Attentati, raid terroristici, rapimenti, decapitazioni, assalti mirati contro cristiani e bersagli occidentali, ecco il bollettino di guerra che echeggia dai media e dal web negli ultimi tempi. Non c'è nulla di veramente nuovo, salvo il fatto che l'attacco alla pace e alla stabilità del mondo è ormai quotidiano e non riguarda più soprattutto paesi lontani. Questa guerra che semina terrore e sangue si combatte ora nelle strade delle nostre città, con minacce dirette contro obiettivi e personalità, come ad esempio il papa, che ci sono prossimi. Quanto accade ha radici lontane. Da decenni, attraverso la creazione di organismi e commissioni di varia natura, incontri ad alto livello, summit, conferenze internazionali fra paesi islamici e l'Europa, si è venuta tessendo una gigantesca ragnatela che influenza la politica, condiziona l'opinione pubblica e orienta la formazione, mettendo l'Occidente in balia dell'islam. Sono i filoni e le diramazioni di questa realtà nascosta e tuttavia potente quelli che Bat Ye'or indaga da molti anni e ha svelato nei suoi libri e con un'instancabile attività di conferenziera che l'ha portata a parlare al Senato italiano, a quello francese, a quello danese, in molte università americane e canadesi, all'ONU. All'epoca dei suoi primi libri, la lettura che faceva dei documenti e della trama dei fatti sembrava fantascientifica o quasi, anche se personalità politiche e intellettuali come Oriana Fallaci ne avevano riconosciuto la fondatezza.
"Le Crociate: e cioè l'avventura di quei cristiani che hanno accettato l'appello del papa, sentendone il fascino, e si sono messi in gioco, facendo cose che oggi ci sembrano assai discutibili e che invece a loro sembravano sacrosante. Il fatto è che i musulmani non sono rimasti inerti quando un'orda di barbari sanguinari venuti da chissà dove, per di più miscredenti, è entrata in terra islamica seminando distruzione." Le Crociate, raccontate in modo diretto e brillante da Barbero, sono tremende esplosioni di violenza, forma sui generis di pellegrinaggio, valvola di sfogo per un'Europa sovraffollata; ma sono anche il momento in cui due mondi rivali, che non sanno di avere profonde radici comuni, si incontrano e si descrivono a vicenda.
Il racconto di Pier Giovanni Donini prende le mosse dal ’500 e ci porta a scoprire che la fase della cosiddetta ‘decadenza’ è stata per l’Islam tutt’altro che priva di vitalità, mantenendosi esso a lungo in una posizione preminente tra le grandi potenze mondiali, prima di essere travolto dal crollo dell’Impero Ottomano e quindi ridestarsi, dopo la parentesi coloniale, ma segnato da contraddizioni e nodi irrisolti talmente gravidi di conseguenze da rendere quasi febbrile la nostra avida lettura di queste pagine cariche di storia. Paolo Branca, “Il Sole 24 Ore”
La storia moderna dell’Islam è inseparabile da quella dell’espansione europea: ripercorrendone le fasi l’autore ci ricorda che la pretesa contrapposizione tra Islam e Occidente è in primo luogo una divisione tra colonizzati e colonizzatori. Attento alle basi socio-economiche delle costruzioni politiche e culturali, Pier Giovanni Donini lascia un indispensabile antidoto contro i fantasmi delle guerre di religione o di civiltà, una sintesi storica di facile consultazione e un valido strumento di approfondimento. Samuela Pagani, “Le Monde diplomatique”
Chiara, densa di riflessioni e argomentazioni, questa storia sistematica dei musulmani, raccontata alla luce delle loro tradizioni e della loro evoluzione politica e sociale, è uno strumento prezioso per avvicinare una realtà spesso percepita come ostile.
Il Centro Studi Espaces "Giorgio la Pira" e l'Associazione per la ricerca sociale Poiein-Lab hanno promosso il convegno "In rotta per la cittadinanza Laying up for citizenship" che si è tenuto a Pistoia il 24-26 e 29 novembre 2014: una serie di riflessioni, incontri e suggestioni artistiche con l'obiettivo di contribuire a fare di Pistoia, e simbolicamente della miriade di piccole realtà locali che condividono il tessuto sociale e culturale europeo, una "città sul Mediterraneo". Si tratta di un contributo alla costruzione dal basso di un reale percorso di confronto su quelli che saranno i futuri confini della cittadinanza italiana ed europea.
