Del libro dei Proverbi il volume propone: il testo della Bibbia CEI 2008 con introduzione e note dalla Bibbia di Gerusalemme; il testo ebraico; la versione interlineare in lingua italiana.In aggiunta alla ricchezza della Bibbia di Gerusalemme e al testo in lingua originale, grazie alla versione interlineare lo strumento consente anche a chi non conosce o conosce solo parzialmente la lingua antica di coglierne le specificità e il ritmo, per una fruizione più piena di un contenuto che non è solo testo sacro ma anche opera letteraria. Il testo è adatta anche a un pubblico laico.
Per il testo biblico, l'autore ha avuto un amore appassionato, come testimoniano i saggi raccolti nel volume, dedicato alla figura teologica di Osea e ad alcuni altri profeti. Osea, Geremia, Giona acquistano, nella sua esposizione, la vividezza di contemporanei. L'«esegesi narrativa» dell'autore crea una «contemporaneità» tra il testo e il lettore, «ogni lettore ri-costruisce di nuovo il testo». Questo vale in modo particolare per un libro «profetico». Letteralmente, il profeta è «la bocca di Dio», parla al suo posto e in nome suo: «Così dice il Signore...» è l'incipit di ogni oracolo. Anche per questo la parola profetica è necessariamente contemporanea.
Una storia di amore e di ricerca, di disperazione e di felicità. La santità scovata nel miracolo dell'ordinario, nella vita di ogni giorno, nello svolgersi sorprendente di un dramma: la malattia, Lourdes, una redenzione imprevista e inaspettata. La storia di una donna eccezionale perché normale, forte perché fragile, santa perché peccatrice. Un racconto moderno, delicato e intenso.
La pericope della prova di Abramo è uno dei racconti più noti di tutto l'Antico Testamento. Nella teologia, nella letteratura e anche nell'arte, l'episodio ha conosciuto grande e insieme alterna fortuna, dimostrando d'essere fondamentale per il modo di comprendere il Dio dell'Antico Testamento: qual è qui l'immagine di Dio? quella del Dio spietato e oscuro che pretende soltanto obbedienza assoluta? l'episodio è forse una prova dell'inesorabilità della fede dei cristiani? oppure questo Dio è anche un Dio diverso da quello della fede cristiana? Lo studio di Heinz-Dieter Neef vorrebbe essere un tentativo di far emergere l'immagine di Dio della pericope del cosiddetto "sacrificio di Isacco», interpretando il testo in se stesso oltre che nel contesto della tradizione di Abramo nel libro della Genesi. Racconto profondamente teologico, la storia di Abramo e Isacco mostra chiaramente che non è possibile legare Dio a un'immagine che ci si sia fatti da se stessi, e insieme che se Dio è inafferrabile, questo stesso Dio chiede che anche nelle peggiori angustie si continui a essergli fedeli e ad avere fiducia in lui. Heinz-Dieter Neef è professore di Antico Testamento alla Facoltà Evangelica di Teologia dell'Università di Tubinga. Autore di una fortunata grammatica di ebraico biblico, si occupa in particolare dei libri storici e profetici della Bibbia ebraica, ai quali ha dedicato decine di saggi e non poche monografie.
I "libri sapienziali" della Bibbia, a differenza del Pentateuco, non contengono precetti tassativi e dogmatici, ma piuttosto le proposte del saggio per il giusto equilibrio della vita, per l'acquisto della libertà come capacità di scelta e per la serena convivenza sociale. Le culture antiche possedevano una loro sapienza, da cui Israele attinge per elaborare e "personalizzare" la propria. Il dossier di questo numero della rivista esamina questo processo considerando il Libro dei Proverbi, cioè la raccolta di saggezza e di consigli più rappresentativa dei libri sapienziali. Completano il numero le consuete rubriche "Studi biblici" e "Bibbia e cultura".
Il Cantico dei cantici è rimasto per secoli un libro misterioso. Ci parla un linguaggio arcano, sapido, quasi troppo carnale per non suscitare domande. Per chi è scritto? Come è confluito nel canone biblico? Ma è parola di Dio? La meditazione di Christian de Chergé ci aiuta a riscoprire la bellezza di un testo altamente poetico, fittamente denso di spunti che illuminano il senso profondo dell'essere cristiani, creature amate. Dall'amore carnale di Dio per noi scaturisce il suo farsi carne in Gesù, eterno amore che, toccando, guarisce.
Lungo una narrazione storica variata e avvincente, con il tono apparentemente leggero e distaccato dell'humor, il piccolo libro di Giona enuncia una delle tesi più estreme che l'Antico Testamento conosca: Dio raggiunge e chiama a salvezza le oscure lontananze umane, i luoghi più "atei" della storia. Giona, figura carica di tradizione e dottrina, si scontra con la paziente pedagogia di Dio: non si rassegna ad accettare un Volto misericordioso, preferendogli quello del giudice inesorabile. Ecco allora che, attraverso il pennello di un'ironia talora pungente, da protagonista il profeta diventa anche destinatario di un messaggio che richiama la dimensione totale dell'amore e della misericordia: è Dio stesso che lo cerca, lo provoca, lo insegue. Dentro alle faticose domande di Giona ci ritroviamo tutti e sono queste vicissitudini interne che fanno del piccolo libro un racconto di straordinaria attualità, prossimo ad una "Chiesa in uscita", sulle orme di Dio, verso la vita di ogni persona, così com'è.
