L'ospitalità e l'accoglienza nei vangeli: i commenti, le riflessioni e i suggerimenti di queste pagine avvicinano ed evidenziano la semplicità, la suggestione e la freschezza dello stile di vita che Gesù di Nazaret ha portato nella storia degli uomini. Il Vangelo viene così riletto negli incontri di Gesù con Marta e Maria, con il giovane ricco, con gli apostoli nel momento in cui lava loro i piedi, con la donna adultera... In essi il discepolo di oggi può trovare la via per una fede essenziale e viva. Per ogni capitolo viene proposto un dipinto che rappresenta l'episodio narrato. Sono immagini in cui si apprezza la saggezza interpretativa degli artisti, che da persone intuitive presentano la loro visione delle vicende evangeliche mostrando "tutto" in un colpo d'occhio.
Il viaggio è metafora della vita. Anche la fede può essere descritta come un viaggio. Il credente compie l’umano viaggio della sua esistenza sostenuto dalla fede nella parola del Signore. Il viaggio di Abramo inizia con un atto di fiducia nella parola del Signore che in modo inatteso fa balenare nell’orizzonte della sua esistenza la luce di una meta da raggiungere. Per iniziare il viaggio personalissimo della fede e della propria riuscita umana, occorre il coraggio del non conformismo. Abramo si separa dall’agire comune, dalla logica della folla, delle convenzioni, osa andare controcorrente.
La figura di Pilato, la condanna di Gesù, il ruolo di Giuda, da sempre terreno di ricerca da parte di narratori - da Borges, ad Anatole France, a Bulgakov - continua a suscitare l'interesse degli scrittori, e soprattutto in tempi recenti: i romanzi di Amos Oz ed Emmanuel Carrère sanno come far rivivere i personaggi dei Vangeli in modo più umano, più vicino alla sensibilità di noi lettori e il nuovissimo saggio di Aldo Schiavone coglie tutta la solitudine del procuratore della Giudea. Caillois, che scrisse questo romanzo nel 1962, è stato forse fra i primi a cogliere la modernità della storia di Pilato. Con una nota di Giorgio Fontana.
Gerusalemme è il luogo in cui il cielo ha toccato la terra e Dio ha camminato sui passi dell'uomo. Per questo motivo non si può visitare la Terra Santa senza avere tra le mani la Bibbia e non si può comprendere appieno la dimensione storica della rivelazione biblica senza conoscere la geografia della Terra Santa. Quale guida migliore, dunque, di un grande biblista per scoprire i luoghi santi? Il percorso proposto dall'autore è strutturato in quattro grandi tappe che corrispondono ai momenti fondamentali di un pellegrinaggio in Israele e Palestina: la Galilea, la regione settentrionale teatro dei primi atti di Gesù, la centrale Samaria, la meridionale Giudea e al suo centro - ma anche al centro di tutta la Terra Santa e di tutta la Bibbia - Gerusalemme, la città santa delle tre religioni monoteistiche sorelle, l'ebraismo, il cristianesimo, l'islam. All'interno di ognuna di queste grandi tappe si snodano, in successione alfabetica, le località concrete in cui il pellegrino sosterà: 18 centri per la Galilea, le 3 soste della Samaria, i 16 punti maggiori della Giudea e le 19 visite di Gerusalemme. All'interno delle descrizioni di tutte queste località, a cui sono spesso allegati i ricordi minori, vengono evocate storia, topografia, archeologia, dati biblici, tradizioni giudaiche, cristiane e musulmane.
Diventare uomo e umanizzare la propria umanità: questa è la vocazione consegnata alla creatura dal Dio che ha creato l’uomo a sua immagine e ha rivelato il suo volto nell’umanità di Gesù. Gesù e il suo messaggio plasmano la nostra vita di cristiani. Il suo vivere, il suo passare facendo il bene, il suo fare bene e bella ogni cosa, sono il Vangelo: siamo pronti a riandare a questa buona notizia, che è la persona stessa di Gesù?