La vicenda di "Charlie Hebdo", gli attacchi di Copenhagen, gli sbarchi di migliaia di musulmani sulle coste siciliane, le vicende di uno Stato islamico di cui fino a ieri sapevamo poco o nulla e che oggi, attraverso macabri videoclip, sta colonizzando una parte importante del nostro immaginario. Le ragioni che ci impongono di fare i conti con la presenza musulmana sono molte, ma l'Occidente fatica a comprendere un mondo che gli sfugge. E l'Islam fatica a comprendere l'Occidente. Questo libro, grazie agli interventi di musulmani e cristiani, sciiti e sunniti, arabi ed europei, vuole dare un contributo alla mutua conoscenza, vuole tentare di dipingere un affresco plausibile dell'Islam, delle sue aspirazioni, delle sue conquiste e delle sconfitte, e, soprattutto, delle tre sfide aperte con l'Occidente: la dimensione comunitaria della vita, i legami globali, la presenza di Dio nella società.
"Abbiamo il piacere di presentare al pubblico italiano il presente testo dell'ayatullah Mesbah Yazdi, grande sapiente musulmano contemporaneo e grande rivoluzionario iraniano, il quale affronta con maestria, e con linguaggio semplice e accessibile, alcuni argomenti fondamentali della teologia, e questioni altrimenti assai astruse e parimenti fondamenti del pensiero argomentativo in generale, e della scienza divina in particolare, qui considerata anche con lume razionale, oltre che sui fondamenti scritturali e narrativi. Dopo un'attenta lettura di questa opera ci si rende conto che i temi trattati, di natura teologica e filosofica, affondano le proprie radici in una profonda conoscenza del Corano e dei suoi versetti. Siamo convinti che la traduzione e la diffusione di testi come questo contribuiranno a fugare tante incomprensioni che ancora gravano sull'Islam in generale agli occhi degli occidentali, e in particolare sulla visione cosiddetta sciita, vale a dire dei seguaci della famiglia del Nunzio divino, che Iddio lo benedica e la benedica."
Il rapporto tra musulmani e cristiani è diventato quanto mai attuale e rende perciò necessario sia sul piano della fede sia su quello culturale e sociale conoscere i fondamenti teologici e morali dell'Islàm rispetto a quelli cristiani. In questa prospettiva il libro, oltre a richiamare le origini e le fonti dell'Islàm e a evidenziarne la comune radice ebraica con il Cristianesimo, confronta i principali temi teologici delle due religioni quali la concezione di Dio e dell'uomo, del bene e del male, del giudizio finale e del destino ultraterreno di ognuno, e le relative implicazioni morali sulla vita dei credenti e sulla società, quali la politica, la libertà religiosa, la guerra, il matrimonio e la famiglia, l'aborto e l'eutanasia, la fecondazione assistita, l'amore verso il prossimo e l'attenzione ai poveri. Pur nella diversità dei contenuti di fede e di morale si può riconoscere che Islàm e Cristianesimo sono più simili di quanto lo siano i valori della morale cristiana rispetto a quelli di una larga parte della cultura occidentale agnostica e secolarizzata, poiché comunque ebrei, cristiani e musulmani non credono in un Dio diverso, ma come afferma il Corano: "Il nostro Dio e il vostro Dio sono un solo Dio e noi gli siamo sottomessi".
"Ma davvero abbiamo la memoria tanto corta? Davvero abbiamo dimenticato che fin dagli anni Settanta sono stati gli statunitensi che in Afghanistan, in funzione antisovietica, si sono serviti dei guerrieri-missionari fondamentalisti provenienti dall'Arabia Saudita e dallo Yemen? Davvero ignoriamo che la malapianta del fondamentalismo l'abbiamo innaffiata e coltivata per anni noi occidentali? Sul serio non sappiamo nulla del fatto che ancor oggi il jihadismo - quello di al-Qaeda e quello, rivale e concorrente, dell'Islamic State (IS) del Califfo al-Baghdadi - è sostenuto, e neppure in modo troppo nascosto, da alcuni emirati della penisola arabica che pur sono tra i nostri più sicuri alleati nonché - e soprattutto - partner finanziari e commerciali?". Franco Cardini, con gli strumenti di uno storico di razza, racconta le varie fasi dell'attacco musulmano all'Occidente con una personale chiave interpretativa. Dietro lo scontro di civiltà, usato strumentalmente da minoranze sparute, si nascondono interessi precisi. Al servizio di questo mito cooperano più o meno consapevolmente una diplomazia internazionale traballante e voltagabbana e un universo mediatico allarmista e ricercatore di consensi legittimanti.
