In un giorno di giugno, durante il tour di presentazione della sua autobiografia, Christopher Hitchens viene colpito nella sua camera d'albergo da lancinanti dolori al petto e al torace. Come scriverà più tardi nel primo di una serie di illuminanti pezzi per Vanity Fair, è il giorno in cui si trovò improvvisamente deportato "dal paese dei sani oltre il desolato confine della terra della malattia". Nel corso dei successivi diciotto mesi, Hitchens ha continuato a scrivere, a sorprendere i lettori con la straordinaria qualità del suo lavoro e a rifuggire illusori conforti, preferendo affrontare la vita e la morte con entrambi gli occhi aperti. In questo racconto descrive acutamente le afflizioni della malattia, discute dei tabù che la circondano ed esplora il rapporto con il mondo, abbracciando l'intera gamma delle emozioni umane. "Mortalità" è la storia esemplare del rifiuto di accucciarsi di fronte all'ignoto e una lucida indagine sulla condizione umana. Intriso di acuta intelligenza e dell'inconfondibile humour del suo autore, il testamento di Hitchens non è solo una brillante e coraggiosa opera di letteratura ma anche la rivendicazione della dignità e del valore dell'uomo.
Che sia giunto il momento di cambiare qualcosa, nel mondo in preda alla crisi globale, lo pensano davvero in molti. Che sia il caso di fare qualcosa per limitare tutti quei poteri dominanti, finanziari e politici, che ci hanno portato alla rovina sta diventando un sentimento condiviso. Con questo intenso pamphlet, Hardt e Negri entrano nel merito della questione: non si tratta più, infatti, di protestare, come hanno fatto in questi anni i movimenti di piazza, ma di costruire, facendo emergere principi e pratiche che possano tirarci fuori dall'impasse. Proprio i movimenti hanno messo in evidenza quelli che potrebbero essere i primi principi "costituenti" di un nuovo sistema. In primo luogo, il rifiuto della rappresentanza politica e la costruzione, in sua vece, di nuovi schemi di partecipazione democratica; poi la valorizzazione del "comune", come sfera separata sia da quella privata sia da quella pubblica, statale; ma anche la ridefinizione di nuovi significati per il termine "libertà". Questi nuovi principi derivano da una lunga elaborazione teorica e sono sempre più messi in pratica a vari livelli in tutto il mondo. L'obiettivo è adesso creare un potere costituente che organizzi queste relazioni rendendole durevoli, promuovendo innovazioni future e rimanendo aperto ai desideri della moltitudine. I movimenti hanno dichiarato una nuova indipendenza e a portarla avanti dovrà essere un potere costituente. Questo libro ci dice come.
Il testo riunisce gli atti di un convegno tenutosi all’Università di Villanova (USA) nel settembre 1997 sul tema del rapporto tra “Religione e postmoderno”. Il colloquio è di importanza rilevante per quanto riguarda le questioni fenomenologiche relative al dono, l’evento, il possibile (Derrida, Marion, Caputo) e per ciò che concerne la discussione sulla religione nel mondo contemporaneo e del suo rapporto con le nuove teorie filosofiche (Dodaro, Kearney, Scanlon, Taylor).
Luana Astore, laureata in Filosofia all’Università degli studi di Roma “La Sapienza”, con una tesi sull’influenza della psicoanalisi freudiana nel pensiero di J. Derrida. Attualmente compie ricerche sul pensiero filosofico contemporaneo con particolare attenzione al suo rapporto con la psicoanalisi. Cura la traduzione di J. Derrida, La cartolina postale (Mimesis, 2012).
Angela De Simio, laureata in Lingue e letterature straniere presso l’Università degli studi di Roma “La Sapienza” con una tesi di traduzione di “short-stories” nelle riviste letterarie degli anni Trenta. Ha collaborato come traduttrice, redattrice e correttrice di bozze con le case editrici Edizioni Associate, Edizioni Socrates e Newton Compton Editori.
Federico Massari Luceri, laureato in Filosofia presso l’Università degli studi di Roma “La Sapienza” con una tesi sulla questione della corporeità in F. Nietzsche e A. Artaud. Attualmente dottorando presso l’Università del Salento, svolge ricerche sull’opera di Nietzsche con particolare riguardo alla crisi della soggettività moderna e alla possibilità della costituzione di un soggetto nuovo a partire dalla genealogia del corpo. Ulteriori interessi speculativi sono rivolti al pensiero critico di Kant e all’opera di G. Deleuze.