Il libro dei Proverbi contiene una notevole ricchezza di immagini e metafore che solo negli ultimi anni ha richiamato l'interesse degli studiosi. Lo studio si propone di analizzarne alcune, a partire da quattro categorie semantiche: il corpo, la natura, il tessuto urbano, gli animali. Accanto a una rassegna quantitativa sul lessico di ogni specifica categoria, venti metafore vengono analizzate nel loro contesto, alla luce di alcuni criteri interpretativi desunti dalla linguistica moderna. La ricerca si conclude con alcune riflessioni ermeneutiche sull'utilizzo della metafora nel libro dei Proverbi e sul suo valore nella teologia biblica.
Ciclo di conferenze tenute al Centro culturale S. Fedele di Milano
- L'umanesimo religioso della Sapienza (22 novembre 1986)
- La speranza dell'immortalità beata (29 novembre 1986)
- L'umanità nel grande giorno della visita (6 dicembre 1986)
- Una teologia della Sapienza (13 dicembre 1986)
- Meditazione poetica sull'esodo (20 dicembre 1986)
Come nasce la fede in YHWH? Quando è diventato il solo Dio d'Israele? Perché esige la guerra o il sacrificio umano? Muovendo dalla lettura di alcuni testi del Pentateuco, si prende atto che monoteismo e coscienza dell'elezione procedono di pari passo. Tra diacronia e teologia, nella consapevolezza che l'incontro/scontro con altre divinità ha affinato la percezione di YHWH, si individuano i complessi processi teologici che determinano la fede monoteistica: assimilazione, opposizione e riduzione.
Questa storia è scritta per trasfigurare la storia. Giona è inviato a salvare il Nemico per sovvertire una mentalità, scuotere un mondo di sentimenti feriti, con la sua forza persuasiva e fascinosa, godibile e divertente. La potenza evocatrice e provocatoria del racconto vuole trasformare i lettori e, attraverso di loro, il mondo in cui vivono. Per ebrei e cristiani (e tutti coloro che condividono la saggezza del libro) si profila una missione di riconciliazione in un mondo ferito dalla malvagità e dalla violenza. "Il libro combina un'analisi esegetica storico-critica con una attenta e chiara analisi narrativa. Si aggiunga una grande capacità di scoprire le tracce di intertestualità presenti nel libro di Giona. Nuova è la lettura teologica di Giona fatta alla luce del procedimento profetico del rîb, della disputa giudiziale: Dio accusa il nemico, in realtà per perdonarlo. Il libro di Marino ci svela così tutta l'attualità di un piccolo testo biblico" (dalla Prefazione di Luca Mazzinghi)
Il libro dell'Esodo narra gli avvenimenti che vanno dalla nascita alla morte di Mosè: l'uscita dall'Egitto, la sosta nel Sinai, la salita verso Kades, il cammino attraverso la Transgiordania e l'insediamento nelle steppe di Moab. Se si nega la realtà storica di questi fatti e della persona di Mosè, si rendono inesplicabili il seguito della storia di Israele, la sua fedeltà allo jahvismo - malgrado la tendenza, durata secoli, a volgersi versogli dèi stranieri, soprattutto cananei - il suo attaccamento alla Legge. L'importanza di questi ricordi per la vita del popolo e l'eco che essi trovavano nei riti hanno dato ai racconti il colore di gesta eroiche (come il passaggio del Mar Rosso) e di una liturgia (come la Pasqua). Israele, diventato un popolo, fa dunque il suo ingresso nella storia e, sebbene nessun documentolo lo menzioni ancora - salvo un'allusione oscura nella stele del faraone Merneptah - ciò che la Bibbia narra concorda, a grandi linee, con i testi e le scoperte archeologiche che si riferiscono alla discesa di gruppi semitici in Egitto, all'amministrazione egiziana del Delta e alle condizioni politiche della Transgiordania.Del libro dell'Esodo il volume propone: il testo della Bibbia CEI 2008, con introduzione e note dalla Bibbia di Gerusalemme; il testo masoretico della Biblia Hebraica Stuttgartensia che riporta il Codex Leningradensis B19A(L), datato circa 1008; la versione interlineare in lingua italiana, eseguita a calco, che cerca di privilegiare il più possibile gli aspetti morfologico-sintattici del testo ebraico, anche a scapito, in alcuni casi, della semantica. Va letta da destra a sinistra seguendo la direzione dell'ebraico. Conia diversi neologismi che intendono rendere meglio il senso originario. Lo strumento consente anche a chi non conosce o conosce solo parzialmente la lingua antica di coglierne le specificità e il ritmo, per una fruizione più piena di un contenuto che non è solo testo sacro ma anche opera letteraria. Questo testo, come tutti gli altri della stessa collana, è adatto anche a un pubblico laico.