Il libro
La parola di Dio, anima della Chiesa (S. A. Panimolle)
Parola di Dio, Sacra Scrittura e Tradizione nei Padri greci (IV-V sec.) (S. Zincone)
Parola di Dio, Sacra Scrittura e Tradizione in s. Girolamo (L. Manca)
Parola di Dio, Sacra Scrittura e fede della Chiesa in Ilario di Poitiers (L. F. Ladaria)
La Scrittura come ricerca del Verbo divino e alimento spirituale negli scritti di sant'Ambrogio (A. Bonato)
Agostino esegeta della Scrittura e testimone della Tradizione (A. Bonato)
C'è un momento, nella vita di tutti, degli adolescenti in modo particolare, in cui la fede ricevuta da bambini in maniera inconsapevole, non basta più. Mille domande si affacciano all'orizzonte, mille interrogativi esplodono: Perché credere? Cosa c'è dopo la morte? Perché devo andare a Messa? È un momento importante in cui la fede infantile si prepara a diventare una fede adulta. Una fede che rompe con le abitudini del passato per diventare più vera e più forte: ecco il significato del titolo di questo libro. Non è un thriller da leggere tutto d'un fiato, ma un volumetto da tenere a portata di mano e da consultare quando, appunto, la fede "diventa difficile", cioè tormenta, provoca, interpella. Questo libro può essere di aiuto anche per gli educatori dei ragazzi: per la catechesi, gli incontri giovanili, i ritiri spirituali, in famiglia.
Il volume, nel presentare i commenti ai testi delle liturgie domenicali e di alcune solennità, si prefigge, attraverso <<una lettura sapienziale ed esperienziale della parola del Signore, in un ascolto orante della Parola, di far percepire il respiro di Dio al cuore dell’uomo che lo cerca, fino a renderne familiare il sussurro>>. Il testo, grazie a un filo conduttore di racconti che tentano di far parlare la vita fornisce spunti per la vita quotidiana.
Lorenzo Piva, sacerdote della diocesi di Padova, è nato a Limena (PD) nel 1948. Licenziato in teologia fondamentale presso la Pontificia Università Gregoriana, si è laureato in teologia, con specializzazione in ecclesiologia, presso la medesima università, con una tesi sulla carismatica figura di Giorgio La Pira (L’eterno nel tempo e l’utopia del regno per trasformare la storia, San Paolo, 1997). Dal 1987 al 1995 ha ricoperto l’ufficio di assistente del Laicato missionario e di consulente ecclesiastico del Volontariato internazionale (Focsiv) per la Conferenza Episcopale Italiana. Dal 1995 esercita il proprio ministero presso la Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli. È docente di ecclesiologia ed escatologia.
Non basta annunciare Dio, bisogna anche lottare contro gli idoli, abbattere le immagini idolatriche del divino. Chiedendosi di continuo: quale Dio e quale fede? La predicazione, infatti, richiede di muoversi sul piano profetico, come sentinelle che annunciano il pericolo; ma, insieme, anche su quello sapienziale, per vincere il disgusto, l'inappetenza per indigestione di parole sature, discorsi pedanti, che hanno la pretesa di spiegare tutto. Proprio il contrario della poesia: poche parole luminose che si limitano ad accennare. La predicazione proposta in queste pagine è una saggia via di mezzo che si fa carico della preoccupazione pedagogica di accompagnare l'uditore della parola a tradurla nella quotidianità, senza mai arrivare a essere parola satura" (dalla prefazione di Lidia Maggi).
L’attuale dibattito sulla predicazione è, indubbiamente, una delle conseguenze più positive della coscienza ecclesiale dell’urgenza dell’evangelizzazione nel mondo di oggi. L’importanza e l’attualità della riflessione induce a soffermare l’attenzione su una delle modalità ecclesiali del ministero della Parola nella Chiesa di oggi: l’omelia. Un ministero che oggi è tornato ad essere di moda, soprattutto, perché costituisce una tipica forma di annuncio della Parola di Dio che riesce a raggiungere anche i lontani, che, di tanto in tanto, sono costretti dalle situazioni della vita, a volte felici e a volte meno, a partecipare a una celebrazione liturgica (matrimonio, funerale, prima comunione).
La «Sacrosanctum Concilium» presenta l’omelia come il momento culminante della proclamazione della Parola di Dio e come il vertice espressivo della predicazione del vangelo, che è il compito più importante della missione della Chiesa. La sua funzione principale, infatti, è di predisporre i fedeli alla comprensione della Parola di Dio che è stata proclamata.
L’importanza dell’omelia, però, è legata anche a una seconda e non meno rilevante funzione: predisporre l’assemblea alla celebrazione dei divini misteri. Infatti, i gesti e i riti, che fanno di ogni celebrazione liturgica il memoriale del Mistero Pasquale di Cristo, possono essere compresi solo alla luce della Parola di Dio. Perciò, l’omelia deve essere considerata come uno dei momenti più espressivi della predicazione della Parola di Dio e della stessa liturgia perché, collegando l’annuncio della salvezza con la celebrazione del Mistero Pasquale di Cristo, rivela all’uomo che vive nel tempo la profondità misterica della fede cristiana.
