Fermare il tempo? Impossibile. Alle nostre velocità quotidiane non possiamo rallentarlo, ma c'è un tempo che possiamo fermare: è quello che passa senza che ci accorgiamo di vivere. Accorgersi di vivere significa ascoltarsi. Quante volte ci fermiamo ad ascoltare il nostro cuore, il nostro respiro? Quante volte ci fermiamo ad ascoltare le nostre emozioni, i nostri pensieri? Fermare il tempo significa non invecchiare. Non possiamo arrestare il crescere dell'età anagrafica, ma possiamo far molto per rallentare il crescere dell'età biologica, che corrisponde allo stato di efficienza dei nostri apparati organici, la circolazione, la respirazione, l'efficienza cognitiva, muscolare, articolare, renale, immunitaria. Come fare? Il cibo vero può aiutarci? E la meditazione? L'esercizio fisico? I microbi dell'intestino? Il cibo può influire sul benessere mentale? Quanto conta la colazione del mattino? E la masticazione? Perché mettiamo su pancia? Perché chi ha la pancia si ammala di più? Come fare dolci senza zucchero? Come liberare la propria energia vitale e raggiungere una condizione esistenziale di leggerezza? Ci sono cibi che influiscono sul sonno? Sulla sessualità? Sulla sterilità? Sulla fragilità degli anziani? Nel suo nuovo libro Franco Berrino traccia le istruzioni per alimentarsi con giudizio e non ammalarsi. Da cosa partire? Dalla scelta degli ingredienti che si portano in tavola. Mangiare una varietà di cibi naturali piuttosto che le manipolazioni industriali dei cibi è uno dei principali segreti per vivere più a lungo e felici. Lo spiega questo libro che raccoglie le «piccole dosi di saggezza» del medico e maestro riconosciuto della sana alimentazione. Un volume ricco di ricette e consigli di salute per accorgersi tutti i giorni della bellezza della vita.
"Questo è probabilmente l'ultimo libro che scrivo. Non pensavo di farlo, ma poi ho riflettuto che forse ne valeva la pena. Adesso vorrei dire anch'io quello che penso, le domande che mi pongo, le cose che ho compreso... È un libro che forse voglio scrivere anche per me stesso, oltre che per i lettori." Da tempo Piero Angela lavorava a queste pagine, frutto di un confronto - durato decenni - con il suo storico collaboratore Massimo Polidoro. Una conversazione, è il caso di dirlo, sui massimi sistemi: l'universo, la natura, l'uomo. Si parla di scienza insomma, che lo appassionava e che era tanto bravo a divulgare. "Pensa come uno scienziato", oltre a essere sempre stato il suo consiglio ai giovani, è anche la chiave di lettura e di comprensione del presente che viene loro offerta da questo libro. Ogni cosa della vita, ogni argomento può, anzi deve essere affrontato con la razionalità tipica del metodo scientifico. Ma allo stesso tempo non bisogna mai perdere la curiosità, l'umiltà e il senso di meraviglia. Solo così si capisce, e si cresce. "La meraviglia del tutto" è una lezione di vita che accompagna il lettore in un viaggio alle origini dell'uomo, questo "pezzetto di universo che ha acquisito la capacità di voltarsi indietro e di ricostruire la propria storia straordinaria". Ogni capitolo apre una porta che dà su porte successive, e la grande capacità narrativa di Angela cattura la curiosità del lettore e lo trascina nell'affascinante avventura della conoscenza. Questo libro non sarebbe stato possibile senza Massimo Polidoro, l'allievo che nel corso di trent'anni ha "interrogato" il maestro stimolandolo con le sue domande. Che sono poi le stesse che tutti noi ci facciamo. E a cui Piero Angela risponde con la chiarezza e l'onestà intellettuale che abbiamo sempre ammirato.
Come sarebbe guardare il mondo attraverso gli occhi di un gatto? Il legame tra l'uomo e questo animale è così speciale e di lunga durata che ci sembra di conoscerlo bene. In effetti, spesso i tratti che gli assegniamo sono umani e spieghiamo i suoi comportamenti sulla base dei nostri. E se invece non interpretassimo correttamente il modo in cui percepisce la realtà? In un racconto avvincente, Jessica Serra conduce un'esplorazione nella mente dei gatti, attingendo agli ultimi progressi dell'etologia e a innovativi test comportamentali per svelare il loro sorprendente mondo cognitivo: la percezione del tempo, il labirinto delle emozioni, l'istinto al servizio dell'intelligenza, persino la sensibilità alla musica (soprattutto rock!), le grandi doti terapeutiche e antidepressive e la fenomenale capacità di orientamento. Il risultato è un ritratto vivido della loro vita interiore che dischiude tutta la bellezza e genialità del mondo felino e ci fa comprendere gli enormi benefici della loro presenza nella nostra vita.
