Nel 2007, Nostro Signore Gesù Cristo e Maria Santissima iniziarono a parlare al cuore di un monaco benedettino nel silenzio dell'adorazione. Da queste comunicazioni spirituali, che hanno ottenuto l'Imprimatur, è nato In Sinu Jesu, le cui pagine brillano di una intensa luminosità, di un fervore che scalda il cuore, che dà motivazione, speranza e coraggio ai cattolici di oggi, ed è perfettamente in sintonia con le esigenze interiori ed esteriori del nostro tempo. In armonia con l'insegnamento della Sacra Scrittura, la Tradizione Cattolica e i noti capolavori dei mistici, vengono trattati molti aspetti fondamentali della vita spirituale: l'amare e l'essere amati da Dio, la pratica della preghiera in tutte le sue dimensioni, la potenza incommensurabile dell'Adorazione Eucaristica, l'abbandono alla divina provvidenza, il mistero del Santo Sacrificio della Messa, l'identità sacerdotale e la fecondità apostolica, il ruolo della Vergine Maria e dei Santi nelle nostre vite, il peccato, la misericordia, la guarigione e la purificazione, il desiderio del Paradiso e l'atteso rinnovamento della Chiesa Cattolica sulla terra. Questo libro, già pubblicato negli USA, ha influenzato la vita spirituale di molti laici, ma soprattutto di sacerdoti e religiosi.
In queste rapide pennellate del Magistero pontificio recente sulla vita consacrata, possiamo già vedere il cammino / missione che la Chiesa assegna alla vita consacrata in generale e alla vita contemplativa in particolare. Un cammino e una missione nella quale la formazione si rivela come elemento chiave, se vogliamo garantire una vita consacrata e contemplativa armoniosa, bella e significativa, evangelicamente parlando, che vive con passione il presente e si apre al futuro con speranza.
L'aver fatto coincidere il termine “spirituale” con il mondo interiore ha portato a credere che lo Spirito Santo operi solo a quel livello, come se l’essere uomo o donna, la corporeità, l’'affettività non avessero alcuna importanza.
Per le donne, in particolare, si ritiene che l’azione dello Spirito svilisca o ridimensioni il valore della femminilità, specie per chi ha scelto la via nella vita consacrata.
Onde evitare di andare a pure teorie e per sfatare molti luoghi comuni, l’Autore si serve di due strumenti tangibili per fare luce su un mistero tanto grande: la Parola di Dio e la Vergine Maria. Li propone come spunti di riflessione a tante donne - sposate o consacrate -, diverse per formazione, storia personale e scelte concrete. Alcune testimonianze riportate nel testo esprimono al vivo questa armonica complementarietà.
Il risultato è un incantevole dialogo tra il mondo maschile e quello femminile, una sinfonia ricca e preziosa per il lettore che vorrà coglierne le note più belle, anche per la propria vita.
La Regola di perfezione del cappuccino Benedetto da Canfield (1562-1611) é indiscutibilmente il capolavoro che diede forma a tutta la mistica del xvi secolo, servendo da manuale per due o tre generazioni di spirituali. L'autore, definito da Henri Bremond «il maestro dei maestri», poco prima della morte curò personalmente l’edizione completa ed esatta, francese e latina, della sua Regle de perfection, le cui prime versioni, incomplete, circolavano già da diversi anni. Il libro propone come unica regola di perfezione cristiana l’obbedienza alla volontà di Dio.
Tale obbedienza presuppone il completo annichilimento della volontà personale, in un totale distacco. In esso si riconosce che tutto quel che accade é volontà di Dio - identificato, fuori da ogni antropomorfismo, con la sua stessa volontà. Obbedendo alla necessita come volontà di Dio, si vive in ogni istante, in ogni situazione, una vita che é insieme contemplativa e attiva, godendo della perfetta unione con Dio e quindi di una piena beatitudine. Fu proprio questo punto, sviluppato nella terza parte dell’opera, a portare alla censura ecclesiastica che, a fine Seicento, colpì tutti gli scritti sospetti di quietismo, o di “perfettismo”, e così scomparve praticamente dalla circolazione.
In un tempo in cui la mistica sta riemergendo in tutto il suo valore, questa prima traduzione italiana ripropone, dopo più di tre secoli di oblio, la Regola di perfezione in primo luogo come capolavoro psicologico, che smaschera l’egoismo delle proprie passioni, comprese quelle inconsce, aiutando cosi a conoscere sé stessi. In secondo, ma non secondario, luogo, il lettore più attento potrà scoprire come dalla conoscenza di sé stessi nasca quella di Dio, e, insieme, la beatitudine.
Chi é il Diacono permanente? Sicuramente non è il segretario o il delegato del parroco. Diacono significa “servo”: servo di Dio e dei fratelli.
E diacono permanente colui che non potrà mai più rinnegare l’offerta del dono di sé .
Pino Grasso, Nato a Bagheria il 1° Maggio 1955 e diacono della Chiesa di Palermo.
Consulente ecclesiastico dell’Ufficio per le Comunicazioni Sociali e Ufficio stampa dell’Arcidiocesi di Palermo.
