Alexander Huber: la perfetta armonia fra corpo e mente. A undici anni ha affrontato il suo primo quattromila, dal 1998 è arrampicatore professionista ed è considerato uno dei più bravi alpinisti al mondo. Con il fratello Thomas forma la famosa cordata Huberbuam ("i ragazzi Huber"). Insieme, Alexander e Thomas ottengono risultati straordinari, sulle grandi montagne del mondo così come sulle big wall della Yosemite Valley. Alexander è considerato uno dei pionieri dell'undicesimo grado nell'arrampicata sportiva e ha ripetutamente riscosso stupore e ammirazione con i suoi free solo mozzafiato. In questa appassionante autobiografia, Alexander Huber racconta i suoi successi più importanti, le sconfitte, le scelte giuste e quelle sbagliate, e mette a nudo i propri limiti - proprio lui che ha aperto parecchie vie spettacolari sulla roccia, che affascina con la sua creatività e caparbietà e sorprende per il modo in cui affronta il rischio. Parla di senso di responsabilità, delle tendenze più recenti nel mondo dell'alpinismo e di come il futuro degli sport alpini vada tutelato, tutti temi che emergono con immediatezza anche dalle conversazioni, che Alexander Huber ripropone nel suo libro, fra la giornalista Karin Steinbach e le persone - parenti e amici - che lo conoscono da vicino.
Indro Montanelli aveva consigliato ad Olga Bisera: "Dopo aver intervistato tanti uomini, conceda un po' di spazio a una donna, intervisti se stessa!". Ma in questo volume, pur nato sulla scorta di quel suggerimento, Olga Bisera non si limita ad "autointervistarsi". La sua è piuttosto la confessione estremamente schietta ed eclatante di una vita tumultuosa svoltasi negli scenari patinati dello scacchiere dei potenti, a tu per tu con alcuni degli uomini più influenti della ribalta internazionale. Le storie raccolte in queste pagine coinvolgono sei personaggi d'eccezione e sono raccontate proprio da colei che ha rappresentato il vero leitmotiv di collegamento, avendole vissute da "seduttrice" insieme a loro. Si tratta di personaggi che in un modo o nell'altro rappresentano il Potere nelle sue tante sfaccettature: da Mohammad Alì a Gheddafi, da re Hussein di Giordania a Bettino Craxi, dal misterioso "imperatore" dei gioielli famosi nel mondo a James R. Mancham, ex Presidente delle Seychelles e protagonista con l'Autrice di una clamorosa storia d'amore, simile a quella di oggi tra il Presidente francese Sarkozy e Carla Bruni. Sei storie nelle quali seduzione e potere si intrecciano, talvolta stretti in simbiosi l'una con l'altro, altre volte scontrandosi con ferocia e astio, e persino tingendosi di vendetta. Storie "al femminile" ma capaci di incuriosire e appassionare anche gli uomini.
Biografia illustrata del beato Michele Rua (1837-1910). Entrato da ragazzino nella scuola di Don Bosco, diventò il primo sacerdote salesiano della storia. Fu a lungo il braccio destro di Don Bosco e, alla sua morte, ne diventò il successore. Affrontò con coraggio e amorevolezza le numerose difficoltà nel governo della Congregazione e consolidò le missioni e lo spirito salesiano nel mondo. Paolo VI lo beatificò dicendo: «Ha fatto della sorgente un fiume».
Qual è l'origine del grande successo di Sergio Marchionne? Com'è riuscito a risanare i bilanci del gruppo Fiat in così pochi anni, dopo la morte di Umberto Agnelli? Quali sfumature psicologiche caratterizzano la personalità di uno degli uomini oggi più corteggiati nel nostro paese? La storia di Marchionne è, in realtà, molto singolare: nato in Abruzzo e cresciuto in Canada, si è trasferito in Svizzera ed è quindi tornato in Italia - a sorpresa - alla guida del primo gruppo manifatturiero, sull'orlo del commissariamento di Stato. Grandissimo risanatore finanziario, ha messo in ordine i conti della Fiat, portandola nel giro di tre anni a chiudere il 2007 con l'utile record nella storia del gruppo torinese. A caratterizzare la sua attività è stata la decisa volontà di rinnovamento dei prodotti, di cui è simbolo la nuova Fiat 500, che ha ottenuto un incredibile successo di pubblico, non solo in Italia. Con andamento narrativo, Marco Ferrante racconta la biografia intellettuale di uno dei manager italiani più brillanti e l'epica del suo successo, e ci svela la psicologia di un uomo che, nonostante il trionfo professionale, continua a essere un mistero per la sua riservatezza e il suo rigore.
