in edizione italiana. Ad essere sottoposti ad una revisione radicale e ad essere addirittura redatti in modo nuovo sono stati soprattutto i capitoli sistematici centrali. E così, grazie ad una precisazione di passi fraintendibili e a una condensazione del testo, il libro è divenuto più chiaro e leggibile.
Un testo-base nell’attuale panorama della teologia, che ha suscitato un vivace dibattito non solo in ambito teologico ma anche nella filosofia e nella scienza esegetica.
Un approfondimento del tema trinitario condotto nella prospettiva della storia della salvezza e dell’esperienza umana di Dio.
Il volume presenta una serie di numerose e circostanziate riflessioni, approfondite ed ampliate dall’Autore che le raccoglie sotto una argomentazione dalla lettura univoca: la fede religiosa. Sono tratte da numerosi e inediti appunti del compianto Prof. Giovanni Lanzilotta, pubblicista, docente di filosofia e di pedagogia, preside nei licei classici di Putignano e Monopoli, oltre che Vicesindaco di Castellana Grotte e fondatore della Democrazia Cristiana nella sua città, deceduto il 9 ot-tobre 1992.
Rappresentano numerose e circostanziate citazioni da Il dottor Zivago, dalle Poesie e dalle Lettere del grande scrittore russo Borìs Pasternàk. Le citazioni erano prese dalle edizioni Einaudi del romanzo e delle Lettere agli amici georgiani.
Si può “dimostrare”, attraverso un’argomentazione filosofica, che Dio esiste? Che valore hanno le “cinque vie” di san Tommaso d’Aquino?
Questo studio, facendo ricorso a numerosi testi finora inediti presenti in manoscritti di varie biblioteche europee, ed a fonti di autori spagnoli del XVI e XVII secolo, esamina come i tre articoli (“Se sia di per sé evidente che Dio esiste”; “Se sia dimostrabile”; “Se Dio esista”) della questione 2 della I Pars della Summa Theologiae del Dottore Angelico sono stati commentati – nelle lezioni universitarie e nelle prime opere pubblicate – dai teologi domenicani che per più di un secolo si sono avvicendati sulle principali cattedre della prestigiosa sede accademica salmantina, luogo che – come noto – ha visto nel “Siglo de Oro español” il sorgere e lo svilupparsi, all’interno della “Seconda Scolastica”, di una tradizione di pensiero particolarmente originale e significativa.
Il saggio consta di due parti: la prima – dal titolo Studio sugli autori: ricerca, testo, considerazioni – è suddivisa in sei capitoli, che trattano rispettivamente di Pedro de Sotomayor, Mancio de Corpus Christi, Bartolomé de Medina, Juan Vicente de Astorga, Domingo Báñez e Pedro de Godoy; la seconda – dal titolo Testi – riporta la trascrizione di tutte le fonti non confluite nei capitoli, compresi i ff. 49v-57r del Ms 1042 della Biblioteca Angelica di Roma. Di ciascuno degli autori si ripercorre brevemente la carriera accademica, in vista di collocare cronologicamente e contestualmente il commento alla questione 2, e si descrivono tutte le fonti a disposizione, fornendone la trascrizione insieme con alcune note di apparato. Nel caso di Domingo Báñez e di Pedro de Godoy si utilizzano per lo studio anche i testi pubblicati negli Scholastica Commentaria e nelle Disputationes Theologicae. Ogni capitolo si chiude con alcune fondamentali considerazioni storico-teoretiche che permettono di confrontare i commenti dei teologi domenicani qui esaminati con quelli dei maestri che li precedettero (a partire da Francisco de Vitoria, Domingo de Soto, Melchor Cano e Ambrosio de Salazar), e di segnalarne le caratteristiche peculiari e più significative. Si potranno così evidenziare – almeno su questo specifico argomento – le particolarità del “tomismo” salmantino, e comprendere le influenze immediate dei nostri autori rispetto ai commenti posteriori sia dei maestri domenicani sia dei teologi appartenenti ad altre “scuole” ed ordini religiosi, tra i quali gli agostiniani, i carmelitani e soprattutto i gesuiti.
La discussione sul tema del valore “apodittico” delle quinque viae e sulla validità intrinseca ed oggettiva della dimostrazione risulta essere particolarmente interessante non solo nel preciso contesto che viene trattato in questo volume, segnato soprattutto dal confronto con l’interpretazione fornita a proposito dal cardinale Gaetano, ma anche nell’attuale contesto culturale, come si mette in evidenza nella Conclusione. La “questione Dio” permane infatti come “domanda radicale” che appartiene all’integralità della stessa esistenza della persona umana, e al senso più profondo della sua vita.
Un tema arduo e travagliato quello della potenza di Dio, tanto confessato dalla fede quanto contestato dalla ragione, esaminato lungo mille anni di riflessione teologica.