È raro incontrare i termini "religiosa", "sacra" o "devozionale" tra i diversi aggettivi che accompagnano il sostantivo "fotografia". Si tratta di una tipologia non rilevata, a dispetto di un fenomeno che si presenta fin dalle origini di dimensioni rimarchevoli. Questo volume si prefigge di porre l'accento non tanto sulla fotografia come fonte per la storia religiosa, quanto sul suo utilizzo nei processi di promozione del culto dei santi e nella prassi devozionale: l'introduzione della macchina fotografica nella sfera del sacro e la sua evoluzione in una pratica di "massa" determinano l'inserimento dell'immaginario agiografico nell'universo mediatico in un processo di contaminazione tra sacro e profano. Il volume si caratterizza per un approccio marcatamente interdisciplinare in cui la prospettiva storico-religiosa e agiografica si confronta con la storia della fotografia, l'antropologia, la sociologia, la storia dell'arte.
I saggi qui pubblicati intendono proporre una nuova riflessione, anche di carattere storiografico, sulla funzione etica attribuita all'attività ludica tra Medioevo ed età moderna, sulle sue molteplici forme di espressione e di rappresentazione, e sulle modalità con le quali il gioco viene interpretato e utilizzato in chiave morale. Il volume ragiona dunque sulle dinamiche di relazione tra donne, uomini e prassi ludica, per analizzare gli spazi, i tempi e le modalità di accesso al gioco nel lungo periodo che va dalla teorizzazione medievale dell'eutrapelia alle riflessioni gesuitiche sull'educazione dei fanciulli. L'analisi di fenomeni di grande interesse antropologico, come quello ludico, merita infatti di essere condotta in un'ottica ampia, tesa a indagare prospettive generali, e capace quindi di individuare elementi strutturali che si ripercuotono sul lungo periodo e possono così rivelarsi indicatori di cambiamenti significativi negli assetti sociali, istituzionali e culturali delle società medievali e moderne. Il lettore è così condotto a seguire le fila della storia di un'esperienza culturale straordinaria, tra morale e religione, tra morale e politica.
L'unità del Reale, la ricerca dell'Uno, è probabilmente l'unico, definitivo tema di tutto l'immenso lavoro filosofico, teologico e scientifico - 70 anni di pubblicazioni in 7 lingue - di Raimon Panikkar, senza dubbio uno tra i più significativi 'monumenti dello spirito umano' del nostro tempo. Sempre sul confine, sulla soglia, forse è questa l'immagine che meglio di tutte racchiude l'uomo e il pensatore, che, più di altri, ha problematizzato il tradizionale concetto religioso di "Dio", animato però da quella che chiamava "fiducia cosmica", la quale poggiava, nonostante tutto e tutti, sul suo profondo amore per Gesù, il Cristo. Il volume si pone quale introduzione alla vasta opera panikkariana e alla sua ricchezza interpretativa così che il lettore possa conoscere e contribuire al dialogo tra fedi ed interdisciplinare con spirito costruttivo e di apertura.
Fu il destino a trasformare il marinaio spezzino Giovanni Battista Caviciòli in uno dei più temuti pirati del Tirreno: dalla Spezia a Trafalgar e dall'Atlantico alla Costa Azzurra, corre veloce la vita del Bacicio tra navi e guerre, furti e amori, ricchezze e miserie. Alla ricerca del suo tesoro, uno strampalato biografo cerca di ricalcare le impronte lasciate sulla sabbia dal marinaio divenuto corsaro per necessità sempre che un'onda non le cancelli prima. Il romanzo è stato pubblicato nella prima stesura nel 2003. Le nuove ricerche del biografo infaticabile hanno portato a questa revisione.
