"In un'afosa giornata di luglio dell'anno 1505 un viaggiatore solitario avanzava a fatica sulla strada riarsa alle porte del villaggio di Stotternheim in Sassonia. Era un giovane, basso ma tarchiato, vestito da studente universitario. Mentre si avvicinava al villaggio, il cielo si rannuvolò... Un fulmine squarciò l'oscurità... Quell'uomo era Martin Lutero". È con queste parole che inizia la biografia dell'uomo che, accusando la Chiesa di essere corrotta e identificando i Papi con l'Anticristo, avrebbe frantumato l'edificio del cattolicesimo medievale, dando il via alla Riforma protestante e modificando per sempre il corso della Storia. Dalle prime inquietudini interiori alla polemica contro le indulgenze, alla scomunica, alla definitiva separazione della Chiesa protestante da quella romana, Bainton delinea, con un linguaggio chiaro e un tono divulgativo, gli sviluppi della vicenda umana e religiosa del monaco agostiniano senza perdere mai di vista i grandi eventi politici, culturali, economici e sociali del tempo. Questo testo, ormai classico, ricostruisce con un racconto vivace e appassionato la figura e la vita di Lutero attraverso la storia del suo percorso religioso pieno di paure, fatiche, entusiasmi, tempeste. Introduzione di Adriano Prosperi. Prefazione di Delio Cantimori.
I racconti del padre, che dopo l'8 settembre fu deportato dai nazisti nel campo di concentramento di Luckenwalde. L'infanzia a Lucca e una famiglia che lo ha educato a essere felice con poco e a rispettare la dignità di ogni singola persona, dai più umili ai più altolocati. Gli anni trascorsi in seminario, l'incontro frenetico con i pensatori cristiani e il fascino del divino. Lo studio - mai interrotto - della filosofia e dell'economia, uno studio che permea ogni cosa. Il volontariato, l'assistenza ai ragazzi invalidi, e i tanti lavori: porta spese, cameriere, organizzatore culturale; poi l'incontro con Fedele Confalonieri di cui diviene assistente, l'incarico di scrivere il primo programma politico di Forza Italia, gli anni da assessore alla Sicurezza a Milano. Oggi che è un conduttore tv - oltre che docente universitario di Etica ed economia -, Paolo Del Debbio si racconta per la prima volta in quella che non è un'autobiografia, ma una riflessione a cuore aperto sul mondo, sugli altri e infine su se stesso. In queste pagine Del Debbio si rivela un pensatore poliedrico e insieme un uomo semplice, attraversato - come tutti - da passioni, contraddizioni e difficoltà, ma fedele a valori saldissimi. La sua storia personale è la storia di un lungo viaggio senza sosta, senza vie di fuga, senza scorciatoie, in cui l'amore per Dio convive con l'amore per le donne e la passione per le idee cattoliche e liberali si incontra con la passione per la gente comune. Un percorso in cui l'importante non è superare traguardi, ma imparare qualcosa ogni volta: fino a diventare se stesso.
È un'impresa tutt'altro che agevole descrivere e comprendere in tutta la sua portata la complessa figura di Simone Weil. Gli autori, che l'hanno conosciuta e frequentata, in questo libro ne raccontano la vicenda umana e intellettuale attingendo all'esperienza di un cammino condiviso, a una comune passione di ricerca, a momenti di intesa a volte profonda, a volte faticosa. Queste pagine ci restituiscono la figura di una donna che porta in sé le inquietudini del Novecento. Nessun libro mai ha saputo presentare una Simone così viva e così intensa, perché, come sosteneva Kierkegaard, "solo i libri di prima mano hanno la fragranza del pane appena sfornato".
Dionisio rappresenta il tiranno per antonomasia: crudele e pauroso, circondato da adulatori e incapace di mantenere relazioni positive con familiari, amici e collaboratori. Il cosiddetto Orecchio di Dionisio - l'ingresso alla celebre cava di pietre di Siracusa - deve il suo nome alla paranoica volontà di controllo attribuita al signore di Siracusa. L'aneddoto più celebre che lo riguarda è quello della spada di Damocle, che ci fa intuire i mortali pericoli insiti nel potere che gestiva. Ma questa rappresentazione negativa del sovrano è viziata dalla tradizione a lui ostile, che prevalse sulla storiografia più favorevole, pervenutaci solo in parte: grazie a quest'ultima possiamo intravedere capacità politiche e militari fuori dall'ordinario. La gestione della continua conflittualità contro i Cartaginesi gli spianò la strada per il controllo di Si-racusa. La città divenne un punto di riferimento per grandezza e bellezza, e soprattutto per le grandiose opere di fortificazione. Il modo in cui Dionisio prese il potere e lo gestì rimase decisamente paradigmatico, e il suo carisma politico non sfuggì neppure ad Alessandro Magno e a Scipione l'Africano che videro in lui modello. Le guerre contro i Greci d'Italia e le pericolose alleanze con i barbari logorarono via via la sua immagine, specialmente presso gli Ateniesi. Ma la sua corte divenne un polo di attrazione per letterati e filosofi, anche perché lo stesso Dionisio amava comporre versi tragici, con una certa sopravvalutazione delle proprie capacità. Drammi familiari e difficili relazioni personali condizionarono in parte il suo agire, ma Dionisio resse il potere a lungo e in sicurezza fino alla morte, che lo colse nel suo letto.