Beatrice Nuti, laureata magistrale in “Scienze storico religiose” presso l’Università “La Sapienza” di Roma con una tesi dedicata al teologo cattolico contemporaneo J. B. Metz e ai panorami cattolici postconciliari. Ha lavorato presso la redazione della rivista “Confronti” impegnata sui temi del dialogo tra le fedi e le culture, del pluralismo e dell’educazione alla pace. Partecipa allo staff editoriale della rivista IRInews. Ha collaborato alla traduzione del documento europeo Toledo Guiding Principles on Teaching about Religions and Beliefs in Public Schools di prossima pubblicazione.
Luca Tantari, studia Storia contemporanea presso l’Università Tor Vergata di Roma, si è interessato di questioni di storia del Cristianesimo (nello specifico l’eredità proto-cristiana nelle encicliche post-conciliari), e di tematiche di filosofia del novecento con particolare riferimento alla figura di F. Nietzsche. È stato premiato da Uniarts anno 2010 per il racconto breve Screensaver.
Federico Viri, laureato su una tesi sul concetto di “dono” all’interno del pensiero di J.-L. Marion, attualmente è dottorando di ricerca presso l’“Università del Salento” e presso “La Sorbonne, Paris-IV”, si occupa di fenomenologia francese contemporanea. Ha tradotto altre opere di J. Derrida come Circonfessione (Lithos, 2008), Il faut bien manger (Mimesis, 2011) e La cartolina postale (Mimesis, 2012).
L'edificazione di un unico Stato liberale nazionale italiano, l'importante contributo del pensiero cattolico liberale.
Per la radicalità della sua ricerca, l'originalità del pensiero e la determinazione con la quale ha saputo ridisegnare il panorama filosofico, Ludwig Wittgenstein è unanimemente riconosciuto come uno dei massimi filosofi del Novecento. Questo libro offre al lettore un'introduzione al pensiero del filosofo austriaco sintetica, rigorosa e completa al tempo stesso, a partire dal celebre esordio rappresentato dal Tractatus logico-philosophicus, per arrivare alle note Della Certezza, scritte poco prima della morte. Evitando di concentrarsi sulle ben note bizzarrie del personaggio, il libro di Sluga ha il merito di ricostruire gli eventi della vita di Wittgenstein riferendoli sempre e con grande attenzione alle condizioni storiche, politiche e personali dalle quali è scaturita la sua opera filosofica. Tratteggiando le idee fondamentali e i concetti-chiave delle diverse fasi della filosofia wittgensteiniana, Sluga rivela al contempo la misura in cui i mutamenti culturali e politici vissuti da Wittgenstein e dai suoi contemporanei riflettano molti dei drammatici eventi che caratterizzano il XX secolo, e come il pensiero del filosofo austriaco possa aiutarci ad affrontare i problemi peculiari dell'esistenza politica e sociale contemporanea.
Che animale è un Homo sapiens? Cosa lo distingue dagli altri? La libertà? Oppure questa è un'illusione? Sono domande che ci poniamo da secoli: su libero arbitrio e predestinazione si è consumata la frattura tra Cattolicesimo e Riforma; di uomo-macchina e determinismo ha discusso la filosofia tra il Seicento e l'Ottocento, poi è arrivato Darwin con la sua "pericolosa idea" dell'evoluzione; nel Novecento tutto è sembrato dipendere dai geni; i progressi delle neuroscienze hanno spostato - l'indagine all'interno del cervello. Edoardo Boncinelli e Giulio Giorello fanno il punto sullo stato attuale della ricerca e analizzano i limiti teologici, fisici, etici e biologici che condizionano l'individuo. Il risultato è una nuova concezione di libertà: non più un dono dato per scontato, ma un processo strettamente legato alle nostre azioni. L'uomo costruisce la sua libertà giorno dopo giorno e poco importa se agisce contro Dio e la natura o se accetta le loro regole, perché, alla fine, non siamo altro che il prodotto delle nostre scelte.
Natura delle forme, attesa e memoria, origine e senso della colpa, egoismo e fede, realtà e prospettiva. Un'analisi di motivi e problemi non secondari della filosofia a partire dall'idea del cominciare e del terminare, del succedersi e dell'alternarsi di condizioni, situazioni, emozioni.
La pubblicazione in traduzione italiana di questo lavoro contribuirà innanzitutto a far conoscere il pensiero di un filosofo, qualche volta strumentalizzato, spesso volutamente ignorato (principalmente per la sua critica al "secondo", "terzo", forse "quarto" Maritain e ai regimi politici che esso contribuì ad accreditare presso il mondo cattolico), non raramente "snobbato" per il suo rifiuto di seguire le mode. Soprattutto, però, contribuirà alla "ritrattazione" (in senso agostiniano) di alcune delle grandi questioni di ogni tempo e che anche l'uomo d'oggi è chiamato a considerare essendo in gioco le questioni dell'umanesimo vero e, quindi, le sue opzioni e il suo reale destino.