Negli ultimi decenni l'invito a riprendere in mano la teologia dell'ispirazione si è fatto sempre più pressante. Si sono pronunciati in tal senso un importante Simposio promosso dalla Congregazione per la Dottrina della Fede (1999), il Sinodo dei Vescovi sulla Parola di Dio (2008), l'esortazione postsinodale di Benedetto XVI Verbum Domini e l'ultimo documento della Pontificia Commissione Biblica su Ispirazione e Verità della Sacra Scrittura. La parola che viene da Dio e parla di Dio per salvare il mondo (2014). Le grandi immagini patristiche dell'agiografo plettro, strumento, recettore di un dettato, come anche il più recente profeta messaggero, o uomo su cui soffia lo Spirito favorendo in lui l'evento della Parola, conoscono elementi di parzialità. Meglio sarebbe porre al centro il concetto di relazione. Tra Dio e l'agiografo è in atto una relazione di amicizia, che deve giocoforza crescere insieme, richiedendo un coinvolgimento di scelta nel partner umano. Se fosse una realtà già cresciuta non sarebbe una relazione, ma un elemento preconfezionato, da assumere a prescindere. Dio, invece, non impone mai la relazione, ma la costruisce sempre insieme con i suoi agiografi. Relazione straordinaria, tale da sconvolgere visioni precostituite che dovranno oramai essere passate al vaglio di quella novità assoluta che sta prendendo vita all'interno della storia di alcuni uomini di Dio, prima di estendersi attraverso parole e scritti alla storia della gente che vive attorno a loro.
È una proposta di «lettura orante della Parola» nata a poco a poco in un contesto di animazione pastorale e spirituale, nell'ambito di una comunità parrocchiale. Con un ritmo di incontri bimensili, facendo uso di simboli e di icone, con il supporto di un piccolo gruppo musicale e con una buona dose di costanza e di creatività, l'esperienza si è consolidata creando un modello interessante. Ciò che caratterizza queste proposte di lectio divina è la continua attenzione a una lettura biblica che, mentre ha il rigore dell'esegesi seria e il linguaggio spirituale sostanzioso, diventi un incontro vitale e orante con le Sacre Scritture, capace di trasformare la mente e il cuore. Riflessione e attualizzazione, canto e orazione, diventano scuola di comunione e contemplazione.
Destinatari
Indicato per la lectio divina di gruppi, associazioni, parrocchie, comunità È di grande utilità anche per la preghiera e la meditazione personale.
Autore
Bruno Secondin, carmelitano, ha studiato a Roma, in Germania e a Gerusalemme, ed è ordinario di teologia spirituale all'Università Gregoriana di Roma. È autore di una ventina di libri sulla spiritualità, la vita consacrata e le nuove esperienze ecclesiali. Tra i suoi libri recenti: La spiritualità nei ritmi del tempo (1997); Abitare gli orizzonti (2002); La lettura orante della Parola. «Lectio divina» in comunità e in parrocchia, 2 voll. (2001-2002); Come pioggia di primavera. «Lectio divina» per la Quaresima e la Pasqua (2003).
Perché nessun libro del Nuovo Testamento è stato scritto da una donna? Perché il ruolo delle donne è rimasto statico nella struttura gerarchica della Chiesa cattolica? Perché poi nella storia della Chiesa sono sempre state messe a tacere? E perché Maria Maddalena, che ha visto Gesù risorto prima degli apostoli, non è considerata un apostolo? Oggi più che mai, dopo secoli di dimenticanza, il ruolo della donna nella comunità cristiana è posto al centro delle questioni aperte e urgenti che la Chiesa cattolica ha di fronte a sé. Conoscere gli scritti del Nuovo Testamento e cosa dicono sulle donne è essenziale, soprattutto per gli uomini, i ministri, i padri di famiglia. Questo libro, attraverso 100 semplici e dirette domande che prendono spunto da episodi biblici concreti, vuole essere un aiuto in tal senso. Alla fine, non sarà poi così strano affermare che forse un'originalissima leadership della donna era stata già indicata tanto tempo fa.