Una parola drammatica che ogni epoca tenta di riscrivere. Un tema controverso che oggi più di ieri è attraversato da incertezze e contraddizioni. Può avere ancora efficacia la punizione come reazione a un reato? Se negli ultimi decenni ha prevalso una tendenza antiautoritaria e antirepressiva, incline a contestarne l'utilità anche in campo educativo, le forti ventate di populismo politico della nostra contemporaneità hanno alimentato pulsioni collettive, favorevoli a una concezione emotiva della punizione come vendetta pubblica. Ciò in totale contraddizione con quella «crisi della pena» che i giuristi non si stancano di denunciare, e con quella finalità educativa che ne connota la visione costituzionale. Questo libro pone domande, trasmettendo al lettore l'urgenza di modalità alternative alla punizione ed evidenziando gli aspetti contraddittori e paradossali di uno dei nodi più drammatici del vivere morale e civile.
Spesso si considera la scienza il regno della certezza e della verità. Invece, il dubbio e l'errore sono fondamentali per il progresso del sapere in ogni settore. E, come accade nella vita di ogni giorno, anche nella scienza l'errore si presenta sotto molteplici forme: c'è l'errore che è motore di nuove conoscenze, ma anche quello frutto dell'ideologia o della fretta. C'è l'errore riconosciuto e quindi fecondo, ma anche quello testardo. In questo libro scopriremo storie affascinanti di chimica, biologia, medicina e soprattutto di fisica, dal punto di vista di chi sbaglia. Incontreremo scienziati come Fermi, Einstein e Pauling e studiosi quasi ignoti. Scoprire che anche i grandi della scienza hanno sbagliato sarà una iniezione di ottimismo. Viviamo in un mondo che con l'errore ha un rapporto difficile. Oggi più che mai è importante rivalutarlo: lunga vita all'errore!
La storia dell'editoria è la storia dell'emancipazione di un mestiere da un altro. O meglio da altri due: quello del tipografo e quello del libraio. L'editore non è chi stampa un libro né chi lo vende, scriveva Niccolò Tommaseo, ma chi lo fa stampare per farne commercio. Ne discende che l'editoria non ha una data di nascita. È un'attività che si struttura in modo graduale, definendosi in corso d'opera. La sua affermazione si configura allora come un lento processo che, almeno nel caso italiano, inizia nella prima metà dell'Ottocento, si compie sul finire di quel secolo e perdura nella forma di un'interdipendenza fra i tre mestieri per tutto il Novecento. Questo volume delinea tale parabola, ponendo in rilievo la relazione che intercorre fra libri e società, industria editoriale e storia nazionale. Ripercorrendo le vicende di alcune case editrici - fra cui Zanichelli, Treves, Bemporad, Hoepli, Laterza, Mondadori, Einaudi, Feltrinelli, Adelphi, Sellerio - e concentrando l'attenzione su alcune questioni trasversali alla loro attività, traccia un quadro non solo dell'editoria italiana, ma anche dell'Italia dei libri dall'età liberale a quella repubblicana.
Martin Luther King vs Malcolm X. La colomba disposta a immolarsi per il grande sogno di un'uguaglianza pacifica, e l'ape pronta a pungere sia per difendersi sia per ottenere ciò che le spetta. Un saggio preciso, avvincente, che restituisce l'entusiasmo di una stagione del Novecento ormai entrata nel mito. Episodi della lotta per i diritti civili degli afroamericani si alternano al racconto delle vite di pensatori, di attivisti fin qui noti solo agli esperti, che hanno preceduto Martin Luther King e Malcolm X, consentendo loro di diventare ciò che sono stati. L'avventura umana di questi due giganti - spesso diversi, talvolta affini - che hanno dato la vita per cambiare il mondo permette così di gettare una luce su un pezzo della storia recente. Una storia di emarginati e di segregati, ma anche di coraggiosi e di ribelli.
Nella storia dell'economia mondiale, la globalizzazione è stata un processo storico guidato dall'innovazione e dalla tecnologia, consentendo, da un lato, una maggiore integrazione economica mondiale, ma, dall'altro, i suoi vantaggi non sono sempre riusciti a mitigare rischi di instabilità e disuguaglianze. Questo concetto, ormai diffuso, non solo è emerso come un'importante opportunità per la teoria e la pratica economica, ma è entrato anche negli ultimi anni nei dibattiti accademici, dove è ampiamente utilizzato e studiato in varie discipline come il commercio internazionale, l'economia così come la sociologia, la scienza politica e il diritto. Gli eventi, come i più recenti della pandemia Covid-19 e la guerra in Ucraina, hanno portato numerosi studiosi a formulare teorie su una nuova forma della globalizzazione cercando di darne una spiegazione. E il ruolo dell'Unione Europea? Questo libro intende descrivere il possibile ruolo economico globale che può assumere l'Unione Europea nella costruzione di una nuova "globalizzazione 4.0".