La storia di una delle sovrane più famose del Novecento attraverso le sue lettere e la corrispondenza del suo entourage.
«Cosa vuol dire esattamente essere ebrei, cosa ha voluto dire e cosa sarà nel futuro? Questa domanda, apparentemente semplice, ha sempre prodotto risposte molto diverse tra loro, anche tra gli stessi ebrei; vuol dire essere fedeli di una religione? Vuol dire sentire di far parte di una tradizione o di una storia particolare? Si può essere ebrei e atei? Oppure ebrei laici? E ci chiedono, perché molti di voi ci tengono così tanto a essere differenti? Da cosa deriva la vostra differenza? È vero che vi sentite superiori? E perché? Potrei riempire molte pagine con le domande che mi sono sentito fare nel corso della mia vita e che mi sono fatto, e come me, credo, moltissimi ebrei. Questo testo non è un saggio sull'ebraismo, io non proverò a dimostrare una tesi o a confutarne un'altra; non vi troverete una professione di fede, e neanche di ateismo. Non vi troverete in alcun modo il tentativo di dimostrare la superiorità di un pensiero, di un credo o di una tradizione rispetto a un'altra». Emanuele Fiano, deputato della Repubblica, riflette sul significato profondo di una parola antica e ricca di suggestioni e mette in ordine pensieri ad alta voce affinché la sua identità sia per sempre una domanda, che non conosce confini, che interroga ogni principio di autorità umana. «Noi siamo in viaggio, verso noi stessi, e gli altri».
Don Luigi Orione, canonizzato nel 2004 da papa Giovanni Paolo II, ha fondato la Piccola opera della Divina Provvidenza, che ancora oggi continua il suo servizio di carità e umanità. Nel 2022 si celebrano i 150 anni dalla nascita e la famiglia da lui creata intende dare all'evento il giusto risalto. Per presentare in modo originale al pubblico la figura di questo santo della carità, l'autrice racconta qui la collaborazione tra don Orione e un medico, laico e sposato, che seppe comprendere l'alto valore dell'azione del sacerdote e gli fu esperto aiuto nelle sue più importanti realizzazioni. Si tratta del dottor Domenico Isola, splendida figura di uomo di fede, oltre che di dottore e scienziato.
Di Manfredi di Svevia si ricorda soprattutto il celebre ritratto tracciato da Dante nel Purgatorio ("biondo era, bello e di gentile aspetto"), mentre la sua esperienza quale re di Sicilia (1258-1266) è da molti considerata una semplice appendice minore del grande regno del padre, Federico II. Schiacciato fra il poeta e l'imperatore, Manfredi è stato spesso ridotto a un'immaginetta oleografica, ritratto come il bel giovane morto troppo presto e vittima di una sorte ingiusta e delle trame dei papi e di Carlo d'Angiò. In tal modo, però, non si rende giustizia a una figura ben più complessa e sfaccettata, in grado di scalare il trono partendo dalla posizione di figlio illegittimo e di giungere, per qualche anno, a essere uno dei sovrani più potenti del Mediterraneo. Questo libro vuole ricostruire i molti volti di un uomo che fu amante della filosofia e della musica e spietato persecutore dei propri nemici, protagonista di un'ascesa conquistata con abilità e cinismo e abilissimo promotore della propria immagine, custode del ricordo della grandezza paterna e complice degli abusi degli zii materni. Comunque, uno dei grandi protagonisti della vita europea del Duecento.
Nello studio di Lazzaretti, pur non trattandosi di un romanzo, gli eventi, il contesto storico e "gli incontri" hanno un ruolo fondamentale per comprendere "il protagonista". Ancora un libro sul Santo David! È il primo commento che potrebbe fare chiunque si trovasse a leggere, anche di sfuggita, il titolo di questo testo! Ma il titolo è: David Lazzaretti: i personaggi della vicenda, e questo è già, di per sé, sufficiente a indicare che, a differenza di altri testi, sono "questi ultimi" ad occupare il centro della scena. Infatti, il testo non è altro che una ricerca, uno studio dei personaggi che, in qualche modo, si affacciano sulla complessa storia del profeta amiatino. Una raccolta cronologica di appunti, di biografie, di dati storici e di documenti che hanno l'unico scopo di facilitare lo studio di Lazzaretti.
