La bioetica si interessa di ciò che costituisce l’essere umano e il suo ambiente. Non soltanto la ragione, ma anche la fede può contribuire all’etica e all’azione umana giusta. Emerge perciò un interessante crocevia nel modo di comprendere Dio, il Cosmo e l’Essere Umano attraverso la prospettiva della fede, della ragione e della scienza. Questo volume prende in considerazione le domande specifiche di queste tre prospettive di conoscenza rispetto alla vita in generale, all’anima umana e alla persona; analizza, inoltre, come la fede possa costituire delle vere e proprie forme di conoscenza delle verità scientifiche; e traccia la storia del conflitto tra fede e scienza, considerando soprattutto le sfide sollevate da Galileo e Darwin. Il libro, infine, affronta specifici problemi della bioetica relativi a tematiche d’avanguardia come la genetica e le neuroscienze in un crocevia tra teologia, filosofia e scienza.
La semplicità, da sempre considerata sigillum veri, è diventata oggi un'esigenza non solo teoretica, ma anche sociale e politica. L'iperspecializzazione del sapere e delle professioni, la complessità del sistema economico, finanziario, burocratico e dei meccanismi decisionali e amministrativi rischiano di rendere questo mondo, creato dall'uomo, incomprensibile e ingovernabile. Anche papa Francesco nella sua Enciclica Laudato si', di fronte a inquinamento, migrazioni, miseria, mutamenti climatici e ambientali, sanciti dal recente passaggio geologico epocale, dall'Olocene all'Antropocene, dove l'uomo rappresenta il più importante agente del cambiamento nell'ecosistema globale, auspica «un ritorno alla semplicità» nel nostro stile di vita. In queste pagine, Francesco Bellino fa emergere tutta l'esigenza e l'importanza fondamentale di pensare la semplicità e la sua pratica: come ci ha indicato Antoine de Saint- Exupéry, «si vede bene soltanto con il cuore. L'essenziale è invisibile agli occhi». La semplicità può essere la strada di un nuovo inizio per ridare senso all'esistenza.
In queste pagine l’Autore espone in modo sintetico i termini di un dibattito, antico quanto attuale, su un argomento di vitale importanza: l’eutanasia.
Prima vengono offerti dei cenni storici, poi vengono passate in rassegna le motivazioni a favore, le posizioni delle Scienze umane e, infine, i pronunciamenti del Magistero ecclesiale.
Il volume raccoglie alcuni interventi del cardinale Carlo Caffarra tra il 2009 e il 2017, diversi dei quali scritti nell'ultimo periodo della sua vita, un paio addirittura mai pronunciati, a causa della morte improvvisa. È strumento pastorale e teologico per affrontare questioni impellenti tanto per la vita personale quanto per la società: procreazione, sessualità, cura, tecnologia, medicina. Il libro è un invito - rivolto a credenti e non credenti - a riflettere su alcuni temi decisivi del vivere personale e civile: coscienza, natura, vita, famiglia, amore, bene comune, politica e leggi civili. In esso traspare l'animo del pastore, sensibile alle inquietudini del suo tempo e desideroso di illuminarle alla scuola del Vangelo. La collezione di testi raccolti in questo volume è una finestra che apre al pensiero, profondo e fecondo, del Cardinale Caffarra, proiettando una luce, che illumina la vita della Chiesa e della società tutta.
Modelli secolari di comportamento sono sottoposti a cambiamenti culturali profondi e rapidi sotto le spinte delle leggi, della magistratura, dei media, degli interessi economici. Il testo è composto da una trentina di Lettere al Popolo della Vita, scritte tra 2016 e 2018 dall'autore e pubblicate su NOI Famiglia&Vita, il mensile di Avvenire, e su Sì alla Vita, il periodico del Movimento per la Vita (MPV). Disegna nell'insieme uno spaccato dei cambiamenti in atto nei valori personali e comunitari che caratterizzano la nostra società complessa. Tra i temi trattati: politiche familiari, denatalità e invecchiamento, pillole dei giorni dopo, selezione eugenetica, compravendita di gameti, utero in affitto, unioni civili omosessuali, ideologia gender, biotestamento, suicidio assistito, eutanasia.
Questo libro vuole dare voce a chi non ha ancora una voce per difendersi. La diffusione della pratica abortiva in gran parte dei Paesi del mondo, ha fortemente indebolito la sensibilità delle coscienze dei nostri contemporanei a riguardo della protezione dell’embrione. Per questo bisogna fare chiarezza nel campo bioetico. E’ molto importante approfondire i temi fondamentali della bioetica della vita nascente, per conoscere la sostanza delle questioni e i principi etici che devono regolarle.
Un aiuto per affrontare l'esperienza del «fine vita» personale e di familiari e amici che assistiamo: le risposte delle grandi religioni, della medicina e infine indicazioni pratiche che nascono dall'esperienza sul campo.