Augusta Costanza Succi (1846-1922) giunge in Salento a 54 anni, dopo un'esperienza matrimoniale finita tragicamente, senza figli, e con tanta voglia di dedicarsi all'insegnamento. Durante la permanenza tra le suore Francescane Margheritine, cambiando il nome in "suor" Valeria, matura nel suo cuore il progetto di realizzare una comunità dedita alla gioventù in difficoltà e dopo tante vicissitudini riesce a fondare le "Oblate di Sant'Antonio di Padova".
Nel 2021 Montepulciano ha onorato il suo illustre concittadino, Roberto Bellarmino, con un simposio a livello internazionale di cui si è pubblicato il risultato. Una miscellanea di saggi in cui storia di Bellarmino è affiancata dall'analisi delle sue curiose lettere e da altri numerosi testi conservati nell'Archivio diocesano ed è inoltre contestualizzata attraverso un'accurata revisione bibliografica, evidenziando la sua attività di catecheta e predicatore e la sua canonizzazione, nella cornice della cultura gesuita del Cinque-Seicento.
Il volume raccoglie le relazioni tenute all'interno di un ciclo di incontri, promosso dal Vicariato per la Vita Consacrata dell'Arcidiocesi di Milano in collaborazione con il Centro Studi di Spiritualità della Facoltà teologica dell'Italia settentrionale e gli organismi di comunione USMI, CISM e CIIS, sul tema dei consigli evangelici in rapporto alle due encicliche di Papa Francesco, Laudato si' e Fratelli tutti.
La gratitudine della nostra Chiesa verso il benemerito Istituto, nato dal cuore della fondatrice Madre Giuseppina Arcucci (oggi Serva di Dio), che, custode di un sogno che le fece sacrificare ogni umana e legittima aspirazione, fin dagli anni della sua giovinezza, per il bene di una umanità povera e derelitta. Una giovane consacrata - sostenuta nella sua opera, diretta spiritualmente da Mons. Andrea D’Agostino - che, con un gruppo di ragazze, diede coraggiosamente inizio, tra tante incomprensioni, alla nuova fondazione nell’ex antico monastero benedettino del SS.mo Salvatore di Ariano.
Negli ultimi decenni gli abusi sessuali del clero sono stati occasione di scandalo in quasi tutti i paesi cattolici, che hanno avviato inchieste indipendenti per misurare l'ampiezza del problema. Solo in Italia e in Spagna le conferenze episcopali si rifiutano di collaborare, all'interno di una Chiesa in cui l'abuso è tuttora considerato una trasgressione del sesto comandamento senza tuttavia che il diritto canonico ne consideri l'effetto e le conseguenze per le vittime. Le autrici di questo libro, redattrici o collaboratrici di "Donne Chiesa Mondo", mensile dell'Osservatore Romano, per la prima volta cercano di capire la situazione italiana, confrontandola anche con quella degli altri paesi, a partire dall'unico archivio sugli abusi disponibile in Italia, quello della "Rete L'Abuso", fondata e diretta da una vittima. Ne emerge un quadro molto preoccupante, di fronte al quale la Chiesa sembra non muoversi. Quali sono state le posizioni dei papi degli ultimi anni, Benedetto XVI e Francesco? E da dove possiamo ripartire? Occorre anzitutto l'esplicita condanna degli abusi e un ripensamento della sessualità, cui segua una riconciliazione con le vittime che passi anche da indennizzi economici per aiutare le persone a ricostruire la propria integrità. Solo così la Chiesa potrà riacquistare credibilità di fronte ai fedeli.
Liberi per amare. Questa affermazione esprime bene il profondo desiderio che si nasconde in ogni esistenza umana: desideriamo amare e in questo la libertà costituisce un requisito fondamentale. Noi cristiani abbiamo creduto all'amore e lo abbiamo seguito (1Gv 4,16). Il primo entusiasmo della nostra risposta richiede successivamente di chiarire in quale amore abbiamo creduto e come questo si esprime nella vita. È qui che la visione antropologico-morale diviene fondamentale per potersi confrontare sia con le proprie azioni sia con quelle istituzionali. Riconosciamo che la vita umana nasce da una vocazione all'amore e come tale è chiamata a maturare nel tempo come vocazione "per amare". L'evento personale dell'incontro con Cristo apre la porta alla sua sequela, possibile solo da un legame d'amore che configura un rapporto interpersonale unico. Così le relazioni personali trovano un nuovo orizzonte capace di dare un senso profondo alla vita. Questo è il contesto in cui i consigli evangelici sono stati affrontati.
Fra Giacomo era felice quando poteva condividere tempo di qualità con le sorelle clarisse: la relazione tra frati e clarisse ha a che fare con l'essenza della vocazione francescana; se coltivata e custodita nel modo giusto può essere anche oggi una parola nuova per la vita consacrata e per la vita della Chiesa.
Queste pagine offrono un esempio affascinante di rilettura sapienziale della realtà quotidiana, di discernimento concreto sulla vita fraterna alla luce della relazione con Dio. E aprono uno squarcio sulla vita interiore dell'autore, sul suo impegno di unificazione che gli permette di indicare con chiarezza punti di forza e rischi presenti nel vivere oggi la vocazione francescano/clariana.
Fra Giacomo Bini (1938-2014) è stato un frate Minore originario delle Marche, missionario per 15 anni in Africa quindi per sei anni Ministro generale dell'Ordine. Al termine del suo mandato si è molto impegnato per aiutare i frati a vivere con entusiasmo la vocazione francescana, in tutta la sua bellezza e radicalità.