L'obiettivo del libro è quello di cogliere i cambiamenti e le differenze negli strumenti e nelle procedure di trasformazione dell'assetto insediativo: un grande mosaico costruito per tasselli che compongono il quadro delle trasformazioni in corso nelle più importanti città d'Europa. Attraverso casi esemplari o innovativi si viene delineando non una storia "evolutiva", ma una visione d'insieme di come si modifica il paesaggio urbano.
Ispirandosi alla logica che aveva guidato Palladio nel "Secondo" dei suoi "Quattro libri dell'Architettura", in questo volume i curatori hanno voluto la parola scritta ridotta all'essenziale, per lasciare spazio alle oltre 250 fotografie scattate da Pino Guidolotti. Un vero e proprio ritratto dell'opera palladiana allo scadere del secolo, attraverso il quale sono state censite tutte le 66 opere autografe, o presunte tali da una tradizione consolidata.
Le opere selezionate nel presente volume intendono mettere in mostra le contraddizioni interne alla nascita del fenomeno moderno in architettura descrivendo quella pluralità di significati che la realizzazione di un organismo architettonico coinvolge. Ciascuna scheda, a corredo di un apparato iconografico che privilegia singoli edifici costruiti in tutto il mondo nel corso del Novecento, mira a un'autonomia formale che la rende consultabile separatamente dalle altre che compongono il volume. Una citazione, quasi sempre autografa dell'autore dell'opera illustrata, apre ciascuna scheda e introduce alle architetture selezionate dall'eredità e dalla contemporaneità del Novecento.
Mies va der Rohe è stato definito "architetto classico" e forse è l'architetto moderno per cui questa definizione è più appropriata. La classicità nella architettura di Mies si manifesta attraverso i due principi che la definiscono: la intelleggibilità delle forme da un lato, e la progettazione come attività conoscitiva regolata da norme individuate, dall'altro. Questo libro su Mies, scritto nel 1956, è come il resoconto di un lavoro in corso: una specie di diario di due costruttori (Hilberseimer e Mies), che vanno in una direzione a loro ben nota, in cui sono trattate le questioni che si presentano ogni volta che ci si pone il problema dell'architettura e del progetto.
Questa edizione è stata completamente ripensata dal punto di vista iconografico. Le mappe, le illustrazioni che la costituiscono migliorano qualitativamente e quantitativamente il volume, e lo connotano come aggiornato piccolo manuale di storia dell'architettura dalla Grecia antica ai giorni nostri.
Comporre architetture significa gestire un sistema complesso di variabili funzionali, simboliche, rappresentative e produttive. Dato il suo carattere composito, non è possibile parlare di regole per la composizione. Si potrebbe parlare piuttosto di scelte, ma è meglio parlare di idee-strumento a metà tra il concettuale e l'operativo, tra teoria e pratica. Questo libro affronta tutte le questioni legate all'esercizio compositivo: dai vincoli funzionali di un edificio alle intenzioni formali di chi progetta, dalle richieste della committenza al rispetto degli ordinamenti legislativi.
L'impianto del libro si completa, nella presente edizione, con un nono capitolo relativo all'ultimo decennio del Novecento. In esso vengono prese in esame le più recenti tendenze dell'architettura contemporanea, quelle del decostruzionismo, del minimalismo, del transculturalismo, fino all'architettura telematica. Oltre a questo completamento, l'opera, riveduta e corretta, ha conservato la sua struttura originale: ogni tendenza architettonica, dall'eclettismo storicistico al razionalismo, dalle macrostrutture al postmoderno, viene rappresentata con i suoi protagonisti, inquadrata nelle condizioni storico-sociali del suo tempo e interpretata con un tipo ideale rispetto al quale sono esaminate le opere più significative.