La questione del gender è tutt’altro che chiara e lineare, perché si presenta come un universo complesso e complicato che coinvolge vari aspetti e ambiti quali la cultura, la biologia, la medicina, la tecnologia, l’antropologia, i mass- media e la politica. Tuttavia, è possibile individuare la questione fondamentale: il pensiero gender intende separare la sessualità corporea dall’identità di genere, in quanto il primo sarebbe un semplice dato di fatto corporeo, la seconda invece il risultato di una costruzione psicosociale. Questo studio mette in luce i collegamenti esistenti fra le teorie gender oggi diffuse e la filosofia gnostica dei primi secoli, oltre al manichesimo e al catarismo, che vedevano la differenza maschile- femminile come corruzione dell’umanità e castigo divino da eliminare. Una vera “rivoluzione antropologica”, che rinnega l’identità di uomo e donna come esseri distinti ma complementari il cui fine è il dono di se stessi per amore.
Le prospettive offerte alla riflessione nei due giorni di Convegno nazionale Scienza & Vita (maggio 2017), oggi riproposte e fissate in questo nuovo Quaderno, hanno mostrato le diverse sfaccettature dell'approccio integrale alla questione della cura: il tema del dolore e della sofferenza, letti con lo sguardo dell'antropologia, della teologia biblica e della scienza medica; le esperienze di accoglienza e di condivisione del dolore e delle difficoltà, secondo la prospettiva di coloro che per scelta professionale o di volontariato affrontano e partecipano alle storie di fragilità; le storie di vita, attraverso le parole dei protagonisti che hanno vissuto e vivono fino in fondo l'esistenza segnata da quel dolore che non cancella l'umano, ma lo rende "normale", perché accolto ed accettato come parte della esperienza di vita. Ci pare di poter concludere che la cifra che ha segnato tutto il Convegno, e che ben si riverbera nei contributi che oggi proponiamo ai nostri lettori, è stata la parola "relazione", perché di fronte al dolore siamo tutti poveri ma mai soli, se vengono messi in opera quei mezzi terapeutici e quelle attitudini umane che consentono insieme di rendere meno acuto il senso finito del nostro esistere. [05/06/2018 15:27:18] paolo pepi: La rinascita del pensiero femminile cristiano - in questo secondo decennio del Duemila - non giunge certo per caso. Come sempre, è la storia a reclamarla: sono soprattutto le ondate culturali, spesso aggressive e confuse, come le teorie del gender, a richiamare l'attenzione dei credenti sulla necessità di approfondire il quadro dei valori fondativi della civiltà occidentale che, anche grazie al cristianesimo, si è innervata dell'origine antropologica sorta dall'unità duale, dal femminile e dal maschile. Ma siamo di fronte anche ad un preoccupante problema di deserto demografico, in Italia in modo particolare, che richiede una lettura intelligente e critica del ruolo della donna nell'Occidente. L'Associazione Scienza & Vita, da sempre attenta ai mutamenti culturali e alle questioni sociali che premono sul tessuto della società civile, priva ormai di un ethos condiviso, non poteva che cogliere questa sfida, anche in riferimento al contemporaneo progetto del Ministero della Salute, volto a sensibilizzare soprattutto il mondo femminile sull'importanza personale e sociale della fertilità.
Si possono guardare i 40 anni che ci separano dalla legge che nel 1978 ha legalizzato l’aborto in Italia con una certa tristezza. Tuttavia, questo libro ha scelto una prospettiva di speranza. A partire da una riflessione su uno dei più importanti eventi di questi ultimi 40 anni, l’enciclica Evangelium vitae di San Giovanni Paolo II, nella prima parte del libro viene riletto l’impegno per la vita nel quarantennio. Nella seconda parte il volume raccoglie le tantissime testimonianze sull’esperienza dei Centri di Aiuto alla Vita che hanno favorito la nascita di 200.000 bambini, anche in casi molto difficili. Sempre, insieme al figlio, è rinata una donna, che ha ringraziato per il sostegno del Centro. Dalla meditazione sul significato della maternità, che ci restituisce il senso della vita umana, e dal riconoscimento del concepito come uno di noi, in coerenza con la scienza moderna e con la cultura dei diritti umani, ha inizio una nuova strada, che ha come prospettiva la costruzione di una civiltà della verità e dell’amore.
Ciò che la scienza medica può fare e ciò che deve fare, o non deve fare, riguarda le nostre vite personali, quelle delle nostre famiglie e l'intera società. In questo libro John Wyatt esamina le problematiche che circondano l'inizio e la fine della vita, avendo sullo sfondo il corrente pensiero bioetico. Partendo da una profonda convinzione secondo la quale la visione biblica della nostra umanità ci indica una strada da percorrere, egli mostra il modo in cui le figure sanitarie cristiane (medici e infermieri), i cristiani comuni e le chiese devono rispondere alle sfide e alle opportunità che abbiamo davanti. Postfazione di Loreta Risio.