Questo libro nasce dall'eccezionale videoracconto che Simone Veil fece nel 2006 per la Fondation pour la Mémoire de la Shoah e l'INA, l'Institut national de l'audiovisuel. Di fronte alla telecamera, Simone Veil parla della sua vita. Il sole di Nizza, una famiglia unita, repubblicana e laica. E poi invece il freddo, la fame, le umiliazioni, i compagni di prigionia, i rapporti fra uomini e donne, i suoi diciotto mesi in un campo di concentramento. Racconta il ritorno, nuove forme di umiliazioni, la difficoltà di parlare, il suo impegno per la salvaguardia della memoria. Solo la speranza che la Shoah non venga mai dimenticata può lenire il dolore. Dalle sue parole emerge un libro di un'immediatezza rara: la sua forza non sta nei fatti che descrive, e che sono ben noti, bensì nella forma, di una spontaneità stupefacente. Veil si lascia condurre dai ricordi, mescola aneddoti e riflessioni, le piccole storie alla grande Storia. Con uno scritto di Liliana Segre.
Era il 1898 quando l'editorialista Clemenceau definì "intellettuali" un composito e nutrito gruppo di illustri personalità, accademici, artisti, architetti, giuristi, medici, scrittori del calibro di Émile Zola, Anatole France, Marcel Proust, che sulle pagine del quotidiano "L'Aurore" animò una discussione intorno all'" affaire Dreyfus" e alla necessità di difendere pubblicamente i valori della giustizia e della verità. Nonostante la figura dell'intellettuale non fosse certo nuova, Clemenceau consacrò in qualche modo la nascita di un termine poi entrato nel linguaggio comune, identificando una forza sociale e politica che con la la sua militanza ha caratterizzato innegabilmente tutto il corso della cultura occidentale.
Introdotti dalla illuminate riflessione filosofica di Emanuele Coccia, Bauman e Bongiovanni ne ricostruiscono la storia, i tratti, le trasformazioni, i complessi intrecci con il potere.
In queste pagine ripercorriamo mesi che hanno segnato tutti noi, dall'esplosione dei contagi al primo traumatico lockdown, e poi la paura, il coprifuoco, le misure di sicurezza, fino alla campagna vaccinale che ci ha portati finalmente fuori dall'incubo. Entriamo dietro le quinte per capire cosa è accaduto davvero: la corsa per mettere a punto i progetti previsti dal PNRR, il cambio di governo nel pieno della seconda ondata, la sfida di ridisegnare la sanità italiana per portarla più vicino alle persone, sul territorio. Una storia che è stata raccontata in tanti modi ma mai dall'interno, dal punto di vista di chi ha dovuto prendere decisioni da cui dipendevano migliaia di vite umane e ha lavorato per tentare di evitare che giorni così duri possano tornare. Il racconto in prima persona degli anni da ministro firmato da Roberto Speranza è ben più di un saggio. È una testimonianza accorata, è una narrazione serrata, è una memoria preziosa. Ancora di più oggi, quando si avvertono i segnali preoccupanti di un'inversione di tendenza, di una contrazione degli investimenti nella sanità. Perché, scrive l'autore, un Paese che non valorizza il suo personale sanitario, che non lo mette nelle giuste condizioni per lavorare al meglio, che non difende e non rafforza la sua sanità pubblica è un Paese che domani si troverà disarmato. E questo l'Italia non può permetterselo.
Tenere su un piedistallo nella piazza - centro della polis e dunque luogo politico per eccellenza - un personaggio, significa indicarlo come modello di virtù civili. È l'equivalente della santificazione: «guardatelo, prendetelo a esempio, fate come lui». Naturalmente questo messaggio arriva quando c'è un nesso ancora vivo tra il personaggio e la comunità che lo celebra, nel bene e nel male. Non è dunque un discorso sul passato, ma una contesa sul presente e un confronto di progetti sul futuro. Se masse oppresse in tutto l'Occidente si rivolgono contro statue e monumenti è perché sono tuttora umiliate e sconfitte. La loro battaglia non riguarda la storia, ma il futuro. Ed è sacrosanta. È giusto che le memorie materiali siano al centro di un conflitto: sarebbe un tragico errore cancellarle, ma lo sarebbe anche impedire che la società di oggi ne cambi il senso. L'ultima cosa che dobbiamo fare è usare l'arte e la storia contro la giustizia e l'eguaglianza.