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Sul fianco scosceso di Kujira-yama, la Montagna della Balena, si spalanca un immenso giardino chiamato Bell Gardia. In mezzo è installata una cabina, al cui interno riposa un telefono non collegato, che trasporta le voci nel vento. Da tutto il Giappone vi convogliano ogni anno migliaia di persone che hanno perduto qualcuno, che alzano la cornetta per parlare con chi è nell'aldilà. Quando su quella zona si abbatte un uragano di immane violenza, da lontano accorre una donna, pronta a proteggere il giardino a costo della sua vita. Si chiama Yui, ha trent'anni e una data separa quella che era da quella che è: 11 marzo 2011. Quel giorno lo tsunami spazzò via il paese in cui abitava, inghiottì la madre e la figlia, le sottrasse la gioia di essere al mondo. Venuta per caso a conoscenza di quel luogo surreale, Yui va a visitarlo e a Bell Gardia incontra Takeshi, un medico che vive a Tokyo e ha una bimba di quattro anni, muta dal giorno in cui è morta la madre. Per rimarginare la vita serve coraggio, fortuna e un luogo comune in cui dipanare il racconto prudente di sé. E ora che quel luogo prezioso rischia di esserle portato via dall'uragano, Yui decide di affrontare il vento, quello che scuote la terra così come quello che solleva le voci di chi non c'è più. E poi? E poi Yui lo avrebbe presto scoperto. Che è un vero miracolo l'amore. Anche il secondo, anche quello che arriva per sbaglio. Perché quando nessuno si attende il miracolo, il miracolo avviene. Laura Imai Messina ci conduce in un luogo realmente esistente nel nord-est del Giappone, toccando con delicatezza la tragedia dello tsunami del 2011, e consegnandoci un mondo fragile ma denso di speranza, una storia di resilienza la cui più grande magia risiede nella realtà.
Dopo «Le più belle storie dei miti greci», «I più grandi eroi dei miti greci» e «Le più belle storie dell'antica Roma», una ricca raccolta delle storie più celebri sulla civiltà egizia, raccontate come fiabe e magnificamente illustrate. Tra templi colossali, potenti faraoni, divinità mitologiche, sfingi e piramidi misteriose, le appassionanti vicende di personaggi veri e leggendari che da sempre affascinano grandi e piccini. Età di lettura: da 6 anni.
Il Terzo Settore è «quell'insieme di enti privati che, senza scopo di lucro, perseguono finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale e che, in attuazione del principio di sussidiarietà, promuovono e realizzano attività di interesse generale attraverso il volontariato, la mutualità o la produzione e lo scambio di beni e servizi». È un prezioso comparto della società e dell'economia nazionale, capace di creare fiducia e coesione sociale. Finalmente le tante leggi che hanno regolato questo mondo, in maniera a volte confusa, sono state riordinate e innovate dalla riforma del Terzo Settore. Il volume traccia il percorso riformatore nel suo complesso, analizzato dai suoi stessi protagonisti. Nella prima parte Emanuele Rossi ripercorre la storia della legislazione del Terzo Settore; Antonio Fici esamina i principi e i profili generali della Riforma; Gabriele Sepio approfondisce le numerose innovazioni di natura tributaria e fiscale; infine Paolo Venturi si concentra sugli aspetti peculiari della riforma dell'impresa sociale. La seconda parte dell'opera offre un commento dettagliato, articolo per articolo, del Codice del Terzo Settore e del decreto sull'impresa sociale.
Il percorso storico e teorico che ha portato ai nuovi modelli della mente: dalle prime concettualizzazioni moderne del nesso sensazione-movimento fino agli sviluppi teorici che sono approdati al ‘paradigma motorio’, sul quale si basano gli approcci più recenti. Il corpo e il movimento, dunque, come punto di partenza e al tempo stesso di arrivo di più di quattro secoli di studio della mente.
La cura dei poveri è stata una caratteristica del cristianesimo sin dalle sue origini, e in questo senso si sono espresse le moderne encicliche sociali dei papi. Il contesto economico è cambiato radicalmente dalla Rivoluzione industriale in poi. L'autore di questo libro ci aiuta a comprendere questo contesto, nella convinzione che la dottrina sociale della Chiesa trarrebbe beneficio da un'analisi delle fonti e dei vantaggi della creazione della ricchezza: bisogna creare benessere, non impoverire la società. Creare ricchezza significa migliorare la vita di tutti, ed è quindi un presupposto necessario per alleviare la povertà e procurare mezzi per migliorare il benessere materiale dei più vulnerabili. Prefazione di Salvatore Rebecchini.
Dopo Colloqui minimi, Ettore Gotti Tedeschi continua a dialogare con i personaggi del passato: questa volta i suoi Colloqui massimi sono consacrati a una serie di “maestri” del pensiero (magari non sempre “buoni”), in maniera più lunga e approfondita. È così possibile incontrare Giovanni Papini, Romano Guardini e san Josemaría Escrivá, ma anche Cartesio, Nietzsche e Bertrand Russell, e dialogare con loro su temi decisivi per la formazione di una generazione “senza più maestri”. Lo stile è sempre quello polemico e politicamente scorretto tipico dell’Autore, con un occhio di riguardo per la Chiesa e l’economia, nella convinzione che è quanto mai necessario oggi controbattere a chi diffonde una cultura inquinante dal punto di vista educativo, culturale e spirituale.