Che cosa ha portato Mario Draghi, l'uomo che aveva sempre rifiutato di diventare un politico, alla guida di un paese sull'orlo di una crisi di nervi? Un complotto dei poteri forti? L'ambizione? Il senso di responsabilità? E qual è il bilancio del suo governo undici mesi dopo? L'idea di Draghi ai vertici dello Stato parte da lontano, dalla cerimonia di commiato dalla presidenza della BCE, il 28 ottobre 2019, che lo ha consacrato leader tra i leader europei alla presenza di Merkel, Macron, Lagarde e Mattarella, il governo dell'Europa. Dopo quella cerimonia Draghi è diventato il convitato di pietra della politica italiana. La sua destinazione "naturale", per qualcuno la sua segreta ambizione, appariva il Quirinale. Sono state la pandemia e la paralisi di un sistema politico "consunto" a dirottarlo in primis su Palazzo Chigi. Undici mesi dopo, il bilancio del governo è positivo ma non privo di preoccupanti incognite. La pandemia è relativamente sotto controllo, ma l'azione riformatrice incontra crescenti resistenze. Il suo decisionismo evoca lo spettro di un semipresidenzialismo di fatto. Draghi come de Gaulle? Agli occhi dell'Europa tuttavia, Draghi è vieppiù l'uomo dal quale non si può prescindere, «the lender of last resort» del capitale istituzionale italiano secondo le banche d'affari. La sua presenza ai vertici dello Stato è un elemento di stabilità e garanzia per l'attuazione del Recovery Plan per il quale Bruxelles ha promesso all'Italia 220 miliardi, oltre metà dei quali a debito. Un suo fallimento equivarrebbe al fallimento di un'Europa che non vuole più essere "matrigna" e ciò lo pone al centro di un complesso big game geopolitico. Nella sua vita l'ex presidente della BCE ha vinto più d'una sfida. In questo libro Marco Cecchini racconta il banchiere centrale fattosi premier, sulla scia di una storia che va dalla formazione al "whatever it takes", e risponde alla domanda: Mario Draghi ce la farà anche questa volta?
Picchetti, case dell'ospitalità, file per la zuppa: così Dorothy Day (1897-1980) - giornalista, ragazza-madre, attivista, anarchica e pacifista - si è presa cura degli scartati d'America, di quelli che vivono ai margini estremi, di senza fissa dimora inavvicinabili per il loro odore, di madri che perdono il senno vedendo i figli morire di fame, di disoccupati annichiliti che arrivano brandendo coltelli. Per evitare di addomesticare una figura complessa e incredibile, Giulia Galeotti ritrae Dorothy Day in una biografia che è tante cose insieme: un viaggio nella letteratura e nella storia del Novecento (dal Village degli anni Dieci alla morte di papa Luciani, passando per la Grande depressione, Hiroshima, Cuba e il Vietnam), un trattato di sociologia, uno studio sui molti tipi di pidocchi umani, un poema di vangelo incarnato, un'inedita guida di New York e una storia del difficile rapporto tra una madre e sua figlia. Donna dalla vita avventurosa, scomoda, difficile e di un'attualità sconcertante (tra disuguaglianze, non-violenza, maternità e aborto, ecologia e difficile legame con la Chiesa) Day non solo ha accolto gli ultimi, ma ha vissuto nelle stesse case, mangiato alla stessa tavola, usato gli stessi bagni, vestito gli stessi abiti. Perché alla domanda «sono forse io il custode di mio fratello?», Dorothy Day ha risposto sì.
Una donna, una scelta: quella di salvare centinaia di ebrei a rischio della propria vita. Una storia di umanità e di fede contro la banalità del male nell'Italia divisa in due dopo l'8 settembre 1943. La guerra, le difficoltà, le spie fasciste, i delatori avrebbero potuto farle paura. Non fu così. Anzi, con coraggio e con la forza della fede aiutò profughi, antifascisti e perseguitati politici perché andava fatto. Per questo aderì al gruppo clandestino Frama, collaborò con il finanziere Gavino Tolis e passò informazioni segrete oltre confine. Corrispondenza e ordini riservati destinati alle brigate partigiane operanti nel comasco. Per molti diventò l'angelo di Ponte Chiasso. Arrestata e deportata sopportò terribili sofferenze. Superò l'orrore del campo di concentramento e ritornò in Italia. Un racconto che fa riscoprire una figura poco conosciuta insignita con la Medaglia d'Oro al Merito Civile dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.