Le riflessioni presentate in questo volume si inquadrano in questa prospettiva e si configurano come un invito a rimboccarsi le maniche per restituire alla Parola di Dio tutta la sua efficacia salvifica.
Questo libro presenta l'avvio di un itinerario sulla questione di Dio nel pensiero filosofico in dialogo con autori della tradizione mistica e fenomenologica e nel libero confronto con la tradizione metafisica.
Come parlare oggi della dignità spirituale dell'umano senza perdersi nella retorica e nel generico "senso del sacro"? Il linguaggio comune, più o meno interessato ad intrattenersi attorno all'attuale "crisi dei valori spirituali", segnala soprattutto l'arresto e l'inerzia della lingua tradizionale: evoca genericamente qualcosa di cui si lamenta la mancanza o si denuncia il bisogno. La condivisa riconosciuta attenzione al tema della sensibilità e degli affetti nell'opera di Francesco di Sales (1567-1622) consente di apprezzare in lui un valido interlocutore per questo tema cruciale. Rilevandone i positivi riverberi per l'attuale teologia della fede, è possibile riassumere l'originale tentativo salesiano attorno alla felice e sintetica espressione: "Dio è il Dio del cuore umano". Nel cuore e attraverso il cuore si compie quel sottile e intenso processo unitario di acquisizione fatto di pensiero, sentimento e azione, dunque, di libertà, in virtù del quale l'uomo riconosce Dio e, insieme, si riconosce, ritrovando oltre se stesso il fondamento del proprio inizio e del proprio compimento, nella forma di un affidamento ad una verità che appare alla coscienza come capace di suscitare un corrispondente irrinunciabile bene-volere.
E' la domanda che si pone chi e messo a confronto con la malattia, la morte o anche con le catastrofi naturali. Nel libro l'Autore lascia spazio proprio a tali interrogativi, descrivendo il modo di rapportarsi a esperienze concrete di sofferenza.
A. Vanhoye, in questo volume, intende accompagnare i cristiani nell'approfondimento del mistero della passione e morte di Gesù. Più precisamente, egli conduce una riflessione sul concetto di «sacrificio». Nel linguaggio corrente il «sacrificio» è visto come «privazione», quindi come qualcosa di negativo. Nel linguaggio religioso, però, il termine assume una connotazione positiva: sacrificio è il sostantivo corrispondente del verbo sacrificare, che vuol dire «rendere sacro». Per rendere sacro qualcosa che non lo è occorre accogliere la comunicazione della santità divina: una realtà si trasforma in sacrificio solo se diviene strumento di santificazione e di comunione più intima con Dio. Egli, infatti, passa in rassegna i diversi tipi di sacrificio, a partire dal «sacrificio del rendimento di grazie», dall'eucaristia, che è fondamento e culmine della vita cristiana stessa. Gesù, nell'ultima cena, aprendosi con immensa gratitudine alla potente corrente d'amore di Dio padre, con la forza interiore propria dell'amore ha trasformato la sua passione e morte in sorgente di vita nuova. La trasformazione effettuata nella passione ha prodotto la risurrezione. Partecipando all'eucaristia, anche noi riceviamo il dinamismo del rendimento di grazie, che ci mette in grado di fare della nostra vita una continua offerta di rendimento di grazie a Dio. Questo volume è una riedizione di Dio ha tanto amato il mondo. Lectio sul sacrificio di Cristo, pubblicato nel 2003 nella collana «Dalla Parola alla Vita» e ora riproposto per la collana «Scrutate le Scritture». Albert Vahnoye, cardinale, gesuita, biblista, membro della Studiorum Novi Testamenti Societas, già rettore del Pontificio Istituto Biblico e Segretario della Pontificia Commissione Biblica, è nato il 24 luglio 1923 ad Hazebrouck, nella diocesi di Lille, nel Nord della Francia, al confine con il Belgio. Autore di numerose pubblicazioni, tradotte in diverse lingue, ha preso parte attiva alla redazione di documenti che prolungano il lavoro del concilio Vaticano II. Per Paoline ha pubblicato: Lettera ai Galati. Nuova versione, introduzione e commento (Milano 2000) e Dio ha tanto amato il mondo. Lectio sul sacrificio di Cristo (Milano 2003).
La Pasqua 2007 nelle Parole di papa Benedetto XVI. Il volumetto contiene i seguenti discorsi: Celebrazione della domenica delle Palme e della Passione del Signore (XXII Giornata Mondiale della Gioventù); il Triduo Pasquale, Udienza Generale; Santa Messa del Crisma; Santa Messa della Cena del Signore; Via Crucis al Colosseo; Veglia Pasquale nella Notte Santa; Messaggio Urbi et Orbi; Regina Coeli; l'Ottava Pasqua, Udienza generale.