Più che la scimitarra, la forbice. Questa era la percezione dell'islam nell'immaginario degli italiani. Le forbici sul fez del "Turco Napolitano", una delle più fortunate maschere di Totò, la simpatia malandrina del Sarracino cantato da Carosone o l'alone fiabesco del Saladino della pubblicità Perugina. Da religione residuale l'islam oggi è diventato l'incubo di tutti; bussa alla porta di ciascuno di noi, insinuandosi nella nostra più privata quotidianità. Della strage di "Charlie Hebdo" a Parigi resta un fotogramma: un musulmano che spara a un altro musulmano. Due individui colti nel momento in cui la guerra civile globale diventa - ben oltre l'immagine - un fatto conclamato. Il primo uccide in nome di Allah, il secondo muore invocandolo. È una guerra civile all'interno dell'islam quella che, nel solco delle primavere arabe, dei flussi migratori e del dilagare del terrorismo internazionale, incendia la comunità musulmana. Si chiama fitna ed è la discordia insanabile, una faida che non trova tregua e che trascina nel proprio gorgo tutti. L'Isis cancella coi caterpillar l'antica città di Hatra. Come a Mosul, così a Nimrud. Di duemila anni di storia resta la polvere e una minaccia: la demolizione delle Piramidi in Egitto. Uno scempio messo in atto dai terroristi che non risparmia neppure i luoghi santi della religione di Maometto. E senza risparmiare Mecca dove i fanatici, tra le tante memorie della devozione, non hanno esitato a distruggere la casa del primo califfo dell'islam...
"Questo libro sono tre libri. In tre momenti diversi della sua vita, dialogando con personaggi diversi, Alain Elkann ha chiesto a persone diverse e lontane di parlargli di Dio. Lo stesso Dio? Sì, perché i tre protagonisti del viaggio nella fede di Elkann sono legati a rami diversi dello stesso albero, la religione monoteista che concepisce un solo Dio: ebrei, cristiani, musulmani. Ma anche perché ciascuno, pur disponendo di tutta la dotazione culturale necessaria per affrontare il discorso, non insegna Dio ma crede in Dio e dunque parla, sia pure in modo intensamente religioso, della propria vita, un rabbino che ha partecipato alla Resistenza e alla vita pubblica italiana, un cardinale che è anche un filosofo e un letterato, un principe arabo con titoli da Mille e una notte che discende direttamente da Maometto. I tre interlocutori sono un'avventura narrativa di tipo nuovo per lo scrittore. Il modo di raccontare di Elkann è un prendere atto della realtà che gli si muove intorno, dovunque lui stia vivendo un momento della sua vita." (dalla prefazione di Furio Colombo) Il volume raccoglie: "Essere ebreo" (Alain Elkann con Elio Toaff); "Cambiare il cuore (Alain Elkann con Carlo Maria Martini); "Essere musulmano" (Alain Elkann con Hassan bin Talal).
Mettendo in discussione il presupposto che l'Islam sia insieme religione e stato, questo libro studia le ricadute e le implicazioni della riflessione religiosa e della storia islamica nell'ambito della dottrina politica. Forte di una conoscenza diretta della letteratura filosofica musulmana, tanto medievale quanto contemporanea, l'autore contesta le letture puramente teocratiche che si danno dell'Islam e ne mostra dall'interno la peculiarità politica. Questa nuova edizione rivista e aggiornata dà conto tra l'altro degli sviluppi connessi con il diffondersi del fondamentalismo agli inizi del Ventunesimo secolo.
Ludovico Marracci, membro dell'Ordine dei chierici regolari della Madre di Dio, fu una personalità centrale del Seicento italiano: per più di quarant'anni tenne la cattedra di Lingua araba alla Sapienza di Roma; alle sue competenze linguistiche si devono infatti la traduzione in latino del Corano e la Biblia Sacra Arabica. Fu autore di numerose opere di carattere scientifico e divulgativo, oltre ad essere stato confessore di papa Innocenzo XI Odescalchi e ad aver ricoperto numerose cariche curiali nelle più importanti congregazioni romane. Il volume ricostruisce le numerose sfaccettature di questo erudito lucchese. In particolare, i diversi contributi cercano di mettere in evidenza come, nel clima di grande spinta missionaria e controversistico tipico del Seicento, si siano creati quei presupposti per lo studio e la comprensione delle altre religioni - elementi basilari per il dialogo e la pace fra i popoli - di cui Ludovico Marracci fu un acutissimo interprete.