A un primo sguardo, musica e filosofia sembrano due attività umane disparate, lontane tra loro quanto possono esserlo la morbida sensualità del canto e il silenzioso rigore del pensiero razionale. Eppure, fin dall'antichità emerge l'idea di una segreta affinità tra musica e filosofia, che ne intreccia i destini. A partire dalle idee sulla musica dei filosofi antichi, attraverso le concezioni medievali e rinascimentali, il volume considera l'impatto della rivoluzione scientifica, la stagione illuminista e gli sviluppi ottocenteschi, per giungere infine al ricco dibattito teorico contemporaneo.
È estate inoltrata ma Bruno Vespa va in onda lo stesso con uno speciale di "Porta a Porta" e ospiti davvero eccezionali. Non a caso, si parla di un evento senza precedenti, con tanto di collegamenti satellitari e colpi di scena "metafisici". La puntata ha inizio e in studio ci sono già il "divino" Platone, Aristotele di Stagira ed Epicuro da Samo; confusi nel pubblico, invece, Gianni Vattimo, Massimo Cacciari e Luciano De Crescenzo. Ed ecco che Vespa annuncia l'arrivo dei filosofi Pitagora ed Empedocle che entrano tra gli applausi e i commenti degli altri invitati per dare il via allo scontro mediatico più atteso dell'anno nonostante la sesta, canonica poltrona resti enigmaticamente vuota. L'oggetto della discussione è la virtù come bene comune e nella vera e propria diatriba che si scatenerà in diretta tra i saggi riuniti per l'occasione ad averla vinta sarà il buon senso dei telespettatori a casa che, applicando i principi antichi alla situazione, anche politica, di oggi traghetteranno gli augusti filosofi e le loro teorie verso un conciliante e ottimistico lieto fine.
Vittorino Andreoli, psichiatra laico, e Franco Buzzi, teologo, esplorano il complesso, vitale, affascinante rapporto dell’anima con il corpo, visto da diverse discipline scientifiche e religiose. Il volume affronta il tema dell’anima e il suo rapporto con la mente, facendo dialogare su questi aspetti la fede e la scienza, la filosofia e la biologia, la religione e la fisica.
Una particolare attenzione in queste pagine è data alle scoperte fornite dalle neuroscienze, che studiano i meccanismi neurobiologici che stanno alla base dei pensieri, delle emozioni e dei comportamenti umani.
La prima parte presenta, in un excursus storico-filosofico, come i filosofi e i teologi – da Socrate a Hegel – hanno pensato e descritto l’anima (e la mente). Nella seconda vengono presentati i meccanismi neurobiologici che stanno alla base dei processi cognitivi ed emotivi; mentre la terza parte contiene due saggi incentrati rispettivamente sui concetti di anima, mente, persona e identità, il primo a partire da alcune considerazioni di ordine scientifico e il secondo incentrato sul pensiero in merito al concetto di anima di alcuni tra i più grandi fisici della storia delle scienze.
L'autore
Vittorino Andreoli è psichiatra e scrittore tra i più noti e apprezzati. Tra i suoi volumi ricordiamo: Lettera a un adolescente, Capire il dolore. Perché la sofferenza lasci spazio alla gioia e Il lato oscuro. Nove storie italiane di crimine e follia, tutti editi da Rizzoli. Mons. Franco Buzzi (1948) è Prefetto della Biblioteca Ambrosiana di Milano. Ha scritto su J. G. Fichte e l’idealismo tedesco, Martin Luther e la Riforma, l’Umanesimo, il Concilio di Trento e la teologia della Controriforma. Per le Edizioni San Paolo ha curato la prima edizione italiana del commento di Lutero alla Lettera ai Romani (19962).
La domanda filosofica "prima" è quella sull'essere che però si tramuta in domanda sul nulla: non sono proprio lo scomparire dell'essere, nella perdita, nella morte, e il suo apparire, nella nascita come ferita dell'essere che si impone sul niente, le dimensioni in cui è possibile afferrarne il senso? Dimensioni coglibili con immediatezza nell'esperienza estetica, quale luogo originario del sapere che si mostra in queste pagine sotto il nome di logos estetico.
Uno sguardo capace di uscire dal recinto della riflessione estetica per sorprendere la portata teoretica - e universale - dei suoi enigmi: il nulla, l'armonia, la libertà, l'incarnazione.