Il Terzo settore è sempre più rilevante dal punto di vista sociale, economico e quindi anche giuridico. Alla legge delega n. 106/2006, che ha dato inizio a un processo di riordino normativo della materia, ha fatto seguito, nel 2017, l'entrata in vigore del Codice del Terzo settore, con cui si è aperta una lunga fase - tuttora in corso - di attuazione e revisione del medesimo. Continuando a ricostruire - tanto nei pregi quanto nei suoi limiti - i principi di fondo dell'attuale disciplina, questa nuova edizione dà conto di tutte le innovazioni normative e giurisprudenziali intervenute negli ultimi anni, a seguito di una riforma che se da un lato ha contribuito a riaffermare il ruolo del Terzo settore nella società italiana, dall'altro fatica, ancora, a trovare piena attuazione.
Il Terzo Settore è «quell'insieme di enti privati che, senza scopo di lucro, perseguono finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale e che, in attuazione del principio di sussidiarietà, promuovono e realizzano attività di interesse generale attraverso il volontariato, la mutualità o la produzione e lo scambio di beni e servizi». È un prezioso comparto della società e dell'economia nazionale, capace di creare fiducia e coesione sociale. Finalmente le tante leggi che hanno regolato questo mondo, in maniera a volte confusa, sono state riordinate e innovate dalla riforma del Terzo Settore. Il volume traccia il percorso riformatore nel suo complesso, analizzato dai suoi stessi protagonisti. Nella prima parte Emanuele Rossi ripercorre la storia della legislazione del Terzo Settore; Antonio Fici esamina i principi e i profili generali della Riforma; Gabriele Sepio approfondisce le numerose innovazioni di natura tributaria e fiscale; infine Paolo Venturi si concentra sugli aspetti peculiari della riforma dell'impresa sociale. La seconda parte dell'opera offre un commento dettagliato, articolo per articolo, del Codice del Terzo Settore e del decreto sull'impresa sociale.
Da più di trent'anni il temo delle riforme dello Costituzione è all'attenzione del dibattito pubblico. Commissioni bicamerali, comitati governativi, gruppi di lavoro hanno cercato di definire soluzioni diverse per il funzionamento delle nostre istituzioni repubblicane. Fino od oggi, l'unico risultato prodotto è la riforma del Titolo V dello Costituzione, approvato nel 200l. Ora, il Parlamento è giunto ad un passo da una riforma che, con ogni probabilità, sarà sottoposta a referendum popolare: con esso si intende superare il bicameralismo paritario, si ridefiniscono i rapporti tra Stato e Regioni, si aboliscono il CNEL e le Province, si interviene su altri aspetti non del tutto marginali del testo costituzionale. Una riforma piuttosto ampia (ben 45 articoli dello Costituzione su 139 verrebbero modificati, un terzo), che ha suscitato reazioni contrastanti, sia nell'opinione pubblica che nel mondo scientifico di riferimento. Il presente volume cerca di spiegare, con un linguaggio semplice ma rigoroso, i contenuti della riforma, analizzandone i punti di forza e di debolezza, le scelte opportune e gli errori commessi. Il suo obiettivo è di aiutare a decidere, in un senso o nell' altro, quando si andrà a votare per il referendum. Perché è sulla riforma che si dovrà votare, al di là delle ragioni politiche contingenti: i Governi passono, la Costituzione resta.
"La città è uniforme soltanto in apparenza" (W. Benjamin). Accanto a quelle realtà consolidate all'interno delle quali abbiamo imparato a muoverci con naturalezza, vi sono realtà inedite, vere e proprie "creazioni del caso", sorte in maniera spontanea. Si tratta dei luoghi della povertà e cioè di quelle numerose "aree sconosciute" della vita sociale che normalmente abbiamo cura di evitare o di cui non immaginiamo neppure l'esistenza, perché in questi luoghi tutto appare "misterioso ed oscuro", così come quell'umanità perduta e dimenticata che, in qualche modo, vi ha trovato rifugio.
Intellettuale socialista, membro dell'Assemblea Costituente, studioso del marxismo e del pensiero politico, parlamentare della Repubblica, Lelio Basso è stato anche uomo d'azione e leader di partito. Sulla base di una vasta documentazione d'archivio in buona parte inedita, questo volume racconta la storia del suo rapporto con il PSI dalla Resistenza alla vigilia del 18 aprile 1948, sullo sfondo del conflitto mondiale, dei drammatici scontri sociali del dopoguerra e della divisione del mondo in blocchi. Basso credeva fermamente nelle potenzialità del PSI, e si adoperò per farne un moderno partito di massa, in grado di guidare uno schieramento progressista alternativo a quello democristiano. Basso era altresì convinto che la democrazia non potesse ridursi all'esercizio del voto, ma che dovesse continuamente nutrirsi della partecipazione attiva dei lavoratori e dei ceti sociali emarginati, anche se fino ad allora completamente estranei alla politica. Si impegnò pertanto a tradurre in termini pratici tale aspirazione, provando a fare del PSI uno strumento di alfabetizzazione democratica e un luogo per praticare democrazia. Il progetto bassiano venne tuttavia vanificato dallo scontro ideologico della guerra fredda: la politica come educazione alla partecipazione democratica venne sconfitta dalla politica di potenza. Non fu però vanificato il contributo dato da questa esperienza alla nascita e allo sviluppo di un moderno sentimento di cittadinanza nel nostro paese.
Un'indagine che esplora la natura dei partiti politici: che cosa sono, a cosa servono, come funzionano (o non funzionano) i partiti italiani.