"Alla fine mi rialzo e mi preparo a uscire dal crepaccio. Ma abbandonare così un compagno mi fa sentire in colpa. Mi giro e provo l'impulso di parlargli. 'Karl, vieni, andiamo via' mormoro quasi senza volere. Mi trattengo ancora un istante, come se mi aspettassi un impossibile miracolo. No, bisogna guardare in faccia la realtà. Karl è morto, e niente potrà più cambiare questo fatto." Luglio 2008. A 6000 metri di altitudine tre alpinisti italiani stanno aprendo una nuova via per risalire la ripidissima schiena del Nanga Parbat, uno dei giganti dell'Himalaya. Si chiamano Karl Unterkircher, Walter Nones e Simon Kehrer. Dopo un complicato passaggio sotto un seracco, improvvisamente, senza dire una parola, Unterkircher scompare dentro un crepaccio nascosto dalla neve fresca. Un volo di quindici metriosilenzioso, mortale. Nones e Kehrer reagiscono nell'unico modo consentito a chi affronta i pericoli della montagna estrema: continuano la scalata dopo essersi calati nel crepaccio per un ultimo saluto all'amico Karl e aver piantato la piccozza di Unterkircher nel punto della tragedia, fiore d'acciaio a guardia della sua bara di ghiaccio. In "È la montagna die chiama" i due superstiti raccontano un'avventura epica e tragica, che ha come protagonisti il Re delle montagne (così chiamano il Nanga Parbat in lingua pashtun), tre uomini e la loro irrefrenabile voglia di alzare l'asticella dei limiti naturali.
Bianca Guidetti Serra è protagonista - e testimone insieme - della storia d'Italia novecentesca nei suoi momenti cruciali: dalla Resistenza (condivisa con gli amici Primo Levi, Ada Gobetti, le migliaia di donne dei "Gruppi di difesa" istituiti insieme ad Ada a Torino), alla militanza nel Partito comunista e poi alla fuoriuscita nel 1956 in seguito ai fatti d'Ungheria. Fino alla scelta di perseguire l'impegno sociale attraverso la professione di avvocato penalista, prerogativa all'epoca di poche donne. Sono gli anni delle battaglie giudiziarie in difesa dei diritti dei lavoratori, delle donne e anche della tutela dell'infanzia. Ricalcando le tappe che hanno segnato il secolo, con i nuovi movimenti nati dal '68 sino agli anni di Piombo, l'autrice rievoca episodi clamorosi in cui ha svolto un ruolo di primo piano: dalla vicenda della Banda Cavaliere al grande processo di Torino alle Brigate Rosse. È uno sguardo inedito su quegli eventi vissuti in prima persona: la revoca del collegio dei difensori da parte dei capi storici delle Br e l'emergenza processuale, l'omicidio del presidente dell'Ordine, Fulvio Croce (incontrato poche ore prima), la rivendicazione "in diretta" dell'omicidio di Moro nei proclami dei brigatisti. Pagine di storia. Come lo sono del resto anche le cronache dal vivo dei processi contro le "fabbriche della morte" a difesa dell'ambiente e della salute: dall'Ipca di Ciriè all'Eternit di Casale Monferrato.