Con il consueto linguaggio piano e accessibile, don Maggioni rilegge le pagine evangeliche dedicate a Maria, offrendo originali spunti di riflessione.
Queste 31 brevi meditazioni di uno dei più noti e apprezzati biblisti italiani, sono un sussidio ideale per un mese da vivere insieme a Maria.
Come il Vangelo, ripetuto ogni domenica da duemila anni e divenuto un’abitudine a cui non si fa quasi più caso, anche tutto il resto è divenuto parte del nostro orizzonte: in questo modo abbiamo perso la capacità di provare meraviglia e stupore di fronte alla bellezza, dando tutto per scontato. Ecco perché serve documentarsi per scoprire quanto è bella la nostra fede e avere le armi necessarie a fronteggiare chi dice il contrario. Questo volume, quarto capitolo della serie Il Kattolico, riprende l’omonima rubrica di Rino Cammilleri sul mensile apologetico “Il Timone”: ogni capitolo è dedicato a un argomento diverso, da leggere nell'ordine che ognuno preferisce. Volete sapere perché diavolo Pilato condannò Gesù? Cristo è veramente nato il 25 dicembre? Che fine fecero i prigionieri borbonici di Garibaldi e soci? A questi e altri quesiti Cammilleri risponde con il suo stile umoristico ma chiaro, decisamente cattolico.
L'aldilà ha molti volti: non tanto perché il passaggio si verifica in modi diversi per ciascuno, ma soprattutto perché esso è stato pensato in modi diversi. Uno studio sull'immortalità non può quindi limitarsi alle Sacre Scritture ebraiche e cristiane. Il tema infatti ha una portata interculturale e interreligiosa, e proprio questo lo rende un campo insidioso e insieme avvincente. Vale la pena percorrerlo, anche perché paradossalmente il pensiero della morte aiuta a vivere meglio, almeno con più coscienza, l'attuale esistenza storica. Esplorando le varie tipologie di sopravvivenza ci si renderà conto che il pensiero di un'immortalità futura non è un motivo onirico per fuggire dal realismo di un presente impegnativo. Serve invece a coltivare la certezza che tutto comincia qui adesso: l'immortalità parte dalla convivenza con le cose più piccole e le relazioni più disparate di ogni giorno. Per il cristiano l'eternità e, quindi, l'immortalità comincia, non dopo la morte fisica, ma qui e ora, nel pur precario presente storico.
L'opera ideata e coordinata da Gregory K. Beale e Donald A. Carson è un tipo di lavoro - senza precedenti nella storia della ricerca biblica - in cui per la prima volta si fornisce un commento continuo e organico all'uso che il singolo scritto neotestamentario fa delle Scritture ebraiche. Nel commento viene raccolta un'immensa quantità di materiali, illustrati da specialisti del Nuovo Testamento che mostrano come l'autore neotestamentario studiato intenda e riprenda i testi che ai suoi giorni facevano autorità, e in quale costellazione questi si situi in rapporto al quadro generale del giudaismo del tempo. Frutto di decenni di studi sulla complessità e la varietà dei rapporti fra i due corpi scritturistici, il commento analitico al testo biblico porta alla luce come gli autori neotestamentari siano profondi conoscitori delle loro Scritture e come questa conoscenza sia costitutiva della loro impresa teologica. Per questi aspetti il commento di Beale e Carson mostra tutta la sua utilità non solo per lo studioso ma per chiunque voglia introdursi al grande cantiere delle Scritture ebraiche e cristiane. Il secondo volume dell'opera commenta il vangelo di Giovanni, gli Atti degli Apostoli, la lettera ai Romani, le due lettere ai Corinti e le lettere ai Galati e agli Efesini.