La riflessione sui concetti fondamentali del pensiero religioso, tradizionale coronamento della metafisica e dell'etica, è tornata oggi al centro della discussione filosofica. Una introduzione chiara e rigorosa, nella prospettiva analitica contemporanea.
"L'Enciclopedia, o Dizionario ragionato delle scienze, delle arti e dei mestieri" si offre allo sguardo dello storico come una grande "vetrina" delle idee scientifiche e filosofiche dell'età dell'illuminismo. Il movimento dei "Lumi" si presenta, nell'opera di Diderot e D'Alembert, in tutte le sfaccettature che lo contraddistinguono: dalla scienza sociale di Montesquieu, alla cultura delle arti e delle tecniche dei mécaniciens-philosophes, ai campi della nuova fisica newtoniana, della storia dei costumi di Voltaire, fino alle dottrine religiose scolastiche, deistiche e ateistiche (d'Holbach). Dalla "fabbrica culturale" del Dictionnaire raisonné uscirà una delle opere maggiori del libero pensiero e della cultura laica occidentale dell'età moderna.
Il vero rischio della cultura contemporanea è il niente. Opinioni in libertà. Il caos non interpretato, banalizzato. Per opporsi al niente bisogna ricominciare da capo: sapere su cosa possiamo contare, da cosa dobbiamo difenderci, come riconoscere i nemici e gli amici dei nemici. Tornare alla scuola del mondo e delle idee. Filosofo e psicoanalista di origine argentina, da molti anni a Parigi, Benasayag concepisce questo libro come una "scatola degli attrezzi" per i nostri tempi: perché non ci sia più soltanto un feedback individualista ma anche un pensiero favorevole alla creazione di legami.
Trasmesse con enorme successo dalla BBC nel 1952, queste conferenze sono sei ritratti memorabili di altrettanti "nemici della libertà" e al tempo stesso la migliore introduzione al pensiero filosofico di Berlin. In ciascuno dei sei "cattivi maestri" - tutti appartenenti al periodo della Rivoluzione francese Berlin individua un nucleo irriducibilmente autoritaristico o illiberale, che ne offusca la portata teorica o le singole intuizioni. Berlin ci mostra così come le sofferenze individuali e collettive scaturiscano dalla pretesa di intervenire astrattamente sui difetti e sui limiti della nostra specie, di voler raddrizzare con la violenza fredda di un sistema - filosofico, politico o economico - il "legno storto" dell'umanità.
Il pensiero di Heidegger analizzato e descritto in modo sistematico e completo attraverso le singole opere.
L'evoluzione del concetto di uguaglianza nell'analisi filosofica sulla natura degli Stati sovrani, a partire dalle teorie seicentesche fino alle moderne formulazioni del welfare State. Eugenio Somaini è professore ordinario di Politica economica presso la Facoltà di Economia dell'Università di Parma.
Questo testo, la cui stesura risale a un periodo compreso tra l'ottobre e il novembre 2001 (Pierre Bourdieu è morto il 23 gennaio 2002) ma su cui lavorava da parecchi anni, è stato concepito durante le lezioni al Collège de France. Bourdieu aveva deciso di tenere il suo ultimo corso sottomettendosi in prima persona, quasi un'ultima sfida, all'esercizio della riflessività, che in tutta la sua vita aveva eretto a uno dei preliminari indispensabili della ricerca scientifica. Bourdieu non costruisce però un'autobiografia, genere che aborriva giudicandolo falso, ma un vero e proprio studio delle costellazioni di gusto, delle pratiche culturali e delle strategie professionali che ne avevano formato la traiettoria sociale.
Achenbach presenta una serie di riflessioni filosofiche sul tema della quiete, che consiste sì nella tranquillità dell'animo, ma anche in una certa dose di indifferenza e di leggerezza, in un misurato equilibrio delle passioni e in una consapevole accettazione del proprio destino, così che proprio la quiete interiore, intesa come assenza di turbamento diventa la condizione per la felicità, se non addirittura la felicità stessa. Un pensiero, questo, che ha origine nella Stoa, del cui spirito è impregnato tutto il libro di Achenbach, per il quale la filosofia stoica "è la saggezza di una coscienza che presta attenzione alla vita", "uno sforzo teso alla riuscita della vita", e ancora è "la moderazione degli affetti che solitamente ci spingono di qua e di là".