Donna astuta e determinata, la stilista a cui dobbiamo il marchio della doppia C, che impreziosisce i cappelli, i tailleur e i profumi più famosi del mondo, ha legato il suo nome a un immaginario fatto di corpi eleganti e sottili, passerelle e salotti. Eppure c'è stato un tempo in cui Coco Chanel si chiamava solo Gabrielle e imparava a cucire nel collegio di Notre-Dame a Moulins, creando originali copricapo per se stessa e poi per le sue amiche; una Gabrielle che si innamorava, che sognava, Chanel prima del successo, Coco prima di Chanel. Con "L'irregolare" Edmonde Chales-Roux racconta soprattutto questa donna, che dietro l'immagine ribelle e i capelli corti nasconde una fragilità e una dolcezza insospettabili.
Questa è la storia di Giorgio Ambrosoli, per cinque anni commissario liquidatore della Banca Privata di Michele Sindona, ucciso a Milano da un killer la notte tra l'11 e il 12 luglio 1979. La racconta a trent'anni di distanza il figlio Umberto, che ai tempi era bambino, sulla base di ricordi personali, familiari, di amici e collaboratori e attraverso le agende del padre, le carte processuali e alcuni filmati dell'archivio RAl. Sullo sfondo, la storia d'Italia in quel drammatico periodo. Nell'indagare gli snodi di un sistema politico-finanziario corrotto e letale, Ambrosoli agiva in una situazione di isolamento, difficoltà e rischio di cui era ben consapevole. Aveva scritto alla moglie: "Pagherò a caro prezzo l'incarico: lo sapevo prima di accettarlo e quindi non mi lamento affatto perché per me è stata un'occasione unica di fare qualcosa per il Paese [...] Qualunque cosa succeda, comunque, tu sai cosa devi fare e sono certo saprai fare benissimo". Il racconto illumina il carattere esemplare delle scelte di Giorgio Ambrosoli, la sua coerenza agli ideali di libertà e responsabilità e, insieme, sottolinea il valore positivo di una storia ancora straordinariamente attuale. Con la prefazione di Carlo Azeglio Ciampi.
La nobile lotta tra due campioni e tra due volti immutabili del nostro paese. Con una nota di Giovanni Mura.
"Suo marito": così si definisce Ted Hughes nell'annotare diari e lettere di Sylvia Plath. "Marito di lei". E "lei" è la figura della poetessa suicida, ma anche la forma assunta nella vita di Hughes dalla Dea Bianca: una figura, secondo Robert Graves, portatrice di esaltazione creativa e di orrore. In questa maschera l'autrice identifica la chiave della personalità poetica dello Hughes maturo e quella della sua unione con "la Sposa alchemica della sua fantasia creatrice". Una biografia di Ted Hughes non può prescindere dalla storia del suo matrimonio e sodalizio artistico con Sylvia Plath e dalla sua lunga attività di curatore dell'opera della moglie scomparsa. All'epoca del loro incontro Hughes, benché convinto del proprio destino di poeta, aveva pubblicato poco e solo su riviste universitarie. La Plath, con efficienza americana, si prodigò per diffondere le poesie di lui e fu in gran parte a lei che Hughes dovette la pubblicazione del "Falco nella pioggia", che lo proiettò di colpo sulla scena poetica anglosassone. Per i sei anni del loro matrimonio, quasi attingendo a "un'unica mente condivisa", Ted e Sylvia lavorarono fianco a fianco, in un rapporto simbiotico ma rispettoso delle singole individualità poetiche. Questo volume è il racconto di un grande amore finito in tragedia e trasformato in fonte di ispirazione poetica, e al tempo stesso una ricerca letteraria, in cui l'autrice presenta Hughes uomo, poeta e marito: un marito perseguitato e "nutrito" dalle conseguenze del suicidio della moglie.
Antonia Pozzi (1912-1938), straordinaria voce lirica del ’900, frequentò intensamente la montagna, traendone ispirazione più di ogni altro poeta italiano. Marco Dalla Torre ne ricostruisce l’attività alpinistica e ne indaga la relativa trasfigurazione poetica, che costituisce una linea tematica fortemente originale all’interno del suo canzoniere. Il testo è completato da una ricca documentazione fotografica inedita.