La storia dell'architettura medievale è condizionata da una visione accademica ed estetizzante, secondo cui gli edifici sono prodotti ideali di organizzazione dello spazio. Ogni opera stabilisce relazioni complesse con l'ambiente che la circonda, interagisce con la micro e con la grande storia. Il saggio di Carlo Tosco è una ricerca orientata a comprendere in modo corretto non solo l'architettura ma la storia in generale. Dalla composizione di un muro alla struttura dell'intera fabbrica, l'edificio con il suo cantiere innesca processi nuovi all'interno della società (manodopera, committenza, valore degli immobili).
Come si diventa architetti? Che caratteristiche deve avere un progetto architettonico e cosa succede quando si passa al concreto processo di costruzione? In questo libro l'esperienza, le idee e i consigli di un maestro del nostro tempo. "Sulle orme di Palladio" è rivolto innanzitutto ai giovani che vogliono scegliere il mestiere dell'architetto e a tutti coloro che amano l'architettura. Tra gli argomenti trattati: diventare architetto; il progetto; il mestiere quotidiano negli studi e nei cantieri.
Dal neolitico all'arrivo dei Greci, dalla nascita allo sviluppo e al tramonto delle polis: in queste pagine l'organizzazione spaziale, le parti costitutive e l'immagine complessiva dei centri urbani fondati dalle genti pre-greche e dai popoli greci nelle terre e nelle isole dell'Egeo, del Mediterraneo e del Mar Nero.
Il risultato più importante di questa ricerca sta nell'aver portato chiarezza sul mito della struttura monolitica dei gesuiti e della loro uniformità di pensiero sull'arte e sull'architettura. Una concezione unitaria, condivisa e programmatica dell'architettura e decorazione di tutti gli edifici dell'ordine certamente non esisteva; vi erano tuttavia principi base che orientavano i superiori della Compagnia nel valutare il rapporto tra mezzi e fini e nel vedere tutte le arti quali creature in grado di condurre l'uomo a Dio. La posizione di primo piano dei gesuiti nella vita culturale dell'epoca rese spesso possibile la realizzazione di tali principi in forme artistiche, producendo alcuni dei monumenti più belli del "secolo splendido" a Roma.
Indice del volume: L'uomo e il suo ambiente si formano insieme, nel lungo inverno del Paleolitico; Lo stanziamento e la presa di possesso del territorio, nella primavera neolitica; Le differenze di tempo e di luogo, che producono la varietà dei paesaggi neolitici; Le uscite dal Neolitico. La nascita della città e della storia; Una riflessione conclusiva; Riferimenti bibliografici; Indice dei nomi
Rykwert si interroga sul modello di città che gli abitanti elaborano o sognano. E lo fa analizzando anzitutto la situazione che coincide con l'origine stessa della città in senso moderno, il "rito etrusco" che fondava la città romana. Rykwert dimostra come la configurazione dell'urbe, con le sue mura, le porte, il foro, i templi, costituisse anche e soprattutto una forma simbolica nella quale si rispecchiavano i miti, i rituali, le credenze di tutta una civiltà. E si tratta di credenze collegabili, con accostamenti illuminanti a fenomeni e testi di varie civiltà arcaiche: indiane, africane, amerindie.
Uno dei protagonisti internazionali dell'architettura discute i fondamenti della sua arte, quale sia oggi il posto occupato dalle tecniche nel processo di formazione delle opere architettoniche, quale la relazione tra tecnica e finalità nel progetto.
Quest'opera offre una sintesi sui diversi tipi di architettura rappresentativi del Medioevo occidentale: l'architettura religiosa, l'architettura militare e l'architettura laica. L'autore distingue tre tempi basilari della creazione monumentale: il periodo della genesi e delle invenzioni della tarda Antichità e dell'Alto Medioevo; la maturità romana e la rivoluzione gotica. Queste creazioni sono studiate da Carraz in relazione al loro contesto storico, tecnologico e umano.
Dell'architettura tradizionalista che pure ha costruito la città europea tra le due guerre mondiali non si parla nelle grandi sintesi storiche dedicate all'architettura contemporanea. Ciò a causa della tendenza da parte di critica e storiografia a privilegiare gli aspetti di volta in volta innovativi della nuova architettura. Si ricupera in quest'opera un mestiere dell'architettura anche laddove innovazione e impegno ideologico erano mancanti.