In questa storia del spagnolo l'Autore colma una lacuna, un oblio ingiustificato verso gli autori ispanici che si può cogliere semplicemente sfogliando i grandi libri filosofici; come sottolinea Fernando Savater, autore della prefazione a questo libro, l'attenzione è maggiormente rivolta ad autori e filosofi francesi, tedeschi, inglesi. Questa sintetica storia del pensiero spagnolo che, partendo dalla generazione del 1898, annovera anche figure di filosofi-poeti tra cui A. Machado, senza trascurare la ricostruzione delle varie tradizioni culturali – catalana, basca, castigliana – le scuole (quella di Madrid e di Barcelona), la drammatica esperienza dell’esilio in paesi latinoamericani di gran parte degli intellettuali (tra cui Gaos, Zambrano, Nicol ,García Bacca, Ferrater Mora) negli anni bui del franchismo, sullo sfondo degli eventi socio-politici del XX secolo. Prefazione di Fernando Savater
GLI AUTORI
Ordinario di Filosofia Morale presso l’Università di Trieste, ha dedicato numerosi saggi all’ispanismo filosofico. Tra i libri più recenti: Introduzione a Ortega Y Gasset (Laterza, Bari 1996). Introduzione a Unamuno (Laterza, Bari 2001). Per Marietti ha curato l’edizione italiana di Ortega y Gasset, Cos’è filosofia e di Zubiri, Luomo e Dio.
Questo volume è un'introduzione al pensiero di uno dei massimi esponenti della filosofia cattolica del Novecento, Jacques Maritain. Attraverso la ricostruzione dell'itinerario biografico vengono analizzate le tappe più significative della formazione intellettuale ed etico-religiosa del filosofo francese, in cui gioca un ruolo particolare il confronto con la filosofia ed il pensiero teologico di San Tommaso. Con attenzione critica, l'autrice pone al centro del volume quella riflessione antropologica che fonda il nuovo "umanesimo cristiano" proposto da Maritain contro le ideologie secolarizzate e nichiliste che sembrano contrassegnare il destino del mondo contemporaneo.
Il presente volume è un'introduzione all'antropologia di Robert Spaemann, una figura importante nel panorama filosofico attuale, capace di ricollegarsi alla tradizione classica pur conoscendo bene la filosofia moderna. Nato a Berlino, il nostro autore appartiene a quel movimento di pensiero, sorto in Germania nella seconda metà del XX secolo, che si è proposto di riabilitare il paradigma aristotelico della riflessione. Il testo presenta, nella prima parte, un approccio al problema dell'antropologia filosofica, evidenziando le difficoltà di una considerazione teorica unitaria dell'essere umano e confrontando la posizione di Spaemann con quella di Joseph de Finance e Paul Ricoeur.
Il presente volume contiene un'ampia riflessione sulla condizione esistenziale dell'uomo contemporaneo: egli è davvero debole di fronte a tutte le forze che sembrano agire contro di lui? L'Autore, partendo da quelli che lui definisce i "tre massimi sistemi", Cattolicesimo, Marxismo e Psicoanalisi, analizza i rapporti di analogia e di divergenza tra i saperi e l'influsso da essi esercitato sull'uomo. Attraverso un excursus filosofico egli evidenzia la debolezza del pensiero laico moderno e il carattere consolatorio della cultura, la cui divulgazione costituisce la sfida di una nuova utopia. La visione Utopistica dell'Autore si manifesta nella ricerca, svolta su differenti piani di realtà, di tutti quegli elementi culturali che abbiano un significato unitario e valgano ad avvicinare le molteplici e differenti proposizioni del sapere umanistico e, in ultima analisi, a riavvicinare l